Antonio Vivaldi
Antonio Lucio Vivaldi (Venezia, 4 marzo 1678 – Vienna, 28 luglio 1741) è stato un violinista e compositore italiano. Egli fu il più importante, influente e originale compositore italiano della sua epoca. Contribuì significativamente allo sviluppo del concerto, soprattutto solistico, e della tecnica del violino e dell'orchestrazione. I suoi concerti influenzarono notevolmente numerosi compositori suoi coevi, soprattutto tedeschi, come Bach, Pisendel, Heinichen e altri.
Fu anche sacerdote, e per tale motivo - e per il colore dei suoi capelli - venne soprannominato il prete rosso. La sua composizione più nota sono i quattro concerti per violino conosciuti come Le quattro stagioni, celebre esempio di musica a soggetto barocca.
Il recupero della sua opera è un fatto relativamente recente e viene individuato nella prima metà del XX secolo. Avvenne grazie soprattutto agli sforzi di Alfredo Casella, il quale nel 1939 organizzò la Settimana di Vivaldi, evento che viene ricordato come storico in quanto, da allora, le opere del compositore veneziano hanno riscosso pieno successo.
La musica di Vivaldi, insieme a quella di Mozart, Čajkovskij e Corelli, è stata inclusa nelle teorie di Alfred Tomatis sugli effetti della musica sul comportamento umano e viene utilizzata nella terapia musicale.
Biografia (in ampliamento)
I primi anni
Antonio Vivaldi era il primo di nove figli di Giovanni Battista Vivaldi (1655-1736), il figlio di un sarto bresciano che si trasferì nel 1666 a Venezia dove intraprese l'attività di barbiere e di violinista, e di Camilla Calicchio, figlia d'un sarto materano che esercitava da qualche anno a Venezia. Degli otto fratelli e sorelle di Antonio nessuno intraprese attività musicali: Margarita Gabriella (1680-?), Cecilia Maria (1683-?), Bonaventura Tommaso (1685-?), Zanetta Anna (1687-1762), Francesco Gaetano (1690-1752), Iseppo Santo (1692-1696), Gerolama Michela (1694-1696), infine Iseppo Gaetano (1697-?). Altri due fratelli morirono in tenera età.
Antonio nacque il 4 marzo 1678 a Venezia, capitale dell'allora Repubblica di Venezia. Gli fu immediatamente impartito un battesimo provvisorio a casa dell'ostetrica che portò alla luce, molto probabilmente a causa delle cagionevoli condizioni del nascituro (problemi di salute che Vivaldi si porterà avanti per tutta la vita, che lui stesso definirà strettezza di petto, in realtà un'asma bronchiale) o del terremoto che colpì la città lagunare in quel giorno; sarà ufficialmente battezzato solamente il 6 maggio nella Chiesa di San Giovanni in Bragora. Da questo momemnto in poi non abbiamo più notizie del giovane Antonio fino al 18 settembre 1693 (data della sua tonsura), quando iniziò studiare sacerdozio alle chiese di San Geminiano e Chiesa di San Giovanni in Oleo; in questo periodo viveva con la sua famiglia nella parrocchia di San Martino. Contemporaneamente agli studi ecclesiastici affrontò lo studio del violino sotto la guida del padre. L'elevata abilità con cui suonava questo strumento fece sì che già nel 1696 lo troviamo come violinista soprannumerario durante le funzioni natalizie presso la cappela della Bisilica di San Marco: questa fu la sua apparizione in pubblico come violinista. Il 23 marzo 1703, il giovane Vivaldi fu ordinato sacerdote e fu subito soprannominato Il prete rosso, quasi certamente per il colore della sua capigliatura (o forse per la sua consuetudine di portare abiti di color rosso). Nel 1704 ottenne una dispensa per motivi di salute dalla celebrazione della Santa Messa (apparentemente soffriva di quella forma d'asma della quale aveva presentato i sintomi sin dalla nascita).
L'attività presso la Pietà
Entrò come insegnante di violino nel settembre del 1703 alla Pietà con uno stipendio di 60 ducati annuali, dove rimase sino al 1740; era questo uno dei quattro istituti veneziani dove, a somiglianza dei conservatori napoletani, trovano assistenza (per lo più gratuita) orfani, figli illegittimi, malati. Nell'agosto del 1704 il suo stipendio fu raddoppiato in quanto diventò anche maestro di viola all'inglese.
Il 1° dicembre 1703 entrò come maestro di violino all'conservatorio della Pietà con uno stipendio di 60 ducati annuali, dove rimase sino al 1740; era questo uno dei quattro istituti veneziani dove, a somiglianza dei conservatori napoletani, trovano assistenza (per lo più gratuita) orfani, figli illegittimi, malati. I maschi imparavano una professione e lasciavano l'istutto all'età di 15 anni, mentre le femmine ricevevano un'educazione musicale e quelle dotate di maggor talento rimanevano e diventavano membri dell'ospedale.
Poco tempo dopo la sua nomina di maestro, le orfanelle iniziarono ad ottenere fama anche oltre i confini italiani; Vivaldi scrisse per loro numerosi concerti, cantate e lavori sacri. Nell'agosto del 1704 il suo stipendio fu raddoppiato in quanto aggiunse anche la posizione di insegnante di viola all'inglese.
Il suo rapporto con il consiglio direttivo dell'ospedale fu spesso teso. Ogni anno i vertici del conservatorio veneziano si riunivano per votare se tenere oppure no un insegnante. Anche se Vivaldi fu raramente sottoposto al voto, nel 1709 perse il suo posto per 7 voti contro e 6 a favore. Però dopo aver esercitato la libera professione di musicista per oltre un anno fu riassunto nel 1711 alla Pietà, sempre a seguito di un votazione del consiglio dell'istituto. Questo probabilmente perchè la direzione aveva ben compreso l'importanza all'interno della scuola. Nel 1713 divenne il responsabile per l'attività musicale dell'istituto e nel 1716 maestro de' concerti.
E' durante questi anni che Vivaldi scrisse gran parte della sua musica, comprese molte opere e numerosi concerti. Nel 1705 venne pubblicata la sua prima raccolta, l'Opus 1, una collezione di 12 sonate per 2 violini e basso continuo, composte ancora in uno stile convenzionale. Nel 1709 apparve una seconda raccolta di 12 sonate per violino e basso continuo (Opus 2), ma il vero "sfondamento" giunse con la sua prima collezione di 12 concerti per uno, due e quattro violini con archi, L'estro armonico (Opus 3), la quale fu data alle stampe ad Amsterdam nel 1711 da Estienne Roger. Questi concerti ebbero uno strepitoso successo in tutta Europa e furono seguiti nel 1714 da La stravaganza (Opus 4), una raccolta di concerti per solo violino e archi.
Nel febbraio del 1711 Vivaldi e suo padre si recarono a Brescia, dove diede il suo Sabat Mater RV 621 come parte di una festività religiosa.
Impresario d'opera
Gli anni della maturità
Gli ultimi anni e la morte
Vivaldi vi ricoprì di volta in volta, con interruzioni per viaggi, le cariche di maestro di cappella, maestro di coro, maestro dei concerti, dapprima alle dipendenze di Francesco Gasparini e poi (dal 1713) in veste di responsabile. In quel conservatorio esclusivamente femminile era famosa l'attività musicale delle "putte"; nascoste alla vista del pubblico da una fitta grata, le anonime cantatrici e strumentiste (per le quali Vivaldi scrisse la maggior parte dei suoi concerti, delle musiche sacre e delle cantate) ogni domenica e giorno festivo facevano sfoggio della loro abilità. In breve tempo, le orfanelle si guadagnarono apprezzamenti e stima anche all'estero.
Nel 1705 viene pubblicata la prima raccolta dei suoi lavori, ed altre ne seguiranno. Nonostante la sua condizione sacerdotale, si accompagnò, durante i suoi viaggi, con la cantante Anna Girò, musa ispiratrice, per la quale Vivaldi scrisse la maggior parte dei primi ruoli nelle sue opere in musica. La frenetica attività svolta dal Prete rosso comprendeva a volte anche "adattamenti" di lavori altrui: ciò gli procurò dei fastidi con altri musicisti, ad esempio Benedetto Marcello, che scrisse un feroce pamphlet contro di lui.
La vita di Vivaldi, esattamente come quella di molti compositori del suo tempo, finì in povertà. Avvenne infatti un episodio che convinse Vivaldi a trasferirsi a Vienna. Alla vigilia dell'inizio di una stagione d'opera a Ferrara, che a quel tempo faceva parte dello stato della chiesa, il cardinale di Ferrara ricevette tante e tanto assidue lettere dai nemici di Vivaldi, che decise di proibire per pubblica immoralità la stagione. Questo oltre ai danni economici fu considerato da Vivaldi un affronto tale che decise di chiudere con l'Italia. Decise allora di trasferirsi alla corte dell'imperatore Carlo VI a cui aveva dedicato "Cetre" nel 1727 e che gli aveva promesso un posto degno del suo nome a Vienna. Ma Vivaldi arrivò a Vienna in un momento tragico. Si era infatti nel bel mezzo di una guerra che stava sconvolgendo l'Europa. Oltre tutto l'imperatore era morto e la figlia, nuova regina era fuggita da Vienna poiché l'Ungheria si era ribellata. Fu un tragico colpo del destino, che lasciava il compositore senza protezione e senza ulteriori possibilità di guadagno. Vivaldi dovette svendere altri manoscritti per tirare avanti e morì non molto tempo dopo, nel 1741. Fu sepolto in una fossa comune con il funerale dei poveri (la messa funebre vide nel coro il giovanissimo Haydn). Ugualmente sfortunata, anche la sua musica cadde nell'oscurità, dove rimase fino a quasi metà '900.
La musica di Vivaldi
Innovando dal profondo la musica dell'epoca, Vivaldi diede più evidenza alla struttura formale e ritmica del concerto, cercando ripetutamente contrasti armonici e inventando temi e melodie inconsuete. Il suo talento consisteva nel comporre una musica non accademica, chiara ed espressiva, tale da poter essere apprezzata dal grande pubblico e non solo da una minoranza di specialisti.
Vivaldi è considerato uno dei maestri della scuola barocca italiana, basata sui forti contrasti sonori e sulle armonie semplici e suggestive. Johann Sebastian Bach fu grandemente influenzato dalla forma del concerto vivaldiano: egli trascrisse alcuni concerti per clavicembalo solista e alcuni concerti per orchestra, tra questi il famoso Concerto per quattro violini e violoncello, archi e Continuo (RV 580). Fino a poco tempo fa si credeva che fosse stato Vivaldi a copiare alcune opere di Bach. Solo recentemente è stato dimostrato che il trascrittore fu invece Bach.
La sua vena, spesso crepuscolare, fu poco apprezzata durante le stagioni del classicismo e del romanticismo, ma incontrò il gusto dei musicisti del primo Novecento. Oltre che in Italia, la sua musica è oggi particolarmente famosa in Francia. Non tutti i musicisti del XX secolo mostrarono tuttavia lo stesso entusiasmo: Igor Stravinskij disse provocatoriamente che Vivaldi non aveva scritto centinaia di concerti, ma uno solo, ripetuto centinaia di volte.
Catalogo delle opere
Il catalogo delle opere di Vivaldi è particolarmente vasto e complesso. La grande fama di cui godette in tutta Europa portò alla dispersione dei suoi manoscritti fino agli angoli più remoti del "Vecchio Continente". Non è quindi raro che, in seguito al riordino delle collezioni di manoscritti di una biblioteca si rintraccino composizioni inedite delle quali si era persa notizia da secoli, come accaduto recentemente a Dresda.
Altro elemento di confusione è l'esistenza di diversi cataloghi delle sue opere, del tutto discordanti fra loro per ciò che riguarda la numerazione e la cronologia delle opere, fra i quali, solo di recente il Catalogo Ryom (contraddistinto dalla sigla RV) sembra aver raggiunto lo status di riferimento universale. Non è tuttavia raro imbattersi tuttora in pubblicazioni musicali che fanno riferimento ad una catalogazione diversa.
Il "corpus" delle composizione vivaldiano consta in circa 600 fra concerti e sonate, quasi 300 dei quali per uno o più violini, 30 circa per violoncello, 25 per flauto, 25 per oboe etc. fino a toccare strumenti come il liuto, il mandolino ed altri strumenti molto raramente utilizzati in funzione concertistica, all'epoca.
Alle composizioni strumentali, si affianca una notevole produzione di musica sacra, che consta di poco meno di un centinaio di composizioni; notevole anche la produzione di musica vocale, comprendente oltre cento cantate ed arie.
Infine la sua attività di operista è stata recentemente riscoperta. Essa si compone di circa 45 titoli, di molti dei quali, purtroppo, si è perduta la parte musicale.
Opere maggiori
Raccolte a stampa
- Opus 1, 12 sonate per due violini e basso continuo - (Venezia,1705)
- Opus 2, 12 sonate per violino e basso continuo - (Venezia, 1709)
- Opus 3, 12 concerti L'estro armonico (1 per quattro violini, 3 per quattro violini e violoncello, 2 per due violini, 2 per due violini e violoncello, 4 per violino, archi e basso continuo) - (Amsterdam, 1711)
- Opus 4, 12 concerti La stravaganza (1 per due violini e violoncello, 4 per due violini, 7 per violino) - (Amsterdam, 1712)
- Opus 5, 6 sonate per uno e due violini e basso continuo - (Amsterdam, 1716)
- Opus 6, 6 concerti per violino, archi e basso continuo - (Amsterdam, 1716/17)
- Opus 7, 12 concerti (2 per oboe e 10 per violino, archi e basso continuo) - (Amsterdam, 1716/17)
- Opus 8, 12 concerti Il cimento dell'armonia e dell'inventione (10 per violino e 2 per oboe o violino, archi e basso continuo), i primi 4 sono universalmente note come Le quattro stagioni - (Amsterdam, 1725)
- Opus 9, 12 concerti La cetra (11 per violino e 1 per due violini, archi e basso continuo) - (Amsterdam, 1727)
- Opus 10, 6 concerti per flauto traverso, archi e basso continuo - (Amsterdam, 1728)
- Opus 11, 6 concerti (5 per violino e 1 per oboe, archi e basso continuo) - (Amsterdam, 1729)
- Opus 12, 6 concerti (5 per violino e 1 per archi e basso continuo) - (Amsterdam, 1729)
- "Opus 13", 6 sonate per musette o ghironda, flauto traverso, oboe, violino e basso continuo Il pastor fido - (Parigi, 1737), musiche di Nicolas Chédeville
- "Opus 14", 4 sonate per violoncello con basso - (Parigi, 1740)
La musica strumentale
| Sonate | ||||
| 61 sonate per uno strumento e basso | ||||
| N° | Strumento | |||
|---|---|---|---|---|
| 40 | violino | |||
| 9 | violoncello | |||
| 6 | musette o ghironda, violino, oboe, flauto | |||
| 4 | flauto | |||
| 1 | oboe | |||
| 1 | flauto diritto | |||
| 27 sonate a tre (due strumenti e basso) | ||||
| N° | Strumento | |||
| 20 | due violini | |||
| 5 | due strumenti diversi | |||
| 1 | due oboi | |||
| 1 | due flauti | |||
| 3 sonate a quattro (quattro parti strumentali) | ||||
| 2 | due violini, viola e basso | |||
| 1 | due strumenti diversi, oboe, chalumeau e organo obbligato | |||
| Concerti | ||||
| 329 concerti con uno strumento solista | ||||
| N° | Strumento | |||
| 220 | violino | |||
| 37 | fagotto | |||
| 27 | violoncello | |||
| 19 | oboe | |||
| 13 | flauto | |||
| 7 | viola d'amore | |||
| 3 | flautino | |||
| 2 | flauto diritto | |||
| 1 | mandolino | |||
| 45 concerti doppi (due strumenti solisti, orchestra d'archi e continuo) | ||||
| N° | Strumento | |||
| 25 | due violini | |||
| 11 | due strumenti diversi | |||
| 3 | due oboi | |||
| 2 | due corni | |||
| 1 | due violoncelli | |||
| 1 | due mandolini | |||
| 1 | due flauti | |||
| 1 | due trombe | |||
| 34 concerti di gruppo (più di due strumenti solisti, orchestra d'archi e continuo) | ||||
| 4 concerti per due orchestre d'archi e solista (o solisti) | ||||
| 22 concerti da camera (da 3 a 6 strumenti solisti e continuo) | ||||
| 44 concerti per orchestra d'archi e continuo | ||||
La musica vocale
Opere
Opere sacre
Manoscritti di Torino
La Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino possiede la più importante collezione di partiture autografe di Vivaldi. La storia della sua acquisizione è così straordinaria tanto da sembrare un romanzo.
Nel 1926 il rettore del Collegio Salesiano San Carlo di Borgo San Martino, nei pressi di Casale Monferrato, volle intraprendere alcuni lavori di manutenzione nel suo palazzo. Ebbe l'idea, per raccogliere i fondi necessari, di mettere in vendita gli antichi manoscritti musicali che possedeva la biblioteca del collegio. Al fine di conoscere il prezzo da proporre agli antiquari, sottopose gli spartiti al musicologo e direttore della Biblioteca Nazionale di Torino, Luigi Torri (1863-1932), che affidò questo lavoro ad Alberto Gentili (1873-1954), professore di storia della musica dell'università. Risultò che, fra i volumi della raccolta, 14 comprendevano partiture di Antonio Vivaldi, musicista allora poco conosciuto al grande pubblico; c'erano anche opere di altri compositori, in particolare di Alessandro Stradella . Interessati a non voler disperdere una raccoltà così eccezionale, gli esperti trovarono una soluzione per farla acquisire dalla Biblioteca di Torino, che non disponeva del bilancio necessario.
Bibliografia
- Marcello, Benedetto: Il teatro alla moda (Venezia, 1720)
- Goldoni, Carlo: Mémoires de M. Goldoni pour servir à l'histoire de sa vie et à celle de son théâtre, 3 voll. (Parigi, 1787)
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- Rinaldi, Mario: Antonio Vivaldi (Milano, 1943)
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- Malipiero, Gianfrancesco: Antonio Vivaldi, il prete rosso (Milano, 1958)
- Giazotto, Remo: Antonio Vivaldi (Torino, 1973)
- Talbot, Michael: Vivaldi (Torino, 1798)
- Bellina Anna, Brizi Bruno, Pensa Maria Grazia: I libretti vivaldiani (Firenze, 1982)
- Ryom, Peter: Répertoire des Œuvres d'Antonio Vivaldi. Les compositions instrumentales (Copenaghen, 1987)
- Formichetti, Gianfranco: Venezia e il prete col violino. Vita di Antonio Vivaldi (Milano, 2006)
Saggi
- Cavicchi, Adriano: Inediti nell'epistolario Vivaldi-Bentivoglio Nuova Rivista Musicale Italiana, vol. I (1973), pp. 66-74
- Damilano, Piero: Antonio Vivaldi compose due vespri?, Nuova Rivista Musicale Italiana, vol. III (1969) pp. 562-663
- Gallo, Rodolfo: Antonio Vivaldi, il Prete Rosso: la famiglia, la morte, Ateneo Veneto, fasc. XII (Dic., 1938)
- Gallo, Rodolfo: L'atto di morte di Antonio Vivaldi, La scuola veneziana (Siena, 1941), pp. 58-59
- Gentili, Alberto: La raccolta di antiche musiche "Renzo Giordano" alla Biblioteca nazionale di Torino, Accademie e Biblioteche d'Italia, vol. IV (1930-31), pp. 117-125
- Gentili, Alberto: La raccolta di rarità musicali "Mauro Foà" alla Biblioteca nazionale di Torino, Accademie e Biblioteche d'Italia, vol. I (1927-28), pp. 36
- Gentili, Alberto: Vivaldi and Stradella: a recent discovery, The Musical Times, vol. LXVIII (1927), pp. 507-508
- Heller, Karl: Die Bedeutung J.G. Pisendels für die deutsche Vivaldi-Rezeption, Bericht über den Internationalen Musikwissenschaftlichen Kongress Leipzig 1966 (Lipsia/Kassel, 1970), pp. 247-251
Cataloghi
- Altmann, Wilhelm: Thematischer Katalog der gedruckten Werke Antonio Vivaldis, Archiv für Musikwissenschaft, vol. IV (1922), pp. 262/279
- Damilano, Piero: Inventario delle composizioni musicali manoscritte di Antonio Vivaldi esistenti presso la Biblioteca Nazionale di Torino, Rivista Italiana di Musicologia, vol. III (1968), pp. 109/179
- Fanna, Antonio: Antonio Vivaldi: Catalogo numerico-tematico delle opere strumentali (Milano, 1968)
- Heller, Karl: Die deutsche Überlieferung der Instrumentalwerke Vivaldis (Leipzig, 1971)
- Martin, Arlan Stone: Vivaldi Violin Concertos. A Handbook (Metuchen, N.J., 1972)
- Ohmura, Noriko: A reference concordance table of Vivaldi's instrumental works (Tokyo, 1972)
- Pincherle, Marc: Inventaire - Thématique (= vol. of Antonio Vivaldi et la musique instrumentale) (Parigi, 1948)
- Rinaldi, Mario: Catalogo numerico tematico delle composizioni di A. Vivaldi (Roma, 1945)
- Ryom, Peter: Antonio Vivaldi: table de concordances des œuvres (RV) (Copenaghen, 1973)
- Ryom, Peter: Inventaire de la documentation manuscrite des œuvre de Vivaldi, I. Biblioteca Nazionale di Torino, Première Partie: le fonds Foà, Vivaldi Informations, vol. II (1973, pp. 61/112
- Strohm, Reinahard: Italienische Opernarien des frühen Settecento (1720-1730) (Colonia, 1976)
Voci correlate
Altri progetti
- Wikiquote contiene citazioni di o su Antonio Vivaldi
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Antonio Vivaldi
Collegamenti esterni
- (IT) Melodramma e musica operistica
- (IT) Biografia completa e opere
- (EN) Biografia e spartitura completa
- (IT) Spartiti delle opere maggiori
- (EN) Due film biografici su Vivaldi al box office
- (EN) Ascoltato un inedito del Vivaldi dopo 250 anni
- Gloria
- (EN) Spartiti liberi di Vivaldi, in International Music Score Library Project, Project Petrucci LLC.