Elserino Piol
Elserino Mario Piol (Limana, 8 dicembre 1931) è un dirigente d'azienda italiano e venture capitalist del settore delle telecomunicazioni.
È indicato come il fondatore del venture capitalism in Italia e padre dello sviluppo di internet[1][2].
Biografia
Perito industriale elettronico[3], Elserino Piol inizia la sua carriera come programmatore di macchine a schede perforate[4], nel 1952 all'interno di Olivetti Bull, joint venture tra Olivetti e Compagnie de Machines Bull, nata per la commercializzazione sul territorio nazionale delle macchine meccanografiche dell'azienda transalpina[5][6].
Nel 1959 diventa Direttore della Divisione commerciale elettronica di Olivetti che nel 1962 si fonderà con Olivetti Bull per costituire la Divisione Elettronica Olivetti[7], composta da 2000 persone tra cui Marisa Bellisario, retta da Ottorino Beltrami e direttamente alle dipendenze dell'amministratore delegato Roberto Olivetti. In seguito agli eventi che coinvolgeranno il gruppo, il 75% della Divisione venne poi ceduto a General Electric, creando Olivetti General Electric[8].
Durante il passaggio di proprietà, Piol si recò negli Stati Uniti[9]: dopo un anno trascorso alla Harvard Business School[10][11], decise di tornare in Olivetti dove, grazie agli ottimi risultati del Progetto Elea[12], fu nominato nel 1965 Direttore marketing con responsabilità anche sulla pianificazione dei prodotti[13]. È in questo periodo che sovrintende al lancio sul mercato del primo computer della storia, la Programma 101[14]: fu lui a deciderne la presentazione sul mercato americano[15], ritenuto più adatto ad un prodotto così rivoluzionario, nonostante i dubbi degli stessi tecnici e dello stesso inventore, Pier Giorgio Perotto[16]. Non solo: in sede di cessione della proprietà intellettuale dei progetti della Divisione Elettronica Olivetti a General Electric, fu Piol a convincere i compratori che la P101 fosse una mera calcolatrice e non un apparecchio elettronico, evitando che anche questo progetto fosse venduto agli americani[17], ritenendo che il vero futuro di Olivetti fosse proprio nell'elettronica[18].
Infatti negli anni settanta si concentra proprio su questo settore, spaziando dalle macchine contabili, alle telescriventi, passando per le periferiche di stampa[13].
Con l'arrivo degli anni ottanta, il nuovo amministratore delegato, Carlo De Benedetti lo nomina Direttore generale per le strategie e lo sviluppo[19]. Grazie alla sua opera Olivetti e AT&T firmano una storica allenza: la compagnia americana diventa azionista di Olivetti con il 25% apportando 430 miliardi di lire e vengono siglati importanti accordi di collaborazione tra le due aziende[20]. Nel 1990 intuisce le potenzialità del mercato delle telecomunicazioni mobili e fonda Omnitel Sistemi Radiocellulari Italiani insieme a Lehman Brothers, Cellular Communications International, Bell Atlantic International, Telia[21].
È in quegli anni che conosce Steve Jobs[22], nell'ambito dei suoi compiti di corporate development e venture capitalism, esercitati anche nella Silicon Valley[23], dove esisteva un centro di ricerca e sviluppo Olivetti con 300 dipendenti[24]. Organizzato l'incontro con Jobs e Steve Wozniak, questi ultimi chiesero a Olivetti di investire 1 milione di dollari nella loro start up in cambio del 20%. Ma De Benedetti rispose: «Non stiamo a perdere tempo con questi due ragazzi, abbiamo cose più serie da fare»[25].
Arrivato fino alla qualifica di vicepresidente di Olivetti, tralasciando tutti gli incarichi nelle varie controllate, lascia l'azienda nel 1996[26].
Da allora ha deciso di dedicarsi completamente al venture capitalism e al finanziamento delle startup, tramite i fondi Kiwi I e Kiwi II della Pino Venture Partners, creata insieme a Oliver Novick[27]: finanzia la nascita di Tiscali[28][29], Yoox Net-A-Porter Group,[30] Click.it, Blixer, Cubeccom e Vitaminic[31].
Riconoscimenti
Nel 2000 ha ricevuto la laurea honoris causa in Economia Aziendale dall'Università di Bologna.[32]
Opere
- Elserino Piol, Alberto Ronchey, La società dell'informazione. Una prospettiva senza confini, Atti dell'incontro (Caidate, 26 settembre 1995), Milano, Giuffré, 1997.
- Elserino Piol, Il sogno di un'impresa. Dall'Olivetti al venture capitalism, Milano, Il Sole 24 Ore, 2004.
- Elserino Piol, Per non perdere il futuro. Appunti per l'innovazione e la competitività dell'Italia, Milano, Guerini e Associati, 2008.
- Mario Citelli, Elserino Piol, Adaption business model. L'Olivetti dopo Adriano, Firenze, Editore goWare, 2016.
Note
- ^ repubblica.it
- ^ stefanorolando.it
- ^ I ragazzi di Olivetti, Paolo Bricco, Il Sole 24 Ore
- ^ nelfuturo.com
- ^ treccani.it
- ^ computerhistory.iy
- ^ Comunità concreta: le opere e il pensiero di Adriano Olivetti, Emilio Renzi, Guida
- ^ storiaolivetti.it
- ^ Marisa la prima top manager italiana, Fiorenza Barbero, Effatà
- ^ nelfuturo.com
- ^ corriere.it
- ^ storiainformatica.it
- ^ a b Quando in Italia si facevano i computer, Giorgio Garuzzo, Youcanprint Self-Publishing
- ^ lastampa.it
- ^ storiaolivetti.com
- ^ computerhistory.it
- ^ Adaptive Business Model. L’Olivetti dopo Adriano, Mario Citelli, Elserino Piol, Guerini e Associati
- ^ chefuturo.it. URL consultato il 29 novembre 2016 (archiviato dall'url originale il 1º agosto 2016).
- ^ storiaolivetti.it
- ^ storiaolivetti.it
- ^ storiaolivetti.it
- ^ firstonline.info
- ^ storiaolivetti.it
- ^ panorama.it
- ^ Quando l'Ingegnere disse no a Steve Jobs, su finanza.com. URL consultato il 31 gennaio 2018.
- ^ fedoweb.it
- ^ wallstreetitalia.com
- ^ Tiscali. Una storia tutta italiana, Alfredo Franchini, Frilli
- ^ La Nuova Sardegna
- ^ repubblica.it
- ^ corrierecomunicazioni.it
- ^ Laurea honoris causa a Elserino Piol, su almanews.unibo.it. URL consultato il 31 gennaio 2018.