Abū Zayd al-Balkhī
Abū Zayd Aḥmed ibn Sahl al-Balkhī (in persiano ابو زید احمد بن سهل بلخی; Shamistiyān, 850 – 31 ottobre 934) è stato un geografo, medico e psicologo persiano musulmano.
Scienziato poliedrico, Abū Zayd Aḥmed ibn Sahl Balkhī nacque in un centro della provincia di Balkh (Grande Khorasan, oggi Afghanistan). Figlio di un maestro di scuola del Sīstān, lasciò ancor giovane la propria casa, dirigendosi a piedi verso l'Iraq con un gruppo di pellegrini che si recavano a Mecca per il hajj. In Iraq rimase otto anni, studiando con grande impegno diversi argomenti dello scibile umano e fu, tra gli altri, discepolo di al-Kindi.
È considerato il fondatore della cosiddetta "Scuola di Balkh".[1]
Opere
Dei 43 libri da lui scritti,[2] il Kitāb al-Fihrist di Ibn al-Nadim ne ricorda uno, qualificandolo "eccellente in matematica". Le sue Forme dei climi[3] riguardavano principalmente mappe geografiche.
Scrisse anche l'opera medica e psicologica, Maṣāliḥ al-abdān wa al-anfus (Sostegno dell'anima e del corpo).
Immagini dei Climi
I suoi Ṣuwar al-aqālīm (Forme dei climi),[4] ospitati nelle omonime opere di al-Iṣṭakhrī e Ibn Hawqal, contengono fondamentalmente mappe geografiche. Per questo suo lavoro è considerato di fatto il fondatore della "Scuola di Balkh", che servì a mappare Baghdad. I geografi di questa Scuola si occupavano approfonditamente anche di popoli, prodotti e costumi della aree del mondo islamico, con quasi nessun interesse rivolto invece (secondo una diffusa tradizione) alle aree non islamiche.[5]
Sostegno dell'anima e del corpo
Sanità mentale e patologia mentale
Nel pensiero psicologico islamico, i concetti di sanità mentale e "igiene mentale" furono introdotti da Abū Zayd al-Balkhī, che spesso faceva riferimento alla salute spirituale. Nei suoi Maṣāliḥ al-abdān wa al-anfus fu il primo a discutere con successo delle malattie legate al corpo e alla psiche. Egli usava il termine al-Ṭibb al-rūḥānī (Medicina spirituale) per descrivere la sanità del corpo e degli aspetti psicologici, e il termine Ṭibb al-qalb (La medicina del cuore) per descrivere la medicina della mente. Criticò molti medici del suo tempo per il fatto di porre troppa enfasi sulle malattie del corpo, trascurando quelle della psiche dei pazienti, sostenendo che gli aspetti fisici e psichici costituivano nell'uomo un tutt'uno.
Al-Balkhī si rifaceva per questo allo stesso Corano e ai ḥadīth attribuiti a Maometto,[6] come:
Note
- ^ E. Edson and Emilie Savage-Smith, Medieval Views of the Cosmos, pp. 61–63, Bodleian Library, University of Oxford
- ^ Ma 56 secondo Yāqūt, nel suo Muʿjam al-udabāʾ.
- ^ Nel senso che i Greci davano al sostantivo "Κλίμα", klíma - in lingua araba iqlīm, pl. aqālīm, lett. “inclinazione” - che serviva a indicare le zone del globo che erano poste fra l'Equatore e il Polo Nord, venendo ad assumere infine il significato di "regioni".
- ^ O Taqwīm al-buldān.
- ^ E. Edson and Emilie Savage-Smith, Ibidem.
- ^ Nurdeen Deuraseh and Mansor Abu Talib (2005), "Mental health in Islamic medical tradition", The International Medical Journal 4 (2), p. 76–79.
Bibliografia
- M. J. de Goeje, "Die Istaḫrī-Baḷḫī Frage", in: Zeitschrift der Deutschen Morgenländischen Gesellschaft, vol. 25, 42–58, 1871.
- H. Suter, Die Mathematiker und Astronomen der Araber (211, 1900).
- J. H. Kramers, "La question Baḷḫī-Iṣṭaḫrī—Ibn Ḥawkal et l’atlas de l’Islam", in: Acta Orientalia 10, 1932, pp. 9-30.