Utente:GuroneseDoc/Sandbox12
Meleagro | |
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![]() Copia romana in marmo di un originale greco del IV secolo a.C. conservata al Museo Pio-Clementino | |
Nome orig. | Μελέαγρος |
Caratteristiche immaginarie | |
Sesso | Maschio |
Luogo di nascita | Calidone |
Professione | Principe di Calidone ed Argonauta |
Meleagro (in greco antico: Μελέαγρος?, Meléagros) è un personaggio della mitologia greca. Fu un principe di Calidone, Argonauta[1] e partecipò alla caccia al cinghiale calidonio[2].
contro gli spinse un cinghiale di candide zanne, selvaggio, che devastava, con dànno perenne, le terre d’Enèo, l’uno su l’altro a terra svelleva molti alberi grandi, con le radici via sbarbate, col fiore dei pomi. Morte gli diede infine il figlio d’Enèo, Meleagro, che cacciatori e segugi da molte città quivi addusse; ché non bastò la forza di pochi mortali, a domarlo, tanto era grande; e molti mandò su la pira fatale[3].»
Genealogia
Figlio di Oineo[2][4] o di Ares[2] e di Altea[2], sposò Cleopatra Alcione[4] e fu padre di Polidora[4].
Con Atalanta fu padre di Partenopeo[5].
Mitologia
La leggenda principale che riguarda questo personaggio lo vede protagonista della caccia al cinghiale calidonio ma sul seguito della sua esistenza esistono due versioni distinte e di cui una vede la sua vita finire poco dopo l'uccisione dell'animale e l'altra che lo descrive impegnato a combattere nella guerra contro gli abitanti di Pleurone e definiti i Cureti.
Dei due miti, quello tramandato da più autori era probabilmente legato ad un racconto popolare (e di cui Pausania scrive che il soggetto originale era contenuto nella tragedia che Frinico intitolò Pleuronie[6]), mentre quello in cui è ancora vivo e combatte ancora è citato solo nel poema di Omero.
Pausania inoltre, conferma la doppia versione del mito scrivendo di due poemi (Eoeae e Minyad) in cui Meleagro viene ucciso da Apollo[7].
La spedizione degli Argonauti...
[[Il giovane Meleagro si imbarcò con gli Argonauti[1]]].... e poi non dice piu nulla... bah!
L'anatema delle Moire
Quando furono passati sette giorni dalla sua nascita, le Moire si presentarono alla madre e predissero che il bambino sarebbe vissuto fino a quando il ciocco di legno che stava bruciando nel focolare non si fosse consumato[6][2] e così, per salvaguardare la vita del figlio, Altea tolse quel tizzone dal fuoco e lo depositò in una cassa[2][8].
La caccia al cinghiale
Dopo un abbondante raccolto suo padre Oineo aveva offerto un sacrificio a tutte le divinità dimenticandosi però di onorare Artemide che per ritorsione inviò nelle terre di Calidone un cinghiale di proporzioni enormi che devastava i campi ed uccideva chiunque uscisse dalle mura della città[9][10][11].
Per abbattere l'animale il padre fece appello a molti eroi ed una volta riunito il gruppo li affidò al figlio per dare inizio alla battuta di caccia. Tra di loro si presentò anche Atalanta, una bellissima cacciatrice che infatuò Meleagro[11] e donna con cui egli desiderò avere un figlio nonostante fosse già sposato con Cleopatra[2].
Ed Atalanta, tra tutti i tentativi fatti dagli altri cacciatori per colpire l'animale fu la prima a ferire il cinghiale, che di lì a poco cessò di correre e di caricarli e che fu infine ucciso da Meleagro con un colpo di giavellotto[8][2].
L'amore e la morte
Per amore, cavalleria o riconoscenza, Meleagro consegnò la testa[8] e la pelle[2] dell'animale come trofeo ad Atalanta, ma Plessippo[11] e Tosseo[11] (fratelli di Altea[11] e quindi zii di Meleagro) protestarono dicendo che il trofeo, qualora non fosse trattenuto dal suo uccisore, dovesse essere consegnato a loro e dalla lite che ne uscì Meleagro reagì uccidendoli entrambi[11][2].
Ed Altea che sulle prime fu contenta per la morte del cinghiale[11], quando seppe che il figlio aveva ucciso i suoi fratelli prese il ciocco di legno legato alla vita del figlio e lo mise su un braciere.
E Meleagro morì[11][2].
Meleagro nell'Odissea
Nell'Odissea, Omero scrive che Fenice (il tutore di Achille) quando si recò da lui per chiedergli di riprendere le armi, di Meleagro gli raccontò la stessa vicenda fino all'abbattimento del cinghiale.
Fenice però, anziché raccontare ad Achille della vita dell'eroe che termina quando il tizzone rimesso sul fuoco da Altea finisce di bruciare, dice che Artemide (non soddisfatta dell'esito della sua punizione verso Oineo) fece in modo che dal litigio sul trofeo si generasse una guerra tra gli Etoli calidoni ed i Cureti abitanti di Pleurone (da cui il titolo della tragedia di Frinico[6]) e che per causa della presenza di Meleagro nelle file dei calidoni, gli avversari non riuscivano a sopraffarli[12].
Nella versione di Omero Atalanta non figura tra i cacciatori del cinghiale ma ha più spazio sua moglie Cleopatra, poiché durante l'assedio di Calidone gli parla del triste destino delle città conquistate ed inoltre l'evento dell'uccisione degli zii materni non avviene più subito dopo l'abbattimento del cinghiale, bensì durante una battaglia della guerra di cui Fenice continua a raccontare ad Apollo
Di Altea infine, scrive che dapprima giurò la morte per suo figlio nel nome di Ade e Persefone[12] ma che poi, dopo che il figlio si è ritirato dal combattimento, lo implora invano quando gli avversari assalgono le mura della città[13].
Ade invocando, e la Dea spietata Persèfone, al suolo su le ginocchia stesa, bagnando di lagrime il grembo, che desse al figlio suo la morte; e dall’Èrebo, Erinni l’udí, che il cuor mai placa, che libra fra tenebre il volo. Ed urla e insiem tumulto sorgevano intorno alle mura, percossa era la terra[13].»
La versione di Omero si conclude dicendo che le Erinni escono dall'Erebo per rispondere alle invocazioni di morte chieste da Altea ma, e nonostante la città dei calidoni fosse già in fiamme[13] non dice che l'eroe muore dopo essere ritornato in battaglia per scongiurare la caduta della stessa[14].
La fine della battaglia
Nel catalogo delle donne, di cui ci è pervenuta solo la fine della storia, sembra che Meleagro venga ucciso da Apollo mentre combatte sotto le mura di Pleurone e Pausanias aggiunge che il dio è l'alleato dei Cureti e come sue fonti cita sia il Catalogo di Esiodo che l'epica perduta Minia.
Note
- ^ a b (EN) Apollonio Rodio, Argonautiche, I, 190, su theoi.com. URL consultato il 10 luglio 2019.
- ^ a b c d e f g h i j k (EN) Apollodoro, Biblioteca, I, 8.1 - 2 e 3, su theoi.com. URL consultato il 10 luglio 2019.
- ^ Omero, Iliade, IX, 529, su it.m.wikisource.org. URL consultato il 10 luglio 2019.
- ^ a b c (EN) Pausania il Periegeta, Periegesi della Grecia, IV, 2.7, su theoi.com. URL consultato il 10 luglio 2019.
- ^ Igino, Fabulae 70
- ^ a b c (EN) Pausania il Periegeta, Periegesi della Grecia, X, 31.4, su theoi.com. URL consultato il 10 luglio 2019.
- ^ (EN) Pausania il Periegeta, Periegesi della Grecia, X, 31.3, su theoi.com. URL consultato il 10 luglio 2019.
- ^ a b c (EN) Ovidio, Metamorfosi, VIII, 445 e seguenti, su theoi.com. URL consultato il 10 luglio 2019.
- ^ Igino, Fabulae 172
- ^ (EN) Diodoro Siculo, Biblioteca Historica, IV, 34.2e3, su penelope.uchicago.edu. URL consultato il 10 luglio 2019.
- ^ a b c d e f g h (EN) Ovidio, Metamorfosi, VIII, 262 e seguenti, su theoi.com. URL consultato il 10 luglio 2019.
- ^ a b Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore
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- ^ a b c Omero, Iliade, IX, 559, su it.m.wikisource.org. URL consultato il 10 luglio 2019.
- ^ Omero, Iliade, IX, 589, su it.m.wikisource.org. URL consultato il 10 luglio 2019.