Utente:Facquis/Sandbox
Religione
La religione era forse l'argomento che più di ogni altro univa il Regno Lombardo-Veneto al suo interno e con l'Impero Austriaco, in quanto entrambe le nazioni avevano alla loro base una profonda fede cristiana e come tale il cattolicesimo era stato dichiarato religione di Stato.
A Venezia, permaneva un copioso nucleo ebraico con sede nel ghetto di Cannaregio. A Milano il cattolicesimo, a ogni modo, aveva pesantemente risentito delle riforme apportate da Giuseppe II alla fine del Settecento, il quale aveva soppresso molti conventi e monasteri nel tentativo di incamerare i beni della chiesa nelle casse statali dell'allora Ducato di Milano. La nuova politica austriaca consistette quindi in una parziale e formale riconciliazione con la chiesa milanese, alla quale vennero concessi nuovi onori e privilegi da poter esercitare come ad esempio la presidenza spirituale dell'ordine cavalleresco lombardo-veneto della Corona ferrea. Non mancarono a ogni modo le pesanti pressioni d'influenza anche nell'ambito ecclesiastico appena dopo la costituzione del Regno: a Milano, ad esempio, nel 1818 venne eletto arcivescovo l'austriaco Karl Kajetan von Gaisruck che rimase in carica sino al 1846, governando la diocesi per una buona parte della vita del neonato regno lombardo-veneto.
Nelle terre del Regno Lombardo-Veneto la Chiesa cattolica contava sulle seguenti diocesi:
Lombardia
- Arcidiocesi di Milano (eretta nel I secolo) con le diocesi suffraganee:
- Diocesi di Bergamo
- Diocesi di Brescia
- Diocesi di Como
- Diocesi di Crema (dal 1835)
- Diocesi di Cremona
- Diocesi di Lodi
- Diocesi di Mantova (dal 1820)
- Diocesi di Pavia (formalmente dal 1821)
- Diocesi di Vigevano (sino al 1817)
Province venete
- Patriarcato di Venezia (eretta nel 774) con le diocesi suffraganee:
Lingue
L'italiano era la lingua ufficiale del Regno Lombardo-Veneto ed era utilizzata per tutte le corrispondenze interne al regno, questa però non era obbligatoria nelle comunicazioni tra regno e Impero austriaco, che invece avvenivano in tedesco[1]. lingua nella quale veniva impartita l'istruzione elementare, che era gratuita per tutti i bambini del Regno. Questa lingua ufficiale, usata solo dalle classi più abbienti, ebbe seguito anche dal punto di vista letterario il cui massimo esponente fu Alessandro Manzoni, il quale usò l'italiano per la scrittura de I promessi sposi in quanto non c'era una grande disparità tra la lingua parlata e quella scritta[2].
In Lombardia la popolazione parlava abitualmente le lingue lombarde: nelle province di Milano, Pavia, Lodi, Cremona e Como era diffuso il dialetto milanese in tutte le sue varianti. Questo dialetto in particolare ebbe anche una vasta produzione letteraria di cui massimi esponenti sono Carlo Porta e Tommaso Grossi. Nelle province di Bergamo e Brescia invece era parlato il dialetto bergamasco, che si distingue da quello milanese per i suoni più chiusi, mentre in provincia di Mantova era parlato il dialetto mantovano che era simile a quello veneziano.
In Veneto era diffusa la lingua veneta che veniva parlata utilizzando termini lombardi. Sulla costa adriatica in alcuni punti si parlava ancora la lingua illirica e in provincia di Vicenza nell'altopiano dei Sette Comuni era diffuso il cimbro.
sappadioti) nelle province di Vicenza, Belluno, inoltre una minoranza parlava sloveno in provincia di Udine nella Slavia veneta.[3]
Società
Evoluzione demografica
Con 60 497 174 abitanti[4] (al 30 novembre 2017), l'Italia è il quarto paese dell'Unione europea per popolazione (dopo Germania, Francia e Regno Unito); la sua densità demografica è di 200,76 abitanti per chilometro quadrato, più alta della media dell'Unione.[5]
La popolazione, concentrata principalmente nelle zone costiere e pianeggianti del paese,[6] è caratterizzata nel 2016 da un alto numero di anziani (l'indice di vecchiaia è pari a 161,4), da un basso tasso di fecondità, pari a 1,34 e da una speranza di vita di 80,6 anni per gli uomini e di 85,1 per le donne.[7] Alla fine del XIX secolo l'Italia è un paese di emigrazione di massa,[8] fenomeno che si manifesta prima nelle regioni settentrionali e poi in quelle meridionali. Le principali destinazioni sono le Americhe (Stati Uniti, Brasile, Argentina, Uruguay) e l'Europa centro-settentrionale (in modo particolare la Germania). Nel XX secolo l'emigrazione diviene anche interna, attratta dallo sviluppo industriale di alcune aree settentrionali del Paese.[9] Il numero di italiani residenti all'estero che conservano la cittadinanza italiana è stimato in circa 4 200 000.[10]
Per quanto riguarda il fenomeno dell'immigrazione, invece, il numero di immigrati o residenti stranieri regolari in Italia è aumentato considerevolmente a partire dagli anni novanta e, secondo i dati ISTAT, al 1º gennaio 2016 contava 5 026 153 unità, l'8,3% della popolazione;[11] le comunità più numerose erano quella rumena, il 22,9%, quella albanese, il 9,3% e quella marocchina, l'8,7%[7] A questi dati vanno aggiunti gli stranieri irregolari, circa 404 000 secondo un rapporto del 2015 sull'immigrazione della Fondazione Ismu.[12]
Religione
In Italia vige il principio della laicità dello Stato e pertanto non vi è una religione ufficiale.
I cittadini italiani sono in maggioranza cristiani cattolici: nel 2006 l'87,8% si dichiarava cattolico e il 30,6% praticante,[14] percentuale scesa, per effetto di un crescente processo di secolarizzazione, al 24,4% secondo il rapporto Eurispes 2010,[15] a fronte del 18,5% della popolazione di agnostici o non credenti.
La Chiesa cattolica in Italia è organizzata in 225 diocesi più un ordinariato militare;[16] il vescovo di Roma ne è primate e assume il titolo di Papa. La Chiesa esercita un ruolo influente nella società italiana, prendendo posizione su temi religiosi, sociali e politici, come il divorzio e l'aborto negli anni settanta o, in anni più recenti, il testamento biologico e la fecondazione assistita, la rimozione del crocifisso dalle aule scolastiche italiane (rimozione alla quale si dichiarano contrari oltre il 60% degli italiani, con solo il 17% favorevoli)[15] o le politiche sull'immigrazione.
Il rapporto Stato-Chiesa è previsto dalla Costituzione, che lo demanda ai Patti Lateranensi, rivisti nel 1984 col nuovo concordato (i rapporti con altre confessioni religiose sono regolati da specifiche intese),[17] nel quale il sostegno statale alla Chiesa è stabilito attraverso una quota proporzionale dell'otto per mille del gettito IRPEF,[18] che si aggiunge ad altri finanziamenti alla Chiesa cattolica in Italia.
Fra le religioni minoritarie sono presenti diverse altre confessioni cristiane (in modo particolare ortodossi e protestanti, questi ultimi in massima parte pentecostali), ebrei, mormoni e testimoni di Geova. L'immigrazione contribuisce ad alimentare alcune tra le minoranze religiose presenti nel Paese,[19] le più numerose delle quali sono i cristiani-ortodossi, i musulmani, i buddhisti e gli induisti.[20]
Criminalità
Nel corso del XIX secolo si origina in Sicilia[21] un fenomeno criminale organizzato sul territorio e connotato da stretti legami con la politica e il potere economico, la mafia, termine che diviene sinonimo di "crimine organizzato"; in Italia sono di stampo mafioso organizzazioni come cosa nostra in Sicilia, la camorra in Campania, la 'ndrangheta in Calabria e la sacra corona unita in Puglia. Il fenomeno mafioso, che in Italia, secondo un rapporto del Censis del 2009, riguarda direttamente il 22% degli italiani e il 14,6% del PIL,[22] è poi proliferato a livello mondiale, con diffusione e caratteristiche autonome.
L'Italia si distingue per una forte e continua lotta contro la mafia, costata la vita a magistrati, uomini delle forze dell'ordine e delle istituzioni,[23] ma che ha ottenuto notevoli risultati, con l'arresto di numerosi boss malavitosi.
Per quanto riguarda gli omicidi, nel 2006, l'Italia risultava essere il secondo paese più sicuro d'Europa, assieme a Danimarca, Germania e Spagna, dopo la Norvegia.[24] Secondo una ricerca de Il Sole 24 ORE, basata su dati del Ministero dell'Interno e riferita al primo semestre del 2010, in Italia i reati perpetrati, soprattutto nelle grandi aree urbane e nelle zone ad alta densità infrastrutturale, sono circa 1 292 000. Milano, Torino e Bologna, con circa 30 reati ogni mille abitanti, risultano le città più a rischio, Matera, Potenza e Belluno quelle più sicure. Per quanto riguarda i reati che impattano sull'economia (usura, riciclaggio di denaro e truffe) le città più penalizzate sono Napoli, Bologna, Trieste, La Spezia e Genova.[25]
Elevata è la corruzione all'interno della pubblica amministrazione (in modo particolare nel settore sanitario): secondo il Rapporto Eurispes 2010 l'Italia è al 63º posto (su 180 paesi) nella classifica globale.[26] Le regioni più colpite da questo fenomeno sono Calabria, Sicilia e Puglia. Secondo il SAeT (Servizio Anticorruzione e Trasparenza), la corruzione "scoperta" è solo la punta di un iceberg rispetto a un'ingente corruzione "coperta" che affligge un'ampia parte della società italiana.[26]
Media e libertà d'informazione
In campo radiotelevisivo[27] il panorama italiano è caratterizzato dal duopolio RAI - Gruppo Mediaset (negli anni duemila, è diventato rilevante anche il ruolo della pay tv di Sky), i cui ascolti complessivi, stabili da molti anni, si attestano nel 2010 al 78,6% del mercato.[28] A rafforzare la predetta concentrazione è il ruolo centrale svolto dalla televisione come mezzo informativo, che in Italia nel 2010 si attesta attorno al 90%;[28] la possibile influenza dell'allora presidente del Consiglio Berlusconi, già proprietario di Mediaset, sul network pubblico RAI, ha portato l'organizzazione Freedom House a classificare nel suo rapporto l'Italia, unico paese dell'Europa occidentale, come "parzialmente libera",[29] mentre il rapporto 2017 di Reporter senza frontiere[30] colloca l'Italia al 52º posto (su 180) nel mondo per la libertà di stampa.
Nel rapporto 2011 sulla libertà della rete, l'Italia è "libera", non rilevandosi significative limitazioni alla libertà d'espressione e d'informazione sul web;[31] alla fine del 2011 la penetrazione internet è al 58,7%.[32]
Per quanto riguarda la stampa, il Corriere della Sera detiene il primato per numero di copie giornaliere vendute, seguito da La Repubblica, La Stampa e dal quotidiano economico Il Sole 24 ORE.[33]
Tra i giornalisti dell'Ottocento vanno citati Ferdinando Petruccelli della Gattina, tra i primi corrispondenti di guerra e l'unico giornalista italiano dell'epoca a lavorare anche in Europa,[34] Guglielmo Stefani fondatore della prima agenzia di stampa italiana, ed Edoardo Scarfoglio, fondatore de Il Mattino e attento osservatore della questione meridionale. Guidato da Luigi Albertini dal 1900 al 1925 il Corriere della Sera diviene il primo quotidiano italiano, con firme autorevoli come Luigi Barzini e Ugo Ojetti; altre "penne" prestigiose del Novecento sono Curzio Malaparte, Indro Montanelli, conservatore e anticomunista, fondatore de Il Giornale e autore di una monumentale Storia d'Italia, Oriana Fallaci, prima inviata speciale al fronte, Enzo Biagi e Giorgio Bocca.
monete usare nel 1859 in italia[35]
cambi[36]
Banconote pontificie[37]
unità di misura
Unità | libbra | oncia | ottava | denaro | grano |
---|---|---|---|---|---|
libbre | 1 | ||||
once | 12 | 1 | |||
ottave | 96 | 8 | 1 | ||
denari | 288 | 24 | 3 | 1 | |
grani | 6912 | 576 | 72 | 24 | 1 |
10 giulii = 1 ducato
dal 1544 11 giulii = 1 scudo d'oro e 12 giulii = 1 ducato
Moneta | Mistura | Fino | Composizione | Composizione* | Peso | Anni | Note | |
---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Giulio | 1 lib | (11⁄12 + 1⁄288) lib | Ag | Ag 920‰ | ? | 1504 | pag 184 | |
3,87 g | 1508 | |||||||
3,82 g | 1529 | |||||||
3,65 g | 1535 | |||||||
Paolo | 3,85 g | 1540 | ||||||
3,65 g | 1542 | |||||||
67 grani | (62 + 10⁄205) grani | Ag 926‰ | 3,31 g | 1545 | ||||
Scudo | Ag 910‰ | 1700 | 1721 | |||||
Ag 917‰ | 1730 | 1758 | ||||||
Ag 910‰ | 1775 | 1799 | ||||||
Scudo d'oro | (68 + 44⁄101) grani | (62 + 74⁄101) grani | Au | Au 917‰ | 1596 | 1719 | pag 465 |
Monete[38]
Moneta | Valore | Descrizione | |
---|---|---|---|
Peso | Composizione | ||
4 Ducati | 4 ducati | 13,74 g | Au |
3 Ducati | 3 ducati | 10,35 g | |
Doppio ducato di camera | 2 ducati | 6,75 g | |
Ducato di camera | 11 giulii | 3,35 g | |
Testone | 3 giulii (?) | 9,69 g | Ag |
Doppio giulio | 2 giulii | 7,85 g | |
Giulio | 1 giulio | 3,85 g | |
Mezzo giulio | ½ giulio | 1,75 g | |
Terzo di giulio | ⅓ giulio | 1,26 g | |
Sesto di giulio | 1⁄6 giulio | 0,70 g | |
Quattrino | |||
Picciolo | Variabile | Cu o lega di Ag | |
Grosso papale | 1/10 fiorino d'oro | ||
Carlino vecchio prima di Giulio II | 7 1/2 baiocchi
30 quattrini |
||
Carlino nuovo dopo Giulio II | 9 1/4 baiocchi
37 quattrini |
||
Quattrino | 1/4 baiocco |
1504 riforma monetaria, i carlini cambiano nome in giuli
Moneta | Valore | Descrizione | Anni di conio | |
---|---|---|---|---|
Composizione | inizo | fine | ||
Paolino d'oro | 1 Scudo d'oro | 917‰ Au | 1532 | 1537 |
Scudo d'oro | 11 Giuli
11 Paoli 100/109 ducati |
1545 | ||
Ducato di camera | 12 Giulii | 1544 | ||
10 Paoli | 1545 | |||
Fiorino d'oro di camera | 12 Paoli | 1545 | ||
Testoni | 3 Giuli | 1551 | ||
1/3 grosso papale | 10 quattrini | argento | 1474 | |
Grosso papale | 1/10 fiorino d'oro | 1348 | ||
Carlino vecchio prima di Giulio II | 7 1/2 baiocchi
30 quattrini |
1509 | ||
Carlino nuovo dopo Giulio II | 9 1/4 baiocchi
37 quattrini |
1509 | ||
Quattrino | 1/4 baiocco | 1509 | ||
Quatrino d'oro | 5 paoli
50 baiocchi |
Au 22 carati | 1730 | 1758 |
Doppio scudo d'oro o pistola papale | 20 paoli | 1730 | ||
Zecchino papale | 205 baiocchi | 1730 |
San Marino usa scudo pontificio[39]
Monete[38]
Moneta | Valore | Descrizione | Anni di conio | Cambio lire
italiane 1861 | ||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Peso | Diametro | Composizione | Bordo | inizo | fine | |||
Quattrino | 0,2 baiocchi | Cu 950‰ | 1835 | 1854 | — | |||
½ Baiocco | 0,5 baiocchi | 1835 | 1852 | — | ||||
Baiocco | 1 baiocco | 1835 | 1853 | — | ||||
2 Baiocchi | 2 baiocchi | 1848 | 1854 | — | ||||
5 Baiocchi | 5 baiocchi | 1849 | 1854 | — | ||||
Grosso | 5 baiocchi | Ag 900‰ | 1835 | 1866 | 0,27 L. | |||
Paolo | 10 baiocchi | 1836 | 1863 | 0,53 L. | ||||
Papetto | 20 baiocchi | 1835 | 1866 | 1,06 L. | ||||
Testone | 30 baiocchi | 1836 | 1846 | 1,60 L. | ||||
½ Scudo | 50 baiocchi | 1835 | 1857 | 2,66 L. | ||||
Scudo | 100 baiocchi | 1835 | 1856 | 5,32 L. | ||||
Scudo d'oro | 100 baiocchi | Au 900‰ | 1853 | 1865 | 5,32 L. | |||
2,5 Scudi | 2,5 scudi | 4,33 g | 19 mm | rigato | 1835 | 1863 | 13,30 L. | |
5 Scudi | 5 scudi | 8,67 g | 22 mm | rigato | 1835 | 1854 | 26,60 L. | |
10 scudi | 10 scudi | 17,33 g | 28 mm | rigato | 1835 | 1856 | 53,20 L. |
Regno d'Italia
Stato preunitario | Moneta | Cambio |
---|---|---|
Regno delle Due Sicilie | Ducato | 4,23 L. |
Piastra | 5,10 L. | |
½ Piastra | 2,53 L. | |
20 Grana | 0,83 L. | |
Carlino | 0,42 L. | |
Legazione delle Romagne Legazione dell'Umbria Legazione delle Marche |
5 Scudi | 26,60 L. |
Doppia | 17,07 L. | |
Scudo | 5,32 L. | |
½ Scudo | 2,66 L. | |
Testone | 1,60 L. | |
Papetto | 1,06 L. | |
Paolo | 0,53 L. | |
½ Paolo | 0,27 L. | |
Granducato di Toscana | Francescone | 5,60 L. |
Franceschino | 2,80 L. | |
Fiorino | 1,40 L. | |
Ducato di Modena e Reggio | Scudo | 5,60 L. |
Ducato | 2,80 L. | |
Ducato di Parma e Piacenza | Doppia | 21,92 L. |
Ducato | 5,15 L. | |
6 lire | 1,36 L. | |
20 soldi | 0,20 L. | |
10 soldi | 0,10 L. | |
Regno Lombardo Veneto | ||
Sardegna |
- ^ books.google.it, https://books.google.it/books?id=d5VpAAAAcAAJ&pg=PA97&dq=regno+lombardo+veneto+lingua+italiana&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwi2w9i45MXjAhXGyqQKHdZ8BHgQ6AEIPzAE#v=onepage&q=lingua%20italiana&f=false .
- ^ Tellini, p.168:«…la riflessione manzoniana intorno al problema della lingua s'è orientata, sul fondamento d'istanze illuministiche e poi romantiche, verso la ricerca d'uno strumento comunicativo capace di superare la secolare frattura che divide, nel nostro costume culturale, la lingua scritta della tradizione letteraria dalla lingua dei parlanti»
- ^ books.google.it, https://books.google.it/books?id=BddoAAAAcAAJ&pg=PA7&dq=regno+lombardo+veneto+dialetto&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwibr5mW58XjAhXLGewKHctrDnAQ6AEIKDAA#v=onepage&q=regno%20lombardo%20veneto%20dialetto&f=false .
- ^ Bilancio demografico mensile, su demo.istat.it. URL consultato il 1-5-2018.
- ^ AA.VV. (Noi Italia), p. 38.
- ^ Ortolani.
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- ^ Museo Nazionale Emigrazione Italiana, su museonazionaleemigrazione.it. URL consultato il 29 novembre 2017 (archiviato dall'url originale il 7 settembre 2015).
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- ^ Migrantes: gli italiani se ne vanno, su famigliacristiana.it. URL consultato il 3 luglio 2013.
- ^ Popolazione straniera residente al 1 gennaio 2016 per età e sesso Italia, su demo.istat.it. URL consultato il 26-11-2017.
- ^ Immigrati, c'è un popolo di invisibili in Italia e sono più di 400 mila, la Repubblica. URL consultato il 23 giugno 2016.
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- ^ Costituzione della Repubblica italiana, artt. 7-8.
- ^ Nel 2004 i fondi così raccolti ammontano a 937 milioni di euro, in "L'obolo dei fedeli: l'otto per mille", Sintesi Rapporto Eurispes 2009.
- ^ Le religioni in Italia, su cesnur.org. URL consultato il 6-6-2011.
- ^ Le religioni in Italia, su cesnur.org. URL consultato il 10-7-2011.
- ^ Mafia, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 18 settembre 2011.
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