Lituania Centrale

Stato provvisorio (1920-1922)

La Repubblica della Lituania Centrale o Lituania Centrale (in lituano: Vidurio Lietuvos Respublika, in polacco: Republika Litwy Środkowej, in bielorusso Рэспубліка Сярэдняе Літвы / Respublika Siaredniaje Litvy), fu uno stato cuscinetto creato nel 1920 dopo la ribellione programmata dei soldati della 1ª Divisione di Fanteria lituana-bielorussa dell'Esercito polacco, per ordine segreto di Józef Piłsudski.[1] Centrata attorno alla città storica di Vilnia capitale dello storico Granducato di Lituania, lo Stato ebbe vita breve e non ottenne il riconoscimento internazionale. Per diciotto mesi l'entità servì come stato cuscinetto tra la Polonia, dalla quale dipendeva, e la Lituania, che reclamava il possesso dell'area.[2] Infine, il 24 marzo 1922, a seguito delle elezioni politiche, lo Stato fu annesso alla Polonia. Queste elezioni non furono riconosciute dalla Repubblica lituana.

Lituania Centrale
Lituania Centrale – Bandiera
Lituania Centrale - Stemma
Dati amministrativi
Nome completoVidurio Lietuvos Respublika (LT)
Republika Litwy Środkowej (PL)
Рэспубліка Сярэдняе Літвы (BE)
Nome ufficialeRepubblica della Lituania Centrale
Lingue ufficialipolacco
Lingue parlatelituano, polacco, bielorusso
CapitaleVilnia
Dipendente daPolonia (bandiera) Polonia
Politica
Forma di StatoStato fantoccio/cuscinetto
Forma di governoRepubblica
Nascita1920 con Józef Piłsudski
CausaRibellione programmata dei soldati della 1ª Divisione di Fanteria lituana-bielorussa
Fine24 marzo 1922 con Lucjan Żeligowski
CausaAnnessione alla Polonia
Territorio e popolazione
Territorio originaleVilnius
Cartina della regione, con la Repubblica della Lituania Centrale in verde
Evoluzione storica
Preceduto da Seconda Repubblica di Polonia
Lituania (bandiera) Repubblica lituana
Succeduto daPolonia (bandiera) Seconda Repubblica di Polonia
Ora parte diBielorussia (bandiera) Bielorussia
Lituania (bandiera) Lituania

Storia

A seguito delle spartizioni della Polonia, molti dei territori che una volta appartenevano al Granducato di Lituania furono annesse all'Impero russo. Il governo zarista mise in atto una politica di russificazione dell'area: non mancarono proteste dei locali, culminate (ma non sopite) con la Rivolta di Gennaio del 1864.[3] La discriminazione verso le comunità locali portò a restrizioni e divieto rigidi, quali il divieto di parlare in lingua polacca, in lituano (a tal proposito si veda bando della stampa lituana (1865-1904)), in bielorusso e in ucraina.[4][5][6] Queste misure, tuttavia, ebbero effetti limitati sui tentativi di eliminare gruppi polacchi rivoluzionari, in quanto finirono per aumentare un sentimento patriottico tra le fila di molti locali, come accaduto anche a Vilnius.[7][8] Nel Paese baltico, in particolare, nacque nel corso del 19° secolo il c.d. Risveglio Nazionale Lituano, il quale acuì le distanze dei lituani sia dalle influenze polacche che russe.[9]

 
Il proclama a cura di Piłsudski in lituano e in polacco che spingeva i cittadini a ricostituire i territori del Granducato di Lituania (aprile 1919)


La composizione etnica della Lituania Centrale è sempre stata oggetto di discussione, tenendo presente che in quel periodo storico non vi sono censimenti o altri dati anagrafici attendibili. Stando al primo censimento dell'Impero russo del 1897, certamente non noto per la sua attendibilità a detta di molti storici,[10] la popolazione del Governatorato di Vilna era ripartita come segue:[11] bielorussi 56,1% (inclusi i cattolici), lituani 17,6%, ebrei 12,7%, polacchi 8,2%, russi 4,9%, tedeschi 0,2%, ucraini 0,1%, tatari 0,1%, e "altri" 0,1%.[12]

Altri progetti

Note

  1. ^ (LT) Pranas Čepėnas, Naujųjų laikų Lietuvos istorija, vol. II, Chicago, Dr. Griniaus fondas, 1986, ISBN 5-89957-012-1.
  2. ^ Georg von Rauch, The Early Stages of Independence, in Gerald Onn (a cura di), The Baltic States: Years of Independence – Estonia, Latvia, Lithuania, 1917–40, C. Hurst & Co, 1974, pp. 100–102, ISBN 0-903983-00-1.
  3. ^ Claudio Madonia, Fra l'orso russo e l'aquila prussiana, Clueb Edizioni, 2013, 978-88-49-13800-9, p.82.
  4. ^ Si vedano a tal proposito i decreti di Valuev: http://www.limesonline.com/lucraina-russa-nel-1850/61292
  5. ^ Aviel Roshwald, Ethnic Nationalism and the Fall of Empires: Central Europe, Russia and the Middle East, 1914–1923, Routledge, 2001, p. 24, ISBN 0-415-17893-2.
  6. ^ Anna Geifman, Russia Under the Last Tsar: Opposition and Subversion, 1894–1917, Blackwell Publishing, 1999, p. 116, ISBN 1-55786-995-2.
  7. ^ Tomas Venclova, Four Centuries of Enlightenment. A Historic View of the University of Vilnius, 1579–1979, in Lituanus, vol. 1, n. 27, Summer 1981.
  8. ^ Stasys Yla, The Clash of Nationalities at the University of Vilnius, in Lituanus, vol. 1, n. 27, Summer 1981.
  9. ^ William R. Schmalstieg, The Lithuanian Language and Nation Through the Ages: Outline of a History of Lithuanian in its Social Context, in Lituanus, vol. 4, n. 34, Winter 1989.
  10. ^ Andrzej Ajnenkiel, From peoples assembly to May coup: overview of political history of Poland 1918-1926, Wiedza Powszechna, 1986.
    «Stando ai dati ritenuti non veritieri del 1897, i polacchi nella regione aumentavano a 886.000 abitanti, ma il numero avrebbe dovuto essere almeno di poco superiore al doppio.»
  11. ^ (PL) Piotr Łossowski, Konflikt polsko-litewski 1918–1920, Warsaw, Książka i Wiedza, 1995, p. 11, ISBN 83-05-12769-9.
  12. ^ (RU) The first census of the Russian Empire in 1897, in Демоскоп Weekly, № 331-332, 28 апреля - 18 мая 2008, Институт демографии Высшей школы экономики, 2008.