Halina Birenbaum, nata Grynsztajn (Varsavia, 15 settembre 1929), è una scrittrice, poetessa, traduttrice, attivista e superstite dell'Olocausto polacca naturalizzata israeliana.

Halina Birenbaum nel 2019

Biografia

Halina Birenbaum nacque a Varsavia nel 1929 da Jakub Grynsztajn e Pola Perl, nata Kijewska. Aveva due fratelli maggiori.[1] La sua casa era situata all'interno di quello che, dopo l'occupazione della Polonia da parte della Germania, divenne il ghetto di Varsavia.[2][3] Dopo la sua liquidazione nel luglio 1943, i Grynsztajn furono brevemente trasferiti a Majdanek e poi ad Auschwitz. Nel gennaio 1945 Halina fu deportata a Ravensbrück e a febbraio a Neustadt-Glewe, dove fu liberata dall'Armata Rossa nel maggio 1945.[4] Sua madre fu assassinata a Majdanek, mentre suo padre morì nel campo di sterminio di Treblinka.

Nel 1947, a causa dell'antisemitismo, emigrò in Israele, dove sposò Chaim Birenbaum ed ebbe due figli. Fino alla fine del 1950 lavorò in un kibbutz.

Stile letterario

La vita e la morte durante l' occupazione tedesca della Polonia e il martirio degli ebrei polacchi nei ghetti e nei campi di sterminio sono i temi salienti della sua prosa e della sua produzione poetica. Le sue opere, che sono in parte scritte in polacco e in parte in ebraico, sono state tradotte in molte lingue, tra cui inglese, francese, tedesco, giapponese e spagnolo.

Prosa

  • Hope is the last to die (Nadzieja umiera ostatnia), 1967.
  • Return to ancestors' land (Powrót do ziemi praojców), 1991
  • Scream for remembrance (Wołanie o pamięć)
  • It's not the rain, it's people (To nie deszcz, to ludzie), 2019

Poesie

  • Even when I laugh (Nawet gdy się śmieję)
  • Not about flowers (Nie o Kwiatach)
  • Words cannot convey (Jak można w słowach)

Note

  1. ^ Halina Birenbaum: Ma jeunesse et le siècle de l’Holocauste, accessed 23 January 2017.
  2. ^ P. Cywiński, Marsz Śmierci w pamięci ewakuowanych więźniów Auschwitz, Oświęcim 2016, p. 41. in Polish
  3. ^ Na dnie piekła. Z Haliną Birenbaum, polsko-izraelską pisarką, poetką rozmawia Monika Tutak-Goll, in Wysokie Obcasy (dodatek do Gazety Wyborczej), 21 April 2018, p. 8.
  4. ^ Halina Birenbaum: Das Leben als Hoffnung, accessed 23 January 2017.

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