Julia Bartet

Julia Bartet, detta "la Divina",[1] pseudonimo di Julie Jeanne Regnault (Parigi, 28 ottobre 185418 novembre 1941), è stata un'attrice francese.

Biografia

 
Julia Bartet

Julia Bartet nacque il 28 ottobre 1854 a Parigi.[2]

Julia Bartet si avvicinò studiò al Conservatoire national supérieur d'art dramatique di Parigi,[3] dopo di che nel 1872 incominciò una brillante carriera al Vaudeville e la sua esibizione di Madame Bellamy nello Zio Sam di Victorien Sardou nel 1873 le assicurò un posto nella compagnia.[4] La maggior parte dei suoi ruoli erano del genere tragico e commedia, a causa del suo stile e della sua finezza;[4] nel 1979 entrò nella Comédie-Française,[3] e un anno dopo ne diventò Sociétaires.[4]

Grande interprete di Jean Racine, Julia Bartet è, assieme a Sarah Bernhardt, Réjane ed altre celebri attrici della Comédie-Française, uno dei modelli cui Marcel Proust si ispirò per il personaggio della Berma.[1][4]

Succeduta alla Sarah Bernhardt nella parte della regina in Ruy Blas, ne diede un'interpretazione opposta, proponendo una recitazione dimessa e tutta interiore.[5]

Le sue interpretazioni più elogiate risultarono Andromaca, Francollon, Alcmena in Anfitrione e Silvia nel Gioco dell'amore e del caso.[5]

Le fu assegnata la Legion d'onore al grado di cavaliere nel 1906.

Si esibì anche all'estero, quando nel 1908 effettuò una tournée in Inghilterra.[3][4]

Come attrice cinematografica diventò nota per le sue interpretazioni in Louis XI (1909) e Rival de son père (1909).[2][4]

Nel 1919, all'età di sessantacinque anni, abbandonò la Comédie-Française interpretando Bérénice di Racine. Ritiratasi dal palcoscenico, si dedicò alla pittura.[4]

Nel 1920, fu promossa al grado di Ufficiale della Legion d'Onore.[4]

Julia Bartet morì il 18 novembre 1941 a Parigi.[2]

Opere

Note

  1. ^ a b Julie Regnault, su marcelproust.it. URL consultato il 22 maggio 2019.
  2. ^ a b c (EN) Julia Bartet, su imdb.com. URL consultato il 22 maggio 2019.
  3. ^ a b c (EN) Jeanne Julia Bartet, su artsandculture.google.com. URL consultato il 22 maggio 2019.
  4. ^ a b c d e f g h (EN) Julia Bartet, su findagrave.com. URL consultato il 22 maggio 2019.
  5. ^ a b Julia Bartet, in le muse, II, Novara, De Agostini, 1964, p. 88.

Bibliografia

Voci correlate

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