Camasco
Camasco (Camas in dialetto valsesiano[2]) è una frazione del comune di Varallo, in provincia di Vercelli.
Camasco frazione | |
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Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Regione | ![]() |
Provincia | ![]() |
Comune | Varallo |
Territorio | |
Coordinate | 45°50′39″N 8°17′51″E |
Altitudine | 757 m s.l.m. |
Abitanti | 82[1] (settembre 2012) |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 13019 |
Prefisso | 0163 |
Fuso orario | UTC+1 |
Cod. catastale | B459 |
Nome abitanti | camaschesi |
Patrono | festa della madonna del carmine 12 agosto |
Cartografia | |
Geografia fisica
Piccola frazione del comune di Varallo, rispetto al quale dista circa 8 km, situata a un'altitudine di circa 760 metri di quota, sulle pendici dell'Alpe Ranghetto e sorge sulle montagne dello spartiacque che divide l'alta Valsesia dal Lago d'Orta.
Storia
Nella sua storia Camasco, ora frazione di Varallo, è sempre stato un comune autonomo fino al 1926. Pochi, ormai, sono gli avvenimenti storici registrati in questa località. Per secoli gli abitanti di Camasco - che nell'anno 1744 erano 625 - hanno esercitato i mestieri più strettamente legati al settore primario e secondario e alle risorse del territorio: agricoltori, pastori, calzolai e falegnami. Storicamente rilevante anche la raccolta di biada, castagne e noci[2].
La parrocchia di Camasco risulta costituita nel 1585 quando si staccò dalla matrice di Varallo. Nella parrocchiale - dedicata a san Bernardo d'Aosta - sono conservate opere di vari artisti tra i quali: gli Orgiazzi, il Mazzola ed il Penna. L'opera più importante fu però un olio su tela raffigurante San Rocco dipinta nel 1631 da Tanzio da Varallo: dopo essere stata conservata per vari secoli in sacrestia è stata poi affidata in custodia alla Pinacoteca di Varallo.
L'8 aprile 1815 viene emesso un Regio biglietto per la concessione, a Giacomo Nerini, della miniera di ferro ossidato nei suoi territori di Camasco[3][4].
Nella prima metà del novecento, Camasco diventa la prima e unica stazione per sport invernali in Valsesia[5][6]. Nel 1935 in questa località vengono disputate gare di sci di fondo e di salto.[7]
Durante la seconda guerra mondiale e, in particolar modo, nell'inverno del 1943, prima Varallo e, poi, Camasco sono stati i centri di scontri sanguinosi tra i partigiani e le milizie nazifasciste[8][9].
Grazie alla realizzazione di due sciovie, nel primo dopo guerra il "Campo sci al Tapone" di Camasco si afferma come centro di sci alpino[5][7][10].
Eventi e manifestazioni
- Festa dei pittori
Si svolge dal 1957 con cadenza biennale e ha come obiettivo quello di convogliare i migliori artisti della Valsesia, del Novarese e del Biellese[11].
Note
- ^ camaschesi
- ^ a b Goffredo Casalis, Dizionario geografico, storico, statistico, commerciale degli stati di S.M. il re di Sardegna, Torino, Gaetano Maspero Librajo e G. Marzorati Tipografo, 1856, p. 11.
- ^ Giuseppe Pipino, Documenti Minerari Degli Stati Sabaudi, Museo Storico Oro Italiano, 2010, p. 179, ISBN 8890329637.
- ^ Raccolta degli atti del governo di S.M. il Re di Sardegna dall'anno 1814 a tutto il 1832, Torino, Tipografia Pignetti e Carena, 1842, p. 156.
- ^ a b Il rilancio di Camasco (PDF), su sciatoridepoca.it.
- ^ Sport e svago in Valsesia ad inizio '900, su invalsesia.it.
- ^ a b FRAZIONI DI VARALLO, su invalsesia.it.
- ^ JACOPO IACOBONI, Giulio e Tattico sulle montagne. “Pronti a morire l’uno per l’altro”, in La Stampa, 26/04/2016.
- ^ Passeggiata partigiana Camasco-alpe Sacchi, su italia-resistenza.it.
- ^ Varallo - In Valesesia (PDF), su harzwinter.de.
- ^ VARALLO – A Camasco tornano i pittori, su vercellioggi.it.
Collegamenti esterni
- Camasco 1943-45. Un paese valsesiano nelle pagine di un diario inedito, su storia900bivc.it. URL consultato il 30 gennaio 2018.