Battello fluviale

natante di grandi dimensioni

Un battello fluviale (in inglese: riverboat; in francese: bateau fluvial) è un natante di grandi dimensioni per il trasporto di persone lungo i fiumi, i laghi e i canali artificiali navigabili.[1] Si afferma durante la rivoluzione industriale, quando lo sfruttamento della forza del vapore consente di superare i limiti atavici della navigazione fluviale, rappresentati soprattutto dalla difficoltà di risalire il fiume controcorrente. Celebri nell'immaginario collettivo sono i battelli a vapore che negli Stati Uniti dell'Ottocento solcano le acque del Mississippi, del Missouri e dell'Ohio.[2]

Il battello fluviale a ruota American Queen sul Mississippi

Etimologia

L'italiano battello deriva dal francese antico batel,[3] a sua volta dall'anglosassone bāt («barca») con suffisso latino -ĕllu[m].[4] Il termine si riferisce di solito a piccole imbarcazioni, ma si estende ai grandi natanti (soprattutto fluviali) sempre per influsso del francese, che designa con il nome bateau tutte le imbarcazioni in genere.[1]

Storia

La navigazione fluviale, ad esempio nella pesca con zattere e cayucos, è nota all'uomo fin dalla preistoria.[5] I Romani percorrono il Reno e costruiscono canali navigabili tra questo, la Mosa (Fossa Corbulonis) e il mare del Nord (Fossa Drusi), a scopo militare;[6] introducono inoltre le viæ helciariæ (alzaie o strade d'alaggio) che costeggiano i fiumi consentendo il traino da riva delle imbarcazioni.[7]

 
Battello-tipo del sistema del Mississippi: il Ben Campbell negli anni 1850

Perché la nave diventi mezzo di trasporto in grado di risalire i grandi fiumi vincendo anche le forti correnti occorre attendere la rivoluzione industriale e l'applicazione del motore a vapore alle imbarcazioni, attuata da Robert Fulton nel 1807. Il sistema Mississippi-Missouri-Illinois-Ohio diventa la maggior via fluviale del mondo, con battelli dotati di ruote a pale e destinati al trasporto di passeggeri e merci.[2]

A contribuire enormemente allo sviluppo del trasporto fluviale in battello è l'incremento della produzione cotoniera tra gli anni 1810 e 1830, che moltiplica il numero dei natanti in servizio (da 20 a 1 200 in soli vent'anni) e incide anche positivamente su produzione e consumo delle fonti d'energia, dalla legna al carbone, incentivando l'industria mineraria. Mentre l'approdo del battello si converte in un vero evento nei centri rivieraschi, si costruiscono natanti lussuosi, con a bordo saloni per i passeggeri e sale da gioco.[8]

La navigazione sui grandi fiumi tuttavia è pericolosa, sia in condizioni di scarsa visibilità sia per via degli ostacoli come i tronchi galleggianti, i banchi di sabbia e di fango, le rocce emergenti, che possono provocare lo spiaggiamento o peggio l'affondamento della nave. Al contempo, la celerità dei viaggi significa vantaggio economico e prestigio del capitano. Così i battelli, per tutto il secolo, si sfidano in velocità, specialmente in risalita. Le macchine vengono forzate oltre il limite della sopportazione, e nonostante le severe leggi federali, la negligenza di comandanti e armatori è causa di numerosi incidenti, con migliaia di vittime e centinaia di navi perdute.[9]

Durante la guerra civile, i battelli sono riconvertiti a scopo militare per il trasporto delle truppe e come navi da guerra, sia unioniste sia confederate. Nel frattempo, lo sviluppo delle ferrovie toglie importanza al trasporto fluviale, che conoscerà una ripresa con l'avvento del più conveniente motore diesel ma, in tempi più recenti, resterà sempre lontano dai fasti ottocenteschi del battello a vapore e riuscirà a mantenersi in vita solo con sovvenzioni governative.[10]

Diffusione e modelli

Note

  1. ^ a b Battello, in Treccani.it – Vocabolario Treccani on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
  2. ^ a b Paoletti, p. 26.
  3. ^ Battello, in Grande Dizionario di Italiano, Garzanti Linguistica.
  4. ^ Bateau, in Centre National de Ressources Textuelles et Lexicales. URL consultato il 5 maggio 2019.
  5. ^ (EN) Jean Vaucher, Prehistoric craft, in Université de Montréal, aprile 2014. URL consultato il 5 maggio 2019.
  6. ^ (EN) Jolco Brolsma, A brief history of inland navigation and waterways (PDF), in Rijkswaterstaat, luglio 2011. URL consultato il 5 maggio 2019.
  7. ^ (EN) Brian Campbell, Rivers and the Power of Ancient Rome, Chapel Hill, The University of North Carolina Press, 2012, p. 293. URL consultato il 5 maggio 2019.
  8. ^ Paoletti, p. 28.
  9. ^ Paoletti, pp. 29-31.
  10. ^ Paoletti, p. 32.

Bibliografia

  • Ciro Paoletti, «Steam-boat a-comin'!», in Lega Navale, n. 1-2, Roma, Lega Navale Italiana, gennaio-febbraio 2018.

Voci correlate

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