Repubblica Socialista Sovietica Lituano-Bielorussa
La Repubblica Socialista Sovietica Lituano-Bielorussa (RSSLB, in lituano: Lietuvos-Baltarusijos Tarybinė Socialistinė Respublika; in bielorusso: Літоўска-Беларуская Савецкая Сацыялістычная Рэспубліка; in russo: Литовско-Белорусская ССР; conosciuta anche come Lituania-Bielorussia) fu una repubblica controllata dai soviet che esistette all'interno dei territori delle moderne Bielorussia e Lituania orientale per circa sette mesi nel 1919, durante la guerra lituano-sovietica, prima che le parti occidentali fossero annesse alla Polonia e la Lituania riconosciuta indipendente col Trattato di Mosca.
Lituania-Bielorussia | |
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(dettagli)
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Dati amministrativi | |
Nome completo | Repubblica Socialista Sovietica Lituano-Bielorussa |
Nome ufficiale | (LT) Lietuvos-Baltarusijos Tarybinė Socialistinė Respublika (BE) Літоўска-Беларуская Савецкая Сацыялістычная Рэспубліка |
Lingue ufficiali | bielorusso lituano polacco yiddish russo |
Lingue parlate | lituano, bielorusso, polacco, russo, yiddish[1] |
Capitale | Vilnius (febbraio - aprile 1919) Minsk (aprile - agosto 1919) Smolensk (agosto 1919) |
Politica | |
Forma di Stato | Repubblica Socialista Sovietica |
Forma di governo | Repubblica a partito unico |
Nascita | 27 febbraio 1919 |
Fine | 25 agosto 1919 |
Territorio e popolazione | |
Bacino geografico | Europa nord-orientale |
Territorio originale | Bielorussia e Lituania |
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Evoluzione storica | |
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Contesto
Alla fine della Grande Guerra nel 1918, l'Unione Sovietica diede il via ad un'operazione militare volta ad assoggettare i Paesi baltici, una volta che l'Impero tedesco lasciò tali territori dopo aver firmato l'armistizio di Compiègne. L'intento perseguito era quello di diffondere la Rivoluzione mondiale, costituendo Repubbliche Sovietiche nell'Europa orientale.[2] Alla fine del dicembre 1918, le forze bolsceviche giunsero in Lituania. I russi intendevano anche adoperare le terre baltiche come Stati cuscinetti tra l'Europa occidentale e quella orientale, dove tra l'altro ebbero luogo la Rivoluzione di novembre in Germania e la costituzione della Repubblica sovietica ungherese.[3]
La Repubblica Socialista Sovietica Lituana fu proclamata il 16 dicembre 1918[4] e la Repubblica Socialista Sovietica Bielorussa il primo gennaio 1919.[5] Le due repubbliche erano fragili e guidate da due partiti nati recemente, quello Comunista Lituano e quello Comunista Bielorusso che non godevano di un ampio sostegno popolare.[6] Di fronte a una situazione politica incerta a seguito dello scoppio della guerra sovietico-polacca e della guerra lituano-sovietica, i sovietici decisero di consolidare le proprie forze e le due repubbliche furono unificate nella neonata Litbel il 17 febbraio 1919.[7] Anche i partiti comunisti furono uniti, confluendo nel Partito Comunista della Lituania e della Bielorussia.[8]
Attività del governo
L'unificazione delle due repubbliche non fu ben accetta né in Lituania né in Bielorussia.[9] In particolare, i bielorussi percepirono questa confluenza come un'annessione alla Lithuania[10] e furono risentiti dello sfruttamento dell'identità bielorussa per ragioni strategiche.[11] Alcuni nazionalisti bielorussi, quale ad esempio Zmicier Zhylunovich, rassegnarono le dimissioni.[12] Ad ogni modo, Mosca decise di procedere oltre assegnando ad Adol'f Abramovič Ioffe il compito di supervisionare la fusione: questi entrò poi a far parte del governo della Litbel, capeggiato da Vincas Mickevičius-Kapsukas (con un passato nel PCL alle spalle), Presidente del Consiglio dei Commissari del Popolo (titolo equiparabile alla carica di Primo ministro). Al governo non parteciparono bielorussi.[13] La repubblica ricevette finanziamenti costanti da parte della Repubblica Russa.[14] Per questo gli storici concordano nel considerarlo uno Stato fantoccio.[15]
Inizialmente, la capitale divenne Vilnius. In aprile fu spostata a Minsk, dopo che Vilnius fu conquistata dall'esercito polacco durante l'operazione militare nota come offensiva di Vilna.[16] Il leader sovietico Vladimir Lenin sperava di avviare negoziati di pace con i polacchi attraverso il membro del Partito Comunista polacco Julian Marchlewski, allontanato ufficialmente dal governo lituano-bielorusso il 17 luglio 1919.[17] Minsk fu espugnata dalle forze polacche l'8 agosto 1919 nel corso dell'Operazione Minsk, cui seguì lo spostamento del governo di Litbel – di fatto non più operativo – presso Smolensk nell'agosto 1919.[18] Alla fine del luglio 1919, quasi tutto il territorio della RSS Lituano-Bielorussa era occupato da forze militari straniere.[19]
Conseguenze
Nel settembre del 1919, i sovietici riconobbero l'indipendenza della Lituania e negoziarono un trattato di pace.[20] Il trattato di Mosca (1920 Urss-Lituania) fu sottoscritto il 12 luglio 1920. La guerra sovietico-polacca iniziò a volgere a favore dei russi quando fu riconquistata Minsk e ricreata la RSS Bielorussa il 31 luglio 1920.[21] Ignorando quanto accordato nel trattato di pace, i sovietici iniziarono a pianificare un colpo di Stato in Lituania per rovesciare il governo lituano e ristabilire la Repubblica sovietica.[22] Tuttavia, questa ipotesi fu accantonata quando l'Armata Rossa fu sconfitta nella Battaglia di Varsavia e respinta dai polacchi. Alcuni storici dell'epoca videro in questa sconfitta l'evento che scaturì una nuova indipendenza della Lituania e l'allontanamento dalla sfera di influenza sovietica.[23][24] Il confine tra Russia e Polonia fu stabilito dalla pace di Riga, la quale lasciò quasi la metà del territorio bielorusso in mano alla RSS bielorussa.[25]
Comitato Esecutivo Centrale
- Kazimierz Cichowski – presidente (27 febbraio 1919-31 luglio 1920)
Membri del Consiglio dei Commissari del Popolo
Furono membri del Consiglio dei Commissari del Popolo (gabinetto di governo) dal 17 febbraio 1919:[26]
Membri del Consiglio dei Commissari del Popolo | |
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Carica | Funzionario |
Commissario degli Affari Esteri | Vincas Mickevičius-Kapsukas (anche Presidente) |
Commissario degli Affari Interni | Zigmas Aleksa-Angarietis (anche Vicepresidente) |
Commissario per le Politiche Alimentari | Moses Kalmanovich |
Commissario del Lavoro | Semyon Dimanstein |
Commissario della Finanza | Yitzhak Weinstein |
Commissario dei Trasporti | Aleksandras Jakševičius |
Commissari delle Politiche Agricole | Kazimierz Cichowski e Vaclovas Bielskis[27] |
Commissario dell’Istruzione | Julian Leszczyński |
Commissario delle Comunicazioni | Carl Rozental (К. Ф. Розенталь) |
Commissario della Giustizia | Mieczysław Kozłowski (Мечислав Козловский) |
Commissario delle Forze Armate | Józef Unszlicht |
Commissario della Sanità | Petras Avižonis |
Commissario dell’Economia Popolare | Vladimir Ginzburg |
Commissario delle Politiche Sociali | Josif Oldak |
La Lituania del XX secolo
Un riepilogo delle varie evoluzioni politiche dello Stato lituano nel XX secolo:[28]
- Impero russo
- Dichiarazione d’indipendenza (11 marzo 1918) e periodo transitorio
- Regno di Lituania (luglio-novembre 1918)
- Prima RSS lituana (dicembre 1918-febbraio 1919)
- RSS lituano-bielorussa (febbraio 1919-agosto 1919)
- Repubblica lituana (agosto 1919-1940)
- Seconda RSS lituana (1940-giugno 1941)
- Reichskommissariat Ostland (luglio 1941-1944)
- Seconda RSS lituana (1944-marzo 1990)
- Lituania (indipendente dal 1990)
Altri progetti
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su RSS Lituano-Bielorussa
Note
- ^ (EN) Jerzy Borzęcki, The Soviet-Polish Peace of 1921 and the Creation of Interwar Europe, Yale University Press, 2018, ISBN 978-0-300-12121-6, p.16
- ^ (EN) Norman Davies, Europe: A History, HarperPerennial, 1998, ISBN 0-06-097468-0, p.934
- ^ (EN) Georg von Rauch, The Baltic States: The Years of Independence, University of California Press, 1970, p. 51. ISBN 0-520-02600-4.
- ^ (EN) Saulius Suziedelis, Historical Dictionary of Lithuania (II edizione), Scarecrow Press, 2011, ISBN 978-0-8108-4914-3, pp. 169–170.
- ^ (EN) David R. Marples, Belarus: a denationalized nation, Taylor & Francis, 1999, ISBN 978-90-5702-343-9, pp. 5–6.
- ^ (EN) Evan Mawdsley, The Russian Civil War, Pegasus Books, 2007, ISBN 1-933648-15-5, p. 118.
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- ^ Mauro Perani, Materia giudaica. Rivista dell'Associazione italiana per lo studio del giudaismo, vol.1, Casa Editrice Giuntina, 2004, ISBN 978-88-80-57731-7, p.289.
- ^ (EN) Jerzy Borzęcki, The Soviet-Polish Peace of 1921 and the Creation of Interwar Europe, Yale University Press, 2018, ISBN 978-0-300-12121-6, p.16
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- ^ (EN) Richard Pipes, The formation of the Soviet Union: communism and nationalism, 1917-1923 (II edizione), Harvard University Press, 1997, ISBN 978-0-674-30951-7, p.153.
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- ^ Alfonsas Eidintas; Žalys Vytautas; Alfred Erich Senn, Lithuania in European Politics: The Years of the First Republic, 1918–1940 (edizione Paperback), New York: St. Martin's Press, 1999, ISBN 0-312-22458-3, p. 66.
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- ^ Vitaut Kipel; Zora Kipel, Byelorussian statehood: reader and bibliography, Byelorussian Institute of Arts and Sciences, 1988, OCLC 19592740, p. 188.
- ^ Fulvio Fusco, L’ammaliatrice di Kaunas, Youcanprint, 2014, ISBN 978-88-91-16905-1, p.30.
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- ^ (EN) David R. Marples, Belarus: a denationalized nation, Taylor & Francis, 1999, ISBN 978-90-5702-343-9, pp. 5–6.
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- ^ (EN) Snyder, Timothy (2004). The Reconstruction of Nations: Poland, Ukraine, Lithuania, Belarus, 1569–1999. Yale University Press. pp. 62–63. ISBN 0-300-10586-X.
- ^ (EN) Senn, Alfred Erich (September 1962). The Formation of the Lithuanian Foreign Office, 1918–1921. Slavic Review. 3 (21): 500–507. doi:10.2307/3000451. ISSN 0037-6779.
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- ^ (EN) Alfred Erich Senn, The Emergence of Modern Lithuania (seconda edizione), Westport (CT), Greenwood Press, 1975, ISBN 0-8371-7780-4, p. 240.
- ^ http://www.knowbysight.info/CCC/14946.asp
- ^ Storia della Lituania: http://www.treccani.it/enciclopedia/lituania/