Kew. Rhone.
Kew. Rhone. è il primo album in studio frutto della collaborazione tra il bassista, cantante e compositore gallese John Greaves ed il cantautore e chitarrista statunitense Peter Blegvad. [3][11]
Kew. Rhone. album in studio | |
---|---|
Artista | John Greaves, Peter Blegvad |
Pubblicazione | marzo 1977[1][2] |
Durata | 36:43 |
Dischi | 1 |
Tracce | 11 |
Genere | Rock progressivo[3] Fusion[3] Rock sperimentale[4][5] |
Etichetta | Virgin ![]() Europa |
Produttore | Non indicato[9] |
Registrazione | Woodstock (New York) nell'ottobre 1976[10] |
John Greaves - cronologia | |
Album precedente
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Peter Blegvad - cronologia | |
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«Kew. Rhone. è album da "risolvere"?»
È essenzialmente un concept album, costituito da un ciclo di canzoni composte da Greaves su testi di Blegvad (strutturati su diversi giochi di parole e figure di suono[3]), che le registrarono con la partecipazione della corista Lisa Herman (anch'essa statunitense) e il supporto di altri musicisti. L'album venne registrato a Woodstock, cittadina di New York, nell'ottobre 1976, e venne pubblicato nel Regno Unito nel marzo 1977 dalla Virgin Records (che lo accreditò in copertina a "John Greaves, Peter Blegvad, Lisa Herman", mentre nel proprio catalogo e nel dorso della confezione soltanto ai primi due[12]) e negli Stati Uniti l'anno dopo dall'Europa Records. [10]
Seppur all'epoca acclamato dalla critica musicale di tutto il mondo[13], l'album fu un insuccesso di vendite. Con il tempo è tuttavia diventato un album di culto[4][10][14], tanto da essere considerato «un capolavoro sfortunatamente trascurato del rock progressivo degli Anni '70]]».[3] Nella versione rimasterizzata in Enhanced CD, distribuita dalla Voiceprint Records nel 1998, venne inclusa una traccia multimediale interattiva intitolata Kew. Rom.[2].
Produzione
«La musica è intricata, imprevedibile, come uno spettacolo di musica da un mondo parallelo.»
John Greaves, durante il suo periodo di studi presso il Pembroke College di Cambridge, venne approcciato dai musicisti Fred Frith e Tim Hodgkinson, che lo convinsero nel 1969 a prendere parte al proprio gruppo musicale progressive rock Henry Cow[4], grazie ai quali conobbe nel 1974 Peter Blegvad, chitarrista del complesso avantpop anglo-tedesco Slapp Happy. In quell'anno infatti, le due band si erano unite ed avevano iniziato a registrare il loro primo album in tandem Desperate Straights. Greaves e Blegvad scrissero assieme un brano, Bad Alchemy, e rimasero soddisfatti di questa prolifica collaborazione.[4]
Dopo aver prodotto il loro secondo lavoro in studio, In Praise of Learning, pubblicato agli inizi del 1975, i due gruppi si divisero e Blegvad tornò a New York City[15], dove trovò impiego come illustratore, disegnando gli sfondi per alcuni dei film d'animazione tratti dalle strisce a fumetti dei Peanuts.[16][17] L'anno dopo, Greaves lasciò gli Henry Cow e lo raggiunse per iniziare al lavorare sul progetto Kew. Rhone., che sarebbe stato finanziato dalla Virgin Records, etichetta discografica delle loro rispettive band.[15]
Complessivamente, il duo spese più di tre mesi di tempo per perfezionare e portare a compimento la composizione delle tracce.[18] Greaves si occupò della musica[18], mentre Blegvad della stesura dei testi, che assunsero connotazioni «surreali» per via dei numerosi giochi verbali e poetici che contengono, quali anagrammi, palindromi, enumerazione e rema[3][4][19], da accompagnare con disegni e diagrammi, che vennero stampati nel retro copertina o al suo interno, «da utilizzare in combinazione con le parole» e la cui consultazione sarebbe stata fondamentale per la comprensione in sede d'ascolto.[20][21] Tale tecnica, definita "cartooning", egli l'avrebbe successivamente impiegata anche nell'ambito fumettistico, ideando una serie di strisce settimanali per il periodico The Independent on Sunday intitolata Leviathan, nella quale avrebbe ulteriormente esplorato lo stretto rapporto tra la parola e l'immagine.[16]
Blegvad inoltre scrisse deliberatamente dei versi che nulla avevano a che fare con la musica, per rendere l'esperienza d'ascolto ancor più interessante: «Per [capire] le parole devi quasi interrompere il disco e leggerle, facendo riferimento alle illustrazioni sulla copertina.»[22] In un'intervista del 1996, condotta al MIMI Festival di Arles assieme a Greaves e Chris Cutler, aggiunse che essi erano così «sperimentali e confusi» per venire a patti con le partiture, così complicate e difficili da suonare.[23]
Dal punto di vista contenutistico, i testi esplorano i temi dell'Omen (la lettura e interpretazione dei segni), del Nomen (il potere dei nomi, i pro e i contro dell'identità) e del Numen (lo spirito nella materia, il numinoso), interconnessi tra loro[24] e con richiami all'archeologia e alla patafisica[5].
Registrazione
«Le canzoni erano ora, in un certo senso, costrutti 3D. Stavo cercando di creare un oggetto mentale con la presenza e la resistenza di una cosa fisica.»
Nell'ottobre 1976, Blegvad e Greaves si diedero appuntamento presso lo studio di registrazione Grog Skill, a Woodstock, un piccolo comune dello stato di New York vicino ai Monti Catskill, per iniziare le sedute di incisione di Kew. Rhone.. [18][10] Lo spazio era di proprietà dei musicisti jazz Michael Mantler e Carla Bley, i quali non solo accolsero i due compositori, ma suonarono addirittura alcune parti strumentali, assieme al batterista jazz d'avanguardia Andrew Cyrille, alla cantante Lisa Herman e ad altri.[25]
La Bley raccontò che in quel periodo vigeva un voto di segretezza circa il significato esatto o sul luogo in cui si trovasse questo "Kew. Rhone.". Blegvad a tal proposito disse che l'obiettivo era quello di «illuminare senza dissipare il mistero di un'opera progettata per resistere all'interpretazione, anche se l'invita.»[10]
Pubblicazione
Kew. Rhome. venne pubblicato in Inghilterra nel marzo 1977 dalla Virgin Records, lo stesso giorno del debutto dei Sex Pistols Never Mind the Bollocks, Here's the Sex Pistols[10][19], in quanto la casa discografica era ormai decisa ad andare incontro alla nascente moda punk[10][3]. Dopo questa esperienza, Greaves e Blegvad lavorarono ancora assieme, suonando l'uno nell'album solista dell'altro (rispettivamente, Accident del 1982[26] e The Naked Shakespeare del 1983[27]) e militando nelle stesse band, come i The Lodge (1987–1989) e il The Peter Blegvad Trio (con Chris Cutler)[23], ma non collaborarono alla creazione di un secondo lavoro di gruppo prima del 1995, quando diedero alle stampe Unearthed.[11] .
Copertina
Come copertina di Kew. Rhone venne scelta una riproduzione del dipinto del pittore e scienziato statunitense Charles Willson Peale Exhuming the First American Mastodon (1806–1808), fulcro tematico di molte composizioni dell'album. In primis, di Seven Scenes from the Painting 'Exhuming the First American Mastodon' by C. W. Peale, che affronta, tentando d'interpretare la scena rappresentata con «un disprezzo spudorato per l'intento originale del pittore»[30], i «pericoli dell'essere nominati o definiti» e che descrive un mondo in cui «la definizione è acquisita quando la libertà è perduta»[30]. Importante in tal senso fu l'ispirazione di un proverbio rumeno (inserito in un altro pezzo, Twenty-Two Proverbs[31]): «I nomi non sono una garanzia per le cose, ma le cose per i nomi». [30] Tuttavia un importante riferimento al quadro è contenuto anche nel testo della title track. Questi è stilisticamente suddiviso in due parti: la prima è composta da vari anagrammi del titolo (come «We who knew no woe», «We who were her hero», «When we were on her knee», «When we knew her» e «When we were one»[32], ai quali si aggiungono anche «Horn, honk, heron, hew, keener, hone» e «Owner, week, new, row, error, reek, whore», dalla successiva One Footnote (to Kew. Rhone.)[33]), mentre la seconda reitera il noto[34][35] verso palindromo «Peel's foe, not a set animal, laminates a tone of sleep»[36] (uno dei più lunghi mai scritti[37][38]), in cui il termine "Peel" è uno storpiamento del cognome "Peale" e "foe" (in inglese "l'avversario", "l'opponente"[39]), è riferito al mammut che l'artista sta tentando di portare alla luce.[30] A tal proposito, Blegvad spiegò che l'animale non è «posato» («set») perché si sta godendo l'attenzione dei suoi escavatori, affermando che probabilmente quella è la sua «ora più bella».[30]
Infine, in Pipeline, descritta da Greaves come una «fenomenologica bossa nova in 7/4»[10], una signora e due gentiluomini ragionano sulle implicazioni che comporterebbe una conduttura scavata, riferendosi a quella che viene mostrata nel dipinto. I primi tre versi del testo infatti sono:
Here are two gentlemen and a lady contemplating a length of dug-up pipeline.
Figure B. illustrates the assertion —
"ambiguity can't be measured like a change of temperature"
Figure C. consists of a list of assorted equipage.
«Figura A.
Ecco due gentiluomini e una signora che stanno contemplando una lunga conduttura scavata
Figura B. illustra l'asserzione —
"l'ambiguità non può essere misurata come un cambiamento di temperatura"
Figura C. comprende un elenco di apparecchiature assortite.
Un gentiluomo immagina come sarebbero gli oggetti nella lista se solo una parte fosse riesumata (pensa che non sembrerebbero diversi dalla lunghezza della tubatura).»
Titolo
«Quando si considerano i significati di Kew. Rhone. possiamo solo indovinarli, non possiamo conoscerli – il che disgusterà alcune persone. La gente che vuole risposte definitive non riesce a ottenere tutto ciò che c'è da ottenere da Kew. Rhone. Esperienza. Personalmente, mi sento più a mio agio con il dubbio che con la certezza. Ciò che Keats chiamava Capacità Negativa»
Sebbene, come accennato, Blegvad avesse voluto mantenere un alone di mistero circa il significato del titolo dell'album[10], di fatto "Kew. Rhone" risulta essere un accostamento dei nomi Kew, un distretto del quartiere londinese Richmond upon Thames, e "Rhône", che in inglese sta per "Rodano", che può essere un riferimento sia al fiume che all'omonima valle nel Sud della Francia nota per la produzione vinicola.[14] Clive Bell del periodico The Wire, in un articolo pubblicato nel febbraio 2015, sostenne invece che il termine potrebbe essere l'anagramma di "Knowhere" ("Ovunque" in italiano), sulla scia di ciò che fece Samuel Butler per il titolo del suo romanzo del 1872 Erewhon, ovvero dall'altra parte delle montagne (da "Nowhere")[19].
Il pamphlet su Kew. Rhone.
Otto anni dopo circa la pubblicazione, Peter Blegvad scrisse un pamphlet su Kew. Rhone. sotto lo pseudonimo de "gli editori dell' Amateur". Comparso sul numero di maggio del 1985 della rivista RēR Quarterly, affiliata all'etichetta discografica indipendente Recommended Records fondata dal collega Chris Cutler[41], quest' Amateur divenne successivamente una «pubblicazione» online a tutti gli effetti, nonché una collazione di scritti ed opere artistiche dell'autore.[42]
Con questo pamphlet Blegvad fornì ulteriori spiegazioni circa Kew. Rhone., allegando l'artwork della copertina, illustrazioni e diagrammi aggiuntivi relativi alle varie canzoni ed i loro testi. Tra questi, vi è quello di Frenzy, un outtake delle sessioni di registrazione mai incluso nell'album (ma era stato comunque inserito nell'antologia Recommended Records Sampler, uscita nel maggio 1982[43]) e che prosegue sulla linea d'analisi del dipinto di Peale[30].
Accoglienza ed influenza
«Dicono che il termine "molto singolare" sia un ossimoro, ma io non la penso così. Tutti sono unici, ma un uomo con due teste è MOLTO unico. Kew. Rhone. è un disco con due teste. Due grandi menti, con un'unica visione. Le immagini di Peter sono meravigliose. La musica di John è meravigliosa. C'è più contenuto reale in questo disco che in qualsiasi altro a cui possa pensare. Inoltre, è perfettamente eseguito. Kew. Rhone. È davvero unico.»
Recensione | Giudizio |
---|---|
AllMusic[3] | |
Babyblaue | (Udo Gerhards[45]) (Dirk Reuter[46]) |
Piero Scaruffi[7] |
Come accennato, Kew. Rhone. alla sua uscita ricevette ampi consensi dai critici musicali, ma fu allo stesso tempo una delusione dal punto di vista delle vendite, a causa dello «zeitgeist anti-intellettuale dell'Inghilterra degli anni '70», che portò invece al trionfo commerciale di Never Mind the Bollocks, Here's the Sex Pistols dei Sex Pistols.[48] Nel numero del periodico New Musical Express del 23 aprile 1977, Andy Gill, critico e chitarrista co-fondatore del gruppo New Wave inglese Gang of Four[49], scrisse: «È completamente diverso da qualsiasi altro album nel quale potresti imbatterti.»[10]
Con il passare del tempo, l'album divenne un oggetto di culto, venendo elogiato ancor più nelle retrospettive musicali[18][3][10]: Stewart Mason del sito web AllMusic acclamò l'album, in una recensione retrospettiva, come un capolavoro dimenticato del rock progressivo degli anni Settanta, «un brillante amalgama del gusto pop distorto degli Slapp Happy, dell'approccio collettivo all'improvvisazione degli Henry Cow, dello spirito astuto della scena prog rock di Canterbury» ed «un album impegnativo ma sorprendentemente accessibile che premia tutta l'attenzione che l'ascoltatore offre».[3]
Scrivendo per BBC Online, anche Peter Marsh lo reputò «uno dei grandi album perduti dei "seventies"», trovandolo «surreale, esasperante, complesso e sciocco in parti quasi uguali.»[50], mentre Clive Bell, nell'articolo del febbraio 2015 di The Wire, scrisse che «come una produzione di Peter Greenaway, l'opera è un armadio pieno di presagi e giochi»[19], «con la consapevolezza di Blegvad che il suo tentativo di scrivere testi non espressivi, sopprimendo le sue emozioni, stava facendo riapparire quelle emozioni a un livello più profondo. Quindi i palindromi da corsa della title track mascherano un lamento per l'infanzia perduta. L'elenco di Nine Mineral Emblems costituisce una lettera d'amore ("I am your cave, your mine")»[19]. Lo scrittore britannico Jonathan Coe apprezzò molto il disco, chiedendosi: «Come, in nome di Dio, uno potrebbe tirar fuori da testi così obliqui, così oscuri, così cerebrali e alla moda canzoni così memorabili?»[10] Stessa opinione positiva l'ebbe anche il poeta sperimentale statunitense Andrew Joron, il quale affermò:
«Eppure, per tutto il freddo della sua struttura, c'è un calore che fuma e cova in Kew. Rhone., una nuvola di eros che non è semplicemente catturata ma effettivamente prodotta dalla macchina. A questo proposito, Kew. Rhone. è una reminiscenza di nientemeno che il Grande Vetro di Marcel Duchamp.»
Nel 1994 John Greaves ri-registrò con Wyatt alla voce la title track e Gegenstand per il suo album solista Songs, pubblicato poi il 19 novembre 1996[51]. Inoltre il 24 maggio 2008, eseguì Kew. Rhone. dal vivo nella sua interezza per la prima volta dalla sua uscita in un concerto tenutosi all'interno del museo Les Abattoirs nella Bourgoin-Jallieu, in Francia.[52] La formazione, al completo, era costituita da[53]:
- John Greaves - pianoforte, voce
- Peter Blegvad - voce, programmazione elettronica
- Lisa Herman - voce
- Jef Morin - chitarra
- David Lewis - tromba, flicorno soprano
- Daniel Yvinec - basso elettrico
- Simon Goubert - batteria
- Cecile Bohler - coro
Kew. Rhome.: il libro
«Come ho scritto nel 1985, alcune opere di alcuni artisti non sono complete fino a quando non sono state completamente glossate, fino a quando i commenti e l'esegesi, come le colonie di limpette aggrappate, hanno esteso i contorni originali e reso il lavoro di uno l'opera di molti. Kew. Rhone. è un lavoro del genere. Si strugge per annotazioni e analisi. Nessun altro lo avrebbe fatto, quindi l'ho fatto io. Anche se mi ci sono voluti 30 anni - e l'incoraggiamento e il supporto creativo di Colin Sackett.»
Nel 2014, Uniformbooks pubblicò un libro su Kew. Rhone, scritto da Blegvad con contributi di Greaves, Herman e di numerosi altri scrittori e musicisti.[54][19] A febbraio 2015 il chitarrista venne intervistato dal giornalista e docente universitario britannico Marcus O'Dair[10], al quale dispiegò la struttura dello scritto, che sarebbe suddiviso in due parti: la prima è uno svisceramento di ogni traccia dell'album, mentre la seconda raccoglie le impressioni e i commenti degli estimatori dell'album, tra cui Wyatt e Coe, e dei collaboratori come Andrew Cyrille e Carla Bley. Per la genesi il giornalista scrisse che la «tensione triangolare» tra parole, musica e disegni suggeriva la propensione del chitarrista a trasformare l'album in un libro.[10]
Edizioni rimasterizzate
Kew. Rhone venne ripubblicato nel 1991 dalla Virgin Records per la prima volta su CD[55]. Sette anni più tardi, la Voiceprint Records lo distribuì su enhanced CD con la traccia multimediale interattiva Kew. Rom., contenente informazioni di base, interviste con le persone che hanno realizzato l'album, versioni alternative di due delle canzoni e una traccia inedita.[56] Nel 2004[57], la francese Le Chant du Monde fece uscire una terza versione rimasterizzata, questa volta con due tracce bonus, ovvero le demo Lisa Peter & John Practice Bad Alchemy... e ...And Almost Get It Right[1], mentre nel 2015 la Recommended ne distribuì una quarta, e questa volta senza pezzi aggiuntivi, giustificando tale scelta affermando:
«Il classico restaurato. Nessuna traccia in più, solo questa versione leggendaria così come è stata originariamente concepita. [...] È uno di quei dischi che riassume un momento; un momento creativo in cui le idee sono state chiaramente messe a fuoco e devono essere semplicemente messe giù.»
Tracce
Tutte le composizioni sono opera di John Greaves (musica) e Peter Blegvad (testi)[58].
- Good Evening – 0:33
- Twenty-Two Proverbs – 4:06
- Seven Scenes from the Painting 'Exhuming the First American Mastodon' by C. W. Peale – 3:32
- Kew. Rhone. – 3:04
- Pipeline – 3:39
- Catalogue of Fifteen Objects and Their Titles – 3:35
Durata totale: 18:29
- Lato B
- One Footnote (to Kew. Rhone.) – 1:29
- Three Tenses Onanism – 4:06
- Nine Mineral Emblems – 5:51
- Apricot – 3:04
- gegenstand – 3:44
Durata totale: 18:14
- Nota: nella versione originale, l'ultimo pezzo, Gegenstand, viene indicato con l'iniziale minuscola[12] e in alcune edizioni viene addirittura omesso[10].
- Good Evening – 0:33
- Twenty-Two Proverbs – 4:06
- Seven Scenes from the Painting 'Exhuming the First American Mastodon' by C. W. Peale – 3:32
- Kew. Rhone. – 3:04
- Pipeline – 3:39
- Catalogue of Fifteen Objects and Their Titles – 3:35
- One Footnote (to Kew. Rhone.) – 1:29
- Three Tenses Onanism – 4:06
- Nine Mineral Emblems – 5:51
- Apricot – 3:04
- Gegenstand – 3:44
- Kew. Rom. (Traccia interattiva multimediale)
Durata totale: 36:43
Edizione rimasterizzata Le Chant du Monde, 2004 [1]
- Good Evening – 0:33
- Twenty-Two Proverbs – 4:06
- Seven Scenes from the Painting 'Exhuming the First American Mastodon' by C. W. Peale – 3:32
- Kew. Rhone. – 3:04
- Pipeline – 3:39
- Catalogue of Fifteen Objects and Their Titles – 3:35
- One Footnote (to Kew. Rhone.) – 1:29
- Three Tenses Onanism – 4:06
- Nine Mineral Emblems – 5:51
- Apricot – 3:04
- Gegenstand – 3:44
- Lisa, Peter & John Practice Bad Alchemy... (demo) – 4:27
- ...And Almost Get It Right (demo) – 2:19
Durata totale: 43:29
Formazione
- John Greaves – voce, pianoforte, organo, basso elettrico, percussioni (in One Footnote (to Kew. Rhone.)[6])
- Peter Blegvad – voce, chitarra acustica, chitarra elettrica, sassofono tenore (Pipeline[6])
- Lisa Herman – voce, cori
Band di supporto
- Andrew Cyrille – batteria, percussioni
- Michael Mantler – tromba, trombone
- Carla Bley – voce, sassofono tenore (One Footnote (to Kew. Rhone.), Good Evening[6])
- Michael A. Levine – violino, viola, cori (Nine Mineral Emblems[6])
- Vito Rendace – sassofono alto, sassofono tenore, flauto
- April Lang – cori (Pipeline, Three Tenses Onanism[6])
- Dana Johnson – cori (Twenty Two Proverbs[6])
- Boris Kinberg – legnetti (Pipeline[6])
Produzione
- Michael Mantler - ingegnere del suono
- Les Corsaires e Voiceprint - produttrici di Kew. Rom.
- François Ducat - coordinatore e ideatore della copertina
- Denis Thiriar - tecnico del missaggio
- Serge G. - effettista fotografico
- Contributi artistici di Peter Blegvad
Note
- Annotazioni
- Fonti
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- ^ a b c d (EN) Kew. Rhone., su rateyourmusic.com. URL consultato il 12 marzo 2019.
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- ^ a b c d e f g h (EN) John Greaves / Peter Blegvad / Lisa Herman – Kew. Rhone., su discogs.com, Discogs. URL consultato il 16 marzo 2019.
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- ^ (EN) John Greaves, Peter Blegvad, Lisa Herman – Kew. Rhone., su Discogs. URL consultato il 15 marzo 2019.
- ^ (EN) Marcus O'Dair, Different Every Time: The Authorised Biography of Robert Wyatt, su google books. URL consultato il 24 marzo 2019.
- ^ (EN) Stewart Mason, Kew. Rhone., su allmusic.com, AllMusic. URL consultato il 12 marzo 2019.
Bibliografia
- (EN) Peter Blegvad, Amateur's Pamphlet on Kew. Rhone., in RēR Quarterly, vol. 1, 1ª ed., November Books, 1º maggio 1985, 18–30.
Voci correlate
- Biografie
- Album
Collegamenti esterni
- Kew. Rhone., su Last.fm, CBS Interactive.
- (EN) Stewart Mason, Kew. Rhone., su AllMusic, All Media Network.
- (EN) Kew. Rhone., su Discogs, Zink Media.
- (EN) Kew. Rhone., su MusicBrainz, MetaBrainz Foundation.