Commodore International
Commodore International Ltd. (in precedenza Commodore Portable Typewriter Company, detta brevemente Commodore) è stata una società divenuta in seguito una holding gestoria multinazionale attiva tra il 1955 ed il 1994 che ha operato principalmente nel settore dell'informatica e dell'elettronica.
Commodore International Ltd. | |
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Stato | ![]() |
Altri stati | ![]() |
Fondazione | |
Fondata da | Jack Tramiel |
Chiusura | 29 aprile 1994 |
Sede principale | West Chester |
Settore | |
Prodotti | |
Fatturato | $ 889 300 000[1] |
Fondata nel 1953 da Jack Tramiel, dal 1976 stabilì il suo quartier generale a West Chester in Pennsylvania (Stati Uniti d'America) e la sede legale nelle Bahamas. Dopo il fallimento, il marchio ed i diritti di proprietà intellettuale sono passati nel corso degli anni a diverse società. Tra i computer più famosi prodotti dalla società si ricordano il Commodore PET, il Commodore VIC-20, e soprattutto il Commodore 64.
Storia
Jack Tramiel e la Commodore Portable Typewriter Co.
Jack Tramiel, un ebreo polacco originario della città di Łódź e sopravvissuto alla campo di concentramento di Auschwitz, nel novembre del 1947 emigrò negli Stati Uniti d'America dove nel 1948, affascinato dalla vita militare, si arruolò nello United States Army imparando, nei quattro anni che vi trascorse, a riparare macchine per scrivere. Congedatosi dall'esercito, dopo un breve periodo in cui si guadagna da vivere come tassista, decide di utilizzare la competenza acquisita nella riparazione di macchine da scrivere: assieme al suo amico Manny Kapp, nel 1953 fonda la Commodore Portable Typewriter Company, un negozio situato nel Bronx di New York, dove vendeva e riparava macchine da scrivere.[senza fonte]
La scelta della parola commodore (in italiano "commodoro"), uno dei gradi da ufficiale della marina militare, deriva dalla passione di Tramiel per il mondo militare. Tramiel in seguito spiegherà che la scelta cadde su quel grado perché i gradi superiori erano già stati utilizzati da altre società e l'idea gli venne durante un viaggio in Germania dove vide un'automobile denominata Opel Commodore.[2] L'affermazione di Tramiel in realtà appare essere un ricordo distorto in quanto l'auto in questione sarebbe apparsa sul mercato solo nel 1967, quasi 15 anni dopo il battesimo della prima azienda di Tramiel.[3]
La Commodore Business Machines Ltd
Forte di un accordo commerciale per l'assemblaggio di una macchina per scrivere di una società ceca, nel 1955 Tramiel si trasferisce a Toronto (Canada), dove fonda la Commodore Business Machines Ltd. (anche nota con la sigla CBM),[4] con l'intento di creare un business di importazione di macchine da scrivere dall'Europa, aggirando le restrizioni sulle importazioni presenti negli Stati Uniti. Il nome della società probabilmente è ispirato a quello della ben più famosa International Business Machines Corporation (IBM).[senza fonte]
Alla fine degli anni cinquanta, i produttori giapponesi invadono il mercato americano di macchine per scrivere a basso costo, obbligando la società di Tramiel a spostare il proprio business verso le calcolatrici meccaniche. Nel febbraio 1962 la società si quotò in borsa a 2,5 dollari per azione.
La Commodore International Ltd ed il PET
Nello stesso 1962, viene fondata negli Stati Uniti la Commodore International Ltd. Alla fine degli anni sessanta, varie società giapponesi cominciano ad esportare economiche macchine addizionatrici in Nord America, facendo una dura concorrenza ai produttori americani. Tramiel decide di investire tutto nella produzione di calcolatrici elettroniche, un prodotto molto innovativo per l'epoca.
Rapidamente la Commodore diventa uno dei marchi più popolari nel settore delle calcolatrici elettroniche, mettendo sul mercato sia modelli destinati al grande pubblico che modelli scientifici e programmabili, con numerosi modelli furono importati anche in Italia. Nel 1975, la Texas Instruments, il principale fornitore di componenti elettronici della Commodore, decide di entrare sul mercato delle calcolatrici, vendendo dei modelli con il proprio marchio, ad un prezzo inferiore rispetto al costo di vendita degli stessi componenti.
Per non dichiarare bancarotta, Tramiel chiese a Irving Gould, il principale azionista della Commodore, un corposo finanziamento. Nel 1976 la società trasferì la sua sede legale alle Bahamas e si trasformò in una holding gestoria multinazionale, attuando un processo di pianificazione aziendale finalizzato alla riorganizzazione della Commodore Portable Typewriter. Durante tale riorganizzazione, la statunitense Commodore Business Machines Inc. diventa la società del gruppo a cui sono affidate ricerca e sviluppo. Nello stesso anno venne acquisita per 800.000 dollari la MOS Technology Inc., azienda produttrice di circuiti integrati, che viene rinominata Commodore Semiconductor Group. Con questa mossa Tramiel intendeva evitare di essere dipendente da fornitori terzi per la produzione dei propri dispositivi elettronici e questa strada sarà mantenuta anche negli anni successivi, quando la produzione si sposterà verso il settore dei personal computer e degli home computer.[senza fonte]
L'acquisizione della MOS Technology mise a disposizione della Commodore un certo numero di esperti ingegneri elettronici; uno di questi Chuck Peddle diviene rapidamente responsabile tecnico dell'azienda e inizia un'opera di convincimento nei confronti di Tramiel sull'importanza di espandersi verso il nascente mercato dei personal computer e degli home computer.
L'idea di Peddle viene approvata e gli viene assegnato l'incarico di predisporre un prototipo di quello che sarebbe diventato il primo computer prodotto dalla Commodore: il Commodore PET, il primo computer della Commodore. Elementi caratteristici della macchima erano, processore della MOS 6502, il KERNAL e il Commodore BASIC residente in ROM. Tramiel impose tuttavia di mantenere tutti i costi al minimo. Il PET fa il suo debutto nel 1977: una macchina piuttosto spartana ma efficiente e ad un costo concorrenziale rispetto ad altri prodotti dell'epoca, primo fra tutti l'Apple II. Negli anni successivi vengono introdotte numerose versioni di Commodore PET.
Gli anni '80 e gli "home computers"
Nel 1981 la Commodore introduce il VIC-20, la sua prima macchina ad essere stata definita un home computer, venduto ad un prezzo di 299$.[5] A differenza della serie PET, caratteristiche salienti del VIC-20 furono la grafica e il suono, uniti ad un costo estremamente concorrenziale, e potendo essere collegata direttamente ad un televisore, evitando quindi la necessità di acquistare un monitor dedicato, nonché una aggressiva politica di marketing, che portò il computer ad esser venduto anche nei centri commerciali.
Ad appena un anno di distanza dalla nascita del VIC-20, viene introdotto il Commodore 64, suo successore naturale. Questa macchina è caratterizzata soprattutto da una grande capacità di memoria e dall'introduzione di nuovi processori dedicati alla grafica e al suono. L'enorme successo del Commodore 64 fece sì che gli home computers, prodotti negli anni successivi con la serie Commodore 264 risultarono fallimentari ed anche inferiori nelle vendite rispetto al C64.
Nel 1985 venne immesso sul mercato il Commodore 128 per rimediare allo scarso successo che i computers della serie 264 avevano ottenuto. Il nuovo computer introdusse una lunga lista di miglioramenti: un display a 80 colonne, piena compatibilità con CP/M e 128 kB di RAM, e con BASIC aggiornato alle versione 7.0 con nuovi comandi per la gestione della grafica e del sonoro.[6] Essendo inoltre compatibile col Commodore 64 ciò consentì di abbassare il prezzo della macchina del 1982. A partire da metà decennio la Commodore si dedicò anche alla produzione di PC IBM compatibili, una gamma di molti modelli nota come i Commodore PC, che ebbe un discreto successo in Europa. La società realizzò anche alcuni personal computers coomercialuzzati nella linea Commodore PC, e nel 1985 venne realizzato un prototipo per un nuovo home computer detto Commodore 900, ma il cui sviluppo venne cancellato nello stesso anno dopo l'acquisto di Amiga Corporation, grazie a cui poté introdurre sul mercato una nuova linea di computer: il Commodore Amiga.
Gli anni '90 e il fallimento
Nonostante all'inizio degli anni '90 la società stesse lavorando a nuovi progetti, come il Commodore 65 che non venne però mai terminato ed il Commodore CDTV prodotto e commercializzato per un breve periodo tra il 1991 e dil 1993, nell'aprile del 1994 la società fallì a causa di errate scelte di gestione effettuate dal gruppo dirigenziale volte alla massimizzazione dei profitti mediante la produzione di componentistica di scarso pregio e ad errori di marketing nella commercializzazione dei propri prodotti.[7]
La dirigenza della Commodore richiede inizialmente l'amministrazione controllata, secondo il "Chapter 11" dello US code che regola la bancarotta, tuttavia alla fine del periodo di amministrazione controllata, si optò per la chiusura, dismissione e vendita di tutti gli asset immobiliari, finanziari e intellettuali. Dopo essere stata messa in liquidazione, i beni e le proprietà intellettuali della società e di alcune sue consociate (come la Commodore Amiga Inc., detentrice delle proprietà intellettuali della piattaforma Amiga) vennero acquistate nell'aprile del 1995 dalla tedesca Escom per 12 milioni di dollari. Dopo il fallimento di quest'ultima nel 1996, la società venne rilevata dalla Gateway.
Gli anni 2000 e i nuovi progetti correlati
Dopo ulteriori vicende legali la società venne acquisita dall'olandese Tulip Computers che all'inizio del 2005 ha ceduto ogni diritto sul marchio Commodore alla connazionale Yeahronimo Media Ventures.[8] Quest'ultima nello stesso anno ne cambiò nome in Commodore International Corporation ed ha introdotto sul mercato alcuni gadget hi-tech i cui nomi sono simili ad alcuni dei vecchi prodotti Commodore: PET, VIC-20 e C64. Durante l'Internationale Funkausstellung Berlin del 2008, la società, col marchio di Commodore Consumer Electronics,[9] ha annunciato l'entrata sul mercato del laptop UMMD 8010/F equipaggiato con processore VIA C7-M, 1 GB di RAM, Hard Disk da 80 GB, display da 10.2 pollici, webcam da 1.3 Mpx, connettività Wi-fi b/g e opzionalmente bluetooth, al prezzo di 325 sterline.[10]
Nel 2010 la società statunitense Commodore USA ottenne in licenza l'utilizzo del marchio relativo al Commodore 64, ed ideò un PC esteticamente molto simile al C64, con processore AMD Fusion, scheda grafica AMD Radeon, lettore/masterizzatore DVD (o Bluray), memoria DDR3 da 2 o 4 GB, hard disk da 1TB e con un proprio sistema operativo, il Commodore OS Vision, in grado di emulare software dei classici modelli Commodore come Amiga e C64. Annunciato a marzo 2010 e sebbene secondo il sito web ufficiale sarebbe stato commercializzato alla fine dello stesso anno[11][12] è stato poi lanciato sul mercato il 5 aprile 2011[13] vendendo tutti gli esemplari disponibili nel giro di 24 ore rendendo necessaria un prenotazione con attese di oltre 20 giorni per i nuovi approvvigionamenti.[senza fonte] I modelli offerti erano tre: una linea di PC compatti chiamati VIC Slim e Plus. Furono inoltre annunciati anche quattro modelli di Amiga,[14][15] tuttavia la produzione è terminata nel 2013, dopo il fallimento della società. Nel 2019 una società di nome Commodore Business Machines fondata da Massimo Canigiani, Carlo Scattolini e Paolo Besser dopo una disputa legale con due società holding Polable e C=Holding BV ha visto assegnarsi l'utilizzo esclusivo del marchio da parte dell'Ufficio dell'Unione europea per la proprietà intellettuale.[16]
Le società consociate
Di seguito, suddivise per continente, sono elencate le consociate di Commodore International Ltd. Tra parentesi è indicato il Paese d'appartenenza.
- Commodore Business Machines Inc. (Stati Uniti)
- MOS Technology Inc. (Stati Uniti)
- Commodore Amiga Inc. (Stati Uniti)
- Commodore Business Machines Ltd. (Canada)
- Commodore Electronics Ltd. (Bahamas)
- Commodore European Support and Coordination Company (Paesi Bassi)
- Commodore BV (Paesi Bassi)
- Commodore France SARL (Francia)
- Commodore Business Machines Ltd. (Regno Unito)
- Commodore Italiana S.r.l. (Italia)
- Commodore Italiana S.p.A. (Italia)
- Commodore Computer NV/SA (Belgio)
- Commodore SA (Spagna)
- Commodore Computer GmbH (Austria)
- Commodore Protuguesa Electronica SA (Portogallo)
- Commodore Büromaschinen GmbH (Germania)
- Commodore Data A/S (Danimarca)
- Commodore Computers Norge A/S (Norvegia)
- Commodore AB (Svezia)
- Commodore AG (Svizzera)
Asia:
- Commodore Japan Ltd. (Giappone)
- Commodore Business Machines Ltd. (Hong Kong)
- Commodore Electronic Ltd. (Hong Kong)
- Commodore Business Machines Inc. Ltd. (Nuova Zelanda)
- Commodore Business Machines Pty. Ltd. (Australia)
L'importanza storica
Tra la metà degli anni settanta e la metà degli anni novanta, Commodore International Ltd. ha venduto decine di milioni di home computer in tutto il mondo con il marchio, ed è una delle principali case produttrici di computer artefici della cosiddetta "alfabetizzazione informatica di massa" soprattutto grazie alle idee di Jack Tramiel: per la prima volta nella storia, grazie all'attività della società il computer passa da oggetto esoterico e molto costoso (destinato quindi all'ambito lavorativo o scientifico e gestito da personale ultraspecializzato) a bene di consumo delle masse. Tale passo è reso possibile dall'avvento dell'elettronica miniaturizzata, la microelettronica: in particolare è il microprocessore a rappresentare la conquista tecnologica che permette l'abbattimento dei costi di produzione di un computer, portandoli a livelli neanche immaginati nei decenni precedenti.
Note
- ^ Commodore Gazette 1, p. 40
- ^ Software Development Times (January 1, 2008), Page 10.
- ^ Kretzinger, Boris: Commodore - Aufstieg und Fall eines Computerriesen, Morschen 2005, p. 14, Fn 18. ISBN 3-938199-04-0
- ^ (EN) Commodore International B.V.: Private Company Information, su investing.businessweek.com, 17 settembre 2008. URL consultato il 10 agosto 2009.
- ^ Commodore VIC 20 da storiainformatica.it
- ^ Ian Matthews, Commodore 128 - The most versatile 8 bit computer ever made, su commodore.ca, 11 luglio 2003. URL consultato il 17 dicembre 2017.
- ^ Ian Matthews, Irging Gould - The Money Man, su commodore.ca, 30 settembre 2002. URL consultato il 7 dicembre 2012 (archiviato dall'url originale il 24 dicembre 2012).
- ^ Punto Informatico, Commodore, un fantasma nei salotti, 19 dicembre 2005.
- ^ Vetrina di Commodore Consumer Electronics presso l'IFA di Berlino 2008[collegamento interrotto]
- ^ PcWorld, Commodore torna con un notebook[collegamento interrotto], 03 settembre 2008.
- ^ Il ritorno del Commodore 64, su itespresso.it. URL consultato il 28 marzo 2010.
- ^ PC64, un PC dal look "vintage", su commodoreusa.net. URL consultato il 16 ottobre 2010 (archiviato dall'url originale il 20 settembre 2010).
- ^ Commodore 64, ritorno con un meh da punto-informatico.it, 8 aprile 2011
- ^ Commodore OS Vision come sistema operativo, su commodorecomputerblog.com.
- ^ Commodore USA: il ritorno di un mito
- ^ Commodore, l’azienda diventa italiana, da spaziogames.it, 19 gennaio 2019
Bibliografia
- Brian Bagnall, Sulla cresta... del baratro: la spettacolare ascesa e caduta della Commodore, Lulu.com, 2012, ISBN 978-1-326-51943-8.
- La politica economica della Commodore International (JPG), in Commodore Gazette, anno 2, n. 1, Milano, IHT, gennaio 1987, pp. 36-41, OCLC 955306596.
Voci correlate
Altri progetti
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Commodore International
Collegamenti esterni
- (EN) Commodore History, su commodore.ca. URL consultato il 18 maggio 2006 (archiviato dall'url originale il 29 aprile 2006).
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