Purple code
Intorno al 1930 i giapponesi idearono una nuova macchina cifrante. Questa presentava delle novità significative rispetto alle altre macchine allora in uso: primo tra tutti, il fatto che anziché usare i classici rotori come nella macchina Enigma si usavano switch di tipo telefonico, in modo da rendere meno prevedibile la rotazione dei rotori. La macchina, conosciuta con il nome di Purple, inoltre divideva l'alfabeto di 26 caratteri in due gruppi distinti: uno di venti lettere e l'altro di sei.
I giapponesi erano convinti che la macchina fosse inattaccabile, ma non fu così. William Friedman, crittologo americano, dopo mesi, riuscì a decrittarla, e il suo metodo fu poi meccanizzato attraverso la creazione di un’altra macchina, Magic, che permetteva di forzare sistematicamente i messaggi cifrati con la Purple.