Wikipedia:Pagine da cancellare/Responsible Labelling
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Fonti alla mano (la locuzione appare 67 volte su google books, molti risultati sono anacronostici o non inerenti, nei restanti non vi è una definizione) direi si tratti di un caso di WP:RO accompagnata a un lungo excursus sul concetto di social responsibility che era usato come presentazione del "primo progetto al mondo di responsibile labelling". --Vito (msg) 10:58, 19 lug 2019 (CEST)
- Mantenere L'argomentazione addotta per la proposta di cancellazione del termine Responsible Labelling basata sull'idea che il termine abbia un significato analogo a quello di Responsabilità Sociale non è a mio giudizio accettabile nel merito.
- La nozione di Responsabilità Sociale è ben definita nella norma ISO 26000 come "Responsabilità da parte di un’organizzazione (2.12) per gli impatti (2.9) delle sue decisioni e delle sue attività sulla società e sull’ambiente (2.6),attraverso un comportamento etico (2.7) e trasparente che:
- - contribuisce allo sviluppo sostenibile (2.23), inclusi la salute e il benessere della società;
- - tiene conto delle aspettative degli stakeholder (2.20);
- - è in conformità con la legge applicabile e coerente con le norme internazionali di comportamento (2.11);
- - è integrata in tutta l’organizzazione (2.12) e messa in pratica nelle sue relazioni."
- La Responsabilità Sociale è un modo che caratterizza il sistema di gestione di un'azienda.
- La nozione di Responsible Labelling (traducibile in Italiano con il termine "Etichettatura Responsabile") presenta un'analogia con un'altro termine oggi largamente diffuso ossia il termine "eco-labelling" inteso come sinonimo semplifiativo del termine "Type I environmental Iabelling programme - voluntary, multiple-criteria-based third party programme that awards a licence which authorizes the use of environmental labels on products indicating overall environmental preferability of a product within a particular product category based on life cycle considerations"
- I due termini hanno un oggetto di analisi diverso: eco-labelling afferisce alle caratteristiche ambientali di un prodotto mentre responsible labelling afferisce agli aspetti di responsabilità sociale di un'organizzazione.
- Analogamente a un programma di ecolabelling per i prodotti, in responsible labelling è un programma volontario, multi-criteria e di terza parte indipendente che assegna una licenza che autorizza l'uso del termine "responsible labelling" sui prodotti indicando la preferibilità del prodotto rispetto ad altri basata sulla responsabilità sociale dell'organizzazione che l'ha realizzato. — Questo commento senza la firma utente è stato inserito da Legurotmi (discussioni · contributi) 13:06, 19 lug 2019 (CEST).
- Esistono su Wikipedia numerose voci che non hanno alcuna definizione riconosciuta da norme o organismi internazionali.
- Per esempio la voce "Qualità totale" è una locuzione che non ha alcuna definizione in alcuna norma o regolamento.
- Segnalo invece che nella Iniziativa faro dell'UE nel settore dell'abbigliamento Risoluzione del Parlamento europeo del 27 aprile 2017 sull'iniziativa faro dell'UE nel settore dell'abbigliamento (2016/2140(INI)) si legge:
- (Punto 9) Il Parlamento Europeo evidenzia la necessità di migliorare i codici di condotta, le etichette di eccellenza e i programmi di commercio equo e solidale, assicurandone l'allineamento con le norme internazionali come i principi guida su imprese e diritti umani delle Nazioni Unite, il Patto globale delle Nazioni Unite, la dichiarazione tripartita dell'OIL dei principi sulle imprese multinazionali e la politica sociale (dichiarazione MNE), le linee guida.
- Questa è esattamente la funzione attesa dalla nozione di "Etichettatura Responsabile" o "Responsible Labelling".
- Nella stessa risoluzione del Parlamento Europeo si legge al punto 6 "evidenzia che le nuove indicazioni dell'OCSE in materia di debita diligenza relative alle catene di approvvigionamento responsabili nel settore dell'abbigliamento e delle calzature, in conformità con le linee guida dell'OCSE, dovrebbero costituire il principio cardine nella proposta legislativa della Commissione; sottolinea che tale proposta legislativa dovrebbe includere alcune norme fondamentali, come le norme in materia di salute e sicurezza sul lavoro, salario di sussistenza, libertà di associazione e di contrattazione collettiva, prevenzione per quanto concerne le molestie sessuali e le violenze nei luoghi di lavoro, eliminando il lavoro coatto e minorile; invita la Commissione ad affrontare ulteriormente i seguenti punti: criteri chiave per la produzione sostenibile, trasparenza e tracciabilità, compresa la raccolta di dati trasparente e gli strumenti per l'informazione dei consumatori, verifiche e audit del dovere di diligenza, accesso alle vie di ricorso, parità di genere, diritti dei minori, dichiarazione di diligenza nella catena di fornitura, responsabilità in caso di catastrofi causate dall'uomo nonché attività di sensibilizzazione nell'Unione europea;"
- Tutto questo indica con grande chiarezza la necessità e l'urgenza di fornire al consumatore informazioni affidabili sui diversi aspetti della responsabilità sociale e queste informazioni devono apparire sull'etichetta stessa dei prodotti.
- Ancora nella risoluzione del Parlamento Europeo si riconosce al consumatore il diritto di ricevere informazioni chiare e attendibili circa la sostenibilità, il luogo di provenienza dei prodotti e in quale misura siano rispettati i diritti dei lavoratori Infine il Parlameno Europeo propone lo sviluppo di norme di etichettatura a livello UE in materia di "abbigliamento equo" (responsabile).
- Da questo deriva in modo del tutto naturale e appropriato la nozione di "etichettatura responsabile" o "Responsible labelling". — Questo commento senza la firma utente è stato inserito da Legurotmi (discussioni · contributi) 14:00, 19 lug 2019 (CEST).
- Con il massimo rispetto del Reviewer che ha proposto la cancellazione della voce ritengo che le argomentazioni addotte per supportare tale proposta siano da respingere.
- 1) il termine "Responsible Labelling" (in Italiano sarebbe "Etichettatura Responsabile" ma la sua traduzione non evoca la medesima accezione del termine in lingua inglese, non ha ancora una definizione formale inserita in documenti riconosciuti a livello internazionale o in standard. L'argomentazione addotta dal reviewer è in contraddizione con molti termini in Wikepedia che presentano lo stesso problema tra cui per esempio "Qualità totale" oppure "Smart city".
- 2) il reviewer ritiene che il termine sia sostanzialmente sinonimo di "social responsibility". Questa tesi non è accettabile perchè il termine "social responsibility", ben definito dalla norma ISO 26000, si associa a un modo di gestire gli aspetti della social responsibility in un'organizzazione, a un approccio di un sistema di gestione. "Responsible Labelling" è invece un'informazione verificata da una terza parte indipendente nel corso di una Due Diligence (ben definita dalle Guide OCSE sulla Responsible Business Conduct)che si associa a un prodotto per fornire alle parti interessate (clienti, investitori e altri Stakeholders) per attestare che tale prodotto è stato realizzato in un'organizzazione rispettosa dei principi e dei requisiti di un sistema di gestione basato sulla responsabilità sociale.
- Tra i termini "Social Responsibility" e "Responsible Labelling" vi è la stessa differenza logica e sostanziale esistente tra Sistema di Gestione Ambientale (conforme alla norma ISO 14000) e eco-labelling (conforme alla norma 14024): il primo riguarda il sistema di gestione ambientale dell'azienda, il secondo la caratteristiche ambientali di un prodotto. Non sono accettabili confusioni sul piano logico e semantico tra i due termini.
- 3) il termine Responsible Labelling è indirizzato in numerosi documenti e atti ufficiali dell'Unione Europea: Risoluzioni del Consiglio, Risoluzioni della Commissione, Risoluzioni del Parlamento Europeo. In tutti questi documenti il termine si associa all'idea di fornire al consumatore finale, possibilmente sull'etichetta o sul packaging del prodotto, un'informazione relativa al luogo in cui è stato realizzato e alla responsabilità sociale in quella unità organizzativa in tutti i suoi aspetti: diritti umani, tutela della sicurezza, tutela dell'ambiente, etica del business.
- Il Reviewer ha il pieno diritto di esprimere le sue opinioni ma ritengo necessario che tali opinioni siano ben circostanziate, precise e non generiche. Ritengo opportuno aprire una discussione sul punto prima di censurare una voce su cui è stato svolto un complesso lavoro di ricerca.— Questo commento senza la firma utente è stato inserito da Legurotmi (discussioni · contributi).
- Concluso il lungo escursus sull'analogia del termine ad altri, ci sono comunque fonti che parlino esplicitamente ed usano il termine "Responsible Labelling"? Perchè in caso contrario il termine rianae WP:RO e come tale da cancellare.--Moroboshi scrivimi 12:00, 20 lug 2019 (CEST)
Moroboshi: sebbene il termine non sia ancora codificato da definizioni inserite in norme (come tanti altri termini in Wikipedia, non mi è chiaro come si possa rifiutare un termine il cui significato emerge con grande precisione in un considerevole numero di documenti ufficiali dell'Unione Europea. Vi è esplicito riferimento a Due Diligence (OCSE) o Social Audit ossia la conduzione di verifiche di terza parte indipendente sullo stato di implementazione di un sistema di gestione per la responsabilità sociale e sui rischi a cui i clienti sono esposti per effetto di eventi che possono accadere lungo le filiere di fornitura. Un termine alternativo potrebbe essere "Certificazione sociale" oppure quello di "certificazione etica" ma sono termini non applicabili a spiegare il concetto di una "etichetta apposta sul prodotto per dare al consumatore il diritto di acquistare in modo consapevole che riporta informazioni su tutti gli aspetti della responsabilità sociale (diritti umani, condizioni di lavoro, salute e sicurezza, ambiente e etica del business) indirizzati dalle linee guida OCSE e dalla norma ISO 26.000. Non ho alcuna ambizione di creare un neologismo (capisco le regole di Wikipedia) ma di formulare un termine che rappresenta con precisione quando viene auspicato dalla Nazioni Unite, dall'OCSE e dall'Unione Europea. La invito cortesemente a leggere pagina 11 del Libro Verde Libro verde della Commissione Promuovere un quadro europeo per la responsabilità sociale delle imprese. PUBBLICATO NEL 2002. https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/PDF/?uri=CELEX:52001DC0366&from=IT A pagina 21 del Libro Vedere si legge "Le etichette sociali ed ecologiche, che si presuppone debbano garantire una fabbricazione esente da qualunque forma di sfruttamento o a un cattivo trattamento,sono spesso caratterizzate da una mancanza di trasparenza e di verifiche indipendenti delle loro affermazioni. Contrariamente alle etichette vertenti sul contenuto o sulla sicurezza dei prodotti, tali affermazioni non possono essere verificate sul prodotto stesso. Per essere credibili, le etichette sociali ed ecologiche dovrebbero basarsi su una verifica costante dei luoghi di lavoro realizzata secondo norme concordate." Nella successiva pagina 22 si pala di etichettatura sociale "... lo sviluppo di standard di etichettatura sociale"
Oggi questi standard e norme che nel 2020 non esistevano sono stati pubblicati: l'OCSE ha pubblicato delle linee guida per la Due Diligence per catene di fornitura RESPONSABILI in alcuni settori (tessile e calzatura, prodotti agricoli, prodotti minierari, etc.). Inoltre esiste la norma ISO 26000 Guida per la Responsabilità Sociale è la nozione "Responsbile" comprende gli aspetti sociali, ambientali e di corretta relazione col cliente (Business ethics).
Si potrebbe intestare la voce "Etichettatura Sociale" per mantenere fede alla lingua Italiana tuttavia, poichè la portata del termine cresce nel quadro delle politiche contro il social dumping negli scambi internazionali e in tutto il mondo emerge l'uso di Responsible Labelling (senza traduzioni così come è successo per Eco-labelling).
Per queste ragioni confermo la proposta di mantenere il termine "Responsible Labelling" anche nella versione Italiana di Wikipedia.
Una proposta alternativa potrebbe essere "Etichettatura sociale (Responsible Labelling)" (nella consapevolezza che il termine "Etichettatura Sociale" può essere percepita come "parziale" rispetto alla plualità di aspetti coperti dalla nozione "Responsabile". Il termine "certificazione" non si può usare perchè esprime la nozione di "attestazione di conformità a uno standard". Esiste ed è utilizzato il termine di "certificazione etica" ma esprime l'idea di conformità a uno standard di un sistema di gestione per esempio di social accountability (SA 8000). L'OCSE invece invita a utilizzare il termine "Due Diligence" perchè fissa gli aspetti di Responsabilità Sociale si possono valutare in termini di "rischio" (e non di conformità). Qual'è il rischio che in una fabbrica in Pakistan si usino bambini?" "Qual'è il rischio di crollo di una palazzina a Dhaka per evitare un nuovo Rana Plaza?". L'attività di valutazione dei rischi sui singoli aspetti della social responsibility viene comunemente indicata come "social audit" ma anche in questo caso vi sono elementi di parzialità. Un Social Audit esprime la nozione di una valutazione dei soli rischi sugli aspetti "sociali" ma le guide OCSE e la ISO 26000 considerano TUTTI gli aspetti che afferiscono la Responsabilità Sociale: diritti umani, salute e sicurezza, ambiente, etica del business. Al termine di un audit su tutti questi aspetti non può essere rilasciato un certificato perchè l'oggetto della valutazione non è la conformità a un insieme di requisiti ma una valutazione dei rischi di impatti avversi sull'organizzazione che possono riverberarsi sui suoi stakeholders: clienti e personale su tutti ma anche società, ambiente fisico, etc. Poichè i criteri considerati nella valutazione sono molteplici e prendono in considerazione tutti gli aspetti della responsabilità sociale il mezzo per affermare che una valutazione è stata condotta non può essere un certificato di conformità. Per questo nel 2002 l'Unione Europea aveva introdotto la nozione di Etichettatura Sociale e Ambientale che ora, dopo 17 anni di maturazione ha preso i contorni precisi di Etichettatura Responsabile: le informazioni da passare al consumatore finale riguardano lo stato di tutti i rischi a cui un fabbricante è esposto in relazione a tutti gli aspetti della Responsabilità Sociale.
Moroboshi, Moguri, Vituzzo: gradirei ricevere argomentazioni puntuali a confutazione della proposta di inserimento di una voce seriamente argomentate. Pensavo Wikepedia fosse un luogo di discussione per migliorare la conoscenza ma mi sto rendendo conto che è qualcosa di molto diverso. Persone dietro l'anonimato censurano una nozione senza alcuna argomentazione. Mi auguro di ricevere argomenti seri e non farfugliati
- [@ Legurotmi] Qui nessuno sta farfugliando nulla, ti invito ad evitare di usare termini offensivi. Vedo che è il tuo primo contributo qui dentro, prima di lanciarsi nella scrittura di voci sarebbe il caso di approfondire meglio il funzionamento di Wikipedia comprese le linee guida, i criteri, un minimo sindacale di tecnicismi, cosa si intende per fonte attendibile e in generale quali sono gli scopi del progetto (no, non è uno spazio di discussione, per quello esistono i forum). Ripeto la domanda che ti è già stata fatta, esiste una solida bibliografia (libri, studi, paper ecc) che attesti l'uso consolidato del termine? Un incipit che inizia con "xys si può definire" non ha alcun senso. O esiste una definizione precisa (anche più di una) e consolidata nell'uso con tanto di citazione di riferimenti bibliografici oppure siamo nel campo delle proposte e dei progetti futuri e allora se ne riparlerà quando tutto ciò davvero esisterà e altri avranno scritto, pubblicato ed emanato cosicché potremo citarli. --Civvì (Parliamone...) 20:42, 23 lug 2019 (CEST)
Concordo con voi su un punto: essendo la prima volta che lavoro alla scrittura di una voce e sebbene abbia studiato a fondo i documenti disponibili su come scrivere una voce, non nego la presenza di espetti formali non in linea con le regole di Wikipedia e sui quali sto cercando di intervenire in modo proattivo.
Per quanto riguarda gli aspetti sostanziali che caratterizzano la proposta di creazione di una nuova voce ritengo che le argomentazioni a favore debbano essere trattate con maggior rispetto.
Poichè mi occupo da 30 anni di questa materia, ritengo che le osservazioni mosse a confutare la legittimità di una nuova voce debbano essere circostanziate e non superficiali, men che meno soggettive, e non fondate su una lettura approfindita di testi e documenti.
Il termine Etichettatura Sociale è stato inserito in un documento ufficiale della Commissione Europea, il Libro Verde "Promuovere un quadro europeo per la responsabilità sociale delle imprese" nel lontano 2001. A pagina 22 comma 83 di tale documento si legge "Vi è un sempre maggiore bisogno di dibattito riguardante il valore e l’auspicabilità – nel contesto del mercato interno e degli obblighi internazionali – di azioni pubbliche volte a rendere più efficaci le etichette sociali ed ecologiche. Esempi di tali azioni comprendono il sostegno all’informazione e alla sensibilizzazione ai temi delle condizioni di lavoro, la promozione delle migliori prassi attraverso la sponsorizzazione di premi alle imprese, la facilitazione dello sviluppo delle partnership coinvolgenti tutti i soggetti che hanno un interesse all’impresa, lo sviluppo di standard di ETICHETTATURA SOCIALE e il ricorso a forniture pubbliche e a incentivi fiscali nella promozione di prodotti etichettati." http://www.europarl.europa.eu/meetdocs/committees/deve/20020122/com(2001)366_it.pdf
Un termine citato in un LIBRO VERDE (non un documento qualsiasi) è il portato di discussioni sul concetto e sul termine ed è l'evidenza di un consenso da parte di esperti della materia di ogni nazionalità. Stiamo parlando di un termine presentato 18 anni orsono, non "siamo nel campo delle proposte e dei progetti futuri".
Un'Etichettatura (analogamente a quanto accade per la certificazione) esprime una valutazione rispetto a un insieme di criteri (multi-criteria) che non possono essere soggettivi e personali ma devono essere condivisi almeno a livello nazionale, molto meglio a livello internazionale per rendere comparabili quei programmi di Etichettatura fornendo loro una base di riferimento comune.
Non a caso, al momento di enuciare il significato del termine "Etichettatura Sociale" nel 2001 la Commissione dell'Unione Europea aveva auspicato che in futuro si sviluppassero norme e linee guida a cui riferire tale Etichettatura Sociale. Non si può affermare che un termine definito 18 anni orsono in un documento ufficiale riguardi il futuro.
Questi Standard e riferimenti per l'Etichettatura Sociale hanno richiesto effettivamente anni di lavoro per essere sviluppati e condivisi. Il primo ambito in cui si è ottenuto un consenso internazionale è stato l'ISO (International Standaridazion Organization) quando è stato approvata la norma ISO 26000: nel 2010 Tale norma avente per oggetto le linee guida per la responsabilità sociale di un'organizzazione allargava in modo consistente il significato di "sociale" espresso nel documento della Commissione del 2001. La norma ISO 26000 ha per titolo Guida per la Responsabilità Sociale e comprende diritti umani e condizioni di lavoro, salute e sicurezza, ambiente e correttezza dei rapporti di affari con clienti, fornitori e altri stakeholders. Nel 2017 l'OCSE conferma le linee di indirizzo ISO e pubblica delle linee guida generali per la condotta d'impresa RESPONSABILE. https://pcnitalia.mise.gov.it/index.php/it/linee-guida-ocse-2 Su questo tema l'OCSE ha sviluppato diversi documenti e linee guida più specifiche: https://pcnitalia.mise.gov.it/index.php/it/strumenti-per-le-imprese/guide-del-pcn Uno studio specifico sul tema Misurare per Gestire e Creare Valore per gli Stakeholder: Lo Stato dell’Arte e le Prospettive Future nella Valutazione della Responsabilità Sociale d’Impresa https://pcnitalia.mise.gov.it/attachments/article/2035843/misurare-per-gestire-e-creare-valore-per-gli-stakeholder-lo-stato-dell2019arte-e-le-prospettive-future-nella-valutazione-della-responsabilita-sociale-d2019impresa_1.pdf (ho già provveduto ad aggiungerlo alla voce).
Le linee Guida OCSE sono state predisposte con l'obiettivo di fornire ai Governi delle indicazioni utili SU COME introdurre le VALUTAZIONI su tutti gli aspetti della Responsabilità Sociale nelle legislazioni. Per quanto siano delle Raccomandazioni è qualcosa di più alto rispetto a un articolo su una rivista scientifica o un documento di discussione. Ma le linee guida OCSE sono anche raccomandazioni indirizzate a chi deve valutare lo stato dell'arte e rilasciare un'informazione alle parti interessate che tale valutazione è stata effettuata positivamente: la nozione di ETICHETTATURA SOCIALE espressa nel Libro Verde del 2001 assume i contorni, per restare nel linguaggio OCSE, di una ETICHETTATURA RESPONSABILE.
Alla vostra domanda "Esiste una solida bibliografia (libri studi paper) che attesti l'uso consolidato del termine?" Rispondo che non solo esistono studi, libri e articoli ma esiste molto di più. Esistono atti di organizzazioni internazionali (che su studi, paper, libri e articoli poggiano le fondamenta) tra cui: a) il Libro Verde dell'Unione Europea (2001) che auspicava la definizione di standard per supportare l'etichettatura sociale http://www.europarl.europa.eu/meetdocs/committees/deve/20020122/com(2001)366_it.pdf b) uno standard ISO (ISO 26000) c) linee guida OCSE settoriali contenenti delle raccomandazioni sui criteri da considerare e sul modo di valutare gli aspetti di responsabilità sociale di un'organizzazione; https://www.oecd.org/daf/inv/mne/ d) un documento ufficiale ISO che mette in evidenza i collegamenti espliciti tra la norma ISO 26000 e le linee guida OCSE https://www.iso.org/files/live/sites/isoorg/files/store/en/PUB100418.pdf e) una Risoluzione del Parlamento europeo del 27 aprile 2017 sull'iniziativa faro dell'UE nel settore dell'abbigliamento nella quale si propone (Punto 15) "lo sviluppo di norme di etichettatura a livello UE in materia di "abbigliamento equo", cui possano accedere le società multinazionali e le PMI, per indicare che sono state rispettate le condizioni di lavoro eque e per assistere i clienti nelle loro decisioni di acquisto attraverso una informazione più efficace"; http://www.europarl.europa.eu/doceo/document/TA-8-2017-0196_IT.html?redirect f) una Conclusione del Consiglio dell'Unione Europea del 19 Maggio 2017 in sui si legge: "Closer cooperation between existing multi-stakeholder initiatives at the European level is needed in order to foster broader commitment for CSR/RBC (ndr: notare che CSR e Responsible Business Conduct sono utilizzati come sinonimi)in the garment sector to avoid discriminating effects for businesses that already act in a sustainable way, including through voluntary schemes such as the EU Ecolabel." (punto 3) Il termine "come per esempio Ecolabel" evoca l'uso di strumenti analoghi all'Ecolabel il cui ambito di applicazione è limitato alle sole caratteristiche ambientali del prodotto. Etichettatura Responsabile esprime meglio il concetto legato alla valutazione della Social Responsibility di un fornitore. "The Council supports actions to promote and disseminate social and environmental best practices on responsible management of garment value chains" (Punto 6) "The Council encourages the Commission and EU Member States to strengthen efforts to raise awareness of consumers and public procurers to promote sustainable and responsible consumption" (Punto 6). Si parla ormai diffusamente di RESPONSIBLE CONSUMPTION "The Council encourages the Commission to support moves to increase transparency and traceability in garment supply chains, for example through coordination with ongoing activities within Member States and international initiatives by the industry, and welcomes the new OECD due diligence guidance for the RESPONSIBLE supply chains in the garment and footwear sector." (Punto 10) Importante perchè richiama il riferimento alle Linee Guida OCSE https://www.consilium.europa.eu/media/24008/garment-value-chains-st09381en17.pdf "... efforts will also contribute to increase information and transparency throughout the different stages of the garment supply chain including on social and environmental conditions. Consumer awareness of such information is an important step towards improved sustainable value chains in the garment sector." (Punto 10)
Quale altro termine diverso da ETICHETTATURA RESPONSABILE (o Responsible Labelling) consente di dare al consumatore finale la possibilità di esercitare il diritto di acquisto in modo informato sullo stato della Responsabilità Sociale comprensivo di tutti gli aspetti (sociale, sicurezza, ambiente e corrette pratiche commerciali) delle fabbriche che hanno realizzato un prodotto.
Esistono delle prassi consolidate che riguardano un approccio Responsabile alle politiche di approvvigionamento? SI, il termine consolidato è "Responsible Sourcing": https://www.gsb.stanford.edu/faculty-research/publications/responsible-sourcing-supply-chains https://iccwbo.org/publication/icc-guide-to-responsible-sourcing/
In Wikipedia non ho trovato una voce specifica per il Responsible Sourcing tuttavia esiste la voce Sustainable Procurement: https://en.wikipedia.org/wiki/Sustainable_procurement Alla luce della terminologia usata dall'OCSE e dalla norma ISO 26000 il termine più diffuso nelle strategie di acquisto delle imprese è Responsible Sourcing. Provate a fare una ricerca su Google alla voce Responsible Sourcing https://www.google.com/search?client=firefox-b-d&channel=trow&q=Responsible+sourcing e vi accorgerete che un gran numero di imprese dichiara di adottare strategie di Responsible Sourcing.
ETICHETTATURA RESPONSABILE (Responsible Labelling) è il mezzo di comunicazione che supporta le strategie di Responsible Sourcing. Quale altro termine si può utilizzare per definire il "mezzo" attraverso il quale l'informazione sulla Responsabilità Sociale di una fabbrica viene veicolata al consumatore finale?
Non siamo nella sfera di progetti futuri ma del presente che affonda le radici nel passato.
Per inciso la voce "Sustainable Procuremente" (come altre inserite in Wikipedia) confuta la Vostra affermazione "O esiste una definizione precisa (anche più di una) e consolidata nell'uso con tanto di citazione di riferimenti bibliografici oppure siamo nel campo delle proposte e dei progetti futuri e allora se ne riparlerà quando tutto ciò davvero esisterà e altri avranno scritto" Restando nel solo ambito delle strategie d'impresa ci sono molte voci su Wikipedia per le quali non esiste alcuna definizione precisa e presentano dei riferimenti bibliografici deboli. Ecco una serie di esempi: "Sustainable Procurement" (https://en.wikipedia.org/wiki/Sustainable_procurement): oggi tra le altre cose questo termine è superato nella comunicazione di decine di imprese dal termine "Responsible Sourcing" "Ethical Trade" (https://en.wikipedia.org/wiki/Ethical_trade): bibliografia molto scarna e nessun riferimento esplicito a documenti internazionali. Addirittura vi sono voci che promuovono esplicitamente schemi di certificazione proprietari "Fair Trade" (https://en.wikipedia.org/wiki/Fair_trade) che non hanno alcuna base normativa di riferimento riconosciuta a livello internazionale
Queste voci dimostrano la totale arbitrarietà della vostra affermazione sul fatto che una voce possa essere inserita su Wikipedia senza una definizione precisa e senza riferimenti bibliografici rilevanti. Nel caso di Etichettatura Sociale vi è una esplicita menzione nel Libro Verde della Commissione delle Comunità Europee nel lontano 2001.
Nel vostro testo si legge "... cosa si intende per fonte attendibile....": Siete forse in grado di esprimere dubbi sul fatto che un documento ufficiale della Commissione dell'Unione Europea sia una fonte attendibile? Sarebbe quanto meno bizzarro non considerare un Libro Verde della Commissione, una Risoluzione del Parlamento Europeo o delle Conclusioni del Consiglio Europeo come documenti non provenienti da Fonte Attendibile.
E' opportuno a questo punto fare una notazione di tipo tecnico sull'opportunità di usare il termine "Etichettatura". Correttamente tutti i documenti citati da fonti internazionali non utilizzano il termine di "certificazione" perchè questo è definito dall'ISO come "l’atto mediante il quale una terza parte indipendente dichiara che, conragionevole attendibilità, un determinato prodotto, processo o servizio è conforme a requisiti specificati." Nell'ambito della Responsabilità Sociale esistono dei principi da seguire ma non esistono dei requisiti in base ai quali rilasciare un'attestazione di conformità. La stessa norma ISO 26000 dichiara esplicitamente di non poter essere certificabile e le linee guida OCSE danno indicazioni su COME valutare un'azienda. Per queste ragioni il termine "Certificazione" non si può usare quando l'oggetto di analisi di una valutazione di terza parte indipendente riguarda dei principi e delle linee guida. L'OCSE utilizza il termine "Due Diligence" per definire l'attività di valutazione (in ambito ISO si usa il termine Audit, in altri ambiti si usa il termine "Assessment"). "The process through which enterprises can identify, prevent, mitigate and account for how they address their actual and potential adverse impacts. Due diligence can be included within broader enterprise risk management systems, provided that it goes beyond simply identifying and managing material risks to the enterprise itself to include the risks of harm related to matters covered by the Guidelines. (OECD Guidelines, II, Commentary 14)" In modo del tutto corretto e appropriato l'OCSE non richiama mai a una "verifica di conformità" ma a una "valutazione dei rischi" (ndr: in accordo a una metrica e a criteri definiti).
L'output di questo processo non può tuttavia essere un "certificato" per le ragioni di cui sopra.
Ecco che emerge con evidenza la correttezza del termine "Etichettatura" indicato nel 2001 nel Libro Verde dell'Unione Europea " in quanto mezzo appropriato che è stata eseguito un processo di Due Diligence basato su una "valutazione dei rischi" come ben esplicitato nelle Linee Guida OCSE. Questo approccio riflette esattamente quanto l'ISO ha già applicato in una altro ambito (questo è l'unico punto su cui concordo con la Vostra osservazione di un ragionamento in parte svolto per "analogia")ossia quello della verifica delle caratteristiche ambientali di un prodotto: vi sono tre tipi possibili di dichiarazioni ambientali di prodotto esplicitati nelle norme della serie ISO 14020 e uno di questi è la cosiddetta "etichettatura ambientale" (definita dalla norma ISO 17024)comunemente chiamata "eco-labelling".
La nozione di Etichettatura Responsabile contiene informazioni relative alla valutazione dei rischi su tutti gli aspetti di responsabilità sociale di un organizzazione che ha realizzato un determinato prodotto (laddove la valutazione avvenga in accordo alla Raccomandazioni dell'OCSE e a standard internazionali come la ISO 26000).
Negare che la voce non sia corredata da riferimenti bibliografici autorevoli e riconosciuti in ambito internazionale è da considerarsi arbitraria e non rispondente ai fatti e ai documenti citati.
Quale altro termine si può utilizzare per: a) supportare le pratiche di responsible sourcing b) consentire al consumatore finale di esercitare il dirito, riconosciuto dall'Unione Europea di acquisto in modo informato e consapevole .
Risulta evidente, dalla lettura di documenti ufficiali di organizzazioni internazionali che vi sia un esplicita menzione al termine "ETICHETTATURA SOCIALE". Tale termine era appropriato nel 2001 tuttavia l'evoluzione del suo significato avvenuta tra il 2001 e il 2018 rende oggi restrittivo il suo significato proprio perchè gli standard e le linee guida evocate nel 2001 hanno allargato il significato originario. Le Linee Guida OCSE e la norma ISO 26000 non coprono soltanto gli aspetti "sociali" (diritti umani e condizioni di lavoro) ma si estendono anche gli aspetti ambientali (non del prodotto ma della fabbrica in cui il prodotto è realizzato). Poichè il termine Responsabilità Sociale di un'organizazione identifica alcune caratteristiche di un'organizzazione ma viene utilizzato, in ambito approvvigionamento, per identificare l'approccio al Responsible Sourcing e nelle linee guida OCSE si parla di Due Diligence per Responsible Supply Chains il mezzo per comunicare queste informazioni verificate da una terza parte indipendente è l'ETICHETTATURA e il giusto termine a cui associarla è RESPONSABILE.
Per tutte queste ragioni confermo la mia richiesta di: 1) MANTENERE LA VOCE "ETICHETTATURA RESPONSABILE" (oppure in Inglese Responsible Labelling) o in alternativa
2) MODIFICARE LA VOCE IN "ETICHETTATURA SOCIALE" (in linea con il termine indicato nel Libro Verde dell'unione europea pubblicato nel 2001.
La seconda opzione è un chiaro second best perchè, alla luce dell'evoluzione del concetto "sociale" avvenuta dal 2001 ad oggi in direzione del concetto di RESPONSABILITA' SOCIALE, definito da standard (ISO 26000) e linee guida OCSE e utilizzato nell'ambito delle strategie di acquisto tra cliente fornitore (Responsible Sourcing), il concetto che meglio esprime il mezzo per comunicare al consumatore finale il risultato di una valutazione di terza parte indipendente sui rischi legati agli aspetti di responsabilità sociale che si verificano presso un fabbricante di un determinato prodotto è quello di ETICHETTATURA RESPONSABILE. (non potendosi utilizzare il termine di "certificazione"). Il termine perfetto sarebbe "Etichettatura Socialmente Responsabile" ma poichè il termine "Responsabile" nel contesto dell'imprese include l'aspetto "Sociale" anche sul piano logico formale non vi è ragione per non utilizzare il termine "Etichettatura Responsabile" (lasciando implicito il termine "socialmente"). Poichè questo termine è utilizzato prevalentemente nel quadro delle informazioni lungo le filiere di fornitura responsabili soprattutto in ambito internazionale convince di più l'idea di non tradurre il termine e di lasciarlo nella versione inglese "Responsible Labelling".
Sono aperto e disponibile a modificare l'incipit della voce o altri aspetti o a completare la bibliografia in accordo alle vostre indicazioni. Ai fini della conferma della cancellazione mi aspetto che questa decisione sia argomentata in modo puntuale (e non generico, impreciso o addirittura sbagliato) nel merito. Arbitrarietà, soggettività e assenza di argomenti a confutazione sono nemici della conoscenza.
Grazie