Caso degli emoderivati infetti

Versione del 8 mar 2019 alle 02:42 di Axeldt (discussione | contributi) (Trasferita parte della voce alla pagina "Caso degli emoderivati infetti in Italia". Aggiunta sezione "Nel Mondo".)

Il caso degli emoderivati infetti è un caso giudiziario causato dalla messa in commercio, a partire dagli anni settanta, di plasma ed emoderivati infetti.

I principali contagiati dai virus delle epatiti virali (HBV e HCV) e dell'HIV sono i soggetti emofilici che necessitano di infusioni di fattori della coagulazione (fattore VIII e fattore IX) ottenuti dal plasma umano.

Il caso degli emoderivati infetti non è da confondere con lo scandalo del sangue infetto, sviluppatosi in contemporanea.

Storia

Alcune case farmaceutiche immisero sul mercato plasma raccolto da individui ad alto rischio infettivo come carcerati, tossicodipendenti e persone con comportamenti sessuali a rischio e di conseguenza i farmaci emoderivati ottenuti da quel plasma infettarono molte migliaia di persone in tutto il mondo con i virus dell'HIV, dell'epatite B e dell'epatite C.

Sebbene all'epoca non esistessero test specifici per rilevare la presenza dei virus HIV e HCV (epatite C), la scelta delle case farmaceutiche di usare plasma da persone ad alto rischio venne ritenuta criminale. Inoltre, la Bayer e la Baxter continuarono la vendita del plasma anche dopo che lo scandalo venne reso pubblico e ritardarono il trattamento dei prodotti mediante tecniche di inattivazione virale quando queste vennero messe a punto.

Le case farmaceutiche corruppero o fecero pressioni sia su politici che sul personale sanitario per vendere i loro prodotti che anche all'epoca erano conosciuti per essere facilmente infetti con i virus dell'HIV e delle epatiti.[1][2][3]

Le indagini in Europa risalgono ai primi anni novanta[4] e in Italia Duilio Poggiolini venne imputato di aver concesso la commercializzazione di plasma infetto.[5]

Anni dopo, fu nuovamente interrogato Poggiolini in seguito a nuovi filoni d'indagine.[6] Nel 2003, il New York Times riportò la notizia secondo cui a metà degli anni ottanta alcuni farmaci per la coagulazione del sangue, prodotti da multinazionali statunitensi, vennero dirottati a emofilici in Asia e in America Latina (in quanto le normative in questi Paesi erano meno restrittive), perché vi sarebbero state evidenze che tali prodotti stavano infettando gli utilizzatori con HIV, mentre dalla fine di febbraio 1984 la Bayer vendeva negli Stati Uniti un nuovo prodotto, più sicuro. La società implicata continuò tuttavia a vendere per oltre un anno il vecchio prodotto all'estero.[1]

Lo studio legale Lieff Cabraser sta seguendo le cause in Argentina, Germania, Hong Kong, Irlanda, Israele, Italia, Taiwan e Gran Bretagna, e in vari altri Paesi per intentare azioni legali presso i tribunali degli Stati Uniti contro le società responsabili.[7]

Nel Mondo

Canada

  Lo stesso argomento in dettaglio: Commissione Krever.

In Canada, all'epoca dell'introduzione dei test per la ricerca dell'HIV alla fine del 1985, circa 2.000 persone risultavano infettate dall'HIV e fino a 60.000 dal virus dell'epatite C.[8] Nel 1993 venne istituita una commissione d'inchiesta (la commissione Krever) per investigare sulle accuse secondo cui il sistema di governo, organizzazioni private e organizzazioni non governative responsabili della fornitura di sangue e prodotti emoderivati al sistema sanitario canadese avrebbero permesso l'utilizzo di sangue infetto.[9] Sono instaurate tre cause contro la Croce Rossa canadese da parte di persone che ricevettero sangue o emoderivati infetti, due delle quali morirono a causa dell'AIDS e una risultò essere infettata dall'HIV. Nell'aprile 2001 la corte suprema del Canada ha riconosciuto la Croce Rossa canadese colpevole di negligenza per non aver controllato efficacemente i donatori di sangue per la presenza dell'HIV.[8]

Francia

  Lo stesso argomento in dettaglio: Caso del sangue e degli emoderivati infetti in Francia.

In Francia, circa 4.000 persone, tra cui molti emofilici, hanno ricevuto emoderivati infetti dall'HIV. Un ex ministro della salute è stato condannato per non aver fatto testare adeguatamente il sangue nel 1985 (anno chiave in quanto a quell'anno risale il primo test efficace in grado di rilevare l'HIV), causando la morte di cinque persone a causa dell'AIDS e l'infezione di due altre persone. Altri due funzionari governativi che avevano permesso, sempre nel 1985, l'utilizzo di emoderivati non trattati al calore per l'inattivazione virale quando invece erano già disponibili, vennero condannati a una pena detentiva.

Presumibilmente, tutti e tre i politici condannati hanno ritardato l'introduzione in Francia di un test di produzione statunitense per la ricerca dell'HIV sul sangue fino quando un prodotto rivale di produzione francese era pronto per essere introdotto sul mercato.

Giappone

  Lo stesso argomento in dettaglio: Caso degli emoderivati infetti in Giappone.

In Giappone, il ministro della salute non ha vietato i prodotti emoderivati non trattati al calore per l'inattivazione virale fino al dicembre 1985, nonostante fosse a conoscenza del fatto che erano contaminati. Di conseguenza, oltre 1.400 emofilici giapponesi sono stati infettati dall'HIV e più di 500 sarebbero morti fino al 2001.

Nel novembre 1995, un procedimento giudiziario avviato da alcuni emofilici infettati si concluse con la condanna al pagamento in loro favore di 420.000 dollari suddivisi a metà tra le imprese farmaceutiche e il governo giapponese. Nel febbraio 2000, tre dirigenti di imprese farmaceutiche accusati di aver commercializzato prodotti emoderivati infetti dall'HIV sono stati condannati a pene detentive. Tuttavia, nel marzo 2001, un tribunale di Tokyo ha scagionato uno dei massimi esperti di AIDS dell'epoca dall'accusa di negligenza professionale emersa dallo scandalo.

Iran

In Iran, alla fine degli anni novanta, l'ex capo del centro trasfusionale nazionale e due altri medici sono stati processati per diversi capi d'imputazione, tra cui negligenza per l'importazione dalla Francia di prodotti emoderivati infettati dall'HIV. Il caso è scaturito dalle denunce da parte di circa 170 persone, molte delle quali bambini, affetti da emofilia e da talassemia, due malattie del sangue che necessitano di somministrazione periodica di emoderivati.[8]

In base ai dati del ministro della salute iraniano, circa 300 sono stati infettati.[8] Secondo Fars News, l'Iran è stato l'unico Paese che non ha ricevuto né scuse ufficiali né alcuna compensazione da parte della Francia per i danni subiti.[10] La visita in Iran del ministro degli esteri francese Laurent Fabius, in occasione dell'accordo sul nucleare (la prima dopo lo scandalo degli emoderivati infetti), ha sollevato polemiche e rabbia tra alcuni cittadini e sugli organi di informazione.[11]

Iraq

Nel 1986 i funzionari del ministero della salute di Saddam Hussein avevano stabilito che almeno 115 emofilici iracheni avevano contratto l'AIDS in seguito all'utilizzo di fattori della coagulazione importati dalla Francia e dall'Austria. Secondo quanto riferito da Said I. Hakki, il direttore della Mezzaluna Rossa irachena, 189 emofilici con un'età che va dai 6 mesi ai 18 anni avevano contratto l'HIV da prodotti emoderivati venduti all'Iraq dall'Institut Mérieux (Francia) e dall'Immuno (Austria) dal 1982 al 1986. Non essendo possibile rilevarlo, il virus si diffuse ad almeno altri 50 iracheni attraverso rapporti sessuali, parto e allattamento al seno.

Nell'agosto 2005, i circa 35 sopravvisuti, assieme alle famiglie di coloro che nel frattempo sono deceduti, e la Mezzaluna Rossa irachena hanno citato in giudizio il ministero della salute, l'Institut Mérieux e l'Immuno, due società che hanno acquisito o sono succedute alle imprese che hanno venduto gli emoderivati infetti all'Iraq. L'Institut Mérieux è ora parte della Sanofi-Aventis mentre l'Immuno è stata acquisita dalla Baxter International nel 1996.

Molti degli emofilici infettati nel 2006 hanno parlato al New York Times delle loro vite durante il regime di Saddam Hussein. Hanno raccontato di essere stati costretti a «firmare un impegno giurando di non lavorare, sposarsi, frequentare le scuole, utilizzare piscine puggliche o barbieri, visitare studi medici o riferire a qualcuno delle loro condizioni», la cui violazione era punibile con la morte. Le abitazioni delle famiglie delle persone infette avevano delle iscrizioni sui muri esterni che richiedevano ai vicini di stare lontano perché l'abitazione era contaminata dall'HIV e anche i fratelli non infettati dal virus non erano autorizzati a sposarsi. A partire dal 2006, gli emofilici infetti ricevono circa 35 dollari al mese in assistenza governativa ma nessun farmaco antiretrovirale contro l'HIV.

Irlanda

  Lo stesso argomento in dettaglio: Commissione Lindsay.

La commissione Lindsay è stata istituita in Irlanda nel 1999 per investigare le infezioni da HIV e HCV contratte dagli emofilici in seguito alla somministrazione di emoderivati infetti forniti dal servizio trasfusionale irlandese.

Italia

  Lo stesso argomento in dettaglio: Caso degli emoderivati infetti in Italia.

Portogallo

In Portogallo, più di 100 emofilici sono stati infettati dall'HIV dopo aver ricevuto trasfusioni di plasma contaminato che sono state importate e distribuite da parte del servizio sanitario pubblico. Nel 2001 un tribunale ha incriminato l'ex ministro della salute Leonor Beleza per aver permesso la propagazione di una malattia contagiosa durante il suo mandato negli anni ottanta.

Regno Unito

  Lo stesso argomento in dettaglio: Caso degli emoderivati infetti nel Regno Unito.

Nel Regno Unito, la somministrazione di fattori della coagulazione infetti da parte del servizio sanitario dagli anni settanta agli anni ottanta ha causato l'infezione di 3.891 emofilici con il virus dell'epatite C, dei quali 1.243 sono stati infettati anche dall'HIV.

Nonostante autorevoli sostenitori, la richiesta di istituzione di una commissione d'inchiesta pubblica viene rigettata all'inizio del 2000. In risposta a questo diniego, nel 2007 viene istituita una commissione d'inchiesta indipendente (la commissione Archer) per investigare sulla diffusione di sangue ed emoderivati infetti. L'anno successivo la Scozia istituisce una commissione d'inchiesta pubblica (la commissione Penrose) mentre bisogna attendere il 2017 per vedere l'annuncio da parte del primo ministro Teresa May di una commissione d'inchiesta pubblica estesa a tutta la nazione.

Stati Uniti

  Lo stesso argomento in dettaglio: Caso degli emoderivati infetti negli Stati Uniti.

Note

  1. ^ a b (EN) Walt Bogdanich e Eric Koli, 2 Paths of Bayer Drug in 80's: Riskier One Steered Overseas, in The New York Times, 22 maggio 2003. URL consultato il 22 luglio 2009 (archiviato dall'url originale il 20 febbraio 2019).
  2. ^ (EN) Bayer Documents: AIDS Tainted Blood Killed Thousands of Hemophiliacs, su Alliance for Human Research Protection, 22 maggio 2003 (archiviato dall'url originale il 22 febbraio 2019).
  3. ^ (EN) Deborah Josefson, Haemophilia patients launch action against Bayer over contaminated blood products, in British Medical Journal, vol. 326, n. 7402, 14 giugno 2003, p. 1286, DOI:10.1136/bmj.326.7402.1286-g, PMID 12805147.
  4. ^ Sangue all'AIDS scandalo in Germania, in La Repubblica, 24 novembre 1992. URL consultato il 22 luglio 2009 (archiviato dall'url originale).
  5. ^ Enzo D'Errico, Scandalo sangue infetto: si indaga su Poggiolini, in Corriere della Sera, 30 ottobre 1993. URL consultato il 22 luglio 2009 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2016).
  6. ^ Scandalo sangue infetto interrogato Poggiolini, in La Repubblica, 7 ottobre 1999 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  7. ^ Causa Emofilici, su causaemofilici.com. URL consultato il 22 luglio 2009 (archiviato dall'url originale l'11 giugno 2009).
  8. ^ a b c d (EN) Aids scandals around the world, in BBC News, 9 agosto 2001 (archiviato dall'url originale il 15 luglio 2018).
  9. ^ (EN) André Picard, Krever Inquiry, su The Canadian Encyclopedia, 7 febbraio 2006 (archiviato dall'url originale il 5 gennaio 2019).
  10. ^ (EN) Arash Karami, Fabius visit stirs bad blood in Iran, in Al-Monitor, 23 luglio 2015 (archiviato dall'url originale il 27 agosto 2015).
  11. ^ (EN) Marjohn Sheikhi, Fabius arrives in Tehran amid public anger, in MEHR, 29 luglio 2015 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).

Bibliografia

  • Michele De Lucia, Sangue infetto : Una catastrofe sanitaria. Un incredibile caso giudiziario, Mimesis Edizioni, 2018, ISBN 978-88-5754-543-1.

Voci correlate

Collegamenti esterni