Andromaca
Statua di Andromaca a Madrid
SagaCiclo troiano
Nome orig.Ἀνδρομάχη
Caratteristiche immaginarie
SessoFemmina
Luogo di nascitaCilicia
ProfessionePrincipessa di Tebe Ipoplacia

Andromaca (in greco antico: Ἀνδρομάχη?, Andromáchē, "colei che combatte gli uomini") è un personaggio della mitologia greca. Fu principessa di Tebe Ipoplacia.

I miti e la tradizione hanno delineato un ritratto sconsolato, rammaricato ed eternamente perseguitato di Andromaca, una figura toccante per essere destinata a perdere tutti i suoi cari.

Genealogia

Figlia di Eezione[1], sposò Ettore[2] e fu madre di Astianatte[2], Laodamante[3][4] ed

Mitologia

Andromaca fu mandata dal padre a Troia per dare un erede ad Ettore in un matrimonio combinato come era costume ai tempi, ma subito se ne innamorò. In altre fonti fu Ettore stesso ad andare a Tebe, portandole numerosi doni e chiedendole la mano.
In contrasto con la relazione tra Elena e Paride, quella tra Andromaca ed Ettore coincide con l'ideale greco di un matrimonio d'amore felice e fedele l'uno con l'altro e che intensifica la tragedia che condivideranno.

La coppia ebbe un figlio, chiamato Astianatte o Scamandrio[2] (nome che deriva dal fiume Scamandro che attraversa la città di Troia) e secondo altre leggende, Andromaca generò con Ettore marito altri due figli, Laodamante ed Ossinio. Circa un anno dopo il suo arrivo a Troia, un'incursione achea contro gli alleati d'Ilio le sterminò il padre Eezìone e tutti i fratelli maschi a eccezione di Pode. La casata di Priamo divenne quindi il suo unico supporto e la sua ultima famiglia a cui far riferimento.

La figura di Andromaca compare per la prima volta nell'Iliade (libro VI), mentre scongiura il marito Ettore di combattere rimanendo sulla difensiva contro Achille e di fermarsi all'albero di caprifico (fico selvatico), nel punto in cui le mura di Troia sono più deboli, ma egli riesce a farla desistere dai suoi intenti, ricordandole il suo ruolo di sposa e di madre, e di non abbattersi e lasciare le faccende riguardanti la guerra a lui, poiché Ettore, in qualità di principe ereditario, è costretto a combattere.

Andromaca perse nel giro di pochi giorni sia Pode che Ettore, uccisi nel decimo anno della guerra di Troia rispettivamente da Menelao e Achille, ma le sue tragedie non erano ancora finite: dopo che gli Achei conquistarono la città, Astianatte le fu strappato da Neottolemo, figlio di Achille, che secondo consiglio di Ulisse gettò il bambino dalle mura della città perché non voleva che la stirpe di Priamo avesse alcuna discendenza.

Una volta che la città fu rasa al suolo, gli Achei si spartirono le donne della casa reale: Andromaca divenne così schiava di Neottolemo (noto anche come Pirro, da non confondere con Pirro re dell'Epiro) che ne fece la sua concubina. Da questa unione nasceranno tre figli: Molosso, Pielo e Pergamo. Andromaca non dimenticò mai l'amore che provava per Ettore, e questo generò in Neottolemo una grande rabbia. Dopo l'abbandono da parte di Neottolemo, la donna sposò il troiano Eleno (figlio, come Ettore, di Priamo ed Ecuba), a cui diede un figlio, chiamato Cestrino.

La figura di Andromaca, una delle più commoventi della mitologia greca, rappresenta la donna nei suoi aspetti più tragici. Moglie ideale, vedova fedele, madre affranta racchiude cioè l'impotenza e la sofferenza di una donna che deve affrontare una vita senza il marito amato, ucciso dal senso del dovere, divenendo poi schiava degli Achei che le sopprimeranno anche il figlio. Nell'Eneide virgiliana Andromaca soffre l'ira di Ermione, finché troverà pace sposando in terze nozze Eleno, fratello di Ettore, ritornando così in quella famiglia dalla quale le vicende di una rovinosa guerra l'avevano allontanata con violenza.

Nella tragedia di Jean Racine Andromaca, il mito di Andromaca ritrova la sua etica e il suo lirismo.

Note

  1. ^ Igino, Fabulae, 123
  2. ^ a b c (EN) Omero, Iliade VI, 369 e 390, su theoi.com. URL consultato il 10 giugno 2019.
  3. ^ Ditti Cretese, Ephemeris Belli Troiani, 3. 20
  4. ^ Giovanni Tzetzes, Allegorie di Omero, 319
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