Bruno Sereni
Bruno Sereni (Milano, 4 luglio 1905 – Barga, 26 febbraio 1986) è stato un giornalista, scrittore e antifascista italiano.

Biografia
Originari di Livorno e di antica discendenza ebraica, i Sereni si spostarono per motivi di lavoro a Milano e lì nel 1905 nacque Bruno, terzo figlio di Umberto e Palmira Pasquinelli[1].
Due anni dopo (1907), Umberto Sereni avviò una piccola attività di produzione macchine edili a Breganze, in provincia di Vicenza, e la famiglia si trasferì in Veneto[2].
In seguito alla sconfitta dell'esercito italiano a Caporetto nella prima guerra mondiale e sotto la minaccia di invasione austro-ungarica, nel 1917[2] i Sereni abbandonarono il Veneto come altre migliaia di profughi civili[3] e si rifugiarono in provincia di Lucca, a Barga. La scelta del luogo fu dettata dalla presenza di alcune conoscenze della madre di Bruno Sereni il quale a Barga completò le scuole elementari e poco più che dodicenne fu assunto al reparto munizioni della "Metallurgica" di Fornaci di Barga (oggi KME) di proprietà della famiglia Orlando[1].
Emigrante in Scozia e il ritorno a Barga
Al termine della prima guerra mondiale, dopo una parentesi lavorativa in un albergo barghigiano[1], Bruno Sereni emigrò in Scozia, dove rimase per circa tre anni[1]. Alla sua esperienza personale e alla condizione dei molti barghigiani in Scozia[4] dedicò il ciclo di articoli "Ricordi di Glasgow", pubblicati sul Giornale di Barga a partire dal 1964[5] e, soprattutto, il libro "They took the low road", tradotto in inglese dall'amico Mario Moscardini[6].
Sereni fu richiamato in Italia per espletare il servizio di leva e si arruolò nella Regia Marina, per poi fermarsi a Barga una volta congedato[8].
Erano i primi anni '20, il periodo dell'espansione del fascismo in Italia, ma la famiglia Sereni era di ben altre tendenze politiche: il fratello Sereno era stato arrestato nel 1919 con l'accusa di aver incitato dei soldati alla ribellione[2], mentre il padre Umberto figurava fra i fondatori e gli attivisti della sezione locale del Partito Socialista Italiano[8] (che a Barga poteva contare su una figura di riferimento come Cesare Biondi)[1], frequentata dallo stesso Bruno[2].
Il clima dell'epoca, culminato in scaramucce con alcuni fascisti barghigiani[1], spinse Sereni ad abbandonare l'Italia una seconda volta e, grazie all'esperienza maturata da militare, riuscì ad ottenere un impiego a bordo delle navi della Navigazione Generale Italiana.
In America
Nel 1927, al suo secondo viaggio negli Stati Uniti[1], abbandonò il transatlantico sul quale era di servizio e si stabilì clandestinamente a New York[9].
Trovò lavoro in uno dei tanti speakeasy della città[10]: i locali dove si vendevano clandestinamente alcolici negli anni del proibizionismo americano. Il suo incarico era quello di miscelare le bevande e talvolta effettuare consegne a domicilio[11].
A New York, iniziò la sua formazione da autodidatta alla public library[13] ed entrò in contatto con l'ambiente degli antifascisti di orgine italiana: prima frequentando i comizi[14], poi facendone conoscenza personale[2]. Tre incontri in particolare segnarono il futuro di Bruno Sereni: quelli con Vincenzo Vacirca[15], Gaetano Salvemini[16] e Carlo Tresca[17].
Vacirca fu il primo direttore a pubblicare un articolo di Sereni, sulla colonne de Il nuovo mondo[18], offrendogli l'occasione per fare il primo passo nel mondo del giornalismo.
Salvemini, con il quale rimase in contatto anche negli anni successivi[19], diventò modello e ispirazione per Sereni fin dal loro primo incontro:
Al nome di Carlo Tresca, con il quale prese a collaborare per il giornale Il Martello[1], è legato invece l'arresto di Sereni in seguito ad un volantinaggio di protesta organizzato dallo stesso Tresca in occasione della visita ufficiale negli Stati Uniti di Dino Grandi[21].
Poco tempo dopo (giugno 1933), dopo essersi consigliato con il compagno di militanza e avvocato Giuseppe Lupis, Sereni partì alla volta della Francia per poi approdare a Barcellona[22].
Corrispondente dalla guerra di Spagna
Iscritto alla Rubrica di Frontiera[23] del Casellario Politico Centrale dal 1932 e segnalato in Spagna nell'anno successivo[2], arrivato in Catalogna finì subito nella lista degli antifascisti tenuti sotto osservazione dagli agenti dell'OVRA che lavoravano in collaborazione con il consolato italiano e la polizia spagnola[24].
Erano gli anni della seconda repubblica spagnola e della rivoluzione delle Asturie. Per sopravvivere e per allontanare la sorveglianza della polizia[1], Sereni lasciò Barcellona e intraprese l'attività di venditore ambulante in giro per fiere e mercati della Catalogna settentrionale[26].
Nel 1936, al momento del colpo di stato dei generali, si trovava a Tarrega, nella provincia di Lleida[27]. Da lì, in precedenza, aveva inviato al settimanale Giustizia e Libertà di Parigi un'intervista al leader del Partito Operaio di Unificazione Marxista Joaquín Maurín[28].
Sfruttando l'influenza di cui godeva nel piccolo centro catalano, scrisse di suo pugno un lasciapassare per facilitarsi il viaggio[29] e arrivò Barcellona, dove si unì ad una colonna del POUM per raggiungere il fronte di Aragona[30].
Il primo giorno di agosto del 1936, nei pressi di Siétamo, fu ferito e venne riportato a Barcellona per essere ricoverato in ospedale[31]. Tornò al fronte, nella zona di Huesca, per poi rientrare nella capitale catalana[31], dove strinse amicizia con Aldo Garosci[32] e Dino Fienga, il medico napoletano al quale fu affidato l'incarico di allestire l'infermeria della Caserma "Lenin"[33] raccontata da Orwell nel suo Omaggio alla Catalogna.
I suoi articoli dalla guerra di Spagna vengono pubblicati a New York su La Stampa Libera, a Buenos Aires su L'Italia del popolo", a Parigi su Il Nuovo Avanti (con lo pseudonimo di Bruno Bruni) e a Lugano su Libera Stampa[31].
Nel 1937, scrisse a Carlo Rosselli a Parigi per esortarlo a celebrare su Giustizia e Libertà i cento anni dalla scomparsa di Giacomo Leopardi ed egli lo accontentò dedicando un'intera pagina all'anniversario. Quel numero del settimanale, che ospitava anche un contributo di Bruno Sereni, fu pubblicato in concomitanza con l'uccisione dei fratelli Rosselli[1].
Partì dalla Spagna nel 1938[34]:
A Barga in tempo di guerra
Gli anni della ricostruzione
Il Giornale di Barga
Opere
- Rivoluzione o Lavoro (Conversazione), Barga, Direzione Provinciale Partito Liberale Italiano di Lucca, 1945.
- Carcere, Lischi, Pisa 1946
- Paese come tanti, Benedetti, Pescia 1947
- Omaggio di Barga a Giovanni e Maria Pascoli (con Corrado Carradini), Tipografia Gasperetti, Barga 1962
- La guerra a Barga, Edizioni Il Giornale di Barga, Barga 1968
- Prima Mostra dell'Emigrazione Barghigiana, La stampa periodica in Barga (con Corrado Carradini), Comune di Barga e E.P.T. Lucca, Barga 1969
- Appunti di storia sull'emigrazione barghigiana, Edizioni Il Giornale di Barga, Barga 1970
- Itinerario francescano, Edizioni Il Giornale di Barga, Barga 1971
- Discorso ufficiale tenuto da Bruno Sereni, direttore del Giornale di Barga. Primo Convegno Incontrarsi per Conoscersi. Il Ciocco, 21 agosto 1971, Il Giornale di Barga e Associazione Proloco, Barga 1971
- Ricordi della guerra di Spagna, Barga, Edizioni Il Giornale di Barga, 1972.
- Caratteri dell'Emigrazione Barghigiana in: Gli Italiani negli Stati Uniti, Istituto di Studi Americani Università degli Studi di Firenze, Firenze 1972
- Barga nella lunga estate del 1943, Edizioni Il Giornale di Barga, Barga 1974
- (EN) They took the low road: a brief history of the Barghigiani to Scotland, Barga, Edizioni Il Giornale di Barga, 1974.
- Ricordi di New York, Barga, Edizioni Il Giornale di Barga, 1978.
- Storia dei Barghigiani tra Ottocento e Novecento, Edizioni Il Giornale di Barga, Barga 1979
- Guida di Barga, Amministrazione Comunale Barga, Barga 1980
- Carlo Da Prato, Edizioni Il Giornale di Barga, Barga
- Pagine di storia fornacina, Edizioni Il Giornale di Barga, Barga 1982
- I fratelli Pieroni da Barga a Boston, Edizioni Giornale di Barga, Barga 1993
Note
- ^ a b c d e f g h i j Storia di una vita generosa, in Il Giornale di Barga, 25 marzo 1986, p. 4.
- ^ a b c d e f G. Fulvetti, 2018
- ^ D. Ceschin, 2006
- ^ N. Franchi, 2012
- ^ A Glasgow nel 1920, in Il Giornale di Barga, 25 marzo 1986, p. 4.
- ^ B. Sereni, 1974, p. 3
- ^ B. Sereni, 1974, p. 21
- ^ a b G. Simonini, 2009
- ^ B. Sereni, 1978, note di copertina
- ^ B. Sereni, 1978, p. 11
- ^ B. Sereni, 1978, pp. 14-15
- ^ B. Sereni, 1978, pp. 45-46
- ^ B. Sereni, 1978, p. 76
- ^ B. Sereni, 1978, p. 78
- ^ B. Sereni, 1978, p. 117
- ^ B. Sereni, 1978, pp. 85-89
- ^ B. Sereni, 1978, pp. 120-125
- ^ B. Sereni, 1978, p. 119
- ^ B. Sereni, 1978, pp. 89-91
- ^ B. Sereni, 1978, p. 90
- ^ B. Sereni, 1978, p. 177-188
- ^ B. Sereni, 1978, p. 188
- ^ Il registro dei sovversivi che si trovavano fuori dai confini italiani
- ^ B. Sereni, 1972, pp. 44-45
- ^ B. Sereni, 1972, p. 45
- ^ B. Sereni, 1972, p. 24
- ^ B. Sereni, 1972, p. 62
- ^ B. Sereni, 1972, p. 85
- ^ B. Sereni, 1972, p. 72
- ^ B. Sereni, 1972, p. 91
- ^ a b c G. Simoni, 2014, p. 44
- ^ B. Sereni, 1972, p. 91
- ^ B. Sereni, 1972, p. 111
- ^ B. Sereni, 1972, p. 185
Bibliografia
- Daniele Ceschin, Gli esuli di Caporetto, Laterza, 2006, ISBN 88-420-7859-X.
- Nicoletta Franchi, La via della Scozia. L'emigrazione barghigiana e lucchese a Glasgow tra Ottocento e Novecento, Lucca, Fondazione Paolo Cresci per la storia dell'emigrazione italiana, 2012, ISBN 978-88-98173-06-8.
- Gianluca Fulvetti, Sereni, Bruno, in Gianluca Fulvetti e Andrea Ventura (a cura di), Antifascisti lucchesi nelle carte del casellario politico centrale. Per un dizionario biografico della provincia di Lucca, Lucca, Istituto Storico della Resistenza e dell'Età Contemporanea in Provincia di Lucca, 2018, pp. 173-175, ISBN 978-88-6550-643-1.
- Renato Simoni, Bruno Sereni corrispondente di Libera Stampa (PDF), in Mare Dignola, Pasquale Genasci, Renato Simoni e Enrico Morresi (a cura di), Sguardi su Libera Stampa a cent’anni dalla nascita (1913-2013), Bellinzona, Fondazione Pellegrini-Cenevascini, 2014.
- Giulio Simonini, Bruno Sereni, la vita avventurosa di un barghigiano, in Profili di Uomini Illustri della Valle del Serchio e della Garfagnana, Castelnuovo Garfagnana, Comunità montana della Garfagnana, 2009, pp. 102-103, ISBN 978-88-7246-967-5.
- Il Giornale di Barga, 25 marzo 1986, pp. 2-10.
- (EN) The Italian connection, in The Scotsman, 20 ottobre 2008. URL consultato il 3 luglio 2019.
Voci correlate
Altri progetti
Collegamenti esterni
- Scheda Bruno Sereni, su antifascistispagna.it, Istituto Nazionale Ferruccio Parri. URL consultato il 1º luglio 2019.