Giovanni Barili oppure Giovanni Barile (Siena, circa 1465Siena, 1529) è stato uno scultore e intagliatore italiano.

Biografia

Giovanni Barili nacque a Siena nella seconda metà del XV secolo, ma non si posseggono altre informazioni biografiche sulla nascita e sull'infanzia, tranne che era il nipote dell'architetto, scultore e intagliatore Antonio di Neri Barili.[1]

[2]

In gioventù si formò con lo zio collaborando a numerose sue opere, assieme a di Giovanni di Pietro Castelnuovo, seguendo lo stile di Antonio di Neri Barili, che influenzato dalle tendenze della sua contemporanea scultura senese che faceva capo a Francesco di Giorgio Martini e al Vecchietta, intrise i suoi lavori con gli elementi più pregevoli del Rinascimento[1]

Giovanni, collaborò con lo zio per il coro (1506) e la cantoria (1510) del duomo di Siena.[3]

Assieme al maestro zio eseguì il coro di Maggiano ultimato nel 1511, anche se quest'opera, costituita di ben ventisei pannelli a tarsia con le raffigurazioni di Maria Vergine Assunta, di san Cristoforo e di altri santi, non è più reperibile.[3]

Trasferitosi a Roma nel 1514, conobbe, si fece apprezzare da Raffaello Sanzio con il quale strinse rapporti duraturi,[1] al punto di ottenere la carica di maestro del modello di legname per la basilica di San Pietro in Vaticano; inoltre gli fu affidato l'intaglio e l'intarsio delle porte delle Stanze di Raffaello finestre, oltre che la decorazione delle porte e dei soffitti delle stanze.[3]

Contemporaneamente Giovanni realizzò anche l'intaglio di una cornice, non più rintracciabile, entro cui fu esposta, dopo la morte del pittore, la Trasfigurazione di Raffello nel tempietto di San Pietro in Montorio (1522).[3][1]

Rientrato a Siena dopo la morte di Raffaello, visse fino al 1529.[3]

Opere

  • Ponti di Buonconvento e di Macereto (1484);
  • Fortificazioni per Talamone (1503);
  • Duomo di Siena:
    • Coro nella cappella di San Giovanni nel duomo di Siena (1483-1502);
    • Banchi della libreria Piccolomini (1496);
    • Armadi della sagrestia dell'Osservanza (1497);
    • Stalli del coro (1506);
    • Organo della sagrestia e la cantoria a destra dell'abside (1509-1510);
  • Sculture per la certosa di Maggiano e per il chiostro del Santuccio di Siena.

Note

  1. ^ a b c d Barili, Antonio di Neri, in le muse, II, Novara, De Agostini, 1964, p. 54.
  2. ^ Barili o Barrile, Antònio di Nèri, su sapere.it. URL consultato il 12 maggio 2019.
  3. ^ a b c d e Joe123/Sandbox6, in Enciclopedia Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 12 maggio 2019.

Bibliografia

  • G. Milanesi, Documenti per la storia dell'arte senese, II, Siena, 1854.
  • P. Murray, Architettura del Rinascimento, Martellago, Electa, 2000.
  • C. Ricci, La mostra d'arte antica senese, Siena, 1904.
  • Manfredo Tafuri, L'architettura del Manierismo nel Cinquecento, Roma, 1966.
  • (DE) Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, II, Lipsia, 1908.
  • A. Venturi, Storia dell'arte italiana, VIII, Milano, 1923.
  • David Watkin, Storia dell'architettura occidentale, Bologna, 1990.

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