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Mahmud Taymur, (in arabo محمود تيمور, Maḥmūd Taymūr) (Il Cairo, Egitto, 16 Giugno 1894 – Losanna, Svizzera, 1973), è stato uno scrittore egiziano.
Nato a Darb Sa'ada,[1] fu autore di romanzi e racconti, opere teatrali, raccolte di articoli di viaggio e studi sulla lingua e la letteratura in particolare arabi.[2] Fu uno dei maggiori esponenti dell'Accademia della Lingua Araba al Cairo[3] e fece parte del gruppo di scrittori egiziani Jamāʿat al-Madrasah Ḥadīthah (il Gruppo della Scuola Moderna).[4]
Biografia
Mahmud Taymur nasce il 16 giugno 1894 al Cairo, in una famiglia benestante.[5] Già molto giovane, inizia a leggere romanzi tradotti in arabo; tuttavia, come lui stesso racconterà, le prime opere che legge e che gli permettono di affacciarsi al mondo della letteratura sono di pessima qualità.[6] Col passare degli anni però la sua passione per la letteratura non diminuì; iniziò a leggere autori arabi, restando particolarmente affascinato da al-Manfaluti e dagli autori siro-libanesi del "mahjar", un gruppo di scrittori emigrati in nord America nella prima metà del '900.[7] Tra questi uno dei maggiori esponenti fu Jubran Khalil Jubran, autore di racconti brevi particolarmente apprezzati da Taymur, il quale, influenzato proprio da Jubran, iniziò a scrivere poesie in prosa. L'avvicinamento alla letteratura e la scoperta degli autori del "mahjar" lo influenzarono nell'iniziare a leggere la letteratura dei grandi autori occidentali.[8]
Quando Mahmud era ancora un bambino di 5 anni, nel 1899, sua madre morì e la sua famiglia si trasferì dal quartiere di Dar al-Sa'da[9] ad 'Ain Shams, che al tempo era un piccolo villaggio molto vicino al Cairo (ora è un quartiere tra i più antichi della capitale egiziana e ospita le università più prestigiose della città). In questo piccolo villaggio, al tempo ricco di letterati, artigiani e artisti di ogni foggia, Mahmud vide per la prima volta la realtà contadina e rimase colpito dalle condizioni in cui viveva il fellah, il contadino egiziano.[10] Lo stesso Mahmud, in un saggio autobiografico del 1960, descrive questo quartiere come "autenticamente popolare, in cui differenti gruppi e classi sociali vivono fianco a fianco". Nonostante fosse uso comune in Egitto il tenere i figli degli aristocratici lontani dagli ambienti più modesti, la famiglia Taymur era di ampie vedute e sia a Muhammad che al più piccolo Mahmud fu consentito di giocare per strada coi bambini poveri, guardare gli artigiani lavorare nelle loro botteghe ed esplorare liberamente la realtà dell'ambiente che li circondava. [11]
Condusse i suoi studi primari e secondari in Marocco, per poi iscriversi all'università di agricoltura, che tuttavia non poté portare a termine perché, quando non aveva ancora raggiunto i 20 anni, fu colpito da una violenta forma di febbre tifoide. Abbandonati gli studi di agricoltura iniziò ad occuparsi a tempo pieno di letteratura, studiando autori francesi e russi e avvicinandosi anche a quelli arabi. Al ritorno del fratello Muhammad, che aveva passato un periodo in Francia, Mahmud venne a conoscenza delle opere di Guy De Maupassant, autore che apprezzò e stimò grandemente, tanto che quando Mahmud scoprì le opere degli autori russi Chekhov e Turgenev, sostenne di vedere nel loro stile la sua influenza. Ma Mahmud Taymur non si limitò a leggere e apprezzare solo autori europei, difatti continuò a leggere opere in arabo di autori arabi, molte volte spinto dal fratello che lo consigliava nelle letture. Scoprì così al-Muwailihi e soprattutto Muhammad Haykal, il quale aveva appena pubblicato il suo libro più[12] rilevante, Zaynab.[13]
Dopo essere definitivamente guarito dal tifo, decise di dedicarsi al lavoro, dapprima al ministero della giustizia, poi al ministero degli affari esteri. Tuttavia non fu mai attratto dalle possibilità di carriera che potevano garantirgli questi lavori, non avendo nemmeno necessità in campo pecuniario, essendo lui membro di una famiglia ricca; decise dunque di dedicarsi alla sua passione, la scrittura. Nel 1920 si sposò con una della figlie di Dhur al-Fiqar Pasha, un ciambellano del re e nello stesso anno iniziò anche a pubblicare alcune opere. Ma il periodo felice di Mahmud si arrestò bruscamente nel 1921, con la morte del suo mentore, colui che più di chiunque altro lo aveva spinto a scrivere, suo fratello Muhammad,[14][15] che Mahmud stesso aveva più volte chiamato "il mio maestro".[16]
Dopo la morte di suo fratello, Mahmud si dedicò completamente all'attività di letterato. Si trasferì in Europa per due anni, buona parte dei quali spesi in Svizzera. Mahmud Taymur considerò il suo lungo soggiorno in Europa come fondamentale per la sua formazione di letterato, e passò molto tempo a studiare lo stile dei suoi autori europei preferiti. Tuttavia, quando tornò in Egitto, lo stile delle prime opere che pubblicò non era molto dissimile da quello dei suoi primi scritti.[17] La sua vita in Egitto fu segnata da eventi piacevoli, ricca di soddisfazioni ma anche da una grandissima sofferenza, quando perse il figlio appena ventenne.[18] Col passare degli anni accumulò molti premi e riconoscimenti. Nel 1947 gli venne conferito il premio per la letteratura dall'Accademia di Lingua Araba.[19] Due anni dopo, venne riconosciuto membro della stessa accademia che lo aveva premiato; nel 1950 ricevette l'ambito premio "Fu'ad I" (intitolato al re Fu'ad I) e nel 1962 il premio statale per la letteratura, che testimonia come un uomo di famiglia monarchica come lui fosse riuscito a farsi apprezzare anche in ambiente repubblicano. Morì il 25 agosto 1973, a Losanna.[20][21] Molti autori e critici sia egiziani che non hanno riconosciuto, negli anni, la sua impronta d'autore impegnato e l'hanno innalzato a livello di uno dei maggiori esponenti della letteratura egiziana e araba del XX secolo.
Pensiero e stile letterario
Mahmud Taymur ha studiato alla scuola di agricoltura del Cairo, e ha iniziato la sua carriera di scrittore pubblicando li suoi primi testi nel 1920. Le sue prime pubblicazioni sono influenzate dai grandi autori europei, in particolare Maupassant e Chekhov,[22] ma Taymur conobbe anche Balzac, Zola e Turgenev. Col passare degli anni, Mahmud Taymur si costruì sempre più uno stile proprio, in cui rimanevano evidenti le influenze dei grandi autori europei, ma da cui emergeva anche una grande personalità, marcata dallo stile tagliente delle sue opere. L'autore egiziano è riuscito infatti a dare loro un’impronta personale, manipolando il genere narrativo con grande abilità e originalità. Nel campo narrativo dimostrò una grande spontaneità, che gli conferì una notevole facilità di stesura dei testi.[23]
Taymur fece parte di una generazione di autori arabi particolarmente attenti ai problemi della classe media, autori che si occuparono di critica sociale trattando, nei propri scritti, dei lati più oscuri del vivere quotidiano in paesi come l'Egitto. Il leader di questo gruppo fu proprio lo stesso Mahmud, il quale sfruttò lo stile letterario del racconto breve arabo, genere ampiamente sviluppato da Khalil Gibran, autore libanese trasferito negli Stati Uniti e tra i più rilevanti scrittori facenti parte dell'Associazione della Penna.[24]
Tra il 1925 e il 1930 pubblica cinque raccolte di novelle, in cui propone alcuni personaggi già trattati dall'autore ‘Abdallah Nadim, curando però maggiormente rispetto al collega l’aspetto narrativo. Questi stessi personaggi vengono poi ripresi da altri importanti esponenti della letteratura e del teatro arabi del XX secolo, quali i fratelli ‘Ubayd. Queste figure vengono raccontate in modo critico, e i loro difetti vengono esposti da Mahmud Taymur in modo spietato, senza riserve. Tutte le sue opere sono caratterizzate infatti da uno spiccato manicheismo e da un marcato atteggiamento moralizzatore.[25]
Le opere di Mahmud Taymur sono principalmente improntate sulla denuncia sociale. Lui si concentrò in particolare sulle figure dei potenti, dei ricchi, degli ecclesiastici retrogradi, che secondo il suo pensiero erano il motivo principale per il quale l'Egitto, ma i paesi arabi tutti, erano considerabili arretrati rispetto ai modelli europei. La sua critica, tutt'altro che sottile, mirava a far emergere (talvolta in modo quasi grottesco) i grandi difetti delle classi più agiate della società, spesso corrotte da potere e denaro, e sempre opposte allo sviluppo sociale che invece Mahmud sosteneva.
Essendo stato il primo (insieme al fratello Muhammad) a cimentarsi nel racconto breve di ambientazione esclusivamente araba, Mahmud è considerato il precursore del racconto arabo moderno; lui e suo fratello scrissero bozzetti di vita quotidiana egiziana in un contesto reale, in cui esplorarono e misero in evidenza i diversi tratti della psicologia del comportamento umano, sottolineando le molte debolezze e le rare virtù degli uomini.[26] Quello usato da entrambi i fratelli Taymur e particolarmente da Mahmud era un modello di denuncia diretta, che puntava a criticare lo stato delle cose ed elaborare una tipologia di modelli da imitare e di antimodelli da rifiutare. Molte delle sue opere si caratterizzano per un atteggiamento moralizzatore molto spinto, che si palesa attraverso marcati insulti e forti critiche nei confronti dei propri personaggi: questo per dimostrare, attraverso difetti ed errori di questi ultimi, quanto l'autore disprezzasse le persone che nella società reale questi personaggi andavano a incarnare; personaggi dipinti con maestria in forma scritta, ricollegati (talvolta in modo esplicito) a personaggi verosimili.[27]
Il suo stile variò negli anni e se nei suoi primi scritti utilizzò una lingua colloquiale e dialettale, nel corso degli anni si orientò verso un utilizzo sempre più frequente e preciso dell'arabo classico.
Famiglia Taymur
Mahmud Taymur è nato in una famiglia dove non mancavano ricchezza e cultura; di origine curda, la famiglia Taymur è stata molto rilevante nel panorama politico egiziano. Suo nonno, Muhammad ibn Ali Kurd Taymur, era un alto funzionario e amico del wali d'Egitto Muhammad Ali (nonché poi di suo figlio Ibrahim); prima di trasferirsi al Cairo, la famiglia Taymur viveva nella provincia di Mossul, e fu il bisnonno di Mahmud (un ufficiale dell'esercito ottomano) a decidere di trasferirsi lungo il Nilo.[28] La madre di Mahmud e Muhammad, Khadijah, era la figlia di Ahmed Pasha Rashid (che fu a suo tempo ministro degli interni) mentre sua madre era greca. Khadijah si sposò nel 1890 con Ahmad Taymur (1871-1930), padre di Mahmud e Muhammad.[29] Costui era un colto aristocratico del XIX secolo, scrittore noto per il suo vasto interesse per il patrimonio arabo nonché studioso della lingua araba, di storia e di letteratura.[30] Costui indirizzò entrambi i figli alla lettura sin dalla tenera età, portandoli a conoscere ampi panorami letterari e a occuparsi in generale di lingua e letteratura, facendo nascere in loro la passione per la stessa. Muhammad, che tra i due fratelli era considerato quello con le doti più spiccate, ebbe una grandissima rilevanza nel campo letterario egiziano e arabo, occupandosi nei propri libri dei problemi della società egiziana, cosa di cui si occupò anche Mahmud.[31] Ahmad Taymur apprezzò e studiò il patrimonio letterario arabo, e arrivò a ipotizzare una possibile nahdah, una rinascita, da attuare partendo proprio dalla letteratura. [32]
La madre di Mahmud e Muhammad, Khadijah, era a figlia di Ahmed Pasha Rashid, che fu a suo tempo ministro degli interni.
Muhammad, nato nel 1892, è considerato l'autore che ha permesso la nascita del racconto moderno arabo, con la sua famosa opera di denuncia sociale "fi'l-qitar", "Nel treno".[33] Egli, con le proprie opere, portò un reale contributo nel campo della critica letteraria e della letteratura teatrale dell'Egitto. Precursore della cosiddetta "letteratura nazionale" nonché uno dei primi autori realisti, Muhammad Taymur fece anche parte di un gruppo di intellettuali che ruotavano attorno alla rivista d'avanguardia Al-Sufur, "senza velo", fondata nel 1915: questa rivista rappresentava al tempo un'importante vetrina per scrittori desiderosi di esprimere nuove idee.[34] La morte prematura, avvenuta nel 1921, non gli permise di dare piena dimostrazione delle sue capacità di commediografo e novellista, che già stavano emergendo nonostante la giovanissima età da opere quali "L'uccello in gabbia" o "L'abisso". Il sogno di Muhammad Taymur era quello di dare al proprio paese un vero teatro nazionale, lontano da improvvisazioni e dilettantismi, e questo sogno venne portato avanti proprio dal fratello Mahmud, dopo la morte del maggiore dei due.[35] La morte del maggiore dei due provocò in Mahmud una sensazione di grande vuoto e perdita, il che lo portò a un, seppur breve, totale blocco in campo letterario.
Mahmud e Muhammad Taymur ebbero la stessa educazione, ed essendo entrambi scrittori Mahmud fu molto influenzato dal fratello maggiore, che però non ottenne la sua fama in quanto morì molto giovane. Le loro opere infatti si somigliano, almeno agli esordi, anche per le grandi influenze che autori come Salamah Hijazi esercitarono su entrambi.[36]
Come già espresso, entrambi i fratelli Taymur scrissero opere di rilevante impronta sociale, atte a denunciare azioni e personaggi verosimili ricorrenti nella società egiziana del tempo. Famosissimo il racconto di Muhammad Taymur Fi’l-qitar (nel treno), in cui l’autore fa parlare dei personaggi, ognuno dei quali rappresenta un aspetto della società egiziana, che il Taymur (al pari del fratello Mahmud) considerava terribilmente retrograda. I personaggi del racconto parlano delle infime condizioni del fellah, il contadino egiziano, descritto come un rozzo, di così basso livello intellettuale da essere rapportato a un animale. L’unico che difende la figura del contadino, sostenendo che la sua pena è legata esclusivamente alla sua ignoranza, la quale potrebbe essere superata attraverso lo studio e l’accrescimento culturale, è lo studente, su cui Muhammad Taymur ripone grande fiducia per il futuro dell’Egitto. Lo studente rappresenta il simbolo della nuova generazione, acculturata e dalla mente aperta e bramosa di conoscere e rapportarsi con persone e culture differenti; essendo lo studente al contempo sensibile e coraggioso, incarna la speranza dell’Egitto e ne rappresenta il futuro, che Muhammad Taymur prospetta positivo, di lotta contro l’abulia, l’ignoranza e l’egoismo degli altri strati della popolazione. Le idee che Muhammad Taymur esprime nel libro “Nel Treno” sono estrapolabili da questo breve passo, tradotto da Francesco Gabrieli:[37]
Nella famiglia Taymur nacquero altri scrittori e pionieri della letteratura araba, anche in campo femminile: la zia di Mahmud e Muhammad, 'A'ishah (1840-1902), era una donna estremamente colta, capace di parlare fluentemente in arabo, in ottomano e in persiano. Dopo la morte del marito iniziò a produrre preziosi testi che le conferirono ben presto il nome di 'A'ishah al-Taymuriyyah, pioniera della letteratura araba moderna femminile. Fu principalmente lei a educare suo fratello minore, il padre di Mahmud e Muhammad, che aveva 35 anni in meno di lei; gli scritti di 'A'ishah al-Taymuriyyah rappresentano un eccellente spunto per analizzare e studiare l'estetica della letteratura ottomana ai suoi massimi livelli.[38]
Mahmud Taymur e il teatro
Nel corso degli anni ’40 Mahmud Taymur scrive molte opere teatrali, in cui inserisce personaggi verosimili, orientandosi verso personalità più realistiche rispetto a quelle delle sue novelle. In questo ambiente Mahmud descrive personaggi aristocratici ma anche appartenenti alla classe dei nuovi ricchi: questi sono dipinti come soggetti superficiali, ipocriti e talvolta addirittura malvagi. Nel campo teatrale, Mahmud diede prova di grande talento nonché di spiccata attenzione verso il proprio pubblico, che era variegato: infatti molte delle sue opere venivano proposte da lui in due versioni, una in dialetto e una in lingua classica.[39] Essendo un prolifico e virtuoso autore, sperimentò diversi generi in ambito teatrale, per cui estese la sua attività al campo del dramma a carattere sociale e a sfondo psicologico, in cui si è rivelato capace di analisi e introspezioni acutissime.[40]
Opere
Le opere di Mahmud Taymur si dividono in testi di narrativa e scritti teatrali.[41]
- (AR) Al-Shaykh Jum'ah wa qisas ukhra, Il Cairo, 1925.
- (AR) 'Amm mitwalli, wa qisas ukhra, Il Cairo, 1925.
- (AR) Fann al-qasas, Il Cairo, 1925.
- (AR) Al-Shaykh Sayyid al-'abit, Il Cairo, 1926.
- (AR) Rajab Afandi: qissah misriyyah, Il Cairo, 1928.
- (AR) Al-Hajj Shalabi, wa aqasis ukhra, Il Cairo, 1930.
- (AR) Abu 'Ali 'amil artiste, wa qisas ukhra, Il Cairo, 1934.
- (AR) Al-Atlal: riwayah qasasiyyah misriyyah, wa qisas ukhra, Il Cairo, 1934.
- (AR) Nushu' al-qissah wa tatawurruha, Il Cairo, 1936.
- (AR) Al-Shaykh 'Afa Allah, wa qisas ukhra, 1936.
- (AR) Thalath masrahiyyat min fasl wahid, Il Cairo, 1936 oppure 1942 (secondo Nazih al-Hakim).
- (AR) Hajatuna ila al-fann, Il Cairo, 1937.
- (AR) Al-Wathbah al-ula, Il Cairo, 1937.
- (AR) Qalb ghaniyah, Il Cairo, 1937.
- (AR) Fir'awn al-saghir, wa qisas ukhra, Il Cairo, 1937.
- (AR) Nida' al-majhul, Beirut, 1939.
- (AR) Maktub 'ala al-jabin, wa qisas ukhra, Il Cairo, 1941.
- (AR) Huriyyat al-bahri, Beirut, 1941.
- (AR) 'Arus al-nil: masrahiyyah ghina'iyyah bi al-'ammiyah, Il Cairo, 1941.
- (AR) Al-Makhba' raqm 13, Il Cairo, 1941.
- (AR) Abu Shushah wa al-mawkib: masrahiyyatan bi al-'arabiyyah al-fusha, Il Cairo, 1942.
- (AR) 'Awali: masrahiyyah bi al-'arabiyyah al-fusha fi thalathat fusul, Il Cairo, 1942.
- (AR) Al-Munqidhah, wa haflat shay, Il Cairo, 1942.
- (AR) Qala al-rawi, Il Cairo, 1942.
- (AR) Suhad, aw al-lahn al-ta'ih; masrahiyyah 'arabiyyah bi al-fusha fi thalathat fusul, Il Cairo, 1942.
- (AR) Qanabil, Il Cairo, 1943.
- (AR) Bint al-shaytan, wa qisas ukhra, Il Cairo, 1944.
- (AR) 'Itr wa-dukhan: khawatir wa-maqalat fi al-adab wa al-fann wa al-masrah, Il Cairo, 1944/45.
- (AR) Fann al-qasas, ma'a taqdim fi qadiyyat al-lughah al-'arabiyyah wa-nusakh min ahdath aqasis al-mu'allif, Il Cairo, 1945.
- (AR) Hawwa' al-khalidah, Il Cairo, 1945.
- (AR) Kilyubatrah fi khan al-khalili, Il Cairo, 1946.
- (AR) Shifah ghalizah, wa qisas ukhra, Il Cairo, 1946.
- (AR) Abu al-hawl yatir, Il Cairo, 1947.
- (AR) Salwa fi mahabb al-rih: qissah misriyyah, Il Cairo, 1947.
- (AR) Khalf al-litham, Il Cairo, 1948.
- (AR) Ihsan li-Allah, wa qisas ukhra, Il Cairo, 1949.
- (AR) Al-Yawm khamr, Il Cairo, 1949.
- (AR) Khutuwat 'ala al-shallal, Il Cairo, 1950.
- (AR) Kull 'am wa-antum bi-khair, wa qisas ukhra, Il Cairo, 1950.
- (AR) Malamih wa-ghudun: suwar khatifah li-shakhsiyyat lami'ah, Il Cairo, 1950.
- (AR) Dabt al-kitabah al-'arabiyyah, Il Cairo, 1951.
- (AR) Fida', Il Cairo, 1951.
- (AR) Ibn Jala, Il Cairo, 1951.
- (AR) Al-Nabi al-insan, wa-maqalat ukhra, Il Cairo, 1951.
- (AR) Shabab wa-ghaniyat, wa aqasis ukhra, Il Cairo, 1951.
- (AR) Shifa' al-ruh, Il Cairo, 1951.
- (AR) Abu al-shawarib, wa qisas ukhra, Il Cairo, 1953.
Note
- ^ piccola aggiunta biografica, su encysco.blogspot.com.
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- ^ J. Brugman, An Introduction to the History of Modern Arabic Literature in Egypt, p. 11.
- ^ al-Abyari, 'Alam Mahmud Taymur, 1972, p. 83.
- ^ Shifa' al-Ruh, p. 12.
- ^ J. Brugman, An Introduction to the History of Modern Arabic Literature in Egypt, p. 11.
- ^ paragrafo 2 righe da 12 a 15, su mwthoq.com.
- ^ al-Nassaj, Tatawwur al-Qissah, p. 316.
- ^ J. Brugman, An Introduction to the History of Modern Arabic Literature in Egypt, p. 11.
- ^ Samih Jamil, La morte del grande scrittore Mahmud Taymur, su civicegypt.org.
- ^ [He studied at the Higher Agricultural School, and began publishing in 1920. Taymur’s early works were influenced by Chekhov and Maupassant. Mahmud Taymur] .
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- ^ Essays in Arabic Literary Biography: 1850-1950, p. 354.
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Bibliografia
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J. Brugman, An Introduction to the History of Modern Arabic Literature in Egypt, Leida, 1984.
Roger Allen, Essays in Arabic Literary Biography: 1850-1950, Volume 3, Otto Harrassowitz Verlag, 2009, ISBN 9783447061414.
L'Enciclopedia, vol. 19, Roma, La Repubblica, 2003. La Gran Enciclopèdia en Català, Edicions 62, 2004, ISBN 84-297-5447-4.
Isabella Camera d'Afflitto, Letteratura araba contemporanea, seconda edizione, Roma, Carocci editore, 2007 [1998], ISBN 978-88-430-4338-5.
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