Con Programmable Logic Array (in italiano matrice logica programmabile, spesso abbreviato in PLA), nell'elettronica digitale, indica un dispositivo logico programmabile usato per implementare circuiti logici combinatori.

Si tratta del più semplice dispositivo logico programmabile, ideati a loro volta nella seconda metà degli anni 1960, presso i laboratori della Harris Semiconductor, e prodotti a livello industriale verso la fine degli anni '70.[1]

Struttura

La struttura di una PLA è basata sul fatto che qualsiasi funzione logica può essere descritta tramite somme di prodotti logici. Un PLA è composto da una matrice d'ingresso di porte logiche AND programmabili, collegate con una serie di OR programmabili, che possono essere condizionalmente complementati per produrre un'uscita. Tale struttura permette di sintetizzare un gran numero di funzioni logiche nella loro forma disgiuntiva o, talvolta, congiuntiva, minimizzata tramite tecniche quali la mappa di Karnaugh o il metodo di Quine-McCluskey.

I primi dispositivi PLA ad essere stati prodotti implementano circuiti puramente combinatori, successivamente si sono sviluppati PLA sequenziali, che hanno la medesima architettura dei precedenti ma sono dotati di flip-flop per la sincronizzazione dei segnali.[2] L'architettura di un PLA comprende inoltre linee di retroazione dall'uscita all'array di porte AND, che possono essere utilizzate come ingressi aggiuntivi. I PLA in cui la serie di porte OR non è programmabile sono detti Programmable Array Logic (PAL).[3]

Note

  1. ^ Geraci, pag. 97
  2. ^ Geraci, pag. 98
  3. ^ Geraci, pag. 100

Bibliografia

  • Angelo Geraci, Principi di elettronica dei sistemi digitali, Milano, McGraw-Hill Milano, 2003, ISBN 88-386-6107-3.

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