Atto d'indipendenza della Lituania
L'Atto d'indipendenza della Lituania (in lituano Lietuvos Nepriklausomybės Aktas) o Atto del 16 febbraio è stato firmato dal Consiglio della Lituania il 16 febbraio 1918. L'atto afferma l'indipendenza della Lituania, governata dai principi democratici, designando Vilnius come capitale.


L'atto fu firmato dai venti rappresentanti del Consiglio, presieduti da Jonas Basanavičius, esponente di primo piano del Risveglio nazionale lituano.
Il percorso della dichiarazione fu lungo e complesso poiché la presenza dell'Impero tedesco aveva aumentato la pressione sul Consiglio, che dovette operare considerando sia i tedeschi, le cui truppe erano presenti in Lituania, che le richieste del popolo.[1]
La dichiarazione non ebbe effetto immediato, dato che i tedeschi avevano vietato la diffusione dell'atto (che tuttavia avvenne illegalmente): solo dopo la cessazione delle influenze teutoniche (basti pensare al Regno di Lituania)[2] e alla sconfitta dell'Impero tedesco nella prima guerra mondiale, poté essere avviato un primo governo lituano. Dopo aver ottenuto una parziale indipendenza, l'esercito lituano, affiancato dalla neonata Repubblica di Weimar, combatté dal 1918 al 1920 contro la Russia e la Polonia, per difendere la propria indipendenza.
I contenuti dell'atto gettarono le basi legali per l'esistenza della Lituania moderna, sia durante il periodo interbellico che dopo il 1990.[3] L'atto ha dettato anche i principi di tutte le carte costituzionali lituane successive, tra cui rientra sicuramente anche l'Atto di Restaurazione dello Stato di Lituania del 1990.[4] La Lituania infatti, nel processo di distaccamento dall'URSS, affermò che il documento di restaurazione dello Stato indipendente, pur se operativo solo nei venti anni di periodo interbellico, conservasse ancora il proprio valore legale.[5]
Oggi, il 16 febbraio rappresenta una festività nazionale in Lituania (Lietuvos valstybės atkūrimo diena, ossia Giorno della Restaurazione dello Stato Lituano).
Il 29 marzo 2017, è stato ritrovato il documento originale presso l'archivio diplomatico di Berlino, in Germania.
Contesto storico e Consiglio della Lituania
La Lituania ha avuto una propria sovranità nel corso della sua storia diverse volte sin dall'incoronazione di Mindaugas come re.
Dopo l'ultima ripartizione della Confederazione polacco-lituana nel 1795, la Lituania fu annessa all'Impero russo.[6] Durante il 19° secolo, sia i lituani che i polacchi tentarono di restaurare l'indipendenza. Le rivolte più importanti avvennero nella rivolta di Novembre e nella rivolta di Gennaio (1863), ma le prime vere possibilità di ottenere un'autonomia governativa si ebbero quando la Russia e la Germania furono impegnate nella Grande Guerra.[7]
Nel 1915, i tedeschi occuparono le aree orientali dell'Impero russo. A seguito della Rivoluzione d'Ottobre (1917), la Germania confluì gli sforzi militari nella creazione della Mitteleuropa a guida teutonica: il piano comprendeva una serie di Stati fantoccio che avrebbero dovuto servire come cuscinetto: questo spiega perché fu favorevole alla Conferenza di Vilnius. Si sperava infatti che la proclamazione dello Stato lituano avrebbe reso più freddi i rapporti del Paese baltico nei confronti della Russia, creando maggiori connessioni politiche con la Germania.[8] Ad ogni modo, questa strategia fallì; la conferenza, tenutasi dal 18 al 22 settembre 1917, propendette per la restaurazione della Lituania come Stato sovrano: si sottolineò solo come una qualche connessione maggiore si potesse costituire se i tedeschi avessero formalmente riconosciuto l'esistenza della Lituania come nazione.[9] Il 21 settembre, i 214 partecipanti della conferenza elessero i venti membri del Consiglio della Lituania per mettere nero su bianco quanto si intendesse compiere.[10] Le autorità tedesche non permisero di rendere pubblici gli atti, ma consentirono al Consiglio di procedere e andare avanti.[8] La conferenza di Vilnius decretò anche che in futuro dovesse essere creata un'Assemblea costituente "in conformità con i princìpi democratici riconosciuti da tutti i cittadini della Lituania".[11]
Iter formativo dell'atto finale
Atto dell'11 dicembre
L'Atto dell'11 dicembre fu il secondo passo che i lituani percorsero per redarre il documento finale. La prima bozza, chiesta dal cancelliere Georg von Hertling, fu preparata dal Ministero tedesco per gli Affari Esteri il primo dicembre.[12] Ulteriori modifiche furono apportate, preparandole insieme il cancelliere tedesco e una delegazione del Consiglio della Lituania. I membri della delegazione erano Antanas Smetona, Steponas Kairys, Vladas Mironas, Jurgis Šaulys, Petras Klimas e Aleksandras Stulginskis.[13] Dopo la discussione tra le parti, fu raggiunto un compromesso sul testo del documento. Il rappresentante tedesco Kurt von Lersner insistette sul fatto che nessuna parola avrebbe dovuto essere modificata e che tutto il Consiglio avrebbe dovuto firmare il testo così come preparato.[14]
Dopo che la delegazione tornò a Vilnius, il Consiglio si riunì l'11 dicembre per discutere dell'Atto. Fu adottato senza che fossero adoperati cambiamenti. 15 persone votarono in favore dell'atto, tre furono i contrari, un astenuto e un assente.[15] Non è del tutto pacifico se ogni membro del Consiglio sottoscrisse il documento.[16] L'Atto fu scritto in lingua tedesca, e, stando a quanto emerge da analisi storiche, non fu preparata nessuna traduzione ufficiale in lituano. Per questo motivo, fonti diverse riportano traduzioni leggermente diverse.[17] L'Atto dell'11 dicembre sanciva l'indipendenza della Lituania, ma chiedeva anche la protezione del governo tedesco (clausola 2) e una "alleanza certa e permanente" con la Germania.[9] Poiché l'atto prevedeva convenzioni che concernevano affari militari, trasporti, confini doganali e valuta da operare, molti lituani sostennerono che il Consiglio fosse imputabile per eccesso di potere: le conclusioni raggiunte in seno alla Conferenza di Vilnius a settembre sancivano infatti che queste decisioni spettavano all'assemblea costituente.[18]
Atto dell'8 gennaio
Quando iniziarono i negoziati di pace tra russi e tedeschi all'inizio del 1918, la Germania chiese ai rappresentanti lituani di preparare due notifiche dell'indipendenza: una ai sovietici, in cui si affermava che i legami con questi venivano rotti e non si faceva riferimento all'alleanza che si sarebbe dovuta costituire con i tedeschi; l'altra all'Impero tedesco, la quale sostanzialmente riportava i contenuti delineati l'11 dicembre.[19] Il Consiglio decise di emendare già la prima parte dell'Atto l'11 dicembre. Petras Klimas incluse una frase che richiamava la formazione in seguito di un'assemblea costituente.[20] Un altro importante sviluppo riguardò la statuizione dei principi democratici come fondamenta del nuovo Stato, come già deciso nella Conferenza di Vilnius, ma omesso nella bozza dell'11 dicembre.[21] La seconda parte, riferita alla "alleanza certa e permanente con la Germania", fu totalmente ignorata.[22] La versione finale fu approvata l'8 gennaio 1918, giorno in cui il Presidente degli Stati Uniti Woodrow Wilson annunciava i quattordici punti. Nella sostanza, l'atto dell'8 gennaio non differirà molto da quello del 16 febbraio.[23]
Nonostante questo, l'Ober Ost, amministrazione militare tedesca, rifiutò i cambiamenti. Il 26 gennaio, soddisfacendo a quella che era la richiesta precedentemente fatta, furono approvate le due versioni da notificare ai tedeschi e ai russi, ma non inclusero i cambiamenti apportati l'8 gennaio.[24] I testi furono preparati sulla base dell'Atto dell'11 dicembre. Queste concessioni ai tedeschi crearono tensioni in seno al Consiglio.[25] Quattro membri (rispettivamente Mykolas Biržiška, Steponas Kairys, Stanisław Narutowicz e Jonas Vileišis) rassegnarono le dimissioni in segno di protesta.[26] A tale decisione si affiancò pure il presidente Antanas Smetona, sia pur per ragioni diverse perché sostenitore dell'Atto dell'11 dicembre.[21] Jonas Basanavičius, più tardi considerato padre dell'indipendenza, fu eletto presidente.[27]
Atto del 16 febbraio
La Germania non riconobbe la Lituania come Stato indipendente: non fu invitata nessuna delegazione lituana a partecipare alle negoziazioni del trattato di Brest-Litovsk iniziate il 22 dicembre 1917, tra gli Imperi centrali e la Russia e relative all'uscita dalla guerra da parte dei secondi.[28] Durante la prima e ultima riunione congiunta tra Consiglio e autorità tedesche, risultò chiaro come i teutonici volessero che il Consiglio divenisse un organo consultivo.[29] Questa situazione dette ulteriore credito a quella parte del Consiglio che non voleva un'"indipendenza fittizia". La preoccupazione principale a questo punto divenne il rinvitare i membri che avevano lasciato l'organo lituano. A seguito di discussioni, si provvide a revisionare nuovamente le prime versioni dell'Atto, quelle non edulcorate dall'influenza tedesca.[30]
I quattro membri usciti furono riammessi e chiesero di basarsi sulla versione adottata l'8 gennaio, in cui non si faceva alcun riferimento ad un alleanza con i tedeschi.[19] Dopo accessi dibattiti durati settimane, alle 10 del mattino del 15 febbraio, era pronta la nuova versione dell'Atto. Includeva, oltre a qualche termine lessicale differente, la formulazione già preimpostata l'8 gennaio, oltre alle modalità di promulgazione e pubblicazione, redatte il primo febbraio. Una mancata promulgazione o pubblicazione dell'Atto non lo avrebbero però reso recettizio.[31] Il Concilio, assieme ai membri che ne rientrarono a far parte, decise di riunirsi il giorno successivo per ultimare l'opera. In data 16 febbraio 1918, ore 12:30, tutti i 20 membri del Consiglio si riunirono nella sala del Comitato Lituano per il Sostegno dei Caduti di Guerra, presso la via Didžioji (oggi via Pilies) numero civico 26 a Vilnius.[32] Il palazzo è da allora noto come Palazzo dei firmatari (in [[lingua lituana|lituano signatarų namai[33]) e attualmente ospita abitazioni e un museo. Il Consiglio approvò dapprima la parte iniziale, i primi due paragrafi fino alla parola drauge all'unanimità.[34] La seconda parte, invece, fu dibattuta perché i quattro membri riammessi non erano soddisfatti dell'utilizzo delle parole "in ultimo" nella descrizione dei poteri dell'Assemblea Costituente: (il passaggio era il seguente: "... la fondazione dello Stato lituano e le sue relazioni con gli altri paesi saranno determinate in ultimo dall'Assemblea Costituente ...").[34] Essi temevano che quell'espressione avrebbe potuto creare un pretesto da parte del Consiglio per usurpare i poteri dell'Assemblea Costituente: la maggioranza sosteneva invece che con quella dicitura esprimesse semplicemente la natura non negoziabile e non appellabile delle future decisioni dell'Assemblea.[19] Fu per questi motivi che, sebbene l'Atto fosse stato unanimemente approvato da tutti e 20 i membri del Consiglio, non pose fine ai timori nella testa dei quattro dubbiosi.[34]
Testo finale dell’atto
Rigo | Testo originale[35] | Traduzione italiana[36] | ||
---|---|---|---|---|
1 | ||||
2 | Lietuvos Taryba savo posėdyje vasario 16 d. 1918 m. vienu balsu nu- | Il Consiglio di Lituania nella sua riunione in data 16 febbraio 1918, ha deciso unanimemente | ||
3 | tarė kreiptis: į Rusijos, Vokietijos ir kitų valstybių vyriausybės šiuo | di indirizzare ai governi di Russia, Germania, e agli altri stati la seguente | ||
4 | pareiškimu: | dichiarazione: | ||
5 | Lietuvos Taryba, kaipo vienintelė lietuvių tautos atstovybė, remdamos | Il Consiglio di Lituania, in quanto rappresentante unico della nazione lituana, sulla base | ||
6 | pripažintaja tautų apsisprendimo teise ir lietuvių Vilniaus konferencijos | del riconosciuto diritto all’autodeterminazione nazionale, e dalla di Conferenza di Vilnius | ||
7 | nutarimu rugsėjo mėn. 18–23 d. 1917 metais, skelbia atstatanti nepriklau- | risoluzione del 18–23 settembre 1917, proclama la restaurazione dell’indipendente | ||
8 | somą demokratiniais pamatais sutvarkytą Lietuvos valstybę su sostine | stato di Lituania, fondato su principi democratici, con Vilnius come capitale, | ||
9 | Vilniuje ir tą valstybę atskirianti nuo visų valstybinių ryšių, kurie | e dichiara la cessazione di tutti i legami statali che in passato | ||
10 | yra buvę su kitomis tautomis. | legavano questo Stato ad altre nazioni. | ||
11 | Drauge Lietuvos Taryba pareiškia, kad Lietuvos valstybės pama- | Il Consiglio di Lituania dichiara altresì che la fondazione dello Stato lituano e | ||
12 | tus ir jos santykius su kitomis valstybėmis privalo galutinai nustatyti | le sue relazioni con gli altri paesi saranno determinate in ultimo dall’ | ||
13 | kiek galima graičiau sušauktas steigiamasis seimas, demokratiniu budu | Assemblea Costituente, da convocarsi quanto prima possibile, democraticamente eletta | ||
14 | visų jos gyventojų išrinktas. | da tutti i suoi cittadini. | ||
15 | Lietuvos Taryba pranešdama apie tai ..................... | Il Consiglio della Lithuania avendo informato il Governo di ..................... a tale scopo | ||
16 | vyriausybei, prašo pripažinti nepriklausomą Lietuvos valstybę. | richiede il riconoscimento dello Stato Indipendente di Lituania. | ||
17 | Dr. Jonas Basanavičius | Dr. Jonas Basanavičius | ||
18 | Saliamonas Banaitis | Saliamonas Banaitis | ||
19 | Mykolas Biržiška | Mykolas Biržiška | ||
20 | Vilniuje, vasario 16 d. 1918 m. | Kazys Bizauskas | Vilnius, 16 febbraio 1918 | Kazys Bizauskas |
21 | Pranas Dovydaitis | Pranas Dovydaitis | ||
22 | Jurgis Šaulys | Steponas Kairys | Jurgis Šaulys | Steponas Kairys |
23 | Jokūbas Šernas | Petras Klimas | Jokūbas Šernas | Petras Klimas |
24 | Antanas Smetona | Donatas Malinauskas | Antanas Smetona | Donatas Malinauskas |
25 | Jonas Smilgevičius | Vladas Mironas | Jonas Smilgevičius | Vladas Mironas |
26 | Justinas Staugaitis | Stanisław Narutowicz | Justinas Staugaitis | Stanisław Narutowicz |
27 | Aleksandras Stulginskis | Alfonsas Petrulis | Aleksandras Stulginskis | Alfonsas Petrulis |
28 | Jonas Vailokaitis | Kazimieras Steponas Šaulys | Jonas Vailokaitis | Kazimieras Steponas Šaulys |
29 | Jonas Vileišis | Jonas Vileišis |
Conseguenze
In Lituania
Subito dopo la firma, l'Atto fu portata in Germania e consegnato ai partiti del Reichstag. Il 18 febbraio, il testo fu ristampato sui giornali tedeschi: giusto per citare alcune testate, si pensi al Das Neue Litauen, al Vossische Zeitung, al Taegliche Rundschau e al Kreuzzeitung.[37] In Lituania, fu preparato un proclama da stampare sui giornali, soprattutto per il Lietuvos aidas, giornale creato dal membro del Consiglio Antanas Smetona: le autorità tedesche ne impedirono la pubblicazione. Nonostante gran parte delle copie fu confiscata, l'editore del giornale Petras Klimas riuscì a nasconderne una sessantina.[20]
Il 3 marzo 1918, la Germania e la nuova Russia bolscevica siglarono il trattato di Brest-Litovsk. In esso si dichiarava che la Russia rinunciava a qualsiasi interesse geopolitico sui Paesi baltici a favore dei tedeschi. Il 23 marzo, la Germania riconobbe l'indipendenza della Lituania sulla base della dichiarazione dell'11 dicembre.[8] Nella sostanza, non operò nessun cambiamento in merito ai poteri del Consiglio: qualsiasi tentativo di porre in essere una pubblica amministrazione fu stroncato.[38] Questa situazione cambiò con la Rivoluzione di novembre iniziata in Germania dopo la sconfitta riportata al termine del 1918: era evidente come la Germania non fosse più nella posizione di dettare condizioni, risultato evidenziato anche dalla fallita instaurazione di un Regno filo-tedesco. Il Consiglio di Lituania adottò la prima costituzione provvisoria il 2 novembre. Le funzioni governative furono temporaneamente ricoperte da tre membri, con il successivo invito ad Augustinas Voldemaras a formare il primo gabinetto di Ministri.[39] Complete international recognition took several years; the US affirmed it on 22 July 1922.[40]
Voci correlate
La Lituania del XX secolo
Un riepilogo delle varie evoluzioni politiche dello Stato lituano nel XX secolo:[41]
- Impero russo
- Dichiarazione d’indipendenza (11 marzo 1918) e periodo transitorio
- Regno di Lituania (luglio-novembre 1918)
- Prima RSS lituana (dicembre 1918-febbraio 1919)
- RSS lituano-bielorussa (febbraio 1919-agosto 1919)
- Repubblica lituana (agosto 1919-1940)
- Seconda RSS lituana (1940-giugno 1941)
- Reichskommissariat Ostland (luglio 1941-1944)
- Seconda RSS lituana (1944-marzo 1990)
- Lituania (indipendente dal 1990)
Altri progetti
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Atto d'indipendenza della Lituania
Note
- ^ Simas Sužiedėlis, ed. (1970–1978). "Council of Lithuania". Encyclopedia Lituanica. I. Boston, Massachusetts: Juozas Kapočius. pp. 581–585. LCC 74-114275.
- ^ Elenco dei sovrani e capi di Stato nella storia lituana: https://www.portalestoria.net/lituania.htm#Regno%20di%20Lituania:%C2%A0%2011/12/1917%20---%201918
- ^ (LT) Mindaugas Maksimaitis, Lietuvos valstybės konstitucijų istorija (XX a. pirmoji pusė), Vilnius: Justitia, 2005, ISBN 9955-616-09-1, pp. 36–44.
- ^ (LT) Antanas Tyla, "Vasario 16-osios Akto reikšmė lietuvių tautos politinei raidai". Voruta, 2005 ISSN 1392-0677.
- ^ Lo ribadisce anche il sito del Seimas: https://www.lrs.lt/
- ^ Lenore Grenoble, Language Policy in the Soviet Union, Dordrecht, Kluwer Academic Publishers, 2003, p. 104, ISBN 1-4020-1298-5.
- ^ Colin Nicolson, Longman Companion to the First World War: Europe 1914–1918, Routledge, 15 July 2014, p. 239, ISBN 978-1-317-88826-0.
- ^ a b c Simas Sužiedėlis (a cura di), Council of Lithuania, in Encyclopedia Lituanica, I, Boston, Massachusetts, Juozas Kapočius, 1970–1978.
- ^ a b (LT) Lina Kulikauskienė, 1917 metų Lietuvos Taryba, in Gimtoji istorija. Nuo 7 iki 12 klasės, Vilnius, Elektroninės leidybos namai, 2002, ISBN 9986-9216-9-4.
- ^ (LT) Jonas Jusaitis, Kelio į Vasario 16-tąją pradžia ir vyriausybės sudarymas, in Patriotas, vol. 2, n. 37, February 2002. URL consultato il 29 gennaio 2007.
- ^ Alexandra Ashbourne, Lithuania: The Rebirth of a Nation, 1991–1994, Lexington Books, 1º January 1999, p. 11, ISBN 978-0-7391-0027-1.
- ^ (EN) Alfonsas Eidintas; Vytautas Žalys; Alfred Erich Senn, "Chapter 1: Restoration of the State" in Edvardas Tuskenis, Lithuania in European Politics: The Years of the First Republic, 1918–1940 (edizione paperback), New York: St. Martin's Press, 1999, ISBN 0-312-22458-3, pp. 24–31.
- ^ (EN) Storia del Consiglio di Lituania e dei dissidi interni: http://valstybingumas.lt/EN/saltiniu-apzvalga/LR-1918-1940-saltiniai/Pages/default.aspx
- ^ (LT) Raimundas Klimavičius, Vasario 16-osios aktas: teksto formavimo šaltiniai ir autorystės problema, in Istorija. Lietuvos aukštųjų mokyklų mokslo darbai, 59–60, Vilnius Pedagogical University, 2004, pp. 57–66.
- ^ (LT) Raimundas Klimavičius, Vasario 16-osios aktas: teksto formavimo šaltiniai ir autorystės problema, in Istorija. Lietuvos aukštųjų mokyklų mokslo darbai, 59–60, Vilnius Pedagogical University, 2004, pp. 57–66.
- ^ (EN) Il documento d'indipendenza e le tappe: https://europecentenary.eu/the-independence-of-lithuania-the-act-of-independence-of-16-february-1918/
- ^ (EN) Giorno dell'Indipendenza lituana: quale il testo originale?https://www.transfergo.com/en/blog/lithuanian-independence-day/
- ^ (EN) Alfonsas Eidintas; Vytautas Žalys; Alfred Erich Senn, "Chapter 1: Restoration of the State" in Edvardas Tuskenis, Lithuania in European Politics: The Years of the First Republic, 1918–1940 (edizione paperback), New York: St. Martin's Press, 1999, ISBN 0-312-22458-3, pp. 24–31.
- ^ a b c (LT) Raimundas Klimavičius, Vasario 16-osios aktas: teksto formavimo šaltiniai ir autorystės problema, in Istorija. Lietuvos aukštųjų mokyklų mokslo darbai, 59–60, Vilnius Pedagogical University, 2004, pp. 57–66. Errore nelle note: Tag
<ref>
non valido; il nome "Raimundas" è stato definito più volte con contenuti diversi - ^ a b (LT) Juozas Skirius, Lietuvos nepriklausomybės akto paskelbimas, in Gimtoji istorija. Nuo 7 iki 12 klasės, Vilnius, Elektroninės leidybos namai, 2002, ISBN 9986-9216-9-4. URL consultato il 27 gennaio 2007.
- ^ a b (LT) Dobilas Kirvelis, Jonas Vileišis ir Vasario 16-osios Aktas, in Mokslas ir gyvenimas, vol. 12, n. 528, 2001.
- ^ (LT) Juozas Skirius, "Lietuvos nepriklausomybės akto paskelbimas". Gimtoji istorija. Nuo 7 iki 12 klasės, 2002, Vilnius: Elektroninės leidybos namai, ISBN 9986-9216-9-4.
- ^ Fulvio Fusco, L’ammaliatrice di Kaunas, Youcanprint, 2014, ISBN 978-88-91-16905-1, p.29.
- ^ (LT) Juozas Skirius, "Lietuvos nepriklausomybės akto paskelbimas". Gimtoji istorija. Nuo 7 iki 12 klasės, 2002, Vilnius: Elektroninės leidybos namai, ISBN 9986-9216-9-4.
- ^ (EN) Albertas Gerutis, "Independent Lithuania" in Albertas Gerutis Lithuania: 700 Years. tradotto in inglese da Algirdas Budreckis (sesta edizione), 1984 New York: Manyland Books, ISBN 0-87141-028-1, pp. 151–162.
- ^ (EN) Alfonsas Eidintas; Vytautas Žalys; Alfred Erich Senn, "Chapter 1: Restoration of the State" in Edvardas Tuskenis, Lithuania in European Politics: The Years of the First Republic, 1918–1940 (edizione paperback), New York: St. Martin's Press, 1999, ISBN 0-312-22458-3, pp. 24–31.
- ^ (LT) Adolfas Nezabitauskas, Jonas Basanavičius, Vilnius, Vaga, 1990, p. 6, ISBN 5-415-00640-0.
- ^ (EN) Albertas Gerutis, "Independent Lithuania" in Albertas Gerutis Lithuania: 700 Years. tradotto in inglese da Algirdas Budreckis (sesta edizione), 1984 New York: Manyland Books, ISBN 0-87141-028-1, pp. 151–162.
- ^ (LT) Juozas Skirius, "Lietuvos nepriklausomybės akto paskelbimas". Gimtoji istorija. Nuo 7 iki 12 klasės, 2002, Vilnius: Elektroninės leidybos namai, ISBN 9986-9216-9-4.
- ^ (EN) Alfonsas Eidintas; Vytautas Žalys; Alfred Erich Senn, "Chapter 1: Restoration of the State" in Edvardas Tuskenis, Lithuania in European Politics: The Years of the First Republic, 1918–1940 (edizione paperback), New York: St. Martin's Press, 1999, ISBN 0-312-22458-3, p. 30.
- ^ Gli atti recettizi secondo la definizione del codice civile italiano ex art.1334: https://www.brocardi.it/codice-civile/libro-quarto/titolo-ii/capo-ii/sezione-i/art1334.html
- ^ (LT) Juozas Skirius, "Lietuvos nepriklausomybės akto paskelbimas". Gimtoji istorija. Nuo 7 iki 12 klasės, 2002, Vilnius: Elektroninės leidybos namai, ISBN 9986-9216-9-4.
- ^ https://www.scorcidimondo.it/tag/casa-dei-firmatari-vilnius/
- ^ a b c (LT) Mindaugas Maksimaitis, Lietuvos valstybės konstitucijų istorija (XX a. pirmoji pusė), Vilnius, Justitia, 2005, pp. 36–44, ISBN 9955-616-09-1.
- ^ (LT) Nutarimas, su viduramziu.istorija.net, Medieval Lithuania, 2005. URL consultato il 15 luglio 2019 (archiviato il 24 gennaio 2013).
- ^ Resolution, su viduramziu.istorija.net, Medieval Lithuania, 2005. URL consultato il 15 luglio 2019 (archiviato il 13 novembre 2007).
- ^ http://www.itlietuviai.it/100-anni-dalla-riconquista-dellindipendenza-della-lituania/
- ^ Albertas Gerutis, Independent Lithuania, in Albertas Gerutis (a cura di), Lithuania: 700 Years, translated by Algirdas Budreckis, 6th, New York, Manyland Books, 1984, pp. 151–162, ISBN 0-87141-028-1.
- ^ Alfonsas Eidintas, Chapter 1: Restoration of the State, in Edvardas Tuskenis (a cura di), Lithuania in European Politics: The Years of the First Republic, 1918–1940, Paperback, New York, St. Martin's Press, September 1999, pp. 24–31, ISBN 0-312-22458-3.
- ^ Hersch Lauterpacht, Recognition in International Law, Cambridge University Press, 1º November 2012, p. 11, ISBN 978-1-107-60943-3.
- ^ Storia della Lituania: http://www.treccani.it/enciclopedia/lituania/