Con l'espressione Impero Russo (Росси́йская Импе́рия, Rossijskaja Imperija) si indica quel periodo della Russia zarista che va dall'espansione dello stato di Moscovia provocato dalle riforme di Pietro il Grande fino alla deposizione di Nicola II e alla Rivoluzione russa del 1917. L'espressione indica altresì l'organismo statale che resse il territorio russo nel periodo corrispondente. Pietro il Grande proclamò ufficialmente l'esistenza dell'Impero russo nel 1721. Tutti gli zar dell'Impero appartennero alla famiglia dei Romanov. La Russia del periodo in questione viene spesso indicata con il nome di Russia Imperiale. L'Impero Russo fu uno dei più grandi imperi mai esistiti: nel 1866 si estendeva su tre continenti, Europa, Asia e Nord America, confinando tanto con il Mar Baltico quanto con l'Oceano Pacifico.

Alcuni storici considerano l'Unione Sovietica, fino alla sua caduta nel 1991, come la naturale continuazione dell'Impero (intendendo con impero non esclusivamente un tipo di governo monarchico ma il potere di una certa classe o di una certa nazione su un vasto territorio). Fissare il periodo dell'Impero Russo è quindi oggetto di contese, mentre fissare il periodo della Russia Imperiale è più semplice.

Storia

È possibile suddividere questo periodo storico in più fasi:

 
Grandi Armi dell'Impero Russo

Inizi della Russia Imperiale

Governo dell'Impero

Trasformazione della Russia nel XIX secolo

Gli ultimi anni dell'autocrazia

Governo ed amministrazione

 
Pietro il Grande

Problemi definitori

L'Almanacco di Gotha del 1910 descriveva la Russia come "una monarchia costituzionale governata da uno zar autocratico". La contraddizione di termini illustra bene la difficoltà di definire in una formula il sistema di governo, del tutto transitorio e sui generis instaurato nella Russia zarista dall'ottobre 1905. Prima di quella data le leggi fondamentali della Russia descrivevano il potere dello Zar come "autocratico e illimitato". Dopo l'apertura della Duma, il 27 aprile 1906, l'appellativo del sovrano divenne "imperatore ed autocrate di tutte le Russie" e l'attribuzione dell'aggettivo "illimitato" al suo potere scomparve. Non per questo la Russia era divenuta una monarchia costituzionale. Unicamente l'autocrazia si era autolimitata, sebbene non fu mai chiaro, nei pochi anni di sopravvivenza dello stato, se questa limitazione fosse definitiva o revocabile a discrezione del sovrano. Forse la definizione migliore per l'impero post 1905 sarebbe quella di "monarchia limitata, guidata da un imperatore autocratico".

L'imperatore

Pietro il Grande cambiò il suo titolo da Zar a Imperatore di tutte le Russie nel 1721. Anche se i successori mantennero il titolo imperiale, l'autocrate fu comunemente noto come zar o zarina fino alla caduta dell'Impero a seguito della Rivoluzione di febbraio del 1917.

Fino al 1905 il potere dell'imperatore era limitato da due sole condizioni: l'appartenenza alla Chiesa ortodossa russa e l'obbedienza alle leggi di successione stabilite da Paolo I. Il 17 ottobre 1905, la situazione cambiò. L'imperatore Nicola II, con la firma del cosiddetto Manifesto di ottobre autolimitò il proprio potere legislativo, decretando che nessuna legge sarebbe entrata in vigore senza l'approvazione della Duma imperiale, un'assemblea liberamente eletta su base nazionale. Come emerse dalle nuove Leggi Fondamentali rese pubbliche il 23 aprile 1906, lo zar rimase comunque l'unica fonte del potere esecutivo, anche se un Consiglio dei Ministri lo avrebbe assistito nell'amministrazione, mantenne il potere assoluto sulla politica estera e di difesa, oltre che il diritto esclusivo di introdurre modifiche costituzionali. L'imperatore poteva anche emanare decreti d'emergenza (che la Duma avrebbe dovuto successivamente approvare) quando l'assemblea non era in sessione.

Consiglio imperiale

  Lo stesso argomento in dettaglio: Consiglio di Stato dell'Impero russo.

Con la legge del 20 febbraio 1906, il Consiglio dell'Impero aveva assunto le funzioni di camera alta associata alla Duma.

Il Consiglio era composto da 196 membri, di cui 98 nominati dell'imperatore e altrettanti elettivi. I ministri, pure loro di nomina imperiale, erano membri di diritto. Dei membri elettivi, 3 lo erano dal clero "nero" (i monaci), 3 dal clero "bianco" (gli ecclesiastici secolari), 18 dalle corporazioni dei nobili, 6 dall'accademia delle scienze e dalle università, 6 dalle camere di commercio, 6 dai consigli degli industriali, 34 dai dai governatorati con assemblea elettiva zemstvo, 16 a quelli privi di zemstvo e 6 alla Polonia. Nei ruoli di corpo legislativo, i poteri del Consiglio erano coordinati con quelli della Duma. In pratica, raramente il proponeva nuove leggi.

La Duma e il sistema elettorale

  Lo stesso argomento in dettaglio: Duma dell'Impero russo.

La Duma dell'Impero o Duma imperiale (Gosudarstvennaya Duma) formava la camera bassa del parlamento. A partire dal decreto imperiale (ukaz) del 2 giugno 1907 era composta da 442 membri, eletti mediante un processo elettorale abbastanza complicato, elaborato per garantire, da un lato una rappresentanza maggiore alle classi di proprietari terrieri e, dall'altro, la preponderanza dei Russi sugli altri popoli dell'Impero. Ogni provincia, eccetto quelle dell'Asia centrale, eleggeva un certo numero di deputati, fissato caso per caso in modo da dare maggior peso all'elemento russo. Alcune grandi città eleggevano deputati supplementari.

In ogni provincia (o governatorato) i deputati venivano eletti da collegi elettorali, i cui membri erano a loro volta eletti, come i membri degli zemstvo, da assemblee delle tre curie (o classi): proprietari terrieri, abitanti delle città e contadini. Nelle assemblee della prima curia, i proprietari maggiori sedevano direttamente, i proprietari minori erano rappresentati da delegati. Gli abitanti delle città votavano nelle loro assemblee divisi in due categorie, a seconda della ricchezza sottoposta a tassazione. Anche qui il sistema avvantaggiava la parte più ricca della popolazione. Le assemblee di contadini erano elette dagli elettori di volost. Gli operai votavano separatamente dalle tre classi: ogni complesso industriale che impegnava almeno cinquanta dipendenti eleggeva uno o più delegati, che entravano a far parte del collegio elettorale, formando una curia separata.

Consiglio dei ministri

La legge del 18 ottobre 1905 istituì un Consiglio dei ministri (Sovyet Ministrov) per assistere lo zar nelle funzioni di alta amministrazione. Lo componevano tutti i ministri e i capi delle principali amministrazioni e, per la prima volta nella storia russa, era presieduto da un primo ministro. I ministri erano i seguenti:

  • Corte Imperiale, che amministrava gli appannaggi, i palazzi e i teatri imperiali, l'Accademia imperiale delle Arti e le onorificenze.
  • Esteri.
  • Guerra e Marina.
  • Finanze.
  • Commercio e industria (istituito nel 1905).
  • Interno (aveva competenza su polizia, sanità, censura, stampa, poste e telegrafi, religioni diverse da quella ortodossa, statistica).
  • Agricoltura.
  • Strade e comunicazioni.
  • Giustizia.
  • Affari spirituali e educazione nazionale.

Sacro Sinodo

Il Sacro Sinodo (fondato da Pietro I nel 1721) era il supremo organo di governo della Chiesa ortodossa in Russia. Era presieduto da un rappresentante dell'imperatore e comprendeva i tre metropoliti di Mosca, San Pietroburgo e Kiev, l'esarca della Georgia e un certo numero di altri ecclesiastici, scelti a rotazione tra i vescovi ortodossi dell'impero.

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Corona per il titolo imperiale russo.

Cronologia degli Zar

(tra parentesi gli anni di regno)

Collegamenti esterni

1917.org Il sito della rivoluzione d'ottobre

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