Chiesa di Maria Santissima del Rosario (Palmi)
La chiesa di Maria Santissima del Rosario è un luogo di culto cattolico della città di Palmi, ed è ubicata nel rione Ajossa, all'incrocio tra la via del Concordato e la via Galluppi. Il luogo di culto attuale, realizzato nel 1937 e conosciuto anche come chiesa di san Francesco, ha acquisito il nome dall'antica chiesa del Rosario demolita nel 1919 e situata nei pressi del viale delle Rimembranze, che era stata elevata a parrocchia il 30 maggio 1733. All'interno della chiesa è custodita e venerata la statua di sant'Antonio da Padova mentre, esternamente, vi è annesso un convento dell'ordine dei frati minori conventuali.
Chiesa di Maria Santissima del Rosario | |
---|---|
![]() | |
Stato | ![]() |
Regione | ![]() |
Località | File:Palmi-Stemma.pngPalmi |
Coordinate | 38°21′41.4″N 15°51′05.76″E |
Religione | Cristiana cattolica di rito romano |
Titolare | Madonna del Rosario san Francesco da Paola |
Diocesi | Oppido Mamertina-Palmi |
Consacrazione | 28 dicembre 1962 |
Stile architettonico | neoromanico |
Inizio costruzione | XVII secolo (prima chiesa di cui si abbia documentazione) anni 1930 (chiesa attuale) |
Completamento | 1937 (chiesa attuale) |
Sito web | www.parrocchiamariassdelrosario.it/ |
Storia
L'antica chiesa della Madonna del Rosario
Sulla data di edificazione, a Palmi, di una prima di una chiesa dedicata alla Madonna del Rosario non vi sono certezze. Nella visita ex limina effettuata in città, nel 1586, da parte del vescovo della diocesi di Mileto monsignor Marco Antonio Del Tufo, la chiesa del Rosario non venne citata fra i templi esistenti in quel periodo.[2]
La chiesa risulta invece esistente nel 1686, quando monsignor Ottavio Paravicino, vescovo di Mileto, pensò di elevarla a parrocchia, ma tale decisione non venne realizzata.[3][4]
Nei documenti del 1707 la chiesa si qualificava come «beneficio semplice della famiglia Palumbo» e si evidenziavano gli altari dedicati a Santa Maria della Pietà,[5] al Santissimo Salvatore, a santa Lucia, all' Immacolata Concezione,[6] a san Gregorio Taumaturgo, a santa Barbara ed ai santi Cosma e Damiano.[2][7] Il 30 maggio del 1733 la chiesa del Rosario venne eretta ufficialmente a nuova parrocchia cittadina, dal vescovo della diocesi di Mileto monsignor Ercole Michele Ajerbi d'Aragona, assegnandole la giurisdizione sui rioni Lo Salvatore e Li Canali.[4][8]
Il 30 settembre 1766 il re Ferdinando IV concesse il suo regio assenso alla congregazione del Santissimo Rosario di Pompei,[9] stabilita in questa chiesa già da tempo.
Il terremoto del 1783 distrusse la chiesa parrocchiale,[1] che venne ricostruita nel 1790[1] ad opera del maestro Benedetto Repace, con direttore dei lavori l'ingegnere Pietro Galdo.[10] Nel prospetto, in stile barocco, era posto un orologio mentre all'interno della chiesa, oltre all'altare maggiore[11] dedicato alla Madonna del Rosario, sorgevano gli altari laterali di sant'Antonio da Padova e santa Lucia. I sedili erano in noce con dorature e i dipinti consistevano in nove quadri di cui tre raffiguranti l' Assunzione di Maria[12][13]
Il terremoto del 1908 non causò danni di grave entità alla chiesa,[14] cosa che invece avvenne a seguito del ciclone del 1919,[1] che fece interdire definitivamente la chiesa e trasferire nella chiesa dell'Adorazione la sede provvisoria della parrocchia.[14]
La nuova chiesa della Madonna del Rosario
Dopo il terremoto del 1908, nel rione Ajossa venne costruita una chiesa prefabbricata intitolata a san Francesco da Paola[1] e, negli anni trenta, i Frati Minori Conventuali della provincia religiosa di Napoli[15] curarono la realizzazione di un definitivo luogo di culto dedicato al santo calabrese, ad opera di maestranze locali.[1] In funzione di ciò nel 1937, in occasione della revisione dei confini parrocchiali di Palmi, monsignor Paolo Albera, vescovo della diocesi di Mileto, conferì a questa nuova chiesa la titolarità della vecchia parrocchia del Rosario,[1] assegnandole un'altra zona della città, di recente costruzione e distante dal vecchio sito.[16] Le funzioni liturgiche iniziarono il 20 dicembre 1937.[1][17]
Tra il 1940 ed il 1951 vennero realizzati gli altari in marmo del Sacro Cuore, di san Francesco d’Assisi, di san Francesco di Paola e del Crocifisso, nonché l'altare maggiore.[1] Sempre nel dopoguerra, nella parrocchia vennero fondati il Terz'Ordine Francescano, l'Azione Cattolica ed altre associazioni giovanili.[18]
Nel 1962, nel 25º anniversario della nuova chiesa, il luogo di culto fu ristrutturato all'interno, con il rifacimento della facciata.[1] Il 28 dicembre dello stesso anno la chiesa fu consacrata dal vescovo monsignor Vincenzo De Chiara.[1] Nel 50º anniversario venne inaugurato il monumento a san Francesco d'Assisi.[14] Per l'adeguamento liturgico del 1965 furono rimosse le balaustre che separavano la navata dal presbiterio, al centro del quale venne collocato un nuovo altare a mensa, senza rimuovere quello vecchio addossato alla parete dell'abside.[1]
Nel periodo 1998-2002 la chiesa venne ulteriormente ristrutturata, con il rifacimento della pavimentazione, degli intonaci e della tinteggiatura, del nuovo ambone e con l'inaugurazione, il 12 gennaio 2002, della nuova cantoria con un organo a canne, di provenienza tedesca.[1] Nel periodo compreso tra il 2002 ed il 2010 l'intero complesso venne completato, con la realizzazione di strutture annesse al convento, la realizzazione di un portico e del sagrato della chiesa. Il tutto su progetto degli architetti Carmelo Bagalà e Domenico Ianni.[1]
Descrizione
Esterno
Esternamente la chiesa presenta una facciata a capanna, con una cornice di architetti pensili, sulla quale insistono un piccolo rosone ed un portale. Davanti il portale vi è un protiro, più alto rispetto al resto del portale stesso, formato da due colonne che sorreggono un arco centrale a sesto acuto, dal quale appare un mosaico con la Madonna del Segno. Ai due lati del protiro vi sono due portici, avanzati rispetto alla facciata, formati ognuno da due colonne che sorreggono quattro archi a tutto sesto.[1] La facciata sinistra dell'edificio presenta anch'essa un portico, all'interno del quale vi è collocata una scultura in bronzo di san Pio da Pietrelcina, opera dell'artista Ioppolo. Sopra il portico la facciata laterale è composta da delle paraste, che sorreggono degli archi a tutto sesto, con delle monofore collocate al centro di ognuna di esse. La facciata destra della chiesa presenta lo stesso stile architettonico, ma risulta sprovvista del colonnato. Quest'ultima facciata presenta invece un'abside, priva di aperture, dalla parte vicina a quella principale.
Il tetto è a due falde con manto di copertura in tegole.[1]
Tra la chiesa ed il convento sorge inoltre un campanile, avente lo stesso stile architettonico.[1]
Interno
Al suo interno la chiesa è composta da una sola navata. Il soffitto è in legno ed è formato da capriate a vista decorate. Oltre alla suddetta abside laterale la chiesa presenta, in corrispondenza del presbiterio, un'ulteriore abside curvilinea di dimensioni maggiori, all'interno della quale è collocato l'altare maggiore.
Le pareti laterali sono scandite da pilastri con semicolonne. In ogni campata, compreso l'abside laterale, sono collocati gli altari secondari.[1] La pavimentazione della chiesa è realizzata in piastrelle grigio chiaro e nel corridoio centrale vi sono delle decorazioni in marmo.[1]
Le opere d'arte che si trovano all'interno della chiesa sono le seguenti:
- una fonte battesimale in legno con, alle spalle, un altare murario in marmo con la rappresentazione di una colomba, che identifica lo Spirito Santo, e la scritta di otto nomi propri di persona;[19]
- un altare laterale con due statue di angeli ed una nicchia contenente una statua in cartapesta di santa Lucia;[14]
- un altare laterale sopra il quale sono collocate le statue di santa Elisabetta d'Ungheria e san Ludovico, ed una nicchia al cui interno vi è una statua lignea di san Francesco d'Assisi, opera dell'artista Luigi Santifaller di Ortisei;[14]
- un quadro ad olio di san Massimiliano Kolbe (1994), opera del pittore polacco Zdzislaw Pytel;
- due confessionali in marmo, che sorreggono una nicchia riportante la dicitura «Venite a me» e contenente una statua lignea del Sacro Cuore di Gesù, opera del Santifaller;[14]
- un altare laterale con una nicchia, riportante la dicitura «Charitas», al cui interno è conservata una statua in cartapesta di san Francesco da Paola (XIX secolo);[14]
- un altare laterale che sorregge la nicchia contenente la statua lignea di sant'Antonio da Padova, opera anch'essa dell'artista Santifaller, e riportante la dicitura «si queris miracula»;
- i quadri della Via Crucis in legno, donati dalla famiglia del professor Francesco Pentimalli;
- un altare, collocato nell'abside laterale, sopra il quale sono posti un Crocifisso ligneo ed una statua dell'Addolorata;
- l'altare maggiore che sorregge un tabernacolo in stile bizantino[20] (1999), realizzato dall'artista Loredana La Capria, ed un gruppo statuario ligneo della Madonna del Rosario con san Domenico e santa Caterina, realizzato da Luigi Santifaller.[14]
Nella controfacciata vi è un'artistica cantoria in legno massiccio, sulla quale è collocato un organo a canne proveniente da Monaco di Baviera.
Feste e ricorrenze
- Festa di sant'Antonio da Padova (13 giugno);
- Celebrazione del Perdono d'Assisi (2 agosto);[21]
- Raduno della corporazione dei contadini della Varia (ultima domenica di agosto - evento correlato al corteo storico della Varia di Palmi);[22]
- Festa di san Francesco d'Assisi (4 ottobre - solo liturgica);
- Festa di Maria Santissima del Rosario (prima domenica di ottobre - solo liturgica).
Titoli
- Chiesa parrocchiale. Il 30 maggio 1733 la chiesa venne eretta a nuova parrocchia cittadina dal vescovo della diocesi di Mileto mons. Ercole Michele Ajerbi d'Aragona.[23] Il territorio venne scorporato dalla parrocchia di San Nicola.[23]
Monumento a san Francesco d'Assisi
Poco distante dalla chiesa venne inaugurato, il 20 dicembre 1987, un monumento dedicato a san Francesco d'Assisi, in occasione del cinquantesimo anniversario del nuovo luogo di culto e della venuta a Palmi dei Frati Minori Conventuali.
La scultura bronzea, collocata nel Belvedere Gi.Sa. in un luogo panoramico dal quale si può ammirare il centro storico cittadino ed il mar Tirreno fino allo stretto di Messina, fu realizzata dall'artista statunitense Susan Loeb Luppino grazie all'impegno di Giuseppe Saffioti e per conto della Sovraintendenza per i beni storici. La statua, posizionata su di una base in pietra e marmo con intorno una fontana ed un piccolo giardino, rappresenta il santo con le braccia levate in alto ed i palmi delle mani rivolti in direzione della città. Nella base è riportata la seguente scritta:
Per la realizzazione del monumento furono utilizzate pietre provenienti da ogni regione d'Italia. Per la Liguria arrivò da Varazze, città gemellata con Palmi, una pietra del peso di circa 80 kg.[24] Presenziarono alla cerimonia di inaugurazione della scultura le autorità ed il clero cittadino, con la partecipazione di monsignor Benigno Luigi Papa, vescovo della nuova diocesi di Oppido Mamertina-Palmi.
Note
- ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t Chiesa di Maria Santissima del Rosario <Palmi>, su http://www.chieseitaliane.chiesacattolica.it/. URL consultato il 20 novembre 2017.
- ^ a b Liberti, pag. 28
- ^ La decisione venne presa alla morte del parroco di san Nicola don Melchiorre Scaglione. Però il nuovo parroco, don Giovan Battista Lacquaniti, si oppose alla divisione e, facendo causa in Vaticano, ottenne un decreto a lui favorevole, facendo rimanere pertanto quella di san Nicola l'unica parrocchia cittadina.
- ^ a b De Salvo, pagg. 232-233
- ^ Della famiglia Russo.
- ^ Della famiglia Speranza.
- ^ Della famiglia Grillea.
- ^ Nel 1740 la parrocchia contava 2.000 abitanti su un totale di 6.700 residenti di Palmi, secondo quanto riportato nel memoriale del parroco di san Nicola don Bruno Trifiletti, per l'elevazione della chiesa madre cittadina a collegiata.
- ^ De Salvo, pag. 257
- ^ Per una somma di ducati 1173 e grana 18. Le misure della nuova chiesa erano: lunghezza 20,80 metri, larghezza 9,10 metri ed altezza 6,24 metri.
- ^ in marmo policromo
- ^ nel dettaglio i tre quadri rappresentavano un Cristo che tiene in mano, col Padre, una corona per l'Assunzione di Maria, Maria che viene assunta in cielo e gli Apostoli vicino al sepolcro di Maria che guardano in alto.
- ^ Guardata, pag. 36
- ^ a b c d e f g h La Voce del Tirreno - Periodico di cultura, attualità ed informazione (PDF), su www.lavocedeltirreno.it. URL consultato il 27 maggio 2013.
- ^ Che erano ospitati nell'edificio sede dell'ex asilo infantile e del convento delle Suore di Carità.
- ^ Il nuovo territorio della parrocchia comprendeva il rione Ajossa e Pille e si sviluppava verso il Trodio ed oltre, fino a Taureana di Palmi ed il Lido di Palmi, nonché Cola di Reggio.
- ^ I frati portarono la loro assistenza anche al brefotrofio provinciale, retto dalle suore Figlie di sant'Anna, ed all'ospedale "Regina Margherita", affidato alle cure delle Suore di Carità.
- ^ Maschili e femminili con vari corsi ed attività di formazione, e la pubblicazione del periodico Ascendere. Inoltre vi fu la Milizia Immacolata, associazione fondata da san Massimiliano Kolbe.
- ^ I nomi propri scritti nel marmo sono: Francesco, Chiara, Daniele, Arianna, Valeria, Marco, Laura e Giulio.
- ^ Con pigmenti naturali in oro zecchino 24 kt, dipinto su una tela applicata su un cilindro ligneo, e collocato all'interno di un tempietto in ottone.
- ^ Con processione pomeridiana dalla chiesa fino alla basilica della Madonna dei Poveri di Seminara.
- ^ Contadini, su http://www.mbuttaturidellavaria.it/. URL consultato il 22 novembre 2014.
- ^ a b Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore
<ref>
: non è stato indicato alcun testo per il marcatorePARR
- ^ La Stampa, cronache della Liguria, 28 dicembre 1985, pag. 17 «Tipica pietra di Varazze per monumento a Palmi. Servirà per un'opera in onore di S. Francesco».
Bibliografia
- Rocco Calogero, Dopo dieci anni: la Madonna del Carmine e il terremoto del 16 novembre 1894 in Palmi, Messina, Tipografia Crupi, 1904.
- Antonio De Salvo, Ricerche e studi storici intorno a Palmi, Seminara e Gioia Tauro, Napoli, Lopresti, 1889.
- Domenico Ferraro, Palmi nella fede, De Pasquale, 2002.
- Domenico Guardata, Memorie sulla Città e territorio di Palme 1850-1858, Palmi, 1858.
- Rocco Liberti, Palmi, Quaderni mamertini, 2002.
- Fluvio Nasso, Conoscere Palmi, Virgilio Editore, 1997.
Altri progetti
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla chiesa di Maria Santissima del Rosario
Collegamenti esterni
- Chiesa di di Maria Santissima del Rosario, su beweb.chiesacattolica.it.