Tanja Savičeva a sei anni

Tatyana Nikolayeva Savičeva, comunemente indicata come Tanja (in russo Татьяна (Таня) Николаевна Савичева?; Dvorišči, 23 gennaio 1930Šatki, 1º luglio 1944), è stata una diarista sovietica, vittima dell'assedio di Leningrado durante la seconda guerra mondiale. contents

Biografia

 
Tanja Savičeva nel 1936 e le pagine del suo diario


Durante l'assedio, Savicheva registrò nel suo diario le morti di ciascun membro della sua famiglia, una delle sue ultime annotazioni sul diario riportava la sua convinzione di essere rimasta l'unica della famiglia ancora in vita. Anche se fu trasferita in ospedale, morì nel luglio del 1944 di tubercolosi intestinale. [1] La sua immagine e le pagine del suo diario sono diventate il simbolo del costo umano dell'assedio di Leningrado. Il suo diario è stato usato come testimonianza dei crimini Nazisti, durante il processo di Norimberga. Viene ricordata a San Pietroburgo con un memoriale e le è stato intitolato un asteroide della fascia principale, chiamato "2127 Tanya", scoperto nel 1971 dall'astronoma sovietica Ljudmila Ivanovna Černych.

Primi anni di vita

Tatyana Nikolayeva Savicheva, comunemente chiamata Tanya Savicheva è nata il 23 gennaio 1930, da padre pasticciere e madre sarta. Era la più piccola della famiglia, con due sorelle - Zhenya e Nina - e due fratelli - Mikhail e Leka.[3] Il padre morì quando Tanya aveva 6 anni, lasciando la moglie vedova con 5 figli. Mentre tutta la famiglia era rimasta a Leningrado, Mikhail se n'era andato prima che scoppiasse la guerra, unendosi in seguito, in territorio Nazista ai partigiani.[3] La storia di Mikhail non era nota alla famiglia che lo riteneva morto.[4]

Nell'estate del 1941 la famiglia aveva progettato una vacanza in campagna, tuttavia non fu possibile a causa dell'inizio dell'invasione dell'Unione Sovietica da parte delle forze dell'asse il 22 giugno. Ogni componente della famiglia lavorava per dare il proprio contributo all'esercito: la Madre, Mariya Ignatievna cuciva le divise, Leka lavorava come operatore di linea dell'ammiragliato, Zhenya lavorava nella fabbrica di munizioni, Nina aiutava nella costruzione di difese cittadine e lavorava nella fabbrica di munizioni con la sorella; gli zii Vasya e Lesha servivano nella difesa antiaerea. Tanya, che allora aveva 11 anni, per lavoro aveva il compito di scavare trincee e di mettere bombe incendiarie. Nina fu mandata a lavorare al lago Ladoga, dove fu urgentemente evacuata e per questo motivo non fece più ritorno a casa.[6] La famiglia non essendone a conoscenza la credeva morta.[3]

Il Diario

Tanya aveva sempre scritto in un diario anche prima della guerra. Era un quaderno grosso e spesso in cui registrava la sua vita quotidiana, purtroppo per mancanza di combustibile per riscaldare la stufa la famiglia fu costretta a bruciarlo. qualche tempo dopo aver dovuto bruciare il suo diario Tanya ricevette un piccolo taccuino che era appartenuto alla sorella e dentro al quale Nina prendeva appunti sull'attrezzatura della caldaia nello stabilimento in cui lavorava. Fortunatamente per Savicheva la sorella non aveva scritto nella parte alfabetica del taccuino.[7]

Contenuto

«Zhenya è morto il 28 dicembre alle 12, 1941»
«La nonna è morta il 25 gennaio alle 3 del 1942»
«Leka è morto il 17 marzo 1942, alle 5 del mattino»
«Zio Vasya è morto il 13 aprile alle 2 del mattino»
«Zio Lesha, 10 maggio, alle 4 del pomeriggio, 1942»
«Mama il 13 maggio alle 7:30 del mattino, 1942»
«I Savicheva sono morti»
«Sono tutti morti»
«Rimane solo Tanya»

Le morti

Zhenya(sorella)

La prima voce del diario risale al 28 dicembre. Questa prima voce riguardava la morte della sorella maggiore Zhenya, probabilmente avvenuta a causa di una grave malnutrizionre dovuta al suo lavoro alla fabbrica di munizioni.[3] Zhenya nacque nel 1909 e si trasferì in via Mokhovaya, lontana dalla famiglia, al momento del matrimonio continuando a viverci anche dopo il divorzio. Zhenya era sottoposta ad un grande sforzo fisico ogni giorno: per arrivare a lavoro doveva fare 7 km a piedi, a volte per due turni in un giorno. Dopo il lavoro veniva chiesto di donare il sangue. Il razionamento di cibo a Leningrado era stato ridotto, lungo la Strada della Vita, attraverso il Lago Ladoga, arrivavano poche e inadeguate scorte. Si stima che in quel periodo circa 100.000 persone al mese muorivano di fame.[8][9] Zhenya morì nel suo appartamento per esaurimento e malnutrizione.[5][4] Savicheva, che registrava la morte di ogni suo membro della famiglia sul taccuino che aveva una lettera all'inizio di ogni pagina, scelse per la sorella la pagina intestata con la lettera russa ж, con la seguente affermazione: "Zhenya è morta il 28 dicembre alle 12, 1941."[4]

Yevdokiya Grigorievna(nonna)

Da qui in poi i membri della famiglia di Savicheva iniziarono a morire in rapida successione. Tanya aveva compiuto 12 anni da due giorni quando sua nonna, Yevdokiya Grigorievna, morì di insufficienza cardiaca a causa della sua grande perdita di peso. Yevdokiya Grigorievna si rifiutò di andare in ospedale a farsi curare quando venne a sapere che gli ospedali erano sovraccarichi di persone. Fu sepolta in una fossa comune in quello che oggi è conosciuto come il cimitero della memoria di Piskaryovskoye.[4][5][11] Savicheva registrò la morte della nonna con le parole:"La nonna è morta il 25 gennaio alle 3 del 1942.". La data ufficiale della morte fu registrata il 1° febbraio perche la famiglia tenne la sua tessera fino a fine mese.[4]

scomparsa di Nina(sorella)

Il 28 febbraio Nina scomparve. Quel giorno Leningrado era finito sotto un pesante bombardamento e la famiglia la riteneva morta. Nina, infatti, era stata evacuata senza preavviso attraverso il lago Ladoga sulla pericolosa via del ghiaccio, e non ebbe la possibilità di far arrivare alla famiglia nessun messaggio poiché quella via era destinata solo per scopi essenziali di rifornimento di cibo, carburante, medicine e per permettere di evacuare. Si ammalò e non poté tornare a Leningrado dalla sua famiglia fino al 1945.[4]

Leka(fratello)

La morte della nonna fu seguita dal fratello Leka nel marzo 1942.[3] Leka aveva provato ad arruolarsinell'esercito ma era stato respinto a causa della miopia; in seguito è diventato un ingegnere ed anche un musicista. Ha lavorato presso il cantiere navale Admiralty e spesso aveva anche un secondo turno durante la notte. morì nell'ospedale del cantiere navale il 17 marzo, Savicheva registrò la morte sul diario:"Leka è morto il 17 marzo 1942, alle 5 del mattino."

Vasya(zio)

Il 13 aprile, lo zio Vasya(uno dei fratelli di suo padre) morì al l'età di 56 anni. Prima della guerra i tre zii vivevano insieme in un appartamento vicino, ma quando l'assedio cominciò la famiglia si trasferì. Vasya aveva prestato servizio nella prima guerra mondiale, ma questa volta era stato rifiutato a causa della sua età.[4] Sembra che Vasya e Tanya fossero molto vicini e che Tanya trascorresse molte ore nell'appartamento, pieno di libri, di Vasya. Nel diario troviamo le parole riferite allo zio: "Zio Vasya è morto il 13 aprile alle 2 del mattino".[7]

Lesha(zio)

La morte del fratello maggiore di Vasya avvenne a maggio, all'età di 71 anni, dovuta alla sempre frequente denutrizione. Anche lui aveva cercato di arruolarsi nell'esercito, ma era stato rifiutato. Nonostante l'età si impegnò nel servizio civile a Leningrado.[4] Savicheva registro come al solito il decesso sul diario, ma al contrario delle altre volte perse la parole "morto": "Zio Lesha, 10 maggio, alle 4 del pomeriggio, 1942".[7]

Mariya Ignatievna Savicheva(madre)

Il 13 maggio 1942 è la data della morte della madre Mariya Ignatievna Savicheva. Mariya nacque nel 1889 e lavorò come sarta, aiutando anche l'esercito cucendo le uniformi dei soldati. Mariya aveva la passione per la musica e aveva sempre cercato di trasmetterla a tutti i suoi figli. Savicheva registrò la sua morte così:"Mamma il 13 maggio alle 7:30 del mattino, 1942".[4] In seguito alla morte di sua madre Savicheva presa dalla disperazione scrisse altre tre pagine con le seguenti parole:

«« Савичевы умерли »»
«« Умерли все »»
«« Осталась одна Таня »»

"I Savicheva sono morti." "Sono tutti morti." "É rimasta solo Tanya."

Ultimo periodo di vita di Tanya

Dopo la morte di sua madre, Savicheva dormì per una notte dal vicino per poi, seppur debole, trasferirsi dalla zia Evdokiya, portandosi con se gli oggetti personali della famiglia. Sua zia, sperando in cure mediche migliori e urgenti, trasferì la custodia di Tanya ad un orfanotrofio pubblico a San Pietroburgo.[4] Nel 1942, Tanya fu uno dei 140 bambini salvati da Leningrado e portati al villaggio di Krasny Bor. Anastasiya Karpova, un'insegnante nell'orfanotrofio, scrisse a Mikhail, il fratello di Tanya: "Tanya è viva, ma non sembra in buona salute, un medico, che l'ha visitata di recente, dice sia molto malata, ha bisogno di riposo, cure speciali, alimentazione, clima migliore, ma soprattutto cure materne." Nel 1944, Tanya fu mandata in un ospedale di Shatki, dove morì, di tubercolosi, un mese dopo, il 1° luglio.[12]

Nina Savicheva e Mikhail Savicheva tornarono a Leningrado una volta finita la guerra. Mikhail aveva continuato a combattere fino al 1944, riportando gravi ferite.[7]

Importanza di Tanya

 
Memoriale dedicato a Tanya Savicheva

Tanya e il suo diario sono diventati un simbolo delle vittime dell'assedio di Leningrado nell'Unione Sovietica del dopoguerra. Nel 1968, infatti, fu costruito un memoriale in suo onore, successivamente ampliato in un complesso memoriale, noto come "il fiore della vita";[12] consiste in un grande fiore di pietra disegnato e otto tavole di pietra che rappresentano le sue pagine del diario dove scrisse le morti dei suoi familiari. Il memoriale è dedicato anche a tutti i bambini che hanno subito l'assedio di Leningrado.[17]

Secondo varie fonti, uno dei documenti presentati durante i processi di Norimberga era il taccuino appartenuto a Tanya.[13][14][15]

Il poeta serbo Mika Antić ha scritto un poema dedicato a Tanya Savicheva chiamato "Un appuntamento perduto".[18]

Un pianeta minore scoperto nel 1971 dall'astronomo sovietico Lyudmila Chernykh, è chiamato "2127 Tanya" in suo onore.

C'è anche un passo di montagna, situato tra Kazakistan e Cina che porta il suo nome.[20]

Copie del diario sono state esposte in mostre in tutto il mondo e l'originale si trova al Museo statale di storia di San Pietroburgo presso la fortezza di Pietro e Paolo.

Note

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