Anne Truitt

artista statunitense
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Anne Truitt (16 marzo 1921–23 diciembre 2004)[1], nata Anne Dean, è stata una scultrice americana dal XX secolo. Il suo lavoro è stato riconosciuto dalla fine dei 1960 per le sue sculture minimaliste a grande scala, specialmente dopo le sue esposizioni individuali alla André Emmerich Gallery nel 1963 en el Jewish Museum (Manhattan) nel 1966. Oltre ai suoi contemporanei, realizzò i suoi lavori a mano, evitando dei processi industriali e disegnando dai ricordi dal proprio passato. Il suo lavoro si occupa della traccia visiva dalla sua memoria e la nostalgia[2], si può esemplificare fin dalle prime sculture i quali assomigliano segmenti monumentali di staccionata bianca.


Formazione

Tuitt è cresciuta a Easton, Maryland ed ha spento la sua gioventù ad Asheville, North Carolina[3]. Nel 1943 si è licenziata in psicologia alla Bryn Mawr College. Rifiutò una oferta da inseguire un dottorato di ricerca nel dipartimento di psicologia alla Università Yale e lavorò per un corto tempo come infermiera in un’ ospedale psichiatrico . Lasciò il campo di psicología nella metà degli anni ’40, e cominciò a scrivere fiction. Poco dopo si scrisse a corsi nell’Istituto di arte contemporanea di Washington DC.

Ha sposato il giornalista James Truitt nel 1948, benché divorziarono nel 1971.

Lavoro

Dopo avere visitato la mostra "American Abstract Expressionists and Imagists" di H.H. Arnason al museo Guggenheim, Truitt cominciò a realizzare sculture figurative, rivolgendosi a forme geometriche ridotte. Lei ricorda “avere spento tutto il giorno guardando l’arte… ho visto le tele nere di Ad Reinhardt, i negri e gli azzurri. Poi ho andato giù sulla rampa e sono andata dietro l’angolo e ho visto i dipinti di Barnett Newman. Le ho viste, e fin da quel punto ero libera a casa. non mi avevo reso conto di poter fare quello nell’arte. Avere suficiente spazio. Suficiente colore.” Truitt è stata specialmente ispirata dal “universo di pittura blu” e la sottile modulazione dei gradenti di colore sul Onement VI [4] di Newman. La singularità degli Espresionisti astratti osservata nel lavoro di Barnett Newman e Ad Reinhardt ha colpì Truitt provocando una svolta nel suo lavoro[3]

La prima scultura di legno di Truritt titolata First (1961) consiste in tre lastre bianche verticali radicate in un blocco di terra, ognuna arrivando da un punto e rinforzate fra di se nella parte posteriore, assomigliando un fragmento di stacionata.[5] Le formi contengono memorie dal suo passato e la geografia della sua infanzia, piuttosto che un riflesso dei “resusltati diretti da una percezione empirica” First è un ricordo dell’idea di una stacionata, da tutti le stacionati che Truitt ha visto, invece da una stacionata da un’immagine in specifico[3]. Durante un periodo trascorso nel Giappone con il suo marito, che a quei tempi era capo nell’ ufficio da Newsweek, creò sculture in aluminio dal 1964 al 1967.[6] prima della prima retrospectiva a New York decise che non le piacevano i lavori e li distrusse[7].

Le sculture che la rendevano significativa per lo sviluppo del Minimalismo erano strutture piane, dipinte in modo aggressivo, di grandi dimensioni. Realizzati in legno e dipinti con strati monocromatici di acrilico, somigliano spesso colonne o pilastri rettangolari eleganti.[8] Truitt produsse disegni in scala dalle sue strutture prodotte dopo da un ebanista. Le strutture sono pese a terra e sono anche vuote, permettendo di respirare il legno a temperature variabili. Lei applica gesso per innescare il legno e poi più di 40 mani di acrilico alternando da pennellate tra verticale e orizzontale direzione e  levigatura tra strati [7]. L’artista ha cercato di togliere ogni traccia del suo pennello, levigando ogni traccia di pittura fra applicazione e creando piani di colore perfetti rifiniti [8]. Gli stratti di vernice costruiscono una superficie con una profondità tangibile. Oltre, la superficie palpabile della pittura trasmette l’onnipresente senso geografico dall’artista nei tratti alternati di verticali e orizzontali, che rispecchiano la latitudine e la longitudine di un ambiente. Il suo processo combinava “l’immediatezza dell’intuizione, la rimozione della prefabbricazione e l’intimità del laborioso manufatto”[9]. Le piattaforme inserite sotto le sue sculture sollevarono il suficiente da terra per sembrare di galleggiare su una sottile linea d’ombra. Il confine tra scultura e terreno, tra gravità e verticalità, è stato reso illusorio. Questa ambivalenza formale si rispecchia nella sua insistenza sul fatto che il colore stesso, per esempio, contiene una vibrazione psicologica che, purificata come un’opera d’arte, esclude l’evento al cui si riferisce come una cosa oltre da un sentimento. L’evento diventa un’opera d’arte una sensazione visiva resa dal colore. La serie di dipinti Ardunel cominciata nel 1973 [8], mostra linee di grafito appena visibili e accumulazione di vernice bianca su superfici bianche [3]. Un piccolo frammento di rosso nella parte inferiore dei colori crema di Ice Blink (1989) è sufficiente per impostate la profondità prospettica. Così come fa, in altro modo, una singola traccia di viola sul fondo blu in Memory (1981)[10]. Iniziate intorno al 2001, The Piths, tele con bordi sfilacciati deliberatamente e ricoperti da spessi tratti di vernice nera, indicano l’interese di Truitts per le forme che confondono le linee tra due e tre dimensioni.[3]

Nella sua prima mostra nella galleria André Emmerich, Truitt espose sei strutture di pioppo dipinte a mano, tra cui Ship-Lap, Catawba, Tribute, Platte, e Hardcastle. André Emmerich sarebbe diventato il suo rivenditore a lungo ed incoraggiò Truitt a lasciare il suo nome per nascondere il genere, con la speranza di avere l’ accettazione del suo lavoro.

I disegni di Truitt non vengono spesso ricordati quando si considera il suo corpo di lavoro. Per gran parte degli anni ’50, Truitt lavorò a matita, acrilico e inchiostro per creare non solo studi per sculture succesive, ma disegni che esistevano indipendentemente come opere d’arte.[9] Truitt è anche conosciuta per avere scritto tre diari: Daybook, Turn e Prospect. Per molti anni è stata associate all’Università del Maryland, al College Park, dove era professoressa e alla colonia di artisti Yaddo dove è stata presidente ad interim.

Truitt è morta il 23 diciembre 2004 al Sibley Memorial Hospital in Washington DC dopo complicazioni di una chirurgia addominale.

Eredità

Le opere di Truitt creano nuovi modi di relazionarsi e percepire, rivelando il movimento interattivo delle nostre relazioni incarnate e gli oggetti materiali possono effettivamente aiutare a radicare la nostra realtà e quindi la potenzialità umana. Questa percezione di Maurice Merleau-Ponty[11] mostra come i nostri corpi pre riflettenti consentano la convivenza di percezioni incomprensibili. Eppure questa stessa capacità di corpi di raccogliere insieme molteplici percezioni, si presta anche all’ullisione che vediamo da un’unica prospettiva. Se una prospettiva etica diventa reificata in una posizione, essa si distacca dalla realtà e il potenziale etico viene efferrivamente perso e allo stesso tempo compreso fenomenologicamente. Il mondo reale non esiste in termini di materia statica, ma è invece una rete di relazioni e significati contestuali.

Mostre

La prima mostra personale di Truitt è stata alla Galleria André Emmerich, a New York nel febbraio del 1963 e in molti sensi il suo lavoro riflette ciò che stava emergendo. A Washington la sua opera è stata rappresentata dalla Pyramid Gallery. Il suo lavoro è stato incluso anche nella mostra del 1964, “Black, white e grey” al Wadsworth Atheneum di Hartford, in California, probabilmente la prima mostra di Minimal. Truitt era una delle solo tre donne incluse nell’influente mostra del 1966, Primary Structures al Jewish Museum di New York. Da quell’istante il suo lavoro è stato oggetto di mostre personali al Whitney Museum of American Art, New York (1973).

Nel 2009, l’Hirshorn Museum and Sculpture Garden a Washington DC ha organizzato un’ acclamata retrospettiva del suo lavoro [12] di cui 49 sculture e 35 dipinti e disegni [13].

Lavori in collezioni

Arizona

  • Summer Treat, 1968, University of Arizona Museum of Art, Tucson

District of Columbia

  • Keep, 1962, Smithsonian American Art Museum, Washington
  • Insurrection, 1962, Corcoran Gallery of Art, Washington; acquired in 2014 by the National Gallery of Art
  • Flower, 1969, Corcoran Gallery of Art, Washington; acquired in 2015 by the National Gallery of Art
  • Arundel XI, 1971, National Gallery of Art, Washington
  • Summer Dryad, 1971, National Museum of Women in the Arts, Washington
  • Mid-Day, 1972, National Gallery of Art, Washington
  • Spume, 1972, National Gallery of Art, Washington
  • 13 October 1973, 1973, Hirschhorn Museum and Sculpture Garden, Washington
  • Sand Morning, 1973, National Gallery of Art, Washington
  • 17th Summer, 1974, Smithsonian American Art Museum, Washington
  • Night Naiad, 1977, Hirshhorn Museum and Sculpture Garden, Washington
  • Parva XII, 1977, National Gallery of Art, Washington
  • Summer Remembered, 1981, National Gallery of Art
  • Twining Court II, 2002, National Gallery of Art

Maryland

  • Ship-Lap, 1962, Baltimore Museum of Art, Baltimore
  • Watauga, 1962, Baltimore Museum of Art, Baltimore
  • Whale's Eye, 1969, Baltimore Museum of Art, Baltimore
  • Three, 1962, Baltimore Museum of Art, Baltimore
  • A Wall for Apricots, 1968, Baltimore Museum of Art, Baltimore
  • Meadow Child, 1969, Baltimore Museum of Art, Baltimore
  • Odeskalki, 1963/82, Baltimore Museum of Art, Baltimore
  • Parva IV, 1974, Baltimore Museum of Art, Baltimore
  • Lea, 1962, Baltimore Museum of Art, Baltimore
  • Carson, 1963, Baltimore Museum of Art, Baltimore
  • Moon Lily, 1988, Academy Art Museum, Easton
  • Summer '88 No. 25, 1988, Academy Art Museum, Easton
  • Hesperides, 1989, Academy Art Museum, Easton
  • Summer '96 No. 26. 1996, Academy Art Museum, Easton

Michigan

  • Sandcastle, 1984, University of Michigan Museum of Art, Ann Arbor

Minnesota

  • Australian Spring, 1972, Walker Art Center, Minneapolis

Missouri

  • Morning Choice, 1968, St. Louis Art Museum, St. Louis[23]
  • Prima, 1978, Mildred Lane Kemper Art Museum, St. Louis[24]

Nebraska

  • Still, 1999, Sheldon Memorial Art Gallery, University of Nebraska, Lincoln[25]

New York

  • Sentinel, 1978, Albright-Knox Art Gallery, Buffalo
  • Carolina Noon, Michael C. Rockefeller Arts Center, New York
  • Catawba, 1962, Museum of Modern Art, New York
  • Twining Court I, 2001, Museum of Modern Art, New York
  • Untitled, 1962, Museum of Modern Art, New York
  • Desert Reach, 1971, Whitney Museum of American Art, New York

Carolina del Nord

  • Night Wing, 1972–78, Mint Museum, Charlotte

Virginia

  • Signal, 1978, Federal Reserve Bank of Richmond, Richmond

Wisconsin

  • Summer Sentinel, 1963–72, Milwaukee Art Museum, Milwaukee

Bibliografia

  • Truitt, Anne (1984-03-06). Daybook: The Journal of an Artist. Harmondsworth, Middlesex, England ; New York, N.Y: Penguin Books.
  • Truitt, Anne (1987-11-03). Turn: The Journal of an Artist. New York, N.Y: Penguin Books.
  • Truitt, Anne (1996-03-04). Prospect: The Journal of an Artist (1st ed.). New York: Scribner.

Riferenze

[1]

[2]


[1] "Minimalist Sculptor Anne Truitt, 83, Dies", su washingtonpost.com.

[2]

[3]

[4]

[5]

[6]


[1] Schudel, Matt (2004-12-23). "Minimalist Sculptor Anne Truitt, 83, Dies". The Washington Post. Retrieved 2008-03-22.

[2]

[3]

[4]

[1]

[2]

  1. ^ "Minimalist Sculptor Anne Truitt, 83, Dies", su washingtonpost.com.
  2. ^ (english) Biographical Sketch by Walter Hopps, su news.artnet.com. Lingua sconosciuta: english (aiuto)
  3. ^ a b c d Anne Truitt: Perception and Reflection, October 8, 2009 - January 3, 2010, su hirshhorn.si.edu.
  4. ^ Eleanor Munro, Originals: American Women Artists, in American Art Journal, vol. 11, n. 4, 1979-10, pp. 95, DOI:10.2307/1594186. URL consultato il 3 luglio 2019.
  5. ^ Robert Haywood, Robert E. Haywood. Review of "Anne Truitt: Perception and Reflection" by Kristen Hileman and James Meyer., in caa.reviews, 7 aprile 2010, DOI:10.3202/caa.reviews.2010.35. URL consultato il 3 luglio 2019.
  6. ^ Oral history interview with Anne Truitt, 2002 Apr.-Aug, su aaa.si.edu.
  7. ^ a b Ken Johnson (December 10, 2009), Where Ancient and Future Intersect, su nytimes.com.
  8. ^ a b c Anne Truitt: Works From The Estate, 10 October - 19 November 2011 Stephen Friedman Gallery, London, su stephenfriedman.com.
  9. ^ a b Cornelia, Butler; Schwartz, Alexandra (2010). Modern Women: Women Artists at the Museum of Modern Art. New York: Museum of Modern Art. p. 252.
  10. ^ Holland Cotter (March 9, 2001), ART IN REVIEW; Anne Truitt The New York Times., su nytimes.com.
  11. ^ Multiple Moving Perceptions of the Real: Arendt, Merleau-Ponty, and Truitt (pages 518–534).
  12. ^ Anne Truitt: Drawings, February 4 - April 14, 2012 Matthew Marks Gallery, New York., su matthewmarks.com.
  13. ^ "In the Tower: Anne Truitt". www.nga.gov. Retrieved 4 June 2019., su nga.gov.