Gian Franco Anedda

politico e avvocato italiano (1930-2020)
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Gian Franco Anedda (Cagliari, 28 agosto 1930) è un politico e avvocato italiano.

Gian Franco Anedda
File:Gianfrancoanedda.jpg

Sottosegretario di Stato del Ministero della Giustizia
Durata mandato10 maggio 1994 –
17 gennaio 1995
PresidenteSilvio Berlusconi
PredecessoreDaniela Mazzuconi
SuccessoreEdilberto Ricciardi

Componente del Consiglio superiore della magistratura
Durata mandato12 aprile 2005 –
5 luglio 2010

Deputato della Repubblica Italiana
LegislaturaXI, XII, XIII, XIV
Gruppo
parlamentare
Movimento Sociale Italiano

Alleanza Nazionale

CoalizionePolo del Buon Governo (1994)
Polo per le Libertà (1996)
Casa delle Libertà (2001)
CircoscrizioneSardegna - XXVI
CollegioCagliari - centro
Sito istituzionale

Dati generali
Partito politicoAlleanza Nazionale
Titolo di studioLaurea in giurisprudenza
ProfessioneAvvocato

Biografia

Laureato in giurisprudenza, avvocato. Sposa Anna, figlia di Enrico Endrich, nel 1951 entra a far parte dello studio legale della famiglia Endrich e intraprende la carriera politica militando nel Movimento Sociale Italiano, quindi in Alleanza Nazionale.

Ex consigliere regionale, è stato eletto alla Camera dei deputati nel 1992, e poi riconfermato per le tre successive legislature, nel collegio uninominale di Cagliari-centro, in Sardegna, in rappresentanza della coalizione di centrodestra. Membro del consiglio direttivo di An alla Camera nel 1994 e nel 1996.

Nel Governo Berlusconi I è stato sottosegretario al Ministero di Grazia e Giustizia. Durante la XIV Legislatura è stato per breve tempo capogruppo alla Camera dei deputati di AN, dopo che Ignazio La Russa dovette lasciare l'incarico in seguito all'elezione a coordinatore del Partito.

Nel 2005 è eletto membro laico del Consiglio Superiore della Magistratura con 758 voti in quota AN risultando il più votato di tutti.[senza fonte] Nel 2009, assieme al collega Michele Saponara in quota Casa delle Libertà al CSM ha chiesto, in via d'urgenza, l'apertura di una pratica nei confronti di Adriano Sansa (Presidente del Tribunale dei minori di Genova) e di Fabio De Pasquale (pm nel processo Mills) per le dichiarazioni rese rispettivamente sul Governo e sul lodo Alfano, il DDL che prevedeva l'immunità per le quattro più alte cariche dello stato.

Sansa in un pubblico convegno definí Berlusconi "primo ministro piduista circondato da persone che servono lui e non lo Stato" e del ministro Alfano avrebbe detto di avere come "unico titolo di merito" quello di essere "un fedelissimo del premier".[1] De Pasquale, invece definì il lodo Alfano "criminogeno",[2] Anedda e Saponara perciò richiedevano al CSM di valutare la "incompatibilità ambientale e funzionale" di De Pasquale, ovvero il trasferimento di ufficio.[3]

Anedda rispetto alla imminente valutazione della Corte Costituzionale sul lodo Alfano si dichiarò moderatamente ottimista: «ci sarà una decisione della Corte Costituzionale che sarà un compromesso».[4] Il lodo Alfano invece fu dichiarato incostituzionale.

Nello stesso anno, Anedda e il collega Saponara in quanto membri del CSM, furono gli unici due a non votare contro il Processo breve nel plenum del Consiglio superiore della magistratura che nelle motivazioni fu definito come una "inedita amnistia processuale" e in "netto contrasto con i principi sanciti dalla Convenzione dell'ONU contro la corruzione".[5]

Nel 2011 a conclusione del processo, Sansa è stato censurato dal CSM per il solo utilizzo del termine gaglioffi riferendolo agli allora membri del governo.[6] De Pasquale, invece ha ottenuto dal Csm la pratica a tutela del processo Mills.[7]

Note

Collegamenti esterni