Mk II Matilda

Carro armato per fanteria britannico

Template:Carro armato

Introduzione

Il famoso carro da fanteria 'Mk II Matilda era un veicolo corazzato da combattimento usato principalmente per l'accompagnamento della fanteria inglese.

Progettazione e realizzazione

Nel progettare questo carro, nel 1936, si era tornati momentaneamente ai concetti strategici della prima guerra mondiale, che prevedevano il carro totalmente asservito al fante e alla sua difesa. Di conseguenza questo mezzo non brillava per velocità e manovrabilità, ma la corazzatura era veramente eccellente per l'epoca: i quasi 80 mm di corazza frontale rendevano questo mezzo quasi indistruttibile, se attaccato frontalmente. Questo carro presentava inoltre una novità, l'assenza di un telaio: solitamente le parti di un carro armato venivano saldati fra loro su di un telaio, che faceva da "scheletro" in questo caso invece le varie parti che componevano il mezzo erano imbullonate direttamente fra loro creando un involucro decisamente robusto.

Confronto con gli altri carri armati

Sebbene questo carro fosse stato prodotto in serie nel 1938 ed abbia ricevuto il battesimo del fuoco in Francia nel 1940, questo carro conquistò la sua vera fama con l'ottava armata nel deserto libico dove carri armati meglio armati di esso, come i Panzer III e i Panzer IV tedeschi e gli M13/40 italiani, vennero facilmente surclassati: infatti i cannoni più potenti dell'esercito dell'asse (i 47 mm per gli italiani e il 50 mm per i tedeschi) non riuscivano a perforare la corazza del Matilda, mentre il cannone da 40 mm di quest'ultimo riusciva a perforare le corazze da 50 mm, o meno, dei carri dell'Asse. I tedeschi riusciranno a risolvere questo problema con l'uso massiccio del cannone FLAK da 88 mm e con l'introduzione dei cannoni ad alta velocità iniziale, come il PAK 38 da 50 mm e il PAK 40 da 75 mm.

Battaglie principali

Francia, 1940

Il primo impiego operativo del Matilda fu in Francia nel 1940. Il carro, però, pur dando buone prestazioni, non brillò in quell'occasione per tre motivi:

  • Fu usato in un numero irrisorio, in linea assieme ad altri carri "inferiori";
  • Si scontrò soprattutto contro truppe di fanteria piuttosto che con carri armati, quindi non fu possibile fare un paragone obiettivo con le forze nemiche;
  • L'esercito alleato, i nquella occasione, era in rotta e non aveva né il tempo né la lucidità di creare una strategia adatta per sfruttare al meglio le caratteristiche difensive di questo carro.

Le cose andranno in maniera molto differente nel suo secondo impiego operativo.

Nord Africa 1941

Nel novembre del 1940 l'ottava armata inglese aveva solo poche centinaia di mezzi corazzati in Nord-Africa: solo 200 sono carri armati e solo una cinquantina erano del tipo pesante da 30 tonnellate (e tra questi solo una dozzina erano del tipo Matilda II). Ma verso la fine dell'anno, Churchill mandò una brigata corazzata di 150 carri di cui una cinquantina del tipo "Infantry Tank Matilda". Questi vennero schierati soprattutto nella settima divisione corazzata e nel settimo reggimento della quarta divisione indiana di fanteria. Furono proprio queste due divisioni e questi carri armati a fare la differenza durante l'avanzata britannica su El-Agheila. Un episodio particolarmente esplicativo fu quello della battaglia di Nibeiwa dove i soli carri Matilda hanno attaccato, e vinto, un contingente italiano forte di 5.000 uomini, subendo solo 7 perdite e catturando 4.000 soldati nemici.Alla fine dell'avanzata erano ancora funzionanti solo una dozzina di Matilda, ma l'ottava armata britannica era ancora intatta, mentre l'esercito italiano era in rotta. Questi carri hanno combattuto quasi ininterrottamente per 33 ore compiendo una distanza di 270 chilometri: un record nel campo della mobilità di forze corazzate che non sarà più eguagliato durante la seconda guerra mondiale.

El-Alamein 1942

Questa è stata l'ultima battaglia dei Matilda in nord Africa, nonostante i successi dell'anno precedente le loro prestazioni in questa battaglia apparvero abbastanza modeste per diversi fattori:

  • Primo fra tutti il numero: non erano rimasti molti Matilda dopo il loro impiego intensivo durante l'avanzata su El-Agheila di alcuni mesi prima.
  • Comparvero in prima linea i carri armati M4 Sherman e Panzer IV dalle corazze vicine a quelli del Matilda, anche se ancora inferiori di un paio di centimetri, ma armati di cannoni da 75 mm in torretta (e non in casamatta come nel M3 Lee);
  • Il generale Rommel (arrivato in Nord-Africa l'anno prima) faceva uso intensivo dei cannoni Flak da 88 mm, usati come armi controcarro, i quali, come si è già detto, potevano perforare comodamente una dozzina di centimetri di corazza d'acciaio a 1 km di distanza, quindi il vantaggio della corazza pesante del Matilda veniva annullato.

In ogni caso il Matilda ha partecipato con successo ad alcune fasi fondamentali della battaglia, anche se come "spalla" dei più potenti Sherman.

Pacifico 1943-44

L'ultimo impiego operativo dei Matilda rimasti fu contro i giapponesi. Qui esso poteva dare una buona prova di sè, poiché nei teatri di operazione del pacifico la norma non era grandi battaglie fra carri armati, ma era l'uso del carro come accompagnamento della fanteria (e solo qualche scontro occasionale con carri nemici, tra l'altro di livello mediocre), questo tipo d'uso era proprio quello per cui era stato progettato inizialmente.

Curiosità

  • Dopo il "congedo" dal Nord Africa questo carro verrà impiegato in Guinea dalle truppe australiane e, equipaggiato con speciali carburatori per il funzionamento alle basse temperature, combatterà con le forze corazzate dell'Armata Rossa.
  • Il comandante della divisione australiana (generale I.G.Mackay) disse che per lui un Matilda valeva un intero battaglione di fanteria.
  • Esisteva già un carro chiamato "Matilda" all'inizio del conflitto, ma il Matilda Mk II non si può considerare una versione successiva del Matilda I poiché i due veicoli sono completamente diversi.
  • Dopo il 1942 il Matilda II verrà sostituito dai più potenti Churchill (carro armato)

Bibliografia

  • "La Seconda Guerra Mondiale", vol.2, Arrigo Petacco, Armando Curcio Editore

Voci correlate