Glauco
Glauco e Scilla di Jacques Dumont
Nome orig.Ἀνθηδών
Caratteristiche immaginarie
SessoMaschio
Luogo di nascitaAntedone
ProfessionePescatore divenuto divinità

Glauco (in greco antico: Γλαῦκος?, Glâukos) è un personaggio della mitologia greca. Fu un pescatore divenuto divinità.

Le leggende di Glauco furono trattate da autori greci[1][2] e furono riprese ed ampliate nelle Metamorfosi di Ovidio[3].

Glauco è anche citato nell'Adone di Giovanni Battista Marino[4] e nel Paradiso di Dante[5], ma fu trattata in dettaglio

Genealogia

Figlio di Poseidone[6] e della ninfa Nais[6] o di Nereo[7] o di Copeo[6] o di Polibo[6] ed Eubea[6] o di Antedone[6] ed Alcione[6].

Mitologia

Glauco nacque come mortale e visse come pescatore nella città di Antedone ed un giorno osservò che alcuni dei suoi pesci pescati, dopo aver mangiato una certa erba, ritornavano a vivere e così decise di assaggiarla.
L'erba lo rese immortale, ma gli mutò le braccia in pinne e la coda di pesce al posto delle gambe costringendolo a rimanere per sempre nel mare. Glauco inizialmente fu sconvolto da questa metamorfosi, ma Oceano e Teti lo accolsero tra le divinità del mare e gli insegnarono l'arte della profezia[3].

Tzetzes aggiunse alla leggenda il fatto che Glauco divenne immortale ma non immune all'invecchiamento[8].

In un'altra versione, Glauco inseguì una lepre sul monte Oreia fino a quando la sua preda non fu quasi morta, poi la portò presso una sorgente, la strofinò sull'erba e l'erba riportò in vita la lepre. Così la assaggiò e cadde in uno stato di follia e Zeus lo fece precipitare nel mare in tempesta[9]

Note

  1. ^ Scholia a Apollonio Rodio, Le Argonautiche 1.1310
  2. ^ (EN) Pausania il Periegeta, Periegesi della Grecia IX, 22.7, su theoi.com. URL consultato il 20 luglio 2019.
  3. ^ a b Ovidio, Metamorfosi, XIII, su it.m.wikisource.org. URL consultato il 21 luglio 2019.
  4. ^ Giovanni Battista Marino, L'Adone canto XIX, su it.m.wikisource.org. URL consultato il 20 luglio 2019.
  5. ^ Dante Alighieri, Paradiso, I canto (v.68), su it.m.wikisource.org. URL consultato il 20 luglio 2019.
  6. ^ a b c d e f g (EN) Ateneo di Naucrati, Deipnosofisti, VII, 294 e 295, su penelope.uchicago.edu. URL consultato il 20 luglio 2019.
  7. ^ Euripide, Oreste 362
  8. ^ Tzetzes a Licofrone, 754
  9. ^ (EN) Ateneo di Naucrati, Deipnosofisti, VII, 294, su penelope.uchicago.edu. URL consultato il 20 luglio 2019.
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