Villa Trossi Uberti
Facciata della Villa Trossi Uberti
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
RegioneToscana (bandiera) Toscana
LocalitàLivorno
IndirizzoVia Giuseppe Ravizza, 76, Ardenza, Livorno
Informazioni generali
CondizioniIn uso
Costruzione1889
UsoSede della Fondazione d'Arte Trossi-Uberti
Realizzazione
IngegnereGiorgio Gori[1]
CommittenteLuisa Carlotta Coventry marchesa Santisalia

Villa Trossi Uberti, nota anche come Villa Trossi, è una villa situata a Livorno, in via Giuseppe Ravizza, nel quartiere di Ardenza.

È attualmente sede della Fondazione d'Arte Trossi-Uberti.

Storia

Costruzione della villa

Le informazioni principali riguardo alla storia della villa sono rintracciabili nell'atto di compravendita, datato 31 agosto 1918:

«…che con atto 28 ottobre 1888 la sig.ra Coventry Luisa Carlotta marchesa Santisalia, acquistava dai sigg. avv Dario Cassuto e di lui sorella Marietta nei Disegni un appezzamento di terreno fabbricativo di mq.3252
ai quali venditori era pervenuto per successione del padre sig. Salomone Cassuto che lo aveva acquistato con atto 17 novembre 1870 dalla Società dei Casini e Bagni di Mare di Ardenza.

Nell’aprile del 1889 la marchesa ampliò quelle proprietà con altri due appezzamenti di terreno acquistandoli dal nobile sig. Paolo Michon, che succesivamente la sig.ra Coventry fece edificare in quel terreno una villa composta di un fabbricato di tre piani e in seguito vi aggiunse una casa per il custode ed altri comodi…»

La villa fu fatta edificare nel 1889 da Luisa Carlotta Coventry marchesa Santisalia. La costruzione della villa si inseriva nel periodo, collocabile tra la seconda metà dell'Ottocento e i primi anni del Novecento, in cui il lungomare a sud del centro di Livorno conobbe un fiorente sviluppo urbanistico. Responsabile di questo sviluppo fu la forte attrazione che il lungomare labronico esercitava su molte famiglie benestanti livornesi, italiane e straniere.[2]

Nel 1918 la villa venne venduta da Carlo Santisalia, figlio della marchesa Luisa, a Carlo Trossi.

La famiglia Trossi

«D’azzurro, alla fascia d’argento, caricata da una stella del campo, posta tra un volo di nero, accompagnata in punta da due tralci di vite, fogliati e fruttati d’oro, decussati e ridecussati, posti in palo.

Motto: Audendo proficit»

I Trossi erano una nobile famiglia di origini piemontesi. Carlo, nato a Torino e residente a Biella, era un imprenditore del settore della pettinatura della lana. Gestiva la "Pettinatura Italiana Ltd", società di famiglia con stabilimento a Vigliano Biellese.[4]

La storia della famiglia Trossi si distingue per il frequente intervento in favore dei territori a loro più vicini. Carlo Trossi contribuì alla costruzione della scuola e dell'asilo di Gaglianico, mentre a Biella realizzò il padiglione ospedaliero "Felice Trossi", intitolato al figlio scomparso a causa di un incidente stradale.

Anche il figlio Felice fu responsabile di alcune opere di beneficenza: oltre a bonificare alcune aree dell'Agro Romano e del biellese, fece edificare un gruppo residenziale, denominato villaggio "Trossi", destinato ai lavoratori della fabbrica di famiglia.

Il testamento di Corinna Trossi e il lascito al Comune di Livorno

Nel 1927 la proprietà della villa passò a Corinna Trossi[5], sposata con l'imprenditore di origini biellesi Dino Uberti. Sia Corinna che il marito coltivavano un grande interesse per l'arte[6][7], che li portò a conservare nella villa opere di artisti di rilievo, alcune su loro commissione.

Dino Uberti, nato a Biella nel 1885, parallelamente agli studi giuridici e alla fortunata carriera imprenditoriale, sviluppò per tutta la sua vita la passione per le arti pittoriche, dedicandovisi completamente intorno ai quarant'anni di età. Molti dei suoi quadri vennero esposti in città come Milano (presso la galleria Scopinich), Firenze, Torino, Bruxelles e Livorno. Proprio a Livorno, nel 1945, mise in esposizione presso la Bottega d'Arte una ventina delle sue opere.[8]

Fu così che Corinna Trossi, nel solco della tradizione familiare di magnanimità civile, decise di donare al Comune di Livorno, attraverso testamento, la proprietà della villa, due beni immobili agricoli e un lascito economico affinché il Comune istituisse una fondazione d'arte intitolata al proprio nome e a quello del marito. Lo scopo della fondazione sarebbe dovuto essere quello di permettere alle nuove generazioni di sviluppare le proprie inclinazioni e abilità artistiche nella villa ardenzina.[9]

Il Comune di Livorno nel 1959 ricevette il lascito e istituì la Fondazione culturale d'arte Trossi-Uberti.[10]

Descrizione

Villa Trossi Uberti è circondata da un parco a perimetro rettangolare, delimitato da un alto muro di recinzione.[11]

L'accesso alla villa è garantito da due ingressi distinti: quello principale a ovest su via Ravizza (già via della Palazzetta Comunale) e quello secondario a est su via Pastrengo. L'ingresso principale dell'edificio presenta una particolarità architettonica: il progettista, attraverso l’utilizzo di un numero dispari di colonne di ordine dorico, ha suddiviso il portico in due campate di egual dimensione, realizzando quindi due ingressi di pari rilievo.[12]

Entrando nella villa, al piano terra si nota un portale di importanti dimensioni che mette in comunicazione il salone principale e lo spazio contiguo a destra, evidenziando la concezione del progettista di considerare i due ambienti come un unico spazio.[13] Sul lato sinistro si può osservare invece l’ultima stanza della villa in cui sono state mantenute le decorazioni della volta a carrozza, ornata da motivi allegorici e grotteschi: tutte le altre stanze hanno perso le decorazioni in seguito agli interventi di restauro messi in atto dopo la Seconda Guerra Mondiale.[14] L'ambiente centrale del piano terra è occupato dallo scalone in marmo, che collega il piano terra a quello superiore ("piano nobile").

Di particolare rilievo è la disposizione che il progettista ha scelto per porte e finestre. Osservando la facciata posteriore (a est), si notano al piano terra due piccoli portoni di servizio che affiancano il portone di accesso secondario della villa: uno porta alla cucina, mentre l'altro funge da collegamento diretto verso il vano scala che conduce al secondo piano. Al primo piano, due finestre sormontate da timpani curvilinei sono collocate lateralmente rispetto a un infisso ad arco a tutto sesto, realizzato in vetro piombato. Parte della vetrata dell'infisso è costituita da due medaglioni raffiguranti due velieri. Sempre in riferimento al primo piano, osservando le facciate laterali si notano tre finestre collocate sulla fascia marcapiano, distinte da timpani di tipologia differente: curvilinei ai lati, triangolare al centro. Il secondo piano si caratterizza per una successione di piccole finestre quadrate sulle facciate, interrotta solamente da un'ampia portafinestra ad arco ribassato.[15]

Modularità

La modularità è un elemento ricorrente nella struttura della villa Trossi Uberti.

Anzitutto, il modulo quadrato è l'elemento chiave che costituisce la planimetria: riproposto continuamente dal progettista, suddivide in modo analogo gli spazi di piano terra e primo piano, oltre a caratterizzare le due campate del portico.[16] Da notare inoltre la modularità di pianta e prospetto: così come il portico emerge dalla pianta dell'edificio, la torretta a pianta quadrata si erge dal prospetto.[17]

Materiali e decorazioni
Il materiale principale con cui è stata costruita la villa è la pietra panchina (diffusa nella zona livornese) mista a un tritume di gusci di conchiglie, trattata con intonaco.[18]

Il marmo, invece, è utilizzato nei ricorrenti caminetti (al piano terra ne sono collocati due: uno realizzato in marmo rosa e uno in marmo nero[19]) e per il pavimento in palladiana, costituito da un mosaico in graniglia di marmo.

Il basamento della villa e la seguente fascia marcapiano sono entrambi realizzati in finto bugnato.

Parco

 
Scorcio del giardino della villa
 
La fontana di Valmore Gemignani

Il parco, di stile romantico ottocentesco, è attraversato nella sua estensione da viali curvilinei, contornati dalla presenza di lecci. Alcuni di questi viali ospitano dei busti che ritraggono personaggi di rilievo della storia cittadina, come Rosa e Vincenzo Malenchini.[20] Il visitatore che entra dall'ingresso principale del parco trova di fronte a sé una fontana, realizzata dallo scultore carrarese Valmore Gemignani.[21] Un robusto basamento di travertino sostiene il gruppo scultoreo in bronzo, raffigurante una scena a carattere faunesco: due satiri reggono insieme un pesce, dal quale sgorga lo zampillo d'acqua della fontana. Il tema binario evocato dalla coppia dei satiri risponde perfettamente alla suddivisione in due campate del portico della villa. L'elemento marino suggerito dal pesce viene inoltre riproposto nella pavimentazione della vasca: le tessere colorate disposte sul fondo raffigurano alcuni delfini.

La porzione nord del parco è dedicata all'orto e alla casa del custode.[22]


La Fondazione

Nel 1959 il Comune di Livorno, ricevuto il lascito di Corinna Trossi, istituisce la Fondazione d'Arte Trossi-Uberti e la Libera Accademia di Belle Arti a essa collegata. La fondazione viene riconosciuta come personalità giuridica nello stesso anno, attraverso decreto di emanazione della Presidenza della Repubblica Italiana[23].

L'accademia entra a pieno regime nel novembre del 1961, sotto la presidenza del ragioner Ercole Borra, esecutore testamentario della stessa Corinna Trossi.

Per quanto riguarda la demoninazione dell'accademia, venne chiamata Libera poich

Note

Fonti
  1. ^ Magonzi, p. 65
  2. ^ Magonzi, p. 65
  3. ^ Giuliano, p. 196, cfr. p. 55 sul Giuliano.
  4. ^ Magonzi, p. 66
  5. ^ Giuliano, p. 13
  6. ^ Magonzi, pp. 66
  7. ^ Sito della Fondazione d'Arte Trossi-Uberti
  8. ^ Magonzi, pp. 66
  9. ^ Magonzi, pp. 65, 68
  10. ^ Magonzi, pp. 68
  11. ^ Giuliano, p. 11
  12. ^ Giuliano, p. 14
  13. ^ Giuliano, p. 15
  14. ^ Giuliano, p. 16
  15. ^ Giuliano, p. 18
  16. ^ Giuliano, p. 15
  17. ^ Giuliano, pp. 18-19
  18. ^ Giuliano, p. 19
  19. ^ Giuliano, p. 15
  20. ^ Giuliano, p. 19
  21. ^ Magonzi, p. 67
  22. ^ Giuliano, p. 19
  23. ^ Riconoscimento della personalita' giuridica della fondazione "Trossi-Uberti" di Livorno (GU n.280 del 20-11-1959), su gazzettaufficiale.it. URL consultato il 18 maggio 2019.

Bibliografia

Voci correlate

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