San Martino in Pensilis
San Martino in Pensilis è un comune italiano di 4 721 abitanti della provincia di Campobasso in Molise.
| San Martino in Pensilis comune | |
|---|---|
| Localizzazione | |
| Stato | |
| Regione | |
| Provincia | |
| Amministrazione | |
| Sindaco | Massimo Caravatta (lista civica di centro-sinistra) dal 26-5-2014 |
| Territorio | |
| Coordinate | 41°52′N 15°01′E |
| Altitudine | 281 m s.l.m. |
| Superficie | 100,66 km² |
| Abitanti | 4 721[1] (30-6-2018) |
| Densità | 46,9 ab./km² |
| Comuni confinanti | Campomarino, Chieuti (FG), Guglionesi, Larino, Portocannone, Rotello, Serracapriola (FG), Ururi |
| Altre informazioni | |
| Cod. postale | 86046 |
| Prefisso | 0875 |
| Fuso orario | UTC+1 |
| Codice ISTAT | 070069 |
| Cod. catastale | H990 |
| Targa | CB |
| Cl. sismica | zona 2 (sismicità media)[2] |
| Nome abitanti | sammartinesi |
| Patrono | San Leo |
| Giorno festivo | 2 maggio |
| Cartografia | |
| Sito istituzionale | |
Geografia fisica
Territorio
Il centro storico del paese si trova sopra un colle, a un'altitudine di 281 m s.l.m.
Il colle è in parte a strapiombo e ripidissimo verso il lati sud e ovest. L'abitato si estende lungo il lato nord-ovest, meno scosceso e verso est, lungo il lato ripido meridionale, per alcune centinaia di metri e piega poi verso sud e ancora verso est[3].
I confini naturali del territorio del comune sono rappresentati dal torrente Saccione verso est e dal fiume Biferno verso nord-ovest. Attraversa il territorio anche il torrente Cigno, affluente del Biferno, che ha una portata molto maggiore del Saccione. Altri corsi d'acqua minori sono il "vallone Reale" e il "vallone Sassani" (affluenti di sinistra del Saccione).
Nella campagna collinare circostante si coltivano grano, barbabietole, girasoli e sono presenti anche vigneti ma soprattutto ulivi. Del terreno boschivo restano attualmente alcune macchie, del "bosco di Ramitelli" , che si estendeva lungo tutto il corso del Saccione, dal mare fino a Rotello. Questa zona conosciuta anche come la bufalara
Toponimo
Secondo il vescovo ed erudito settecentesco Giovanni Andrea Tria, il toponimo di "San Martino" deriverebbe da una chiesa situata sul colle e dedicata al santo vescovo Martino di Tours[4]. La posizione sopra una collina, con due ripidi pendii a sud e ad ovest, avrebbe invece dato origine all'aggiunta "in Pensili": entro le mura del paese vecchio ("Mezzaterra") esisteva la chiesa di "Santa Maria in Pensili"[5] e in alcune fonti medievali il colle era citato anche come in Pisili[6], in Pesule[senza fonte], in Pesile[7] o in Pensulis[8].
Per distinguere il comune di San Martino dai numerosi omonimi del Regno d'Italia, nel 1863[9], si aggiunse al nome la forma erronea[10] latineggiante in Pensilis'[11].
Storia
Un centro fortificato (castrum Sancti Martini in Pesulo[7]) è attestato in documenti del XII secolo e doveva forse essere sorto intorno ad una chiesa dedicata al santo vescovo Martino di Tours[12].
Il Masciotta attesta che durante la dominazione longobarda il castrum faceva comunque parte del ducato di Benevento, non si sa bene se ascritto alla contea di Termoli o a quella di Larino.[13]
In epoca normanna San Martino era in possesso dei conti di Loritello (Rotello), allorché il conte Roberto, figlio di Goffredo d'Altavilla, lo aveva donato all'abbazia di Montecassino nel 1113[14][15][16]. Due anni dopo, nel 1115, in una carta riportata ugualmente nella Cronaca Cassinese, l'abate Girardo di Montecassino fa menzione della chiesa di S. Nicolai che si trovava in castro San Martini in Pisili e del celebre Roberto, Comes Comitum di Loritello[17].
Nelle cronache non sono riportati danni al castrum in occasione del grande terremoto del 1125, di cui parla Falcone Beneventano[18].
Tra il 1150 e il 1168 il Catalogo dei baroni attesta che era signore di San Martino un certo "Americ" e che il feudo doveva fornire due militi (e quindi era di discreta importanza)[19][16][20]. È durante questo periodo che viene a incentrarsi la leggenda più significativa del luogo, in base alla quale il conte Roberto II di Bassavilla, signore di Loritello (1154-1182) e di Conversano (1138-1182), ribelle al re Guglielmo I di Sicilia negli anni 1155-1169, rinviene insieme ad altri nobili, durante una battuta di caccia, il corpo di san Leo. L'episodio viene popolarmente considerato come l'origine della tradizionale manifestazione della corsa dei carri.
S. Martino viene menzionato nel 1175 in una sentenza del cardinal Lombardo[21] e in due due bolle papali, una di Lucio III (1181) e l'altra d'Innocenzo IV (1254), e ancora nella Cronaca Cassinese[22].
Sotto il dominio degli Angioini[23], in uno statuto per la riparazione dei castelli della Capitanata, redatto intorno al 1270, a San Martino ("S. Martini impensulis") era richiesto di contribuire alle riparazioni della fortezza delle Isole Tremiti ("castrum insule Tremitane")[16]. Nel 1381 il re Carlo III di Napoli lo assegnò in feudo alla moglie, Margherita di Durazzo, che durante le lotte tra il figlio Ladislao e Luigi II d'Angiò lo cedette a Ugolino degli Orsini. Fu poi in possesso della regina Giovanna II, figlia di Margherita e fu unito al vicino feudo di Guglionesi, di cui seguì le sorti.
San Martino probabilmente subì dei danni nel terremoto del 1456, che distrusse Larino e altri paesi nelle vicinanze. Nel 1495 lo ebbe in feudo da Andrea di Capua, duca di Termoli e seguì quindi le vicende del ducato fino all'abolizione della feudalità nel 1806.
Fece parte del distretto di Larino e con questo passò nel 1811 dalla Capitanata al contado del Molise. Nel Regno d'Italia fece parte della regione dell'Abruzzo fino al 1963, quando venne istituita la nuova regione del Molise.
Monumenti e luoghi d'interesse
Palazzo del conte o Palazzo baronale
Secondo una descrizione della fine del Cinquecento[24], il Palazzo del conte sarebbe stato in origine un vero e proprio castello, con ponte levatoio, merlatura, e torri. Il suo antico aspetto sarebbe poi scomparso per le successive suddivisioni tra i comproprietari e le trasformazioni successive[25].
Chiesa di San Pietro apostolo
La chiesa, in stile tardo-barocco presenta un campanile in facciata. Fu costruita al posto di una più antica demolita, in posizione differente agli inizi del Settecento e decorata nel 1728, in occasione della traslazione del corpo del patrono san Leo. In tale occasione fu eretta in collegiata.
L'interno (38 m di lunghezza e 12 m di larghezza, per un'altezza di 16 m) presenta ai lati sei altari decorati in stucco con quadri, frutto di un unico intervento. Sotto l'altare maggiore è stato deposto il corpo di san Leo.[26].
Nella facciata fu inserita un'iscrizione funeraria romana che era precedentemente riutilizzata come gradino. Subì nel 1893 danni per un incendio causato da un fulmine, tra cui la distruzione di un quadro di Niccolò Malinconico[27] raffigurante La Vergine adorata dai protettori locali.
Feste
- Festa patronale di san Leone confessore (san Leo) il 2 maggio. Preceduta dalla corsa dei carri, a lui dedicata, il 30 aprile.
La festa di San Leo è la festa più importante e più sentita dai sanmartinesi, ed inizia la prima sera della novena.
- Il 23 aprile avviene il rientro del palio in chiesa.
- Il 25 aprile avviene la staffetta della fede che ripercorre il tragitto della corsa.
- Il 29 aprile alla viglia della corsa, la gente dopo aver mangiato al carro (come da tradizione secco e piselli) effettuano il giro con le macchine abbellite con bandiere e drappi dei colori dei carri, mentre la sera c'è il tradizionale sparo in piazza fino al porte della chiesa intonando il canto della Carrese alle porte della chiesa.
- Il 30 aprile è il giorno più atteso dell’anno. In tarda mattinata arrivano i carri davanti la chiesa e dopo essere stati benedetti si avviano fino al punto di partenza (u sfelature), il tragitto è lungo circa 9km e a metà percoso si trova il cambio dei buoi. Il carro che arriva per prima sotto la porta del paese vecchio (sott 'u ponte da cchijese) porterà in processione il mezzo busto del Santo sul carro.
- Il 1º maggio i carri vengono abbelliti e addobbati in festa e davanti la chiesa viene cantata la Carrese, e ogni carro riceve un ramo di lauro.
- Il 2 maggio giorno del santo patrono, inizia la lunga processione per il paese con i carri addobbati a festa davanti al santo in base a chi è arrivato prima il 30. La festa si conclude la sera con i tradizionali fuochi d’artificio che si possono ammirare dal muraglione.
Altre feste tradizionali sono:
- San Biagio (3 febbraio) con la tradizionale transumanza dei cavalli dall'antica chiesa di San Biagio (nella valle del Biferno) al paese e vengono benedetti dal prete in piazza. E al seguire della processione la benedizione della gola.
- San Giuseppe (19 marzo) molte persone realizzano nelle proprie case gli altari dedicati a San Giuseppe i quali la sera del 18 marzo, vengono visitati e offrono i screppelle ai visitatori. Il Giorno di San Giuseppe, nelle case con gli altari addobbati, vengono offerte "le 13 pietanze" e a tutti i maccarune c'a mejjiche (maccheroni con la mollica); la sera dopo c'è la processione alla quale seguono i tradizionali fuochi di San Giuseppe.
- Sant'Antonio di Padova (13 giugno) la festa comincia con la prima sera della tredicina. L'ultima sera della tredicina i bambini (da 0 a 3 anni), vestiti da Sant’Antonio (i menachielle), vengono benedetti nella chiesa madre e il giorno di Sant’Antonio partecipano alla processione per le vie del paese.
- Madonna delle Grazie (2 luglio) viene recitato il rosario tutte le sere della novena, nella chiesa a lei dedicata, al cimitero.
- Fiera D’Agosto (30-31 agosto). La fiera si snoda per tutta via Marina, Piazza Umberto I fino a via Puglia, in un susseguirsi di bancarelle.
Cucina
- Pampanella: carne di maiale cotta al forno, condita e insaporita con sale, aglio e peperoncino. Prima della cottura vengono spalmati i contenitori con sugna.
- Galluccio ripieno di interiora con fusilli al sugo, il giorno di ferragosto per tradizione.
- per la ricorrenza di San Giuseppe i maccheroni con la mollica e le scripelle
Società
Evoluzione demografica
Abitanti censiti[28]

Dati forniti da G. B. Masciotta
| anno | 1532 | 1545 | 1561 | 1595 | 1648 | 1669 | 1730 | 1795 | 1835 | 1861 | 1881 | 1901 | 1911 | |
|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
| fuochi | 166 | 253 | 292 | 215 | 215 | 110 | ||||||||
| abitanti | 1500 | 1500 | 2642 | 3966 | ---- | 4862 | 5031 |
Economia
Artigianato
Anche l'artigianato non è del tutto scomparso, e si distingue per la lavorazione del cuoio, finalizzata al settore dell'arredamento.[29]
Amministrazione
Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.
| Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
|---|---|---|---|---|---|
| 21 dicembre 1983 | 27 maggio 1989 | Antonio Di Maria | Partito Comunista Italiano | Sindaco | [30] |
| 22 giugno 1989 | 9 aprile 1993 | Carmine Troilo | Democrazia Cristiana | Sindaco | [30] |
| 28 maggio 1993 | 13 giugno 1994 | Antonio Mezzalingua | Democrazia Cristiana | Sindaco | [30] |
| 13 giugno 1994 | 25 maggio 1998 | Luigi Di Bernardo | Partito Democratico della Sinistra | Sindaco | [30] |
| 25 maggio 1998 | 28 maggio 2002 | Antonio La Serra | L'Ulivo | Sindaco | [30] |
| 28 maggio 2002 | 29 maggio 2007 | Mario Totaro | lista civica | Sindaco | [30] |
| 29 maggio 2007 | 7 maggio 2012 | Vittorino Facciolla | lista civica | Sindaco | [30] |
| 7 maggio 2012 | 8 giugno 2013 | Vittorino Facciolla | lista civica: unione per San Martino | Sindaco | [30] |
| 26 maggio 2014 | in carica | Massimo Caravatta | lista civica: unione per San Martino | Sindaco | [30] |
Galleria d'immagini
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Scorcio del Palazzo baronale
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Veduta del campanile della chiesa di San Pietro apostolo da largo Baronale.
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"Mezzaterra" (paese vecchio), veduta del campanile
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"Mezzaterra", viottoli
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Palazzo del Conte o Palazzo baronale, cortile
Note
- ^ Dato Istat - Popolazione residente al 30 giugno 2018.
- ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
- ^ Vedi mappa di San Martino in Pensilis
- ^ «Supponiamo questa Terra riconoscere la sua origine da qualche Chiesa, eretta in essa in memoria di S. Martino, Vescovo Turinese, quale si venera con divozione, come d'un Patrone con rito doppio...»
- ^ «Passando dal Civile all'Ecclesiastico, dee sapersi, come nel tempo, che questa Terra era in fiore, vi erano tre Chiese Matrici con cura d'Anime, e tutte e tre venivano servite dal proprio Arciprete, e da un buon numero di Ecclesiastici. Una sotto il titolo di S. Martino, e supponiamo certamente, che questa sia stata la prima, come quella, che ha dato il nome al luogo, l'altra sotto il titolo di S. Maria in Pensili, e la terza sotto il titolo di S. Pietro, Principe degli Apostoli.»
- ^ In effetti il Tria riporta la variante in Pisili (Memorie..., op. cit., libro IV, cap.2, pag. 345), ma nella Cronaca cassinese, libro IV, cap. XLVIII, pag.475, si legge sancti Martini in Pisile
- ^ a b
(IT) Franco Valente, San Martino in Pensilis e il suo castello, su francovalente.it, 2007. URL consultato il 26-4-2019.«S. Nicolai prope portam castri Martini in Pesile (...) S. Nicolai prope portam castri Martini in Pesulo»
- ^ Il Tria riporta, tra le altri, le varianti in Pensili, in Pensile, in Pensilis e Pensulis che si trovano in alcuni documenti medievali redatti in lingua latina. Nello specifico: "nella sentenza del Cardinal Lombardo" (ibid., libro III, cap. 3, n.7, pag. 180) viene citato S. Martinum in Pensulis; mentre in due bolle, una di Lucio III (ibid., cap.5, n.3, pag. 192) e l'altra di Innocenzo IV (ibid., cap.5, n.14, pag. 197) troviamo la forma S. Martino in Pensili
- ^ Regio decreto del 26 luglio 1863.
- ^ (IT) Luigi Sassi, Origine e denominanzione del paese, in San Martino in Pensilis e i suoi dintorni, 2009, p. 139.«Negli atti della cancelleria Angioina, e in quelli dell'Aragonese, S. Martino è costantemente indicato con la corretta denominazione in Pensili che per buon tempo si conserva inalterata, come si rileva da tutte le concessioni e da tutti gli atti pubblici e privati, da parecchi dizionari storici e geografici e dalla Carta topografica di Guillelmus de l'Isle, primario geografo della Reale Accademia di Scienze del Re dei Franchi. Solo verso la fine del secolo XVIII erroneamente si incominciò a scriverli In Pensilis, come tutt'ora si usa.»
- ^ L'aggiunta della forma in Pensilis (-is: nom. sing. m. f., gen. sing. m. f. e n., voc. sing. m. f.) è tuttavia grammaticalmente scorretta in lingua latina, in quanto la preposizione in, se indica stato in luogo, come nel caso dei toponimi, regge unicamente l'ablativo. Quindi, la forma corretta è in Pensili (abl. sing. m. f. n.), che significa 'pensile' o 'pendente'.
- ^ Secondo l'ipotesi del vescovo di Larino ed erudito settecentesco Giovanni Andrea Tria, dopo la distruzione di Cliternia Frentana, alla fine del V secolo, i suoi abitanti si sarebbero rifugiati sul colle dell'attuale paese.«...e ci persuadiamo, che erettasi la detta Chiesa [dedicata a San Martino vescovo di Tour] colle rovine della nostra famosa Cliternia, di cui parliamo nel lib. I. cap. 4. e se ne rinovano le memorie in questo lib.4. cp.4. s. unic. all'intorno di essa si formassero le abitazioni di que' Cittadini di Cliternia...»
- ^ (IT) Giambattista Masciotta, S. Martino in Pensilis, in Il Circondario di Larino, Il Molise dalle origini ai nostri giorni, IV, Cava dei Tireni, Arti Grafiche E. Di Mauro, 1952, p. 298. URL consultato il 26-4-2019.«Durante la dominazione longobarda San Martino fece parte del ducato di Benevento: è dubbio, peraltro, se fosse ascritta alla contea di Termoli od a quella di Larino, delle quali non sono note le circoscrizioni rispettive.»
- ^ (IT) Giambattista Masciotta, S. Martino in Pensilis, in Il Circondario di Larino, Il Molise dalle origini ai nostri giorni, IV, Cava dei Tireni, Arti Grafiche E. Di Mauro, 1952, p. 298. URL consultato il 26-4-2019.«Al tempo dei normanni appartenne alla contea di Loritello (Rotello); e si sa, per di più, che Roberto I d'Altavilla, conte palatino, essendosi nel 1095 recato per le penitenze quaresimali a Montecassino, fece donazione alla badia di quanto egli possedeva a S. Martino; onde l'università diventò feudo ecclesiastico.»
- ^ (IT) Giovani Andrea Tria, VIII, n.5, in Di Loritello, Loretello, Lauritello, o Rotello, Memorie Storiche Civili di Larino, e de' Popoli Frentani prima, e a tempo della Repubblica Romana., IV, Roma, 1713, p. 439.«Nella Cronaca Cassinese lib.4. cap.48. si legge: tunc temporis, cioè nel 1113. allora appunto, quando Pasquale II. celebrò un Concilio in Benevento, Robertus Comes de Lauritello, quadragesimali tempore causa orationis ad hoc Monastsrium, parla di Monte Casino, una cum Oldiberto Milite suo, obtulit B. Benedicto quid sibi pertinebat in Territorio S. Martini in Pensili, che è luogo di quella Diocesi di Larino...»
- ^ a b c Franco Valente, San Martino in Pensilis e il suo castello, 2007.
- ^ (IT) Giovani Andrea Tria, II, n.36, in Di San Martino in Pensili, Memorie Storiche Civili di Larino, e de' Popoli Frentani prima, e a tempo della Repubblica Romana., IV, Roma, 1713, pp. 344-345.«Concessi etiam eis Ecclesiam S. Nicolai, qua est in Castro S. Martini cum omnibus, qua ad eam pertinent, cum hominibus, et terris , et universis rebus mobilibus, et immobilibus, seque moventibus. Praeterea tradidi eis, atque concessi totum, et integrum illud, quod fuit Odelberti Fratris nostri, quod utique gloriosus Robertus Comes Comitum.»
- ^ Falcone Beneventano, Chronicon, 1125,1,5.
- ^ (LA) Giuseppe Del Re, Normanni, in Cronisti e scrittori sincroni Napoletani editi e inediti, I, Arnaldo Forni editore, 1845, p. 616. URL consultato il 26-4-2019.«Dominus Americ Sancti Martini tenet Sanctum Martinum quod est pheudum duorum militum»
- ^ (IT) Giambattista Masciotta, S. Martino in Pensilis, in Il Circondario di Larino, Il Molise dalle origini ai nostri giorni, IV, Cava dei Tireni, Arti Grafiche E. Di Mauro, 1952, p. 299. URL consultato il 26-4-2019.«Nel Catalogo del Borrello (338) è menzionato quale feudatario dell'università un Amerius de S. Martino, che tiene S. Martino feudo di due militi: il che vuol dire appunto che il feudo era stato retrocesso dalla Badia al Demanio, e da questo collocato.»
- ^ Memorie Storiche Civili ed Ecclesiastiche... op. cit., lib.III, cap.III, n.7, pag. 180
- ^ «Di Questa Terra si fa parola nella sentenza del Cardinal Lombardo (...) come pure due Bolle di Lucio III e d'Innocenzo IV (...) se ne parla nella Cronaca Cassinese (...)»
- ^ Giambattista Masciotta ritiene infondata la notizia riportata dal vescovo Giovanni Andrea Tria, in base alla quale nel periodo svevo (1194-1226) San Martino sarebbe stato in possesso del conte di Montagano in quanto... «Il periodo svevo trascorre privo di notizie di S. Martino e così gran parte di quello angioino; e il Tria, per colmare il vuoto, mette innanzi i Conti di Montagano che ne sarebbero stati titolari. Tutto ciò è erroneo, ed infondato.»
- ^ Masciotta riportava da un manoscritto del 1590 di"anonimo cronista", conservato fino a pochi anni prima, nel convento di Gesù e Maria quanto segue:«Trovasi in dicta terra di S. Martino un antico palazzo in forma di castello ch'è di proprietà et pertinenzia del nostro Ill.mo Signore D. Ferdinando de Capua quarto duca di Termoli. Dicto palazzo è in forma di commoda et insespugnabile fortezza, et è posto nel luogo più sublime di dicta terra. Ha a guardia del lato che è più esposto all'assalto delli nemici, un forte castello quadrato, con contromurali a scarpa, attaccato alle mura di dicta Terra. Si entra nel palazzo con alta e ben costructa sciulia di breccioni (vale a dire rampa), dopo la quale viene il ponte levatoio che cuopre il fosso di sicurezza, che gira tutto intorno al fabbricato. Passato il ponte si trova il primo portone del cortile con sua ritirata e difesa per merli e merloni di pietra massiccia et altre opere ben munite per improvvisi assalti. Dalla corte si passa ad un secondo portone che mette nelle stanzie tutte commode e ben constructe et assai numerose.»
- ^ Giambattista Masciotta notava già ai suoi tempi che... «"i restauri e le variazioni, cui l'edificio andò soggetto nel tempo, hanno cancellate le tracce della omogeneità dello stile e della vetustà di esso, di guisa che nulla più sussiste di ciò che l'anonimo cronista accenna".»
- ^ Giovanni Andrea Tria: Giambattista Masciotta:«...e quella si farà dalla sua antica Catacomba, posta nella cadente Chiesa di S. Maria in Pensulis alla Chiesa Matrice, sotto il titolo di S. Pietro Apostolo, in una nobile Cassa di Cristallo, che dovrà collocarci sotto l'Altar Maggiore.»«S. Pietro apostolo. - Distrutta la vetustissima chiesa preesistente di tal titolo, la presente fu costruita in sito più adatto, restaurata radicalmente nel secolo XVIII, e decorata con gusto nell'occasione della traslazione del corpo di S. Leo, che dal 1728 vi riposa in una cassa d'ebano con pareti di cristallo sotto la mensa dell'altare maggiore.»
- ^ Secondo il Tria, sull'Altare Maggiore, "dedicato al Principe degl'Apostoli S. Pietro" «... si vede un Quadro di mano del celebre Pittore Nicolò Malinconico Napolitano»
- ^ Dati tratti da:
- Popolazione residente dei comuni. Censimenti dal 1861 al 1991 (PDF), su ebiblio.istat.it, ISTAT.
- Popolazione residente per territorio – serie storica, su esploradati.censimentopopolazione.istat.it.
Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno.
- ^ Atlante cartografico dell'artigianato, vol. 2, Roma, A.C.I., 1985, p. 22.
- ^ a b c d e f g h i http://amministratori.interno.it/
Bibliografia
- Giovanni Andrea Tria, Memorie storiche, civili ed ecclesiastiche della città e diocesi di Larino, Roma, 1744
- Ferdinando Ughelli, Italia sacra sive de Episcopis Italiae et insularium adiacentium, Venezia, 1717-1722.
- Giambattista Masciotta, Il Molise dalle origini ai nostri giorni, volume IV, Il Circondario di Larino, San Martino in Pensilis.
- Falcone di Benevento, Chronicon Beneventanum, ad annum Christi 1125.
Voci correlate
Altri progetti
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su San Martino in Pensilis
- Wikivoyage contiene informazioni turistiche su San Martino in Pensilis
Collegamenti esterni
- San Martino in Pensilis ed il suo Castello - a cura di Franco Valente
- Grammatica del dialetto sanmartinese.
- S. Martino in Pensilis - Il Molise dalle origini ai nostri giorni digitalizzazione del vol. IV de Il Circondario di Larino di Giambattista Masciotta.
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