Federico il Saggio

elettore di Sassonia (r. 1486-1525)

Federico III di Sassonia, detto il Saggio (Torgau, 17 gennaio 1463Lochau, 5 maggio 1525), è stato il principe elettore di Sassonia (della Casata di Wettin) dal 1486 alla sua morte. Federico era figlio di Ernesto, Elettore di Sassonia e sua moglie Elisabetta, figlia di Alberto III di Baviera.

Federico III di Sassonia
Albrecht Dürer, Ritratto di Federico il Saggio, 1496
Elettore di Sassonia
In carica26 agosto 1486 –
5 maggio 1525
PredecessoreErnesto di Sassonia
SuccessoreGiovanni di Sassonia
NascitaTorgau, 17 gennaio 1463
Morte5 maggio 1525
Dinastialinea ernestina della casa di Wettin
PadreErnesto di Sassonia
MadreElisabetta di Baviera
Religionecattolicesimo

Biografia

Nato a Torgau, succedette al padre come Principe-elettore nel 1486; nel 1502, fondò l'Università di Wittenberg[1] dove insegnarono Martin Lutero e Filippo Melantone.

Federico fu uno dei principi che si impegnarono per proporre la causa della riforma a Massimiliano I, Imperatore del Sacro Romano Impero, e nel 1500 divenne presidente del neo-fondato consiglio di reggenza (Reichsregiment).

Federico era il candidato che il papa Leone X aveva prescelto per il trono del Sacro Romano Impero nel 1519 — il papa gli aveva inviato la Rosa d'Oro di virtù, il 3 settembre, 1518 —, ma egli certamente fu uno degli uomini che votò per l'elezione di Carlo V. Federico cercò di proporre le tesi di Lutero dopo la Dieta di Worms del 1521, e successivamente assicurò l'esenzione dall'Editto di Worms per la Sassonia.

Egli protesse infatti Martin Lutero dal papa, ospitandolo nel suo castello di Wartburg dopo le decisioni della Dieta di Worms di mettere le tesi luterane al bando dall'Impero.

Federico morì nel 1525 a Lochau, presso Annaburg, senza aver preso moglie e venne sepolto nella Schlosskirche a Wittenberg, con una tomba progettata da Peter Vischer il Giovane. Gli succedette il fratello Giovanni.

Le relazioni con Lutero

 
Federico il Saggio ritratto da Lucas Cranach il Vecchio (1532)

Federico sentì parlare probabilmente di Lutero per la prima volta nel 1512 quando Johann von Staupitz, il Vicario Generale degli Agostiniani, gli chiese aiuto per permettere all'allora anonimo frate sassone di compiere i propri studi a Wittenberg. Lutero aveva ottenuto il dottorato in Teologia ed era assai perito del testo sacro. Divenne perciò docente di Teologia al posto di Staupitz.

Lutero divenne ben presto uno degli insegnanti più celebrati, come si deduce dalla sua lettera indirizzata a Staupitz dell'8 aprile 1518. A seguito della bolla papale Exsurge Domine del 1520, Lutero venne tacciato di eresia per le proprie tesi e bruciò la bolla come pubblico affronto. Senza ricredersi, Federico appoggiò la sua causa per l'amore della giustizia, in quanto riteneva in cuor suo che Lutero fosse solo vittima di pregiudizi ed incomprensioni da parte della Santa Sede. Come fedele figlio della Chiesa Cattolica, però, Federico non parteggiò mai per le tesi di Martin Lutero e come uomo di legge non vi vedeva niente di errato. Egli seguì la medesima politica della Dieta di Worms.

Nonostante Lutero fosse stato dichiarato nemico pubblico tanto dall'autorità religiosa quanto da quella civile, Federico fece in modo che non venisse loro consegnato. Nelle sue intenzioni non v'era il progetto di difendere la dottrina di Lutero, bensì la sola sua persona fisica. Federico proteggeva e favoriva il suo caro e fedele suddito, il professore Martin Lutero, non certo per idealismo o perché avesse proprio gran simpatia per lui e per la sua dottrina: non aveva interessi religiosi particolari, se non per la sua collezione di reliquie [2], e non fu mai "luterano" né nel senso formale di una adesione esterna, né nel senso di una adesione intima alla dottrina nuova; i due probabilmente nemmeno si incontrarono di persona (interagirono, questo è certo, per mezzo di Spalatino, spesso per iscritto). Federico era però un politico abilissimo, attento osservatore e consapevole dei rapporti di forza esistenti nel complicato sistema del governo centrale dell'Impero, e da abile amministratore aveva un debole per la sua cara Università di Wittenberg, che dall’arrivo di Lutero (1511) era finta sempre di più al centro dell’attenzione ed era sempre più frequentata e famosa, per cui perdere un tal nome avrebbe stroncato l’idillio; in più, a partire dal 1518 si era fregiata di un altro grande nome, quello dell’umanista Filippo Melantone, grande amico di Lutero. E poi Federico non conosceva le sorti del movimento di riforma, che in fondo avrebbe potuto anche trionfare, per cui era bene per lui mantenersi vago, non schierato. Per tutto ciò, conveniva sia al protetto che al protettore che la protezione fosse indiretta, non dichiarata, poiché così né l’uno né l’altro avrebbero lasciato spazio ad accuse. Possibile è anche che Federico avesse a cuore suo fratello, il Duca Giovanni, un fervente luterano, e che perciò fece in modo di proteggere sia il frate che il fratello senza però compromettere la propria posizione con l'Imperatore e con il papa.

Onorificenze

— 1518

Note

  1. ^ Dal 1817 Università "Martin Lutero" di Halle-Wittenberg dopo la fusione con l'Università di Halle
  2. ^ Federico era un idolatra, un collezionatore di reliquie, che conservava scrupolosamente nella chiesa d'Ognissanti nel recinto del castello di Wittenberg. In questo periodo la religiosità trovava di sovente sfogo nella raccolta di reliquie, diversamente da quanto era accaduto in precedenza: si sviluppò una vera e propria ossessione per i corpi dei santi, e le reliquie, spesso frutto di furti (come nel caso di San Nicola a Bari e di San Marco a Venezia), venivano disposte in apposite basiliche edificate nelle città, che diventano talismani, veri e propri amuleti per il luogo, nonché oggetto di interesse per i pellegrini, quindi essenziali anche dal punto di vista economico

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