José Maurício Nunes Garcia

compositore brasiliano
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José Maurício Nunes Garcia (Rio de Janeiro, 22 settembre 1767Madrid, 28 aprile 1830) è stato un compositore e presbitero brasiliano.

Dettaglio del ritratto di José Maurício Nunes Garcia opera di suo figlio José Maurício Jr.

Mulatto, discendente di schiavi, nacque povero, ma ricevette una solida formazione sia musicale sia letteraria e umanistica. Optò per la carriera ecclesiastica per devozione, ma probabilmente anche per motivi pratici, essendo un mezzo per avere garantito un futuro decente, specialmente per persone della sua condizione sociale. Le sue elevate qualità artistiche e intellettuali si misero presto in luce e spinsero la società schiavistica del suo tempo ad attenuare le forti restrizioni di accesso a posizioni di prestigio per i negri e i mulatti come lui, ma non lo liberarono completamente dagli infortuni generati dal pregiudizio razzista.

José Maurício visse in una fase di grandi mutamenti politici, sociali e culturali, testimoniando la transizione dal Brasile coloniale all'Impero indipendente, e fra il barocco e il neoclassicismo. In questo periodo si passò da un universo culturale che aveva due secoli d'età ed erano profondamente radicato in Brasile, basandosi su contrasti accentuati, sulla sontuosità decorativa e sull'espressione di un'emozione esaltata, verso un altro in cui si ebbe un recupero delle idee dell'Antichità, che ponevano l'equilibrio, la chiarezza e l'economia espressiva sotto il primato della ragione. La sua opera musicale rifletté questi mutazioni estetiche in una sintesi ibrida di vari aspetti, da una parte partendo dall'eredità della musica coloniale brasiliana, ma assorbendo forti influenze dalla scuola classicista tedesca, che diventeranno dominanti nella sua produzione matura. Il suo apogeo durò solo una decina di anni: iniziò con la nomina a maestro di cappella della Cattedrale di Rio de Janeiro alle fine del XVIII secolo, e trascorse con la prima parte del periodo in cui la corte portoghese risiedette a Rio. In questo periodo, ebbe il favore del principe reggente dom João, che fu un grande ammiratore del suo talento, e lo indicò come direttore della Cappella Reale e lo fece cavaliere dell'Ordine del Cristo. Frattanto, l'affermato operista portoghese Marcos Portugal, arrivato in Brasile nel 1811, immediatamente guadagnò il favore dell'élite e fece a Nunes Garcia una guerra costante, occupando praticamente tutto il suo antico spazio. Ciò provocò la sua fase di decadenza, forse accelerata da una salute in declino e dalla generale crisi economica e istituzione dei primi anni dopo l'Indipendenza del Brasile. Ciò nonostante, proprio in questo periodo finale compose alcune delle sue opere più importanti, come il Requiem e l'Ofício de Finados (1816) e le messe di Nostra Signora del Carmine (1818) e di Santa Cecilia (1826). Morì quasi in miseria con poco più di sessant'anni, lasciando, nonostante fosse sacerdote, cinque figli, che ebbe da Severiana Rosa de Castro.

Fu forse il compositore brasiliano più prolifico del suo tempo, e oggi è considerato uno dei nomi più rappresentativi della musica brasiliana di tutti i tempi e senza dubbio il più importante compositore della sua generazione. La sua posizione storica è stato interpretata alla luce di ideologie divergenti e molti miti hanno tentato di impadronirsi della sua figura, che è più citata per il folclore che suscitò più di quanto sia realmente conosciuta e compresa in maniera obiettiva e critica. Sopravvivono più di 240 composizioni catalogate, praticamente tutte ascrivibili al genere sacro e vocale: messe, mattutini, vespri, mottetti, antifone e altre composizioni per il culto cattolico, a fronte di poche modinhas e qualche brano orchestrale e drammatico, nonché un'opera didattica, mentre il resto si è perduto. Fu celebre anche come professore di musica e strumentista, elogiato soprattutto per le sue qualità di improvvisatore e di accompagnatore al pianoforte.

Biografia

Infanzia

Nato il 22 settembre 1767, José Maurício ebbe come genitori il sarto Apolinário Nunes Garcia, originario dell'Ilha do Governador, e Vitória Maria da Cruz, oriunda di Minas Gerais, che si erano sposati nel 1762 nella chiesa di Santa Rita da Cascia a Rio de Janeiro. Entrambi erano mulatti, figli di madri schiave e di padri bianchi, e secondo la legge dell'epoca dovevano essere schiavi anche loro, ma erano stati affrancati. Testimoni dell'epoca li dichiarano "sempre buoni cattolici, che vivono con molta decenza", e il padre fu rispettato nella sua professione.[1][2] José Maurício nacque in Rua da Vala, l'attuale Rua Uruguaiana, e fu battezzato nella Cattedrale il 20 dicembre dello stesso anno.[3]

Secondo la tradizione rivelò fin dall'infanzia il suo talento per la musica, ma poco si sa dei suoi primi anni. Manuel de Araújo Porto-Alegre, suo contemporaneo e uno dei suoi primi biografi, dice che aveva "dalla più tenera infanzia una bellissima voce e cantava mirabilmente", e doveva essere dotato di una "prodigiosa memoria", potendo "riprodurre fedelmente tutto quello che ascoltava".[4] La sua vita non fu tranquilla. A sette anni perse il padre e fu cresciuto dalla madre con l'aiuto di una zia. Le due donne, semplici lavandaie, percepivano l'interesse del bambino per la musica e lavoravano duramente per permettersi le lezioni private con il professore Salvador José de Almeida Faria, musicista di Minas Gerais che operava nel solco della tradizione locale tardo-barocca e proto-classicista ed era un vecchio amico di famiglia.[5] L'insegnamento ricevuto dal giovane era solido, come dimostra una correzione della sua prima composizione conosciuta, un'antifona per la Cattedrale di Rio de Janeiro, Tota pulcra es Maria (1783), composta a 16 anni. Probabilmente in questo periodo cantava nel coro della Cattedrale.[6][7] Nel 1784 partecipò alla fondazione della Confraternita di Santa Cecilia, di cui era uno dei membri più giovane, il che attesta anche la sua buona preparazione. L'ammissione gli dava il diritto di insegnare musica, e la docenza divenne la sua principale occupazione.[8][9] Questa confraternita, più che una riunione di amanti della musica, per qualche tempo monopolizzò l'attività musicale di Rio, agendo quasi come un sindacato professionale e proibendo a musici estranei di lavorare finché non fossero entrati nella confraternita.[10]

 
Pianta di Rio nel 1769, opera di Francisco João Roscio.

Quando José Maurício nasceva, la città di Rio da pochi anni era diventava capitale della colonia, dopo Salvador, e attraversava una fase di modernizzazione, in cui fu dotata de nuove arterie e abbellimenti, ma era ancora una città abbastanza provinciale, le cui feste pubbliche erano vincolate al calendario liturgico e le stesse celebrazioni civili in generale vedevano una forte partecipazione della Chiesa. La trasformazione in capitale cominciò ad attrarre in città artisti e intellettuali, e le confraternite religiose avevano l'occasione di rinfocolare la loro tradizionale competizione organizzando liturgie con musica di qualità e migliorando le loro orchestre. Il viceré, il marchese di Lavradio, cercava di dare più varietà all'ambiente e di formare un'élite istruita, incentivando le Aulas Régias e l'Accademia Scientifica e ordinando la costruzione di un nuovo teatro, ove si iniziarono rappresentazioni di spettacoli vari destinati al popolo, commedie, drammi, mascherate e anche alcune opere liriche di compositori europei, come Giovanni Paisiello, Niccolò Jommelli e Domenico Cimarosa, ma le messinscene erano ancora in molti casi di livello amatoriale. Probabilmente, nella sua giovinezza, José Maurício entrò in contatto con questo centro di cultura, che era il più importante della città, e potrebbe aver partecipato ad alcune rappresentazioni.[11] Secondo i suoi primi biografi, non fu mai in grado di acquistare un clavicembalo o un pianoforte per esercitarsi, compiendo le sue esercitazioni con una viola de arame e avendo accesso a strumenti a tastiera solo nelle case de suoi alunni. La tradizione riporta che non ebbe mai professori di pianoforte e che ne avesse scoperto i segreti da autodidatta, ma sembra difficile che non avesse ricevuto neppure qualche rudimento orientativo informale dai suoi molti amici musicisti professionisti, specialmente in rapporto all'organo, strumento di grande complessità.[4][12]

Per completare la sua formazione, frequentò le Aulas Régias, ricevendo preparazione in storia, geografia, francese, italiano, greco, latino e retorica sacra e profana con il padre Elias, e filosofia razionale e morale con il dottor Agostinho Corrêa da Silva Goulão, formatosi a Coimbra. Porto-Alegre riferisce che il suo progresso fu molto rapido, dicendo che in poco tempo i suoi maestri lo considerarono capace di sostituirli nelle lezioni. Goulão gli avrebbe offerto la docenza, ma José Maurício avrebbe rifiutato, scegliendo di dedicarsi alla musica sacra.[13][4][14]

Il 5 gennaio 1791, iniziando la sua preparazione al sacerdozio, chiese l'apertura del processo per l'abilitazione agli esami sinodali. Come era prassi, fu fatta un'inchiesta per attestare il suo buon carattere e la sua appartenenza a una famiglia rispettabile. La sua reputazione di buon cattolico e di persona di degni costumi, nonché la sua qualità intellettuale, gli permisero di essere dispensato dal requisito di avere "sangue limpido", necessaria per l'ordinazione in una società schiavistica e discriminante, in cui avere sangue negro era un impedimento per una carriera ecclesiastica o mondana di successo. Ma c'era un altro requisito, quello di possedere un patrimonio. Grazie alla generosità del commendatore Tomás Gonçalves, suo amico e protettore, ricevette come dote una casa in Rua das Marrecas, soddisfacendo così a tutti i requisiti per l'abilitazione.[15] Il 7 settembre entrò nella Confraternita di San Pietro dei Chierici, componendo per la stessa tre Te Deum. Il 17 dicembre, già suddiacono, s'iscrisse alla seconda parte degli esami, e il 3 marzo 1792 fu ordinato presbitero e celebrò la sua prima missa al Palácio da Conceição, residenza del vescovo.[16]

Il suo ingresso nella Chiesa poteva essere frutto di una devozione autentica, in quanto i suoi primi biografi lo dipingono come un cattolico sincero fin dall'infanzia,[17] ma secondo Vasco Mariz, nel contesto dell'epoca, e considerando le sue origini umili e disonorevoli di figlio di schiavi affrancati mulatti, deve essere stata, forse principalmente, un'opzione dettata da ragioni eminentemente pratiche, essendo una carriera che gli assicurava una stabilità finanziaria e gli offriva prestigio e influenza sociale, aprendogli molte porte anche nel mondo secolare.[5] Allo stesso tempo, il tradizionale interesse per la musica da parte della Chiesa deve essere stato un'altra forte attrattiva per la scelta del percorso ecclesiastico.[18] Il suo ingresso e la sua ascesa nella Chiesa d'altra parte furono eccezionalmente rapide. La veloce dispensa dal suo "difetto di colore" indica che già a quel tempo godeva di prestigio fra il clero, e il vescovo di Rio de Janeiro, José Caetano da Silva Coutinho, dichiarò che egli era uno dei sacerdoti più istruiti della sua diocesi, diventandone amico e introducendolo nel circolo degli intellettuali che frequentavano i salotti letterari e filosofici che manteneva nel suo palazzo, a cui partecipavano fra gli altri il marchese di Maricá e José Antônio Caldas.[4]

Sfornava nuove composizioni a un ritmo regolare, e in alcuni dei principali brani di questa fase di esordio, come la Sinfonia Funebre (1790), che gli diede una fama significativa fama e consolidò il suo prestigio come compositore, già diede segno di possedere uno stile suo.[19] Fu nominato professore pubblico di musica nel 1795 e aprì una scuola nella sua stessa casa. La scuola era allora poverissima, disponendo appena della sua viola de arame per la pratica. Ciò nonostante, vi ricevettero la loro prima istruzione musicista che sarebbero diventati celebri, come Francisco Manuel da Silva, Cândido Inácio da Silva e Francisco da Luz Pinto.[17] L'insegnamento aveva come obiettivo primario quello di formare musici per le cerimonie della Cattedrale, era gratuito e liberava gli alunni dall'obbligo di prestare servizio militare.[5]

Apogeo

 
Registro con la nomina di José Maurício Nunes Garcia a maestro di cappella della Cattedrale di Rio.

Nel 1798 ricevette la licenza di predicare[4] e fu nominato maestro di cappella della Cattedrale, succedendo all'anziano canonico Lopes Ferreira nell'incarico più prestigioso a cui poteva ambire un musicista brasiliano del XVIII secolo, e che manterrà fino alla fine dei suoi giorni.[20] All'epoca, fungeva da Cattedrale la chiesa della Madonna del Rosario e di San Benedetto [21]. Come maestro di cappella, José Maurício componeva nuove opere e dirigeva i musici e i cantori nelle cerimonie, e suonava come organista, anche se aveva già composto musica per la cattedrale anche prima di essere designato per l'incarico.[2] Sono 32 le composizioni conosciute per uso liturgico composte prima della data della sua nomina e comprendono varie antifone, salmi e graduali, i vespri dei Dolori, di Nostra Signora e degli Apostoli, un magnificat, due miserere e altri brani per la Settimana Santa.[22] Nel 1799 entrò nella confraternita che risiedeva in questa chiesa.[5]

Nei primi anni come maestro di cappella riceveva un compenso di 125 000 real[23]. Il prestigio inerente alla funzione fece sì che ricevesse numerose commesse dalle confraternite, e lo abilitava ai concorsi pubblici per la musica commissionata dal Senado da Câmara per le celebrazioni che erano a carico delle autorità civili, come le feste del patrono San Sebastiano, del Corpus Domini, di San Francesco Borgia e della Visitazione della Beata Vergine Maria, nonché per i matrimoni, battesimi e funerali della famiglia reale e le prese di possesso dei viceré. Queste commesse, tuttavia avevano frequenza irregolare, e con il suo salario il compositore doveva pagare i musici pera l'esecuzione di quanto aveva composto. Poco dopo fu assunto dal Senado in pianta stabile, con il salario di 102 400 real, escluse le spese per l'ingaggio dei musici. Per il Senado compose opere sacre, come il Mattutino di Natale e il suo primo Requiem.[24] In seguito, sorsero vari attriti con il Senado per questioni finanziarie, e il contratto seria fu rescisso nel 1811.[14]

 
Allegoria dell'arrivo di dom João in Brasile, dove si enfatizza simbolicamente il suo ruolo di civilizzatore.

Fra il 1802 e il 1804 perfezionò la sua formazione, ricevendo lezioni di retorica con Manuel Inácio da Silva Alvarenga,[5] uno dei fondatori della Società Letteraria, che diffuse gli ideali dell'Illuminismo e legata all'Inconfidência Mineira. Il contatto di Nunes Garcia con i membri di questa Società può essere stato importante per il suo perfezionamento intellettuale, ma è discutibile che abbia partecipato alle sue riunioni. La Società fu dissolta nel 1794 perché minacciava gli interessi della Corona e i suoi membri furono incarcerati e saranno liberati solo nel 1797. Dei frutti del suo studio con Alvarenga sono testimonianze dell'epoca sulle sue eccellenti doti come oratore e predicatore, e la notizia che aveva composto cinque omelie in prosa, che sono andate perse.[25]

A partire dal 1808 l'arrivo della Corte portoghese influì direttamente nella vita del compositore. A causa del restauro che interessava la prima Cattedrale, provvisoriamente fu adibita a cattedrale la chiesa di Nostra Signora del Monte Carmelo. Secondo una tradizione, fu qui che il principe reggente dom João, appena sbarcato, ascoltò incantato un Te Deum di Nunes Garcia, facendo così conoscenza con il compositore.[2]

La presenza della corte trasformò la vita della città e di tutta la colonia. A Rio si ebbero varie migliorie urbane e furono fondate una serie di istituzioni di carattere nazionale e permisero un rapido progresso su vari fronti: la Biblioteca Nazionale, la Stamperia Regia, il Giardino Botanico, l'Accademia di Belle Arti e il Museo Nazionale e, ciò che era davvero importante per il compositore, la Cappella Reale. Altri ascolti che dom João fece delle sue composizioni lo convinsero a nominare José Maurício ispettore di musica e organista della Cappella Reale, con il sostanzioso onorario di 600 000 real e l'obbligo di comporre nuove opere e dirigere nelle cerimonie. L'attività della Cappella Reale trovò sede inizialmente nella chiesa di Nostra Signora del Monte Carmelo, che per ordine regio accumulò anche in via definitiva la funzione di Cattedrale.[2][4] Con la corte vennero in Brasile anche la maggior parte degli ufficiali della Curia patriarcale di Lisbona. Nella riorganizzazione del Capitolo metropolitano di Rio, che doveva incorporare i nuovi arrivati, i canonici portoghesi tentarono di escludere i canonici residenti brasiliani, e di estromettere Nunes Garcia dal posto di maestro di cappella perché era mulatto, circostanza che ai loro occhi era incompatibile con il servizio in una chiesa che fungeva da Cappella Reale e prevedeva la presenza del principe, a cui non si doveva dare "il dispiacere di incontrarvi alcuna persona con difetti fisici visibili", una chiara allusione al colore della pelle del maestro di cappella.[26]

 
Il Patrem omnipotentem del Credo della Messa di San Pietro d'Alcantara in do maggiore.

La manovra dei canonici portoghesi non riuscì, e Nunes Garcia continuò nel suo incarco. Il principe era un notorio amante della musica, riconobbe il talento del sacerdote mulatto e si occupò di dotare la Cappella Reale di un corpo di musici e cantori reclutati fra i migliori d'Europa, facendone una delle migliori istituzioni musicali dell'America del tempo. Con questa solida base, la Cappella diede a Nunes Garcia la possibilità di approfondire la sua attività e di arricchire la sua esperienza, in quanto oltre a consentire esecuzioni di alta qualità, dom João la dotò di una grande biblioteca di spartiti e trattati musicali, attraverso la quale il maestro di cappella, nominato anche archivista, conobbe opere importanti dei principali compositori europei, come Mozart e Haydn, e perfezionò la sua tecnica di strumentazione e la sua scrittura delle parti vocali. Inoltre, le sue doti di oratore gli valsero la nomina al posto di Predicatore Regio della Cappella.[5][2] A queste attività si assommò la direzione della musica nella Real Fazenda de Santa Cruz, nella zona rurale di Rio, un'antica scuola dove i gesuiti avevano fondato un coro di eccezionale qualità, composto solo da schiavi. Per la Fazenda scrisse diverse composizioni. Le sue svariate funzioni ufficiali esigevano un impegno titanico, che pregiudicò la sua salute.[14]

Note

  1. ^ Antonio Campos Monteiro Neto, "Infância e Juventude", in: José Maurício Nunes Garcia, 1999-2011
  2. ^ a b c d e Ricardo Bernardes, "José Maurício Nunes Garcia e a Real Capela de D. João VI no Rio de Janeiro", in: Revista Textos Brasileiros, (12):41-45
  3. ^ Cleofe Person de Mattos, José Maurício Nunes Garcia: biografia, Fundação Biblioteca Nacional, 1997, p. 22
  4. ^ a b c d e f Manuel de Araújo Porto-Alegre, "Apontamentos sobre a Vida e Obras do Padre José Maurício Nunes Garcia", in: Revista do Instituto Historico e Geographico do Brazil, 1856; XIX (21):354-369
  5. ^ a b c d e f Vasco Mariz, A música no Rio de Janeiro no tempo de D. João VI, Casa da Palavra, 2008, pp. 32-64
  6. ^ Mattos (1997), pp. 28-30
  7. ^ Jetro Meira de Oliveira, Elton Leandro Machado e Gabriel Iglesias Martins, "O Te Deum CPM 92 de José Maurício Nunes Garcia: processo de transcrição/edição", in: Anais do XXI Congresso da ANPPOM, 2011, pp. 995-1001
  8. ^ Mattos (1997), p. 34
  9. ^ Lucas Dias Martinez Ambrogi, Tensões Sonoras: embates entre dois discursos sobre o nacionalismo musical no Brasil: Mário de Andrade e o grupo música viva (1920-1950). Dissertação de Mestrado. Universidade Estadual de Londrina, 2012, p. 33
  10. ^ Roberto Sussumo Anzai, Opção ou desconhecimento? Panorama da prática interpretativa ligada ao repertório vocal existente no Brasil de 1730 a 1850, sob o ponto de vista do registro fonográfico brasileiro realizado entre 1957 e 2005. Dissertação de Mestrado. Universidade Estadual Paulista, 2008, p. 30
  11. ^ Mattos (1997), pp. 24-32
  12. ^ Mattos (1997), pp. 32-34
  13. ^ "A comemoração de José Maurício", Revista do Instituto Histórico e Geográfico Brasileiro, 1930, pp. 687-705
  14. ^ a b c Carlos Alberto Figueiredo, "Garcia, José Maurício Nunes", in: Dicionário Biográfico Caravelas, Núcleo de Estudos da Historia da Música Luso-Brasileira, 2012
  15. ^ Vasco Mariz, História da Música no Brasil, Nova Fronteira, 2005, pp. 51-59
  16. ^ Mattos (1997), pp. 43-44
  17. ^ a b Antonio Campos Monteiro Neto, "A Ordenação", in: José Maurício Nunes Garcia, 1999-2011
  18. ^ Mattos (1997), p. 44
  19. ^ Mattos (1997), pp. 30-37
  20. ^ Mattos (1997), p. 46
  21. ^ Igreja de Nossa Senhora do Rosário e São Benedito
  22. ^ Mattos (1997), p. 45
  23. ^ In portoghese il real di questo periodo ha come plurale réis, a differenza del real attuale, che ha il plurale regolare reais. Inoltre la notazione per i réis è particolare: il simbolo "$" si scrive tra la cifra delle migliaia e quella delle centinaia: 125$000 réis.
  24. ^ Mattos (1997), pp. 46-47
  25. ^ Mattos (1997), pp. 50-51
  26. ^ Mattos (1997), pp. 66-67