Impulsività
Il termine impulsività deriva dall'aggettivo impulsivo, che, a sua volta, viene dal latino medievale impulsivus, derivato dal verbo latino impellere, il quale significa “spingere innanzi”. Tale aggettivo, riferito ad una persona, assume il significato di "che tende ad agire di impulso, in modo precipitoso e, talvolta, anche violento, senza valutare le conseguenze delle proprie azioni"[1]
L'impulsività fa parte del carattere di ogni persona, ma in alcuni casi può manifestarsi in maniera più o meno prevalente, fino a diventare un vero e proprio disturbo di personalità[2]. Un individuo è definito impulsivo, quando compie azioni o scelte sotto la spinta di un’impellente pulsione. Tale atteggiamento è caratterizzato dalla momentanea o permanente assenza di un controllo inibitorio appropriato. Il termine controllo inibitorio si riferisce alla capacità di trattenersi nell'eseguire azioni o scelte, cosicché sia disponibile il tempo necessario per valutare i costi, i benefici e le possibili conseguenze che quelle scelte determinerebbero[3]. La persona impulsiva, dunque, si troverà a compiere un’azione o una scelta in maniera del tutto irrazionale e inconsapevole[4].
Descrizione
Le caratteristiche più comuni che si presentano in una persona impulsiva sono:
- L’incapacità di resistere a qualsiasi impulso, anche se questo potrebbe comportare conseguenze pericolose
- Il soggetto, prima di compiere l’azione, avverte dentro di sé una crescente tensione, dopodiché, nel momento in cui esegue l’azione, prova un senso di piacere e di sollievo
- Infine, è possibile che si presentino nel soggetto sentimenti di rimorso e di senso di colpa, a causa dell’azione che è stata appena eseguita[5]
Si distinguono due tipi di impulsività: l’impulsività cognitiva o attenzionale e l’impulsività motoria comportamentale[6].
Impulsività motoria comportamentale
L’impulsività motoria comportamentale si presenta con il susseguirsi di azioni compiute in maniera del tutto impulsiva. L’individuo, quindi, esegue tali azioni, soccombendo a impulsi o tentazioni per lui irrefrenabili[7].
Impulsività cognitiva
L’impulsività cognitiva si manifesta quando l’individuo prende decisioni senza riflettere né sulle possibili alternative né sulle future conseguenze[8].
Misure dei livelli di impulsività
L’ipotesi, ormai più accettata, si basa sul fatto che gli individui impulsivi si mostrino più intolleranti nelle situazioni in cui una certa gratificazione viene posticipata nel tempo. Per questo motivo, molti test psicometrici hanno come obiettivo, quello di osservare l’individuo proprio in tali circostanze, cioè quando è presente un ritardo temporale nell'ottenimento di una certa ricompensa. I test si dividono in due categorie: una misura la componente motoria comportamentale dell’impulsività, mentre l’altra valuta la componente cognitiva.
- Per calcolare la componente motoria dell’impulsività si utilizzano paradigmi del tipo "go-no go", in cui viene richiesto al soggetto di posporre un’azione
- Per stimare la componente cognitiva dell’impulsività, invece, vengono utilizzati paradigmi del tipo "multi-choice reaction time", dove il soggetto si trova a dover decidere tra due o più opzioni[9]
Impulsività e percezione del tempo
È possibile che i diversi livelli di impulsività dipendano dal fatto che ogni individuo abbia una differente percezione del tempo. Per questo motivo una persona impulsiva potrebbe giudicare un intervallo di tempo, molto più lungo rispetto a quello che è in realtà, e di conseguenza quella persona tenderà a evitare il ritardo di una certa gratificazione, compiendo azioni d’impulso o scelte impulsive[10].
Questa ipotesi è compatibile sia con il modello dei sistemi multipli sia con quello moltiplicativo iperbolico[11].
Modello dei sistemi multipli
Secondo il modello dei sistemi multipli, la decisione finale è, in realtà, il risultato della relazione presente tra due componenti della personalità: la componente affettiva e la componente razionale. La prima è la risultante di più fattori, tra cui il fastidio e la tentazione, e dà luogo al “valore affettivo”; mentre la seconda ha come scopo quello di elaborare una soluzione ottimale per un certo problema. Quando una componente prevale sull'altra, si verifica un conflitto interiore: l’individuo dovrà decidere a quale delle due componenti soccombere. In questo caso, alcuni soggetti potrebbero preferire il “valore affettivo”, cosa che per loro non risulterebbe del tutto ottimale, ma che comunque sarebbe giustificata dal punto di vista emotivo[12].
Modello moltiplicativo iperbolico
Per quanto riguarda il modello moltiplicativo iperbolico, esso è un modello matematico attraverso il quale potrebbe essere descritto il processo decisionale: il valore di una ricompensa aumenterebbe come funzione iperbolica della sua dimensione; mentre diminuirebbe come funzione iperbolica del suo ritardo. Queste funzioni, in seguito, si combinerebbero in modo moltiplicativo per determinare il valore soggettivo complessivo della ricompensa. Questo modello, dunque, si basa unicamente sul valore affettivo legato alla ricompensa: tale valore cresce in relazione alla dimensione di essa, mentre diminuisce in relazione al ritardo con cui essa si presenta. Le decisioni, quindi, sarebbero interamente a carico della componete emotiva della personalità di ogni individuo[13].
L’ipotesi sul fatto che la persona impulsiva abbia un’alterata percezione del tempo, si dimostra d’accordo con il modello dei sistemi multipli, perché il processo cognitivo di valutazione delle gratificazioni ottenibili per unità di tempo viene alterato: dunque, il “valore affettivo”, risultante della tentazione di svolgere nell'immediato l’azione, sarà maggiore rispetto alla componente razionale. L’ipotesi, inoltre, è appoggiata anche dal modello moltiplicativo iperbolico, poiché un’alterata percezione degli intervalli di tempo avrà un diretto impatto sulla svalutazione soggettiva del “valore affettivo” assegnato alla ricompensa: cioè dal momento che l’individuo stimerà l’intervallo di tempo, più lungo del previsto, il valore della ricompensa, che egli sta attendendo, diminuirà velocemente[14].
- ^ impulsivo in Vocabolario-Treccani, su treccani.it.
- ^ P.Pietrini, A.Renzi, A.Casadei, A.Mandese, p.184, 2014.
- ^ impulsività in "Dizionario Treccani", su treccani.it.
- ^ Impulsività in Le parole della Psicologia, su psiconline.it.
- ^ Impulsività in Dizionario di Psicologia, su psicologi-italiani.it.
- ^ impulsività in "Dizionario Treccani", su treccani.it.
- ^ impulsività in "Dizionario Treccani", su treccani.it.
- ^ impulsività in "Dizionario Treccani", su treccani.it.
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- ^ Impulsività in Le parole della Psicologia, su psiconline.it.
- ^ impulsività in "Dizionario Treccani", su treccani.it.
- ^ impulsività in "Dizionario Treccani", su treccani.it.
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- ^ impulsività in "Dizionario Treccani", su treccani.it.