Annessioni prussiane del 1866

annessioni del 1866

Le annessioni prussiane ebbero luogo nel 1866, al termine ella guerra austro-prussiana con la vittoria della Prussia che non solo uscì fortificata dal conflitto, ma fu in grado di ammettere al proprio dominio diversi stati che componevano la Confederazione tedesca. A guerra conclusa, dal 1° ottobre 1866 questi territori entrarono ufficialmente a far parte della Prussia come sue provincie. Gli stati erano il regno di Hannover, l'elettorato d'Assia (Assia-Kassel), il ducato di Nassau e la città imperiale di Francoforte. A questi si aggiungevano piccole aree del Regno di Baviera e del granducato d'Assia (Assia-Darmstadt). Altri stati che pure si erano alleati all'Austria, perdendo contro la Prussia, non vennero annessi ma vennero costretti ad aderire alla Confederazione germanica del nord; questi erano: il regno di Sassonia, il ducato di Sassonia-Meiningen ed il principato di Reuss.

Le annessioni della Prussia nel 1866

     Prussia

     Annessioni della Prussia

     Alleati della Prussia

     Impero austriaco

     Alleati dell'Impero austriaco

     Stati neutrali

Caricatura del giornale francese Le Charivari, settembre 1866: la Prussia rammenda i confini della Germania

Tra le annessioni va compresa anche l'incorporazione dei ducati di Schleswig e Holstein, precedentemente governati dalla Danimarca, i quali pur non essendo stati coinvolti nella guerra erano stati amministrati in precedenza congiuntamente da Prussia e Austria. Nel 1867 la Prussia costituì la provincia prussiana dello Schleswig-Holstein.

Con queste mosse la Prussia si assicurò la supremazia nella Germania settentrionale: era all'epoca possibile viaggiare da Colonia sino a Königsberg senza uscire dal territorio prussiano.

Alla popolazione delle aree interessate dalle annessioni non venne chiesto alcun parere. Alcuni residenti accolsero favorevolmente l'annessione, in parte per l'insoddisfazione nei confronti della vecchia società, in parte come contributo alla futura unità tedesca. Altri rifiutarono l'annessione in modo violento. Nacque ad Hannover il "partito anti-prussiano" che fu il più longevo dei movimenti di opposizione a queste unioni, al punto che perdurò sino al XX secolo. Nella Prussia la popolazione era per la maggior parte favorevole a queste annessioni.

Panoramica

Vecchio nome Status Cambiamento Nuovo status Popolazione
Ducato di Schleswig Feudo danese e parte del Regno di Danimarca, ceduto all'Austria ed alla Prussia congiuntamente nel 1864 L'Austria rinunciò ai propri diritti sul territorio con la pace di Praga del 23 agosto 1866 Parte della provincia dello Schleswig-Holstein 410.000 (al 1862)[1]
Ducato di Holstein Feudo danese e parte del Regno di Danimarca, ceduto all'Austria ed alla Prussia congiuntamente nel 1864 L'Austria rinunciò ai propri diritti sul territorio con la pace di Praga del 23 agosto 1866 Parte della provincia dello Schleswig-Holstein 525.000 (al 1859)[2]
Regno di Hannover Stato membro della Confederazione tedesca dal 1815 Nemico della Prussia, annessione al 1° ottobre 1866 Provincia di Hannover 1.933.800 (1866)
Elettorato d'Assia (Assia-Kasseel, Assia elettorale) Stato membro della Confederazione tedesca dal 1815 Nemico della Prussia, annessione al 1° ottobre 1866 Parte della Provincia d'Assia-Nassau 763.200 (1866)
Ducato di Nassau Stato membro della Confederazione tedesca dal 1815 Nemico della Prussia, annessione al 1° ottobre 1866 Parte della provincia d'Assia-Nassau 465.636 (1865)
Città libera di Francoforte Stato membro della Confederazione tedesca dal 1815 Nemico della Prussia, annessione al 1° ottobre 1866 Parte della provincia d'Assia-Nassau 92.244 (1864)
Granducato d'Assia Stato membro della Confederazione tedesca dal 1815 Nemico della Prussia, annessione al 3 settembre 1866[3], nämlich:
* Assia-Homburg, stato membro della Confederazione tedesca dal 1815, successione ereditaria all'Assia-Darmstadt il 24 marzo 1866, 27.563 abitanti (1865)
* Kreis Biedenkopf
* Kreis Vöhl
* Parte nordoccidentale (comuni: Bieber, Fellingshausen, Frankenbach, Hermannstein, Königsberg, Krumbach, Naunheim, Rodheim an der Bieber e Waldgirmes)
* Rödelheim
* Niederursel (fino alla fine della sovranità del granducato)
Parte della provincia d'Assia-Nassau
Regno di Baviera Stato membro della Confederazione tedesca dal 1815 Annessione di alcuni comuni[4], come ad esempio:
* Bezirk Gersfeld
* Bezirk Orb
* Kaulsdorf (Saale)
I distretti bavaresi di Bezirke Gersfeld e Orb divengono parte della provincia d'Assia-Nassau, Kaulsdorf, la circoscrizione di Ziegenrück e quello i Erfurt, divennero parte della provincia della Sassonia.

La provincia d'Assia-Nassau aveva 1.385.500 abitanti nel 1867, la Provincia dello Schleswig-Holstein con Lauenburg 981.718 abitanti. Il ducato di Lauenburg passò alla Prussia nel 1865 nella pace di Gasteiner e pertanto non è considerato una delle annessioni del 1866.

Nel 1864 la Prussia contava 18.975.228 abitanti. Al 1867 dopo le annessioni dell'anno precedente, la popolazione della Prussia passò a 23.971.337 abitanti.[5] Gli stati che non vennero annessi ma vennero compresi tra gli alleati della Prussia a seguito della guerra furono: Sassonia (2.382.808), Sassonia-Meiningen (179.700) e Reuß (44.100). Compresi gli abitanti già computati, il Reich prussiano poteva contare in quegli anni su una popolazione totale i 38.187.272 abitanti.

Antefatto

La guerra austro-prussiana

  Lo stesso argomento in dettaglio: Guerra austro-prussiana.
 
I confini durante la guerra

     Prussia

     Alleati della Prussia

     Impero austriaco

     Alleati dell'Impero austriaco

     Stati neutrali della confederazione tedesca

     Aree controverse (Schleswig - Holstein)

Le tensioni tra Austria e Prussia nell'amministrazione dei ducati di Schleswig ed Holstein portarono allo scoppio della guerra austro-prussiana nel giugno del 1866. La Confederazione tedesca capeggiata dall'Austria si opponeva all'espansionismo della Prussia. L'Austria e con essa soprattutto gli stati di media grandezza della Germania, come pure stati intermedi come l'Hannover, desideravano mantenere lo status quo e respingevano con forza la riforma federale proposta dalla Prussia per la Germania.

Il decreto federale per la mobilitazione dell'esercito sottoscritto il 14 giugno, ad ogni modo, aveva già messo in risalto le debolezze della confederazione tedesca dal momento che i suoi sostenitori avevano associato al loro voto condizioni e restrizioni specifiche.[6] Il governo federale non riuscì ad accordarsi su un comandante generale. Per ironia della sorte, all'interno della stessa confederazione, la Prussia da tempo chiedeva il miglioramento del servizio militare federale e proprio in campo militare la confederazione alla fine risultò sconfitta e non da un nemico straniero, ma da uno stato che era membro della medesima confederazione. La mancanza di unità tra gli stati membri e la scarsità negli armamenti furono tra le cause che portarono alla sconfitta della fazione filo-austriaca.

 
Le truppe prussiane entrano a Francoforte, fotografia di Johann Heinrich Hasselhorst

La Prussia aveva inviato le sue forze principali (circa 250.000 soldati) in Boemia, stato che all'epoca faceva parte dell'Impero austriaco. Nel resto della Germania le sue forze erano i soli 45.000 uomini, che corrispondevano approssimativamente alle forze del solo regno di Baviera. L'Hannover, l'Assia, il Nassau e Francoforte furono in grado di mobilitare insieme 44.000 uomini.[7]

A proposito del decreto federale, la Prussia da subito si oppose a una dichiarazione di guerra ai danni di un membro della confederazione stessa dal momento che, come ebbe a dire lo stesso primo ministro prussiano Otto von Bismarck, tale atto avrebbe chiaramente portato ad uno scioglimento della federazione stessa. La Prussia, pertanto, non si sentiva più vincolata alla legge federale e pertanto considerò la guerra in corso come un fatto internazionale. Questo fatto risultò fondamentale anche per comprendere le annessioni successive alla conclusione della guerra. Seguendo questo punto di vista, gli stati che si opponevano alla Prussia erano da essa visti come nemici, ed gli stati annessi successivamente non erano più visti come protetti dalla legge federale. La debellatio riservata agli stati conquistati, nonché la loro annessione era un fatto consentito dalla legge marziale dell'epoca.[8]

Gli accordi di pace

Il 19 giugno 1866 Bismarck aveva assicurato agli alleati della Prussia il pieno mantenimento della loro sovranità e del loro status territoriale, ma il futuro degli oppositori sarebbe dipeso dall'esito della guerra. L'Hannover e l'Assia proposero l'offerta ripetutamente i un'alleanza. Dopo la vittoria a Königgrätz il 4 luglio, Bismarck iniziò a sondare l'atteggiamento della Francia verso il conflitto in atto. La Prussia era intenzionata ad annettere lo Schleswig-Holstein, l'Hannover, la Sassonia, l'Assia, Nassau e la provincia dell'Alta Assia. L'imperatore Napoleone III fece sapere che sarebbe stata d'accordo con questo progetto, ma desiderava che la Sassonia fosse risparmiata. Quando lo zar russo Alessandro III venne messo al corrente del progetto da Napoleone III, richiese immediatamente che l'Assia-Darmstadt venisse risarcito, essendovi legato da questioni di parentela. Anche l'imperatore Francesco Giuseppe I d'Austria respinse l'annessione prussiana della Sassonia, ma non quella di Francoforte. Bismarck scoprì anche che la Gran Bretagna non si era detta disposta a sostenere la causa dell'Hannover.[9]

Dopo aver salvaguardato i termini essenziali del trattato con la Francia (14 luglio), la Prussia concluse la pace di Nikolsburg con l'Austria e, il 23 agosto, la pace finale di Praga. L'Austria riconobbe con essa lo scioglimento ufficiale della confederazione e i futuri rapporti tra gli stati, essendo che la Prussia aveva finito per creare un unico blocco a nord. L'Austria si batté ad ogni modo perché la Sassonia vedesse riconosciuti i propri diritti, anche in questo caso per legami di parentela.[10]

La Prussia colse l'occasione anche per riappacificarsi con quanti al suo interno erano contrari alla guerra, promettendo pace e tranquillità. Il trattato di pace con l'Assia-Darmstadt venne siglato solo il 3 settembre 1866.

Tre furono gli avversari della Prussia che vennero poi risparmiati alla fine del conflitto: il regno di Sassonia, il ducato di Sassonia-Meiningen e la linea più antica del principato di Reuss. I trattati di pace con loro furono conclusi dopo la pace di Praga (settembre/ottobre 1866). In essa, gli stati firmatari si impegnavano non solo a riconoscere come valide le disposizioni dei vincitori, ma anche si univano alla Confederazione tedesca del nord.[11]

La discussione sulle annessioni

Re Guglielmo di Prussia

 
Busto del re di Prussia Guglielmo, futuro imperatore di Germania, nel 1859

A Otto von Bismarck, come primo ministro prussiano e responsabile della politica alla base dello scontro, spettò l'onere e l'onore di spiegare la sua politica al suo re, Guglielmo di Prussia, in modo che questi potesse sostenerla. L'opinione di Guglielmo sulle annessioni a guerra conclusa fu in seguito riportata principalmente sulla base delle memorie di Bismarck.

Friedrich Thimme, ha sottolineato come originariamente Bismarck volesse riformare la Confederazione tedesca. Solo in seguito Bismarck passò da un programma di riforma ad un vero e proprio programma di annessione.[12]

Nella storia, secondo Thimme, si inserì l'influenza francese: Napoleone III trovò molto meno offensivo che la Prussia avesse espanso il proprio potere nella Germania settentrionale anziché a sud e pertanto non si oppose generalmente a questo schema delle cose. Tuttavia, questa supposta influenza non può essere dimostrata nelle fonti storiche in nostro possesso. Il disaccordo tra re Guglielmo e Bismarck è difficile ancora oggi da ricostruire; ovviamente Guglielmo era intenzionato ad espandere i confini del proprio regno, ma Bismarck si rendeva conto che questo, se da un lato avrebbe fortificato le posizioni della Prussia, dall'altro avrebbe certamente avuto delle implicazioni sul piano internazionale e sul futuro della confederazione tedesca stessa.[13]

Malgrado tutto, Bismarck si dimostrò prudente e cercò quanto prima una pace con l'Austria, contro la resistenza dei capi militari prussiani che avrebbero voluto proseguire il conflitto ed annettere l'intera Germania sotto il dominio della Prussia. Bismarck lavorò alacremente per convincere il testardo sovrano prussiano sino a convincerlo infine.[14]

 
Bismarck e lo staff militare della battaglia di Königgrätz

Secondo il progetto di Bismarck, infatti, l'Austria doveva essere risparmiata, in modo da poter consentire rapidamente una pace e in futuro si sarebbero potute ricostruire buone relazioni con Berlino. Una dissoluzione improvvisa dell'Austria avrebbe portato, secondo Bismarck, a delle rivoluzioni negli stati slavi ed in Ungheria. Guglielmo, invece, vedeva nell'Austria la principale colpevole della guerra e desiderava annettere almeno la Slesia austriaca e parte della Boemia come compensazione. Dalla Baviera volle trarre la Franconia settentrionale, area che prima dell'era napoleonica era appartenuta alla Prussia. Trasse inoltre parti della Sassonia, l'Hannover e l'Assia con l'intento di farne delle province prussiane. Guglielmo avrebbe inoltre voluto l'abdicazione dei sovrani di Hannover, Assia, Nassau e Sassonia-Meiningen in favore dei rispettivi principi ereditari. Guglielmo, secondo Hans A. Schmitt, era combattuto tra la solidarietà verso i nuovi cittadini annessi da una parte e l'avidità dall'altra.[15]

Bismarck, d'altra parte, dubitava fortemente che gli abitanti delle regioni annesse sarebbero ad esempio rimasti fedeli alla corona prussiana in una guerra successiva. L'amarezza accumulata dalla Baviera avrebbe potuto essere dannosa per una futura unificazione della Germania. La Slesia austriaca era tradizionalmente fedele all'imperatore austriaco. Inoltre, Bismarck dovette mediare col re una serie di situazioni particolari come l'annessione del granducato dell'Assia; in cambio, l'Assia-Darmstadt avrebbe dovuto ricevere l'area di Aschaffenburg, già della Baviera.

Secondo Bismarck, invece delle annessioni degli stati tedeschi, la Prussia avrebbe potuto più facilmente chiedere ed ottenere un risarcimento dalla Confederazione, ma il sovrano prussiano aveva ben poca fiducia nel vecchio Bundestag e voleva fare della Prussia il nuovo stato leader dell'area tedesca. Del resto l'unificazione della Germania non avrebbe potuto essere raggiunta se l'Hannover ad esempio fosse stato ancora una volta in grado di mettere in campo un proprio esercito contro la Prussia. Nassau rappresentava invece un pericolo non indifferente vista la sua vicinanza geografica alla fortezza di Coblenza, punto pericoloso nel caso di una guerra futura con la Francia.

Il parlamento prussiano

 
Il deputato Johann Jacoby fu tra gli oppositori della politica prussiana delle annessioni del 1866.

Il Landtag prussiano approvò in stragrande maggioranza le annessioni. Tra le pochissime eccezioni vi fu quella del deputato progressista Johann Jacoby. Secondo Jacoby già la guerra austro-prussiana era stata condotta positivamente grazie ad un'alleanza con una potenza straniera (l'Italia) per distrarre gli austriaci (terza guerra d'indipendenza italiana) e quindi la Prussia non poteva dire di essersi salvata completamente con le proprie mani. Inoltre secondo il deputato senza un regolare referendum la nazione avrebbe violato le leggi di moralità e libertà. Tali opinioni ad ogni modo rimasero una minoranza, sia tra la fazione progressista che tra quella cattolica.[16]

Una commissione della Dieta venne istituita per provvedere ai referendum richiesti che vennero realizzati più per apparenza che per sostanza, dal momento che le azioni di Bismarck avevano mediamente ottenuto il consenso della classe borghese dei territori occupati. I membri del Parlamento videro favorevolmente anche il "diritto di conquista" fintanto che era favorevole alla unità nazionale della nazione.[17]

La Russia

 
Alexander Michailowitsch Gortschakow fu ministro degli esteri russo dal 1856 al 1882.

La Russia fu una delle principali potenze ad est che si opposero alla politica di annessione della Prussia: essa era intenzionata a mantenere il delicato equilibrio di potere tra Austria e Prussia per propri fini. Il ministro degli esteri russo Gortschakow aveva già respinto la proposta di riforma prussiana nel Bundestag dell'aprile del 1866. La Prussia non stava più perseguendo una politica, ma una vera e propria rivoluzione. Questo comportamento della Prussia, ad ogni modo, non portò la Russia a rivolgersi come era presumibile a sostegno dell'Austria.[18] Prima della guerra austro-prussiana Gorchakov avrebbe potuto immaginare che il granduca di Oldenburg avrebbe finito per rilevare lo Schleswig-Holstein e che la Prussia ne avrebbe ottenuto la maggior parte dello Schleswig meridionale. Anche a guerra iniziata, lo zar Alessandro continuò a pretendere l'Austria a capo della confederazione per mantenere un perfetto equilibrio di poteri in Europa, o tutt'al più la presenza di due federazioni, con l'Austria a capo di quella meridionale e la Prussia a capo di quella settentrionale.[19]

Quando le annessioni iniziarono a divenire una realtà, lo zar Alessandro avvertì suo zio Guglielmo di non detronizzare i sovrani degli stati annessi, viceversa avrebbe incontrato delle difficoltà sia a livello nazionale contro il parlamento prussiano sia avrebbe alimentato conflitti di famiglia di portata internazionale. Lo zar ad ogni modo non era intenzionato a scuotere l'amicizia russo-prussiana.[20]

Bismarck assicurò la Russia che il Württemberg e l'Assia-Darmstadt sarebbero stati trattati degnamente dato che le loro dinastie erano strettamente collegate a quella russa. Se però la Russia avesse richiesto un congresso europeo per il ri-bilanciamento dei poteri come era avvenuto all'epoca del Congresso di Vienna, la Prussia avrebbe proceduto ad una vera e propria rivoluzione di tutta la Germania.[21]

Le relazioni personali tra i monarchi ad ogni modo non devono essere sopravvalutate dalla storiografia, secondo quanto affermato da Eberhard Kolb. Esse ebbero al massimo un'influenza nel limitare le ambizioni prussiane, ad esempio in relazione all'Assia-Darmstadt (la zarina Maria d'Assia-Darmstadt proveniva infatti da quella dinastia). Negli anni seguenti, i buoni rapporti tra le due parti proseguirono. Nella primavera del 1868 Guglielmo e Alessandro decisero che si sarebbero aiutati l'un l'altro se Francia e Austria avessero attaccato insieme la Prussia o la Russia.[22]

Note

  1. ^ Pierer’s Universal-Lexikon, vol.15. Altenburg 1862, p. 253–254.
  2. ^ Pierer’s Universal-Lexikon, vol. 8. Altenburg 1859, p. 485–486.
  3. ^ Friedensvertrag abgedruckt bei: Ernst Rudolf Huber: Dokumente zur deutschen Verfassungsgeschichte 2 = Deutsche Verfassungsdokumente 1851–1900. 3. Aufl., Stuttgart 1986. ISBN 3-17-001845-0, Nr. 192, S. 260ff.
  4. ^ Friedensvertrag abgedruckt bei: Ernst Rudolf Huber: Dokumente zur deutschen Verfassungsgeschichte 2 = Deutsche Verfassungsdokumente 1851–1900. 3. Aufl., Stuttgart 1986. ISBN 3-17-001845-0, Nr. 189, S. 256ff.
  5. ^ Zahlen nach: Antje Kraus: Quellen zur Bevölkerungsstatistik Deutschlands 1815–1875. Hans Boldt Verlag, Boppard am Rhein 1980 (Wolfgang Köllmann (Hrsg.): Quellen zur Bevölkerungs-, Sozial- und Wirtschaftsstatistik Deutschlands 1815–1875. Band I).
  6. ^ http://webmap.geoinform.fh-mainz.de/hgisg/multi4/buttonsTempl.php?bildPfad=statistik/BevHEH-gesamt.htm&isNoImage=1
  7. ^ Hans A. Schmitt: Prussia’s Last Fling: The Annexation of Hanover, Hesse, Frankfurt, and Nassau, June 15–October 8, 1866. In: Central European History, Band 8, Nummer 4 (Dezember 1975), S. 316–347, hier S. 328.
  8. ^ Ernst Rudolf Huber: Deutsche Verfassungsgeschichte seit 1789. Band III: Bismarck und das Reich. 3. Auflage, W. Kohlhammer, Stuttgart u. a. 1988, p. 558, p. 581/582.
  9. ^ Hans A. Schmitt: Prussia’s Last Fling: The Annexation of Hanover, Hesse, Frankfurt, and Nassau, June 15–October 8, 1866. In: Central European History, Band 8, Nummer 4 (Dezember 1975), p. 316–347, hier p. 329/330.
  10. ^ Michael Kotulla: Deutsche Verfassungsgeschichte. Vom Alten Reich bis Weimar (1495–1934). Springer, Berlin 2008, p. 487.
  11. ^ Michael Kotulla: Deutsche Verfassungsgeschichte. Vom Alten Reich bis Weimar (1495–1934). Springer, Berlin 2008, p. 489/491.
  12. ^ Friedrich Thimme: Wilhelm I., Bismarck und der Ursprung des Annexionsgedankens 1866. In: Historische Zeitschrift, München: Cotta [später:] Oldenbourg, Band 89 (1902), S. 401–457, hier S. 404/409.
  13. ^ Friedrich Thimme: Wilhelm I., Bismarck und der Ursprung des Annexionsgedankens 1866. In: Historische Zeitschrift, München: Cotta [später:] Oldenbourg, Band 89 (1902), p. 401–457, p. 405–407, p. 415, p. 418.
  14. ^ Christoph Nonn: Bismarck. Ein Preuße und sein Jahrhundert. Beck, München 2015, p. 171.
  15. ^ Hans A. Schmitt: Prussia’s Last Fling: The Annexation of Hanover, Hesse, Frankfurt, and Nassau, June 15–October 8, 1866. In: Central European History, Band 8, Nummer 4 (Dezember 1975), p. 316–347, e p. 330.
  16. ^ Ernst Rudolf Huber: Deutsche Verfassungsgeschichte seit 1789. Band III: Bismarck und das Reich. 3. Auflage, W. Kohlhammer, Stuttgart u. a. 1988, p. 582.
  17. ^ Ernst Rudolf Huber: Deutsche Verfassungsgeschichte seit 1789. Band III: Bismarck und das Reich. 3. Auflage, W. Kohlhammer, Stuttgart u. a. 1988, p. 582/583.
  18. ^ Eberhard Kolb: Rußland und die Gründung des Norddeutschen Bundes. In: Richard Dietrich (Hrsg.): Europa und der Norddeutsche Bund. Berlin: Haude und Spenersche Verlagsbuchhandlung, 1968, p. 183–220, e p. 196.
  19. ^ Eberhard Kolb: Rußland und die Gründung des Norddeutschen Bundes. In: Richard Dietrich (Hrsg.): Europa und der Norddeutsche Bund. Berlin: Haude und Spenersche Verlagsbuchhandlung, 1968, p. 183–220, e p. 203.
  20. ^ Eberhard Kolb: Rußland und die Gründung des Norddeutschen Bundes. In: Richard Dietrich (Hrsg.): Europa und der Norddeutsche Bund. Berlin: Haude und Spenersche Verlagsbuchhandlung, 1968, p. 183–220, e p. 203.
  21. ^ Ernst Rudolf Huber: Deutsche Verfassungsgeschichte seit 1789. Band III: Bismarck und das Reich. 3. Auflage, W. Kohlhammer, Stuttgart u. a. 1988, p. 575.
  22. ^ Eberhard Kolb: Rußland und die Gründung des Norddeutschen Bundes. In: Richard Dietrich (Hrsg.): Europa und der Norddeutsche Bund. Berlin: Haude und Spenersche Verlagsbuchhandlung, 1968, p. 183–220, e p. 210–212.

Bibliografia

  • Hans A. Schmitt: Prussia’s Last Fling: The Annexation of Hanover, Hesse, Frankfurt, and Nassau, June 15–October 8, 1866. In: Central European History, vol.8, n. 4 (dicembre 1975), p. 316–347