Storia della nazionale di calcio dell'Inghilterra
Le origini
Il primo incontro internazionale che gli annali del calcio registrarono fu disputata fra le due compagini britanniche all'Hamilton Crescent di Glasgow il 30 novembre 1872 e terminò con un pareggio a reti inviolate. Da allora la nazionale albionica ha disputato oltre 800 partite internazionali contro squadre nazionali di tutto il mondo, anche se i primi confronti avvennero quasi esclusivamente all'interno delle isole britanniche sia come amichevoli, sia nell'ambito del cosiddetto Torneo Interbritannico (British Home Championship).[1]
Nelle prime edizioni delle Olimpiadi presero parte rappresentative del Regno Unito variamente composte. Queste rappresentative vinsero gli ori nel 1900, 1908 e 1912.
Nel 1900 il calcio era al suo esordio olimpico assoluto, venne disputato un torneo dimostrativo al quale parteciparono sole tre squadre; trionfò la squadra dilettantistica dell'Upton Park F.C (un sobborgo di Londra) che, ovviamente, rappresentò il Regno Unito. Nel 1908 venne disputato il primo torneo olimpico di calcio ufficiale, in questo torneo e in quello 1912, il Regno Unito venne rappresentato dalla propria nazionale, questo permise al suo commissario tecnico di raccogliere giocatori dilettanti delle quattro federazioni.
Nonostante ciò, non è del tutto esauriente quello che si riporta da più parti, cioè che gli inglesi si arrogassero il ruolo di inventori del calcio e, di conseguenza, non intendessero mescolarsi alle altre nazionali: la Federcalcio inglese entrò infatti a far parte della FIFA nei primissimi anni di vita della federazione internazionale (1906); tuttavia ne uscì nella seconda metà degli anni venti (per la precisione nel 1928) a causa di una serie di divergenze con i vertici (soprattutto francesi) dell'associazione.[2]
Tra i motivi d'attrito vi era l'idea da parte della FIFA, e di Jules Rimet in particolare, di organizzare un proprio campionato mondiale di calcio alternativo al torneo olimpico: questo fatto avrebbe oscurato l'Home Championship e, soprattutto, messo in crisi il sistema delle amichevoli di lusso gestito in proprio dalla potente federazione inglese. Pure, vi erano differenze di vedute sull'introduzione del professionismo nel calcio, evento già consumatosi da tempo sulle isole britanniche, ma visto ancora con sospetto da parte della dirigenza mondiale, che condivideva una visione decoubertiniana dello sport.
In tal modo la nazionale dei tre leoni (così soprannominata per via del suo stemma) non prese parte alle prime tre edizioni dei mondiali di calcio, salvo riservarsi il privilegio di mettere in palio il "proprio" titolo morale invitando a misurarsi con loro le squadre di volta in volta ritenute degne. Si ricordano a questo proposito i memorabili incontri con il Wunderteam di Hugo Meisl nel 1932 e con l'Italia di Vittorio Pozzo, campione del mondo nel 1934 e 1938. Le due sfide con gli azzurri vennero giocate rispettivamente a Londra (3-2 per l'Inghilterra) e a Milano (2-2). La prima partita è nota come "battaglia di Highbury".
Anni 1940 e 1950
L'Inghilterra ritornò a far parte del mondo calcistico ufficiale negli anni immediatamente successivi alla seconda guerra mondiale, quando uno spirito di collaborazione sovranazionale pareva attraversare il mondo, anche sportivo. Nel 1946 la Football Association ridivenne membro della FIFA, nel 1948 si tennero i primi giochi olimpici del dopoguerra proprio nella capitale inglese e due anni dopo anche il calcio era pronto a ritrovare la sua competizione principale.
L'umiliazione brasiliana
Il battesimo inglese nella Coppa Rimet si tenne dunque ai Mondiali brasiliani del 1950, in cui gli inglesi furono eliminati nel girone preliminare. Infatti, dopo una vittoria per 2-0 contro il Cile, la nazionale inglese patì un'inattesa e clamorosa sconfitta contro gli Stati Uniti, che vinsero 1-0 (gol di Gaetjens). La successiva sconfitta per 1-0 con la Spagna (rete di Zarra) affossò definitivamente le loro velleità di riscatto.
Ma lo schiaffo peggiore per i giocatori inglesi arrivò il 25 novembre 1953, quando l'Ungheria guidata da Puskás fu la prima nazionale non britannica ad espugnare la "tana" di Wembley battendo i padroni di casa per 3-6. Desiderosi di rivincita, gli inglesi vollero organizzare una nuova partita pochi mesi dopo: il 23 maggio 1954 a Budapest la nazionale dei tre leoni voleva dimostrare che la sconfitta di Wembley era stato solo un episodio, ma i magiari inflissero all'Inghilterra un umiliante 7-1, a tutt'oggi la più pesante sconfitta della nazionale inglese.
Nel mondiale elvetico del 1954 fu l'Uruguay a sconfiggere gli ex maestri nei quarti di finale, mentre nell'edizione del 1958 fu necessario uno spareggio contro l'Unione Sovietica al primo turno, che vide gli inglesi uscire nuovamente sconfitti.
Anni 1960: il ciclo di Ramsey, il titolo del 1966 e il terzo posto all'Europeo
Il campionato del mondo 1962 riservò un'ulteriore delusione, con il Brasile che eliminò gli inglesi nei quarti di finale.[3][4]
L'occasione del riscatto giunse nel 1966, quando la formazione d'oltremanica ospitò il Mondiale.[5] I padroni di casa potevano contare su una squadra di qualità, i cui pali erano difesi dal valido Gordon Banks: nell'undici titolare trovavano poi spazio i fratelli Charlton, Jack e Bobby, e Moore.[5] Fu soprattutto il reparto difensivo a risultare fondamentale nel primo turno, in quanto Banks non dovette raccogliere alcun pallone dalla sua rete[5]; dopo un pareggio senza gol con l'Uruguay, sia il Messico che la Francia vennero battute per 2-0.[6] Nei quarti, l'Inghilterra sconfisse con fatica l'Argentina: dopo che l'arbitro Kreitten espulse Antonio Rattín per uno sguardo controverso, un gol di Hurst risolse la contesa al 79'.[5] In semifinale, una doppietta di Bobby Charlton regolò il Portogallo cui non bastò la rete del capocannoniere Eusébio.[7]
La finale contro la Germania Ovest, disputata a Londra il 30 luglio 1966, risultò la duecentesima partita nella storia dei Mondiali.[8] I tedeschi pervennero a condurre nel primo tempo, con un gol di Haller (12'): Hurst trovò il pari al 18', mentre al 78' Peters portò il punteggio sul 2-1.[5] A ridosso del 90' Weber, contestato dagli inglesi per un presunto fallo di mano, realizzò tuttavia il 2-2.[5] Nel corso della prima frazione supplementare, Hurst segnò un gol fantasma rimasto negli annali: il pallone colpì il lato inferiore della traversa, per poi rimbalzare sulla linea e ricadere in campo.[9] Il direttore di gara, lo svizzero Dienst, chiese il parere dell'assistente più vicino, il sovietico Tofik Bachramov, che convalidò la rete.[9] Ritenuto a lungo non valido[10], il gol fu riconosciuto perfettamente regolare a mezzo secolo di distanza.[9][11] Ancora Hurst, in contropiede mentre la Germania era sbilanciata alla ricerca del 3-3, sferrò il colpo del knock-out allo scadere: gli inglesi vinsero per 4-2, conquistando il loro unico titolo mondiale.[5] Lo stesso attaccante divenne, quel giorno, il solo calciatore capace di marcare una tripletta nella finale di una Coppa del mondo.[12] La coppa fu consegnata ai giocatori dalla Regina Elisabetta in persona.[5]
Sulla scia del Mondiale, nel 1968 la squadra colse un altro risultato di rilievo: il terzo posto all'Europeo.[13] Approdata alla fase finale dopo aver superato un gruppo con le vicine rivali (Scozia, Galles e Irlanda del Nord) l'Inghilterra perse con la Jugoslavia in semifinale, battendo poi l'Unione Sovietica nella gara valida per il bronzo.[13]
Anni 1970: il declino
Nel 1970, ai Mondiali di Messico, gli inglesi si presentarono da campioni uscenti ma subirono la «vendetta» dei tedeschi nei quarti.[14] Pur essendo andata in vantaggio di due gol, la formazione d'Oltremanica fu rimontata nei supplementari e perse 3-2: al risultato concorse la prestazione sottotono del portiere Banks, afflitto da un'intossicazione alimentare.[15] L'eliminazione aprì un decennio poco felice per l'Inghilterra, battuta ancora dalla Germania nelle qualificazioni per l'Europeo 1972.[16]
In seguito, la squadra mancò l'accesso a due Mondiali consecutivi; nella fase eliminatoria per il torneo del 1974 fu superata dalla Polonia, fallimento che portò all'esonero di Ramsey dopo 11 anni.[17] Nel 1978 venne invece estromessa dall'Italia, terminando a pari punti in classifica ma con una peggior differenza-reti.[18]
Anni 1980: la rinascita con Greenwood e Robson
Eliminata al primo turno degli Europei 1980 (in un girone con Belgio, Spagna e gli stessi azzurri), l'Inghilterra si riscattò qualificandosi - sotto la conduzione tecnica di Ron Greenwood - per il campionato del mondo 1982.[19] La formazione che affrontò quel torneo venne ritenuta, da stampa e tifosi, la migliore dopo quella che aveva trionfato nel 1966: le speranze erano motivate dallo stato del calcio nazionale, poiché dal 1977 al 1982 la Coppa dei Campioni aveva visto l'assoluto dominio di club britannici.[20] Malgrado un'ottima partenza, con la vittoria a punteggio pieno del girone 4, agli inglesi risultò fatale la seconda fase: i pareggi, senza gol, con Germania Ovest e Spagna causarono l'addio alla competizione.[21] Greenwood lasciò quindi spazio a Bobby Robson, considerato uno dei migliori commissari tecnici nella storia della selezione.[22]
Il Mondiale 1986 vide l'Inghilterra stentare nel primo turno, perdendo con il Portogallo e pareggiando col Marocco[23]: soltanto una tripletta di Lineker alla Polonia nell'ultima giornata consentì di accedere agli ottavi.[24] Sconfitto il Paraguay per 3-0[25], il cammino s'arrestò nei quarti per mano dell'Argentina: una doppietta di Maradona, che realizzò nel contesto le sue reti più famose (la mano de Dios e il gol del secolo), rese vano il gol della bandiera siglato da Lineker.[26] L'attaccante, che dopo la rassegna iridata passò dall'Everton al Barcellona, risultò capocannoniere con 6 centri.[27] Ben più deludente fu l'esperienza dell'Europeo 1988, con l'immediata uscita ai gironi subendo 3 sconfitte in altrettante gare.[28]
Grandi aspettative furono riposte nei Tre Leoni anche per il Mondiale 1990, cui la squadra accedette da imbattuta e senza alcun gol al passivo nelle qualificazioni.[29][30] La fase finale, al contrario[31], iniziò con due pareggi contro la vicina Irlanda e i Paesi Bassi: il successo per 1-0 contro l'Egitto assicurò la qualificazione agli ottavi.[32] I bianchi d'Albione superarono quindi il Belgio nei supplementari, con un gol di Platt[33]; nei quarti toccò al Camerun arrendersi per 3-2, vedendo ribaltato il temporaneo vantaggio da una doppietta di Lineker (che mise a segno entrambe le reti su rigore).[34] In semifinale, la Germania Ovest ebbe la meglio sugli inglesi dal dischetto[35]; la manifestazione andò in archivio con il quarto posto, dopo aver perso anche con l'Italia nella finale di consolazione (2-1).[36] Per la seconda volta, dopo la vittoria del 1966, la formazione concluse un Mondiale tra le prime 4.[37]
Anni 1990: alterne fortune
Il duplice fallimento di Taylor
Robson si dimise per lasciar posto a Graham Taylor, con cui l'Inghilterra si qualificò da imbattuta all'Europeo 1992.[38] Il nuovo allenatore si distinse per le frequenti esclusioni riservate a Paul Gascoigne, il cui talento agonistico era sovente minato da problemi comportamentali.[39] Nella rassegna continentale, gli inglesi non superarono il primo turno: ai pareggi senza gol contro Francia e Danimarca, seguì una sconfitta in rimonta con la Svezia.[40] Durante la partita con i transalpini, Taylor sostituì Lineker: questa rimase l'ultima presenza in Nazionale per il centravanti, che non riuscì ad eguagliare Charlton in fatto di marcature (49).[41]
Il momento negativo proseguì con le qualificazioni al Mondiale 1994, in cui i britannici persero 2-0 contro la Norvegia.[42] Un'altra disfatta, rimediata con i Paesi Bassi, compromise ulteriormente le speranze di partecipare al torneo.[43] Furono infatti proprio gli scandinavi e olandesi a qualificarsi per il torneo, lasciando all'Inghilterra il terzo posto: nell'incontro conclusivo della fase eliminatoria, non bastò sconfiggere per 7-1 la matricola San Marino.[44] Contro la squadra del Titano, gli uomini di Taylor erano tra l'altro passati in svantaggio dopo appena 8" (rete più veloce di sempre nelle qualificazioni).[45]
A seguito del fallimento, Taylor abbandonò l'incarico.[46][47] Nel gennaio 1994, la FA nominò Terry Venables come suo successore.[48][49][50]
Gestione Venables e l'Europeo casalingo del 1996
Ammessa all'Europeo 1996 in qualità di nazione ospitante, l'Inghilterra vinse la Umbro Cup nel giugno 1995.[51] Nel dicembre successivo, Venables entrò in polemica con la FA circa il rinnovo del contratto.[52] Il ruolo di capitano era sovente ricoperto da Platt[53][54], ma prima del torneo la fascia venne affidata a Tony Adams.[55] L'allenatore rinsaldò lo spirito di squadra e il morale, dopo il controverso episodio che vide coinvolti Gascoigne e altri compagni, fotografati ubriachi in un locale di Hong Kong.[56]
La partita inaugurale fu contro la Svizzera e terminò 1-1; nelle successive gare del girone, la squadra ottenne due vittorie contro Scozia (2-0) e Paesi Bassi (4-1).[57][58] Nei quarti affrontò la Spagna, battuta ai rigori dopo lo 0-0 dei supplementari.[59] In semifinale si arrese invece alla Germania, sempre dal dischetto, dopo una sequenza di 12 rigori.[60] L'unico errore fu quello di Southgate, prima della realizzazione decisiva di Andreas Möller.[61] Alan Shearer risultò il miglior marcatore della manifestazione, con 5 centri.[62].
L'era Hoddle
Già prima della rassegna continentale, la Federazione aveva annunciato l'ingaggio di Glenn Hoddle a partire dal luglio 1996.[63] La nuova squadra che si andò a comporre fondava sui giovani l'asse portante: Ferdinand e Campbell costituivano la coppia di centrali difensivi, con il terzetto in mediana formato da Scholes, Butt e Beckham[64] Shearer divenne inoltre il capitano, succedendo a Tony Adams.[65] Nel giugno 1997 i Leoni si aggiudicarono il Torneo di Francia (un quadrangolare amichevole di prestigio cui presero parte anche Francia, Italia e Brasile), mentre ad ottobre staccarono il biglietto per il Mondiale francese.[66] Risultò decisivo il pareggio dello Stadio Olimpico di Roma contro gli azzurri, risultato che costrinse questi ultimi (benché imbattuti nelle otto partite del girone) a disputare lo spareggio contro la Russia.[67]
In vista dell'evento iridato, Hoddle escluse Gascoigne e Le Tissier dalla lista dei convocati[68]: scelse invece il diciottenne Michael Owen[69][70]. Le due esclusioni eccellenti causarono la fine della carriera internazionale dei due calciatori e attirarono sull'allenatore aspre critiche[71][72].
Gli inglesi superarono il girone con due vittorie (ai danni di Tunisia e Colombia) inframmezzate da una sconfitta contro la Romania[73][74]. Promossi agli ottavi grazie al secondo posto nel girone non seppero andare oltre, perdendo ai tiri di rigore (2-2 dopo 120 minuti) con l'Argentina[75]. Tra i responsabili del mediocre torneo fu indicato Beckham, che nel corso della gara con i sudamericani era stato espulso dopo un alterco con Diego Simeone[76][77]. Si impose invece all'attenzione Owen, autore di due reti nella manifestazione.[78]
Il rapporto di Hoddle con la squadra andò via via deteriorandosi, sia per lo stentato inizio nelle qualificazioni a Euro 2000 che per la rottura con i calciatori (in particolare Shearer).[79][80][81] La goccia che fece traboccare il vaso fu un'intervista rilasciata al Sunday Times, ad inizio 1999, in cui il commissario tecnico - parlando della reincarnazione - definì la disabilità una punizione per peccati commessi in vite precedenti.[82][83][84][85] Malgrado le scuse, Hoddle fu esonerato.[86]
Anni 2000
La parentesi di Keegan e l'Europeo 2000
L'incarico di commissario tecnico fu poi affidato all'ex calciatore Kevin Keegan, fortemente richiesto da stampa e tifoseria.[87] L'Inghilterra chiuse al secondo posto il girone eliminatorio per l'Europeo 2000 (con 9 punti di ritardo dalla Svezia) ma superò la Polonia, appaiata in classifica, per l'esito favorevole degli scontri diretti.[88] Fu quindi ammessa allo spareggio con la Scozia[89], imponendosi per 2-0 nella gara di andata con la doppietta di Scholes.[90] Al ritorno, perse con un solo gol di scarto.[91] La manifestazione in Belgio e Olanda si rivelò tuttavia fallimentare, eguagliando le esperienze negative del 1988 e 1992.[92]
Al debutto, i Leoni persero 3-2 contro il Portogallo.[93] Vinsero poi di misura con la Germania[93], ma un k.o. con la Romania (ancora per 3-2 e sempre in rimonta) causò la prematura eliminazione.[93] Shearer si ritirò dalla Nazionale dopo il torneo, come già paventato nei primi mesi del 2000.[94] Il 7 ottobre, la formazione salutò il vecchio Wembley perdendo (1-0) con i tedeschi in una gara valida per l'accesso ai Mondiali 2002.[95][96] La partita fu l'ultima in Nazionale per Adams, dopo 13 anni, e Keegan che rassegnò le proprie dimissioni.[96][97] Nel gennaio 2001, arrivò in panchina il primo straniero nella storia della selezione d'oltremanica: lo svedese Sven-Göran Eriksson.[98][99]
Il ciclo Eriksson
Il 1º settembre 2001 l'Inghilterra si tolse un'importante soddisfazione, allorché andò a violare per 5-1 il campo della Germania: la netta vittoria, di cui Owen fu il principale artefice con una tripletta, spianò la strada verso la fase finale dei Mondiali 2002.[100][101][102] La certezza della partecipazione al torneo venne conquistata 35 giorni più tardi, con il 2-2 contro la Grecia che assicurò il primo posto.[103][104] Giunta al torneo da grande favorita[105], la squadra deluse ancora una volta: superato a stento il girone[106], si arrese al Brasile nei quarti.[107]
In vista dell'Europeo 2004 Eriksson diede spazio al giovane Wayne Rooney, che divenne il più precoce realizzatore nella storia della Nazionale.[108] L'Inghilterra debuttò perdendo con i campioni uscenti della Francia, dopo essere andata in vantaggio e aver fallito un rigore.[109][110][111] Rooney si caricò quindi la squadra sulle spalle, mettendo a segno due doppiette contro Svizzera e Croazia (battute per 3-0 e 4-2)[112][113]: i 6 punti in classifica comportarono l'accesso ai quarti[114], dove i padroni di casa del Portogallo ebbero la meglio ai rigori.[115][116][117]
Eriksson rimase in panchina anche per le qualificazioni al Mondiale 2006, durante le quali la sua squadra venne sconfitta a Belfast dall'Irlanda del Nord.[118] La disfatta, che pure attirò le critiche della stampa[119], non pregiudicò la partecipazione degli inglesi al torneo.[120] Il rapporto tra allenatore e mass media continuò tuttavia ad incrinarsi[121], tanto che già nel maggio 2006 la federazione annunciò il nome del sostituto: Steve McClaren, nominato ufficialmente dopo la rassegna.[122] I Mondiali di Germania si aprirono con le vittorie su Paraguay, condannato da un'autorete nei minuti iniziali[123], e Trinidad-Tobago che invece difese lo 0-0 per oltre 80 minuti.[124] Il 2-2 con la Svezia non mutò la classifica, ma si segnalò il grave infortunio di Owen che dovette saltare interamente la stagione successiva.[125] Negli ottavi, un gol di Beckham su punizione piegò la resistenza dell'Ecuador[126]; i Leoni si fermarono nuovamente ai quarti, cedendo ancora al Portogallo dagli 11 metri.[127]
La parentesi McClaren
Il nuovo corso tecnico conobbe un avvio in salita, poiché Beckham decise di rinunciare alla fascia di capitano.[128][129] Anche senza lo Spice Boy, l'Inghilterra iniziò bene il proprio percorso nelle eliminatorie di Euro 2008.[130] Tornata in campo a due mesi dal Mondiale, sconfisse per 5-0 l'Andorra e per 1-0 la Macedonia.[131][132] McClaren alimentò comunque ulteriori polemiche, escludendo dalle convocazioni (oltre all'ex numero 7) anche Campbell e il portiere David James.[133] La situazione dell'Europeo mutò inoltre rapidamente, poiché nelle quattro partite successive (disputate dall'ottobre 2006 al marzo 2007) i britannici racimolarono appena 5 punti: costretti al pari dai macedoni e da Israele[134], persero con la Croazia rimediando un secco 2-0[135]; l'unica vittoria di questo periodo arrivò con l'Andorra, capace comunque di resistere per circa un'ora sullo 0-0 (3-0 il finale).[136] Il 1º giugno 2007, la Nazionale inaugurò il nuovo Wembley disputandovi un'amichevole con il Brasile che terminò 1-1.[137] La gara vide i rientri, dopo un anno di assenza, di Beckham e Owen: l'attaccante, 5 giorni dopo, segnò contro l'Estonia (battuta 3-0) superando - in fatto di gol - Lineker, ritiratosi dalla Nazionale nel 1992.[138] Alla ripresa delle qualificazioni, nel mese di settembre, altri due successi (con il medesimo risultato) ai danni di israeliani e russi parvero ipotecare l'accesso al torneo.[139][140] Un'altra affermazione, nel ritorno con la Russia, avrebbe garantito la qualificazione matematica: a Mosca gli inglesi passarono in vantaggio con Rooney, ma una doppietta di Pavljučenko ribaltò il verdetto.[141][142] Sebbene il 2-1 parve compromettere, irrimediabilmente, la situazione un aiuto inatteso giunse da Israele, che il 17 novembre 2007 batté per 2-1 la Russia rivale degli inglesi, facendo tornare in corsa questi ultimi. Il successo degli israeliani rese infatti sufficiente per gli inglesi un pari con i croati (dal canto loro già certi di partecipare all'europeo) per aggiudicarsi la seconda piazza.[143] I Leoni fallirono tuttavia anche l'ultimo appello, perdendo per 2-3 al nuovo Wembley e lasciando il posto ai russi.[144][145] All'indomani della disfatta, McClaren e il suo secondo (l'ex ct Venables) furono sollevati dai rispettivi incarichi.[146]
L'avvento di Capello
Subito dopo il fallimento, la squadra inglese ritrovò i croati nelle qualificazioni per il campionato del mondo 2010: il sorteggio pose i Leoni in un raggruppamento più che abbordabile, considerata la presenza di avversarie non impegnative.[147] Alla fine del 2007, la Federazione scelse Fabio Capello come nuovo selezionatore.[148][149] Il tecnico italiano, secondo straniero dopo Eriksson[150], ottenne in modo imperioso la qualificazione al mondiale sudafricano.[151][152] Vincendo consecutivamente le prime 8 gare, i britannici si qualificarono per la rassegna iridata con due giornate di anticipo compiendo un fatto senza precedenti.[153] Dopo l'ininfluente sconfitta con l'Ucraina, il girone fu chiuso a quota 27 punti sui 30 disponibili.[154] L'ottimo comportamento della fase eliminatoria consentì alla squadra di beneficiare, in sede di sorteggio, dello status di testa di serie: il girone si rivelò alla portata, comprendendo Stati Uniti, Algeria e Slovenia.[155]
Anni 2010
Il Mondiale 2010 e le dimissioni di Capello
Il torneo sudafricano si aprì con la sfida contro i rivali americani, che terminò in parità: all'iniziale vantaggio di Gerrard rispose Donovan, la cui rete fu agevolata dall'errore del portiere Green.[156] Anche la seconda giornata fece registrare un pareggio, stavolta ben più deludente: 0-0 con i nordafricani.[157] Il biglietto per gli ottavi fu staccato solamente all'ultima partita, regolando di misura la Slovenia con un gol di Defoe.[158] La contemporanea vittoria degli Stati Uniti contro l'Algeria, maturata nei minuti finali, fece scivolare gli inglesi in seconda posizione: l'abbinamento degli ottavi di finale fu con la Germania, vicecampione continentale nel 2008.[159] I tedeschi vinsero facilmente per 4-1, ma l'Inghilterra recriminò per una rete di Lampard (quella del 2-2) che non fu convalidata dall'arbitro nonostante il pallone avesse varcato la linea[160]: si trattò della peggior sconfitta della Nazionale in Coppa del mondo, nonché del passivo più pesante mai registrato negli ultimi 60 anni.[161][162]
Capello qualificò gli inglesi anche per l'Europeo[163], dimettendosi però nel febbraio 2012.[164] L'allenatore entrò in aperto contrasto con la FA, la quale aveva spodestato John Terry della fascia di capitano per il presunto comportamento razzista che il giocatore avrebbe assunto nei confronti di Anton Ferdinand, suo compagno di squadra.[164]
La gestione Hodgson
Nel maggio 2012, poco prima che la manifestazione avesse inizio, Roy Hodgson venne nominato commissario tecnico.[165][166] La fase finale del torneo, cui i Leoni vennero riammessi dopo 8 anni, presentò coincidenze con l'ultima partecipazione del 2004: il debutto contro la Francia (che, passata in svantaggio, riuscì a recuperare[167]) e l'eliminazione nei quarti ai rigori, stavolta ad opera dell'Italia.[168] Nelle altre due gare del girone, gli inglesi avevano battuto la Svezia e l'Ucraina eliminando entrambe.[169]
Hodgson conquistò poi anche l'accesso al campionato del mondo 2014[170], in cui la doppia sconfitta con Italia e Uruguay (sempre per 2-1) causò l'eliminazione prematura.[171] L'unico punto in classifica fu ottenuto nella partita di chiusura, pareggiando senza gol con la Costa Rica già qualificata.[172] In seguito, l'Inghilterra reagì al fallimento e conquistò con numeri da record l'accesso all'Europeo 2016: vincendo a punteggio pieno il proprio raggruppamento, i britannici risultarono la prima formazione ammessa sul campo (la seconda in generale dopo la Francia, nazione ospitante).[173][174] Come da tradizione, l'attesa per il torneo fu densa di aspettative[175]; al debutto venne però confermato un dato negativo, ovvero la mancata vittoria nell'incontro di esordio (1-1 con la Russia).[176] Battendo per 2-1 il Galles e pareggiando a reti bianche con la Slovacchia[177], la formazione raggiunse gli ottavi[178]: a sorpresa, in tale turno, perse con l'Islanda venendo eliminata.[179] Hodgson si dimise subito dopo l'eliminazione[180], a causa anche delle feroci critiche mosse dalla stampa.[181]
La parentesi di Allardyce e l'arrivo di Southgate
A sostituire Hodgson fu chiamato Sam Allardyce[182], che guidò la squadra per una sola partita.[183] Nel settembre 2016, il nuovo commissario tecnico venne infatti esonerato dopo un caso di corruzione che gettava ombre sull'intero movimento calcistico del paese.[184][185] In autunno la Football Association affidò quindi all'ex calciatore Southgate la panchina[186]; malgrado l'addio di Rooney[187], gli inglesi accedettero al Mondiale 2018 da imbattuti.[188] Per la fase finale del torneo, i Leoni furono inseriti nel gruppo G con Belgio, Tunisia e l'esordiente Panama.[189]
Le vittorie riportate contro i nordafricani e centramericani diedero l'immediata qualificazione agli ottavi[190][191], mentre la sconfitta con i Diavoli Rossi regalò a questi ultimi il primato nel girone.[192] Durante la fase a eliminazione diretta, gli inglesi ebbero la meglio sulla Colombia ai rigori (sfatando un tabù pluridecennale) e sulla Svezia (2-0) ritrovando la semifinale della coppa dopo 28 anni.[193][194] L'accesso alla finale venne sbarrato dalla rivelazione del torneo, la Croazia: passati in svantaggio all'inizio della partita, i balcanici pareggiarono al 68' per poi trovare nei supplementari il gol decisivo.[195] L'Inghilterra replicò il quarto posto del 1990, perdendo la finale di consolazione contro i belgi.[196] L'attaccante Kane vinse invece il titolo di cannoniere con 6 gol, eguagliando quanto fatto da Lineker nel 1986.[197]
In autunno l'Inghilterra partecipò alla Nations League dove, malgrado un avvio complicato[198][199], riuscì a risollevarsi staccando in classifica Croazia e Spagna.[200][201] Ammessa alla Final Four[202], la squadra cede ai supplementari contro i Paesi Bassi per poi sconfiggere ai rigori la Svizzera ottenendo il terzo posto.[203]
Note
- ^ * RSSSF. Dati e statistiche
- ^ * Giovanni Armillotta. Come Fifa comanda. «I Quaderni speciali di Limes», n.2 - 2005
- ^ (EN) Ken Jones, Football: England at the World Cup: 1962 Chile - Garrincha the hero as 'war' breaks out, su independent.co.uk, 2 giugno 1998.
- ^ (EN) Garrincha scores against England, su bbc.co.uk, 14 agosto 2012.
- ^ a b c d e f g h (EN) Did the 1966 World Cup change England?, su bbc.co.uk, 24 luglio 2016.
- ^ Inghilterra, Germania, Ungheria e Urss vittoriose negli incontri di ieri sera, in La Stampa, 21 luglio 1966, p. 8.
- ^ L'Inghilterra ha superato il Portogallo: 2-1, in La Stampa, 27 luglio 1966, p. 8.
- ^ (EN) England-West Germany (1966), su englandfootballonline.com. URL consultato il 21 novembre 2017.
- ^ a b c (EN) Dominic King, Geoff Hurst's goal against West Germany DID cross the line! Sky Sports finally prove linesman was right to award controversial strike in 1966 World Cup final, su dailymail.co.uk, 4 gennaio 2016.
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