Funivia dei Ghiacciai

funivia francese e italiana

La funivia dei Ghiacciai. La possibilità di collegare tramite funivia l'Italia e la Francia, attraversando la catena del Monte Bianco, aveva destato l'interesse dell'ingegnere Dino Lora Totino. Alla fine degli anni 40 studiò e progettò un collegamento tra il versante italiano del Cervino e il centro turistico di Zermatt, ma le autorità svizzere, non troppo convinte, negarono però l'autorizzazione. In Francia intanto, in quegli anni veniva inaugurata la linea Chamonix-Aiguille du Midi; il Conte ebbe allora l'idea di collegare due stazioni ancora più prestigiose: Courmayeur e Chamonix, in un massiccio di straordinaria bellezza come quello del Monte Bianco.

Discesa verso Chamonix - La funivia dei Ghiacciai è ancor oggi una delle più spettacolari mai costruite: è considerata da alcuni come l'"ottava meraviglia del mondo".

Un'impresa considerata impossibile

 
All'epoca in cui fu costruita, la funivia dei Ghiacciai fu la più alta del mondo, quasi 4.000 m. (3.842 m.). Attualmente, in Europa, la teleferica del Piccolo Cervino, à Zermatt (Svizzera), la supera di qualche metro.

Agli inizi degli anni '50, i mezzi tecnici erano abbastanza limitati: nessun elicottero infatti è stato utilizzato per trasportare in quota i materiali. All'epoca il cantiere era il più alto al mondo e gli operai furono scelti tra alpinisti, montanari e guide alpine. Le condizioni di lavoro furono proibitive e l'opera costò quattro vite umane. Il merito fu tutto dell'ingegnere Dino Lora Totino e delle sue rivoluzionarie invenzioni. Prima di lui altri ebbero un' idea simile: parecchi anni addietro, un progetto del 1905 venne in parte realizzato nel 1927, ma allora la funivia arrivava solamente al colle du Midi.

Per quattro anni, la funivia dei Ghiacciai fu la più alta al mondo: quella del Pico Ospejo (4.771 m.), a Merida, in Venezuela, la supererà in altezza. Resterà invece la più alta d'Europa fino al 1980, quando la teleferica del Piccolo Cervino, a Zermatt (Svizzera), la supererà di qualche metro.

I tre tronconi

Sul versante italiano esisteva già una funivia che collegava la valle di Courmayeur al Rifugio Torino (3.300 m.) e la costruzione di un troncone lungo 250 m. con 150 m. di dislivello per raggiungere Punta Helbronner non era un problema. Le difficoltà maggiori stavano nell'attraversare poi i 5 km. di ghiacciai in continuo movimento.

La grandiosa opera è stata costruita sotto la direzione del conte Dino Lora Totino, fu progettata dal professor Vittorio Zignoli del Politecnico di Torino. L'impianto della lunghezza di 15 Km. (15.009 m.), comprende tre sezioni:

da La Palud al Rifugio Torino

 
Monte Bianco, Col du Géant

La prima sezione parte da La Palud al Rifugio Torino (dalla Valle della Dora al rifugio situato sotto il Colle del Gigante), superando un dislivello di 2.005 m. (percorrendo 4.230 m.).

In circa dieci minuti si arriva comodamente al rifugio, evitando in questo modo sette ore di faticosa marcia a piedi. Fu costruita durante il periodo bellico, ma non ancora ultimata, fu messa fuori uso da da un bombardamento effettuato da aerei francesi. Ripristinata e completata nel dopo guerra, venne aperta al pubblico nel 1948.

da Chamonix a l'Aiguille du Midi

 
Aiguille du Midi (Monte Bianco) al crepuscolo

La seconda sezione, da Chamonix a l'Aiguille du Midi, fu iniziata nella primavera del 1951 ed aperta al pubblico nel 1956; è quella con maggiore dislivello: 2.812 m. su un tratto di 5.416 m.

Prima fu collegata Chamonix (1.030 m.) al Plan des Aiguilles (2.317 m.) e l'anno dopo il troncone che arriva sino all'Aiguille du Midi (3.842 m.).

dal Rifugio Torino a l'Aiguille du Midi

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La funivia dei Ghiacciai.

La terza sezione, iniziata nella primavera del 1954, e collaudata nella primavera del 1958, collega il rifugio Torino all'Aiguille du Midi, passando per Punta Helbronner e per il Gros Rognon. Dalla Punta Helbronner, a cui si arriva con un balzo di 270 m. (con un dislivello di 132 m.) inizia la vera e propria "Funivia dei Ghiacciai". La lunghezza del troncone è di 5.093 m. (con un dislivello di 311 m.) ed è il tratto più spettacolare sia dal punto di vista panoramico che tecnico. Congiunge le due funivie già esistenti sul lato italiano e su quello francese: è stato possibile solo grazie a soluzioni tecniche del tutto originali, la maggiore delle quali è indubbiamente costituita dal "pilone aereo" che meravigliò tutti per l'audacia della sua concezione.

Il pilone aereo

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il pilone aereo

La realizzazione del pilone aereo fu necessaria perché la sezione tra il Gros Rognon e la Punta Helbronner, costituisce un' unica campata di 3.300 m.: era essenziale quindi creare un valido sostegno, altrimenti le funi si sarebbero adagiate sulle nevi del Col des Flambeaux. Messa da parte l'ipotesi di costruire un pilone normale sul ghiacciaio sottostante ( a causa dell'instabilità dei ghiacci), il conte Lora Totino studiò la possibilità di creare un pilone aereo dando poi l'incarico della realizzazione all'ingegner Vittorio Zignoli.

Un'idea del lavoro che è stato fatto è data dal totale delle funi utilizzate: tra quelle stese, perdute o tenute di riserva, ne sono state trasportate sui ghiacciai circa 300 Km.

il Conte Giovanni Battista Gilberti

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A sinistra il ghiacciaio Mer de Glace

Non si può parlare delle Funivie del Monte Bianco senza ricordare il Conte Giovanni Battista Gilberti, pioniere dello sviluppo turistico e sciistico di Courmayeur. Il suo nome è legato per sempre a questo incantevole paese alpino che sotto la sua guida è diventato una moderna stazione turistica invernale. Appassionato alpinista e sciatore, il Conte Giovanni Battista Gilberti (Titta per gli amici) nacque a Milano il 15 giugno del 1913. Nel 1957 il Conte acquista le azioni della Società Monte Bianco dal Conte Lora Totino, diventando così il maggior azionista e presidente della società proprietaria delle funivie. Da quel momento la famiglia Gilberti è divenuta la principale protagonista dello sviluppo turistico di Courmayeur.

Note - bibliografia - collegamenti esterni

Note

Bibliografia

  • Agnès Couzy, Catherine Mangeot, "Aiguille du Midi et Vallée Blanche", Edizioni Hoebeke, 2003.
  • Pierre-Louis Roy, L'aiguille du midi et l'invention du téléphérique, Glénat, 2004.

Collegamenti esterni

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