Odilon Redon
Bertrand Redon, meglio conosciuto come Odilon Redon (Bordeaux, 20 aprile 1840 – Parigi, 6 luglio 1916), è stato un pittore e incisore francese.

Biografia
Nel 1855 cominciò i suoi studi di disegno, attratto in modo particolare dalle opere di Eugène Delacroix, e nel 1860 cominciò a esporre al Salon des Amis des Arts di Bordeaux. Nel 1864 si trasferì a Parigi dove entrò in contatto con Gustave Moreau: fu in questo periodo che Redon si avvicinò alle tematiche simboliste, arrivando alla conclusione che la vera dimensione dell'arte è il sogno, che permette all'artista l'esplorazione di un fantastico mondo interiore. In contrapposizione al contemporaneo impressionismo, Redon rifiutò, nelle sue prime creazioni, l'uso del colore, privilegiando i disegni e le litografie, che espose al Salon dal 1867 al 1889.
I suoi artisti preferiti (Francisco Goya, Edgar Allan Poe, Charles Baudelaire) e le sue amicizie (Paul Gauguin, Stéphane Mallarmé, André Gide) collocano Redon nell'ambito di quel simbolismo del quale fu un precursore e uno dei più autentici rappresentanti in campo figurativo. Nella sua produzione s'intrecciano miti classici e orientali a temi tipici del suo tempo, pieni di ambiguità basata sullo strano, sul bizzarro, sul chimerico e sul grottesco che non mancò di suscitare l'interesse dei surrealisti; ma fu soprattutto l'amicizia col poeta Stéphane Mallarmé che permise a Redon di ampliare e approfondire in chiave decadente i temi dei suoi dipinti.
Il 1º maggio 1880, a 40 anni, sposa Camille Falte, una creola originaria dell'Ile-Bourbon (in seguito sarà ribattezzata isola di Réunion), alla quale fu estremamente legato, e che lo aiuterà curando i rapporti con la stampa e i mercanti d'arte. Nel 1886 espose all'ultima mostra degli impressionisti, ormai tale solo di nome.
A partire dal 1889 mise in secondo piano i disegni e le litografie per dedicarsi maggiormente alla pittura, usando gli oli, i pastelli e gli acquerelli, per far scaturire l'irrazionale e il mistero dai più semplici soggetti, spesso da un semplice mazzo di fiori. Legato a questo tema vi fu la profonda amicizia col botanico Armand Clavaud, che lo indirizzò verso le teorie di Charles Darwin e gli trasmise la passione per i fiori, e col pittore Henri Fantin-Latour; ma mentre l'approccio di quest'ultimo è fondamentalmente realistico, Redon filtra la realtà attraverso la memoria e l'immaginazione, dando alla sua composizione una valenza evocatrice che va al di là dell'aspetto esteriore dei fiori.
Negli anni successivi Redon ritornò regolarmente su questo tema e a partire dal 1900 inserì le nature morte floreali, da sole o sullo sfondo di altri quadri, in tutte le esposizioni a cui prese parte. Questi dipinti, che testimoniano la sua predilezione per il sogno e la fantasia, furono i primi ad avere una certa popolarità al di fuori degli ambienti delle avanguardie simboliste.
Nel 1889 conobbe il gruppo dei pittori Nabis: dopo la partenza di Paul Gauguin per la Polinesia, i nabis cercarono il loro nuovo maestro in Redon, considerandolo uno dei precursori del simbolismo. In questi anni partecipò alle mostre del gruppo di artisti noto come Les XX - che si era formato a Bruxelles, dopo la dissoluzione del gruppo di artisti d'avanguardia La Chrysalide - e a numerose esposizioni in Francia e all'estero, tra cui l'importante retrospettiva del 1904 al Salon d'Automne.
Nel 1922 viene pubblicata a Parigi da Henri Floury À soi-même(A se stesso), una raccolta autobiografica di scritti di Odilon Redon.
Stile e contenuti
- Il sogno
Nel Simbolismo vi è una parola-chiave, che compare insistentemente: sogno. Per Redon esso è l'intima realtà, che come un sogno appare confusa, ma solo perché non ancora espressa: ed è proprio l'esprimerla che la definirà.
In Confidenze d'artista, prima parte di A se stesso, scrive:
- Ho creato un'arte secondo il mio parere, con gli occhi aperti sulle meraviglie del mondo visibile (...) È la natura che ci impone di obbedire ai doni che ci ha dato. I miei mi hanno indotto al sogno. Ho subito i tormenti dell'immaginazione e le sorprese che essa dava sotto la matita; ma queste sorprese le ho condotte e guidate secondo le leggi organiche dell'arte che conosco e sento, con il solo scopo di ottenere nello spettatore, con un improvvisa fascinazione, ogni possibile richiamo dell'incerto ed ogni evocazione, ai confini del pensiero.
Il titolo del suo primo album litografico, Nel sogno (Dans le rêve), del 1879, tirato in venticinque esemplari, [1]comprende una serie di immagini fantastiche e ispirate alle opere di Moreau, con l'influenza di Poe e Baudelaire ed esplicitamente antirealista.
- L'angoscia
Molte componenti dell'arte di Redon manifestano l'espressione della sua angoscia. Dai motivi, dai temi, dalle immagini di quest'espressione sprigiona un tono di tristezza, che ne caratterizza il lavoro artistico. La poetica dell'angoscia, il macabro e lo spaventoso di Poe e di Baudelaire sono il carattere di un'esperienza che lascia nell'anima un'eco strana ed infelice, un profondissimo umore malinconico. Ed è proprio dalla letteratura che giunge il maggior contributo alla notorietà di Redon, grazie allo scrittore Joris-Karl Huysmans che nel suo romanzo Controcorrente (À rebours) sottolinea il gusto decadente per il raro, il ricercato ed il perverso del protagonista Des Esseintes e l'opera redoniana viene quindi assunta a corrispettivo dell'estetismo e della sensibilità decadente. Il protagonista, nella sua raffinata ed eccentrica abitazione, dove accoglie soltanto «una pittura sottile, squisita, immersa in un sogno remoto, in una corruzione antica» possiede dei carboncini di Redon, opere «al di fuori di tutto, che oltrepassano i limiti della pittura, rinnovando un fantastico del tutto speciale, un fantastico di malattia e di delirio[1]».
- La gioia
Dopo un cambiamento psicologico legato alla nascita del suo secondo figlio, Redon scoprì le infinite suggestioni del colore e non riuscirà a tornare al carboncino:
- Volevo realizzare un disegno a carboncino, come quelli fatti in passato. Si è dimostrato impossibile; ho chiuso con il carboncino. Alla fine dei conti solo una materia nuova ci permette di rinnovarci...Io ho sposato il colore.
(Lettera a Maurice Fabre, 1902)
Omaggi
- Redon viene citato da Leonardo Sciascia nel romanzo Todo modo.
- Redon viene citato da Joris-Karl Huysmans nel romanzo Controcorrente.
- Redon viene citato da Gilly Macmillan nel romanzo thriller "9 giorni" ed. Newton Compton.
- Redon viene citato da Roberto Bolano nel romanzo "2666".
Opere
- Paesaggio a Peyrelebade, (1880, Collezione Ari Redon)
- L'occhio, come un pallone bizzarro, si dirige verso l'infinito (1882, litografia dalla serie A Edgar Poe, Collezione privata)
- Sognando vidi nel cielo una visione di mistero (1885)
- Occhi chiusi (1890)
- La notte (1894, dipinto)
- Il ciclope (circa 1900)
- Pegaso e le Muse, (1900, olio su tela, Collezione privata, Parigi)
- Il carro d'Apollo (circa 1905, Clemens-Sels-Museum, Neuss (Germania)
- L'albero rosso non arrossato per il sole (1905)
- Ritratto di Violette Heymann (1909-1910, pastello)
- Evocazione di farfalle (1910-1912)
- La nascita di Venere (1912, pannello ad olio)
Musei
Elenco dei musei che espongono opere dell'artista:
Bibliografia
- Marco Valsecchi, I paesaggisti dell'800, Milano, Electa-Bompiani, 1972, p. 328, tav. 117, SBN IT\ICCU\SBL\0437189 Controllare il valore del parametro
sbn
(aiuto). - Odilon Redon, A se stesso, collana Carte d'artisti, Milano, Abscondita, 2004.
Altri progetti
- Wikisource contiene una pagina in lingua francese dedicata a Odilon Redon
- Wikiquote contiene citazioni di o su Odilon Redon
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Odilon Redon
Collegamenti esterni
- Ten Dreams Galleries, su tendreams.org.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 73859058 · ISNI (EN) 0000 0001 0915 1620 · SBN BVEV008186 · BAV 495/134788 · Europeana agent/base/61467 · ULAN (EN) 500007292 · LCCN (EN) n50046104 · GND (DE) 118743740 · BNE (ES) XX878613 (data) · BNF (FR) cb11921356z (data) · J9U (EN, HE) 987007506112405171 · NDL (EN, JA) 00453838 · CONOR.SI (SL) 44769891 |
---|