Il termine giungla ha un'accezione propria ed una estesa.

La giungla nel Parco nazionale di Khao Yai, in Tailandia

In senso proprio, il termine è sinonimo di foresta monsonica ed indica quindi la foresta impenetrabile tipica del clima monsonico, ricca di alberi decidui e perciò detta anche foresta tropicale decidua[1]. La presenza di piante caducifoglie la distingue dalle altre foreste aride di latifoglie tropicali e subtropicali.

Inteso in questo senso ristretto, è un bioma diffuso soprattutto in Asia, nel subcontinente indiano e nelle aree interne dell'Indocina, come attesta la derivazione etimologica dal sanscrito जङ्गल (pronuncia: jaṅgala), che significa "area naturale selvaggia". Per analogia, il termine "giungla" indica anche le foreste con caratteristiche simili presenti in altri continenti.

In senso esteso, invece, il termine è sinonimo di foresta pluviale; tale estensione di significato è oggi molto raro in ambito scientifico; non era così nel passato: sino agli anni settanta del Novecento, il termine "foresta pluviale" non era usato e per riferirsi a questo ambiente si usavano le espressioni "giungla" o "foresta vergine". Con l'affermarsi, a livello accademico e scientifico, dell'espressione "foresta pluviale", il termine "giungla" è tornato alla sua accezione ristretta, quella originaria[2].

Significato popolare del termine

A livello non prettamente scientifico, il termine "giungla" è ancor oggi sinonimo di "foresta pluviale"[3].

Il successo dei libri di Rudyard Kipling Il libro della giungla e Il secondo libro della giungla ed anche di quello di Edgar Rice Burroughs Tarzan delle Scimmie (in cui si parla della giungla africana) hanno reso oltremodo popolare il termine, sia in senso proprio, sia in senso esteso. Anche le avventure a fumetti dell'Uomo mascherato, che si svolgono in una giungla localizzata in un paese di fantasia, hanno contribuito alla diffusione del termine a livello popolare.

Nell'ambito dello Scautismo, la giungla è l'ambiente fantastico in cui vive il "Branco" dei Lupetti, seguendo il libro "Le storie di Mowgli", realizzato dallo stesso Kipling su richiesta di Robert Baden-Powell.

Il termine "giungla" è usato nella letteratura occidentale per indicare uno spazio naturale al di fuori del controllo della civiltà, ma anche come metafora di luoghi o situazioni dove la sola legge è percepita come "sopravvivenza del più adatto": la cosiddetta "legge della giungla" che domina i rapporti umani nelle megalopoli odierne. In tal senso il termine è usato, a titolo di esempio, nel film di John Huston Giungla d'asfalto, in quello di Joseph Losey Giungla di cemento e nell'opera teatrale di Bertolt Brecht Nella giungla delle città[4].

La giungla in senso proprio

 
La giungla nel parco nazionale di Chitwan (Nepal)
 
L'albero del kapok

La parola "giungla", in senso proprio, indica dunque una formazione forestale tipica delle zone a clima monsonico[5]; ciò che distingue questo clima da quello della foresta pluviale è la presenza di una stagione secca, durante il periodo in cui spira il monsone invernale, che proviene dal centro dei continenti.

Questa differenza climatica si riflette sul tipo di vegetazione: il periodo di siccità spinta fa sì che molte piante della giungla siano alberi a foglie caduche nel periodo invernale; nella foresta pluviale vera e propria, invece tutte le piante sono sempreverdi[4]. Per lo stesso motivo si distingue dalle altre foreste del bioma delle foreste aride di latifoglie tropicali e subtropicali.

Inoltre, mentre nella foresta pluviale la zona vicino al terreno è tipicamente scarsa di vegetazione, che non può svilupparsi a causa della mancanza di luce dovuta al fittissimo strato superiore delle chiome, nella giungla, invece, essendo gli alberi più radi, lo strato inferiore della vegetazione è molto sviluppato, creando un intrico di rami e liane tipicamente impenetrabile alla percorrenza da parte dell'uomo. Infatti, nella giungla la minore compattezza dello strato arboreo più alto non riesce a schermare completamente la luce, che quindi arriva sino al suolo in quantità sufficiente per lo sviluppo di un intricatissimo insieme di piante.

Si distingue dalla savana, che pure è il risultato di un clima con alternanza di una stagione secca e di una piovosa, per la copertura arborea completa, conseguenza di una stagione piovosa particolarmente lunga, che favorisce lo sviluppo degli alberi.

Alberi tipici della giungla sono il kapok, il teak, il sandalo, vari ficus, tra cui il fico delle pagode, diverse specie del genere Diospyros da cui si ricava l'ebano e diverse specie del genere Dalbergia, da cui si ricava il palissandro. Tipica della giungla è inoltre la presenza di varie specie di bambù[4].

Diffusione della giungla nei vari continenti

Le zone di maggiore estensione di giungla, intesa come foresta tropicale decidua, si trovano in India centrale (Foreste decidue dell'altopiano del Deccan centrale", "Foreste decidue del Chhota-Nagpur", Foreste decidue di Kathiarbar-Gir, "Foreste decidue della valle della Narmada", "Foreste decidue dell'India nord-orientale" e "Foreste decidue dell'altopiano meridionale del Deccan"), Indocina (Foreste decidue dell'Indocina centrale" e "Foreste dell'Irrawaddy") e Brasile orientale ("Foreste atlantiche brasiliane"). Zone di estensione più limitata si trovano nel Madagascar occidentale ("Foreste decidue del Madagascar occidentale") e nello Yucatan ("Foreste decidue dello Yucatan"). Le altre zone hanno un'estensione molto minore.

Ecoregioni

Si riporta l'elenco delle ecoregioni definite dalla lista Global 200 caratterizzate dalla presenza della giungla, intesa nel senso proprio, ossia di foresta tropicale decidua.

In Asia
 
La giungla nel Parco nazionale di Chitwan, in Nepal
 
Fico delle pagode
 
Tigre
  • India. Nella giungla indiana sono ambientati i racconti di Rudyard Kipling contenuti nel Il libro della giungla e nel Il secondo libro della giungla.
    • Foreste decidue dell'altopiano del Deccan centrale". L'ecoregione è caratterizzata da un'elevata densità di popolazione umana, insolitamente associata alla presenza di numerose specie di grandi vertebrati, tra cui la tigre (Panthera tigris)[6].
    • Foreste decidue del Chhota-Nagpur. Nella regione sono presenti grandi popolazioni del più grande predatore asiatico, la tigre (Panthera tigris) e del più grande erbivoro, l'elefante indiano (Elephas maximus)[7].
    • Foreste decidue di Kathiarbar-Gir. In queste foreste è presente l'unica popolazione superstite del leone asiatico (Panthera leo)[8].
    • "Foreste decidue della valle della Narmada". Anche qui è presente la tigre (Panthera tigris)[9].
    • "Foreste decidue dell'India nord-orientale", Ospitano molti grandi vertebrati, tra cui la tigre (Panthera tigris)[10].
    • "Foreste decidue dell'altopiano meridionale del Deccan". Vi si trova la più grande popolazione di elefanti in India, nell'area che va dalle colline di Nilgiri ai Ghati orientali, stimata in oltre 6.000 animali[11].
  • Arcipelago malese
    • "Foreste decidue delle Piccole Isole della Sonda" (Indonesia). La fauna di questa ecoregione è molto particolare per la coesistenza di specie asiatiche e australiane. Vi si trovano specie endemiche, tra cui il drago di Komodo, la più grande lucertola del mondo, la volpe volante di Lombok e diciassette specie di uccelli che non si trovano da nessun'altra parte sulla Terra[12].
    • "Foreste decidue dell'isola Sumba (Indonesia). Anche questa regione è caratterizzata dalla coesistenza di specie asiatiche e australiane[13].
    • "Foreste decidue di Timor e Wetar" (Indonesia e Timor Est). Anche qui la pecularietà è la mescolanza di specie asiatiche e australiane. Quasi due terzi dell'estensione originale delle foreste sono però stati abbattuti dall'uomo e ormai rimangono solo frammenti di habitat naturale, a loro volta in pericolo di scomparsa[14].
  • Indocina
  • Antille
  • Messico
  • America centrale
    • "Foreste di Panama" (Panama). Solo alcune zone di questa ecoregione sono caratterizzate da foreste tropicali decidue[27].
  • America del sud
    • "Foreste di Lara e Falcón" (Venezuela). Le foreste decidue tropicali sono limitate all'area orientale dell'ecoregione[28].
    • "Foreste di Apure e Villavicencio" (Colombia e Venezuela). In questa ecoregione le foreste decidue si alternano con foreste semi-decidue e a praterie[29].
    • "Foreste della valle del fiume Cauca" (Colombia). In questa ecoregione le foreste decidue si alternano con le foreste sempreverdi e con la macchia, mentre lungo il fiume Cauca si estende una foresta a galleria[30].
    • "Foreste della costa pacifica dell'Equador" (Equador). Foreste decidue si estendono solo nella parte settentrionale dell'ecoregione, al di sotto dei 600 metri, e nelle aree meridionali, dove si registrano meno di 1000 mm di precipitazioni all'anno; in queste zone tali foreste arrivano fino ad un'altezza di 2000 metri[31].
    • "Foreste dell'alto corso del fiume Marañón (Perù). Solo alcune zone di questa piccola ecoregione di alta importanza biologica sono caratterizzate da foreste tropicali decidue; il resto è occupato da macchia e da vegetazione ripariale[32].
    • "Foreste atlantiche brasiliane" (Brasile). In questa vasta ecoregione le foreste decidue si alternano con quelle semi-decidue[33]

Altre aree a giungla

Secondo fonti diverse dalla lista Global 200, esistono altre aree caratterizzate dalla giungla, nei vari continenti.

In Asia
  • nelle aree a clima monsonico dell'America centrale e dell'America meridionale[34].

La giungla secondaria

Si dice "vegetazione secondaria" quella che si sviluppa spontaneamente dopo la distruzione da parte dell'uomo o di calamità naturali di un ambiente naturale che ha seguito la sua evoluzione senza disturbo per secoli, la cui vegetazione è detta "vegetazione primaria". Si parla di giungla anche per la vegetazione secondaria che si sviluppa dopo il taglio della foresta pluviale tropicale; il motivo di questa definizione è la forte somiglianza tra questa vegetazione secondaria e la vegetazione primaria della giungla vera e propria. Anche la giungla primaria, una volta distrutta, si trasforma in giungla secondaria[34].

Note

  1. ^ Laura Massaglia, Scienze della terra, De Agostini, 2006 (pagina 18). ISBN 9788841827857. Consultabile su Google Libri a questa pagina.
  2. ^ Charlotte Rogers, Jungle Fever: Exploring Madness and Medicine in Twentieth-Century Tropical Narratives. Vanderbilt University Press, Nashville, 2012 . ISBN 9780826518316.
  3. ^ Candace Slater, In Search of the Rain Forest, Duke University Press, 2004. ISBN 9780822385271.
  4. ^ a b c Voce Giungla nel Vocabolario Treccani, consultabile a questa pagina; Alessandra Magistrelli, voce Giungla nell' Enciclopedia dei Ragazzi - Treccani, 2005. Consultabile su Google Libri a questa pagina
  5. ^ a b *Lupia Palmieri, Parotto, Saraceni, Strumia, Scienze naturali, Zanichelli editore, 2011 (capitolo I climi caldi umidi e i climi aridi.
  6. ^ Ecoregione IM0201
  7. ^ Ecoregione IM0203
  8. ^ Ecoregione IM0206
  9. ^ Ecoregione IM0207
  10. ^ Ecoregione IM0208
  11. ^ Ecoregione IM0209
  12. ^ Ecoregione AA0201
  13. ^ Ecoregione AA0203
  14. ^ Ecoregione AA0204
  15. ^ Ecoregione IM0202
  16. ^ Ecoregione IM0205
  17. ^ Ecoregione AT0202
  18. ^ Ecoregione NT0226
  19. ^ Ecoregione NT0213
  20. ^ Ecoregione NT0227
  21. ^ Ecoregione NT0201
  22. ^ Ecoregione NT0235
  23. ^ Ecoregione NT0233
  24. ^ Ecoregione NT0217
  25. ^ Ecoregione NT0230
  26. ^ Ecoregione NT0228
  27. ^ Ecoregione NT0224
  28. ^ Ecoregione NT0219
  29. ^ Ecoregione NT0201
  30. ^ Ecoregione NT0207
  31. ^ Ecoregione NT0214
  32. ^ Ecoregione NT0223
  33. ^ Ecoregione NT0202
  34. ^ a b c d e f g Arthur N. Strahler, Geografia fisica, Piccin editore, (pagina 320). ISBN 88-299-0015-X.
  35. ^ Anthony Ham, Africa occidentale, edizioni EDT. ISBN 978-88-592-0584-5.

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