Cavazzi della Somaglia

famiglia nobiliare lombarda

I Cavazzi della Somaglia furono una famiglia della nobiltà milanese.


Biglia
Stato
Ducato di Milano
Titoli
  • Conti e baroni della Somaglia
Data di fondazioneXVI secolo
Etniaitaliana

Origini e storia

La famiglia Cavazzi fu tra le antiche famiglie patrizie di Milano, venendo iscritta alla matricola nobiliare nel XV secolo. Le sue ascendenze ad ogni modo si fanno risalire a Nicorolo, il quale nel 1371 risultava essere proprietario del vasto possedimento di Somaglia, nella Diocesi di Lodi; questi vendette tutta la proprietà a Barnabò Visconti, signore di Milano, il quale provvedette ad infeudarglielo per sé e per i propri discendenti. L'investitura venne rinnovata nel 1404, ma già il duca Filippo Maria Visconti privò la famiglia di detto feudo dal momento che i suoi rappresentati erano stati riconosciuti colpevoli di aver cospirato con Gabrino Fondulo nella ribellione contro il ducato di Milano.[1] La famiglia Cavazzi della Somaglia, nella persona di Sanguinolo, riuscì a recuperare il castello della Somaglia solo nel 1449 grazie all'aiuto di Francesco Sforza il quale, divenuto duca di Milano l'anno successivo, provvedette a ricompensare nel 1452 la famiglia Cavazzi col titolo comitale e baronale sulle terre già in loro possesso. Lo stesso Francesco Sforza concesse ai Cavazzi l'impresa dei tre anelli incrociati tra loro, rendendola così una delle famiglie della nobiltà locale più influenti (ne furono insigniti anche e solo i Borromeo, i Sanseverino ed i Birago).

Dal fratello di Sanguinolo, Bassano, discese la linea che continuò la casata e si legò con matrimoni importanti anche alla nobiltà romana, come nel caso di Margherita che andò in sposa a Michele Damasceni Peretti, I principe di Venafro e nipote di papa Sisto V. Da questa stessa famiglia si originò il ramo collaterale dei Dati della Somaglia che si estinsero nel 1820. Al ramo di Fazio, altro fratello di Sanguinolo, discese tra gli altri Carlo Girolamo (1604-1672), storico ed economista, e da un altro fratello, Petrino, discese il ramo piacentino della famiglia (oggi estinto) al quale appartenne il cardinale Giulio Cesare Cavazzi della Somaglia. Sempre da Petrino discese anche Gian Luca Cavazzi della Somaglia, che fu presidente del consiglio comunale di Milano e membro della commissione inviata a Parigi dalla deputazione cittadina nel 1814 dopo la fine del regime napoleonico. Un altro Gianluca, del medesimo ramo, fu senatore e presidente della Croce Rossa Italiana.

Note

  1. ^ Il feudo passò quindi agli Arcelli

Bibliografia

Collegamenti esterni