Seikadō Bunko (静嘉堂文庫?) è un museo d’arte e biblioteca specializzata in opere d’arte e scritture antiche dell’Asia orientale, situato a Setagaya, Tokyo.[1]

Seikadō Bunko
(静嘉堂文庫)
Seikadō Bunko
Ubicazione
StatoGiappone (bandiera) Giappone
CittàTokyo
Caratteristiche
TipoPubblica
ISILJP-2001376
SpecialisticaAsia orientale
ArchitettoSakurai Kotarō
Sito web

Storia

La collezione principale del museo fu creata da Yonosuke Iwasaki (1851-1908), il secondo presidente di Mitsubishi Zaibatsu, maxiazienda commerciale nella sua vecchia forma. Seikado era il nome di studio di Yonosuke. Negli anni 1890, Yonosuke comminciò a collezionare le opere d’arte e le scritture antiche. A procedere alla raccolta era suo figlio, Koyota Iwasaki (1879-1945), il quarto presidente di Mitsubishi. Nel 1924 l’edificio fu costruito dall’architetto Kotaro Sakurai, commissionato da Koyota, che iniziò ad aprire poi la biblioteca agli studiosi. Nel 1940, Koyota istituì la Fondazione Seikado e le concese l’edificio con tutta la collezione, separandolo dal patrimonio della famiglia Iwasaki. Dopo la guerra, la biblioteca si trovava in difficoltà finanziarie, e dal 1953 in poi, insieme all’altra biblioteca privata di Mitsubisi, Tōyō Bunko, si affiliava alla Biblioteca della Dieta nazionale del Giappone in modo da poter continuare le attività. Nel 1970 ricominciò di nuovo come biblioteca privata e nel ’77 iniziò a mostrare anche le opere d’arte al pubblico. Nel 1992, in occasione del centesimo anniversario della fondazione della collezione Seikado, fu costruito l’edificio dell’attuale museo, del quale le sale sono aperte in poi al pubblico. [2]

Collezione

Nel museo d’arte e biblioteca Seikado Bunko sono custoditi 80 000 volumi giapponesi e 120 000 volumi cinesi, 6 500 opere d’arte e altri tesori culturali, compresi 7 tesori nazionali e 84 beni culturali del Giappone. Il museo ha una grande collezione permanente, ma ne mostra solamente una parte durante un certo periodo.

Yonosuke cominciò a collezionare perché nel corso di occidentalizzazione, temeva la fuga di preziose scritture e opere d’arte. Nella sua raccolta ci furono 40 000 scritture antiche, molte pitture calligrafiche e le spade, tra cui i paraventi di Tawaraya Sōtatsu (1570?- 1640?) che dipinse le scene della Genji monogatari, oltre ai testi classici cinesi acquistati dopo la scomparsa del celebre bibliofilo cinese Lu Xinyuan. Koyota, suo figlio, continuava a collezionare le scritture e le opere d’arte, concentrando piuttosto le ceramiche cinesi della dinastia Song del sud (1127-1279).

Galleria

Note

  1. ^ Auzias, Dominique et al. (2009). Japon 2009, p. 186. ; Seikadō Bunko, General information Archiviato il 4 ottobre 2011 in Internet Archive.; retrieved 2011-07-24
  2. ^ Seikadō Bunko, About the museum Archiviato il 4 ottobre 2011 in Internet Archive.


Collegamenti esterni


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