Utente:GuroneseDoc/Sandbox13
Glauco | |
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Nome orig. | Ἀνθηδών |
Caratteristiche immaginarie | |
Sesso | Maschio |
Luogo di nascita | Antedone |
Professione | Pescatore divenuto divinità |
Glauco (in greco antico: Γλαῦκος?, Glâukos) è un personaggio della mitologia greca. Fu un pescatore divenuto divinità.
Le leggende di Glauco furono trattate da autori greci[1][2] e furono riprese ed ampliate nelle Metamorfosi di Ovidio[3].
Glauco è anche citato nell'Adone di Giovanni Battista Marino[4] e nel Paradiso di Dante[5], ma fu trattata in dettaglio
Genealogia
Figlio di Poseidone[6] e della ninfa Nais[6] o di Nereo[7] o di Copeo[6] o di Polibo[6] ed Eubea[6] o di Antedone[6] ed Alcione[6].
Mitologia
Glauco nacque come mortale e visse come pescatore nella città di Antedone ed un giorno osservò che alcuni dei suoi pesci pescati, dopo aver mangiato una certa erba, ritornavano a vivere e così decise di assaggiarla.
L'erba lo rese immortale, ma gli mutò le braccia in pinne e la coda di pesce al posto delle gambe costringendolo a rimanere per sempre nel mare. Glauco inizialmente fu sconvolto da questa metamorfosi, ma Oceano e Teti lo accolsero tra le divinità del mare e gli insegnarono l'arte della profezia[3].
Tzetzes aggiunse alla leggenda il fatto che Glauco divenne immortale ma non immune all'invecchiamento[8].
In un'altra versione, Glauco inseguì una lepre sul monte Oreia fino a quando la sua preda non fu quasi morta, poi la portò presso una sorgente, la strofinò sull'erba e l'erba riportò in vita la lepre. Così la assaggiò e cadde in uno stato di follia e Zeus lo fece precipitare nel mare in tempesta[9]
Note
- ^ Scholia a Apollonio Rodio, Le Argonautiche 1.1310
- ^ (EN) Pausania il Periegeta, Periegesi della Grecia IX, 22.7, su theoi.com. URL consultato il 20 luglio 2019.
- ^ a b Ovidio, Metamorfosi, XIII, su it.m.wikisource.org. URL consultato il 21 luglio 2019.
- ^ Giovanni Battista Marino, L'Adone canto XIX, su it.m.wikisource.org. URL consultato il 20 luglio 2019.
- ^ Dante Alighieri, Paradiso, I canto (v.68), su it.m.wikisource.org. URL consultato il 20 luglio 2019.
- ^ a b c d e f g (EN) Ateneo di Naucrati, Deipnosofisti, VII, 294 e 295, su penelope.uchicago.edu. URL consultato il 20 luglio 2019.
- ^ Euripide, Oreste 362
- ^ Tzetzes a Licofrone, 754
- ^ (EN) Ateneo di Naucrati, Deipnosofisti, VII, 294, su penelope.uchicago.edu. URL consultato il 20 luglio 2019.