Aeroporto di Pontedera

ex aeroporto militare italiano

L'Aeroporto di Pontedera, già aeroscalo, fu una infrastruttura militare realizzata a sud di Pontedera in località "Curigliana" e operativa dal 1913 al 2000 circa. Prima dismesso e attualmente smantellato, al suo posto sorge la nuova zona industriale denomitata PIP III.

Aeroporto di Pontedera
Codice IATA 
Codice ICAOLIAT
Descrizione
Altitudine12 m s.l.m.
Coordinate43°39′28.38″N 10°36′55.05″E
Piste
Orientamento (QFU)LunghezzaSuperficie
07/251 500 x 45 masfalto

Storia

L'Aeroporto di Pontedera, fu fatto costruire come aeroscalo per dirigibili (aeronavi) dalla Regia Marina Italiana nel 1913, alla vigilia della Prima Guerra Mondiale.

La scelta dell'ubicazione nella campagna a Sud-Ovesdt di Pontedera fu determinata dalla relativa vicinanza con il mare Tirreno, dalle buone condizioni climantiche, in particolare dai venti favorevoli e soprattuto dalla presenza della vicina linea ferroviaria Firenze-Pisa-Livorno, già Leopolda.

La piccola flotta di dirigibili di stanza nell'aeroscalo di Pontedera doveva essere impiegata essenzialmente nel pattugliamento dell'Alto Tirreno, tra l'Isola d'Elba, la Corsica ed il Golfo della Spezia, per la ricerca e l'avvistamento di convogli di superficie ed ancor più di sommergibili nemici[1]. Così avevano stabilito gli Stati Maggiori di Marina ed Esercito. Ciò è confermato dal fatto che nel 1913 l'Italia era alleata militarmente con l'Austria-Ungheria e con la Germania nella Triplice Alleanza contro la Duplice Intesa formata da Francia e Russia (a cui si aggiunse poi l'Inghilterra divenendo "Triplice"), in base a ciò i piani militari e gli scenari di guerra sia di mare che di terra ipotizzati presso gli stati maggiori italiani erano orientati tutti contro la Francia, cioè in direzione nord-ovest. A livello di guerra di guerra sul mare il pericolo perciò sarebbe dovuto provenire proprio da quella direzione, cioè dalla Corsica, dall'Alto Tirreno e dal Mar Ligure[2].

Fu l'improvviso cambiamento di alleanze dell'Italia con il passaggio all'Intesa che cambiò radicalmente la situazione. Con l'entrata in guerra dell'Italia nel 1915 al fianco di Francia, Inghilterra e Russia, lo scenario bellico marino principale mutò completamente, trasferendosi dal Tirreno al Mare Adriatico. Nonostante ciò, pur passando in secondo piano, non poteva essere comunque trascurata la minaccia proveniente da quell'aerea, che seppur reputata ormai di secondo ordine, sarebbe potuta essere comunque insidiosa per le navi italiane a causa della presenza in tutto il Mediterraneo dei sommergibili, i micidiali U-Boot tedeschi ed austro-ungarici. E a tale scopo, cioè nel pattugliamento dal cielo del tratto di mare in questione, l'aeroscalo fu utilizzato durante tutta la Prima Guerra Mondiale. Pur essendo l'aeroscalo appartenente alla Regia Marina, insieme con la flotta di stanza a Pontedera che non superò mai i tre velivoli, gli equipaggi erano misti, cioè formati da personale sia della Marina sia del Regio Esercito, nei rispettivi corpi aeronautici.

Durante i tre anni del periodo bellico non ci furono fatti bellici rilevanti che interessarono l'aeroscalo Pontederese. L'unico episodio da ricordare fu la caduta dell'Aeronave "U-5" che stava facendo ritorno alla base dopo un pattugliamento tra "Punta Troia" (oggi Punta Ala), l'Isola d'Elba e la Corsica. L'incidente avvenne il 2 maggio 1918; il dirigibile precipitò a terra in località Valdiperga nel comune di Castellina Marittima, dove esite ancora un cippo fumerario a ricordo dei caduti. Nell'incidente morirono tutti e cinque i membri dell'equipaggio: Comandante Tenente Federico Fenu, i Sottotententi Enrico Magistris e Luigi Carta Satta, appartenenti al Regio Esercito, il Sottocapo Telegrafista Michele Rosato e il Sottocapo Motorista Tommaso Perrone entrambi della Regia Marina. L'aeronave non fu un abbattuta ed i motivi della caduta non furono mai del tutto chiariti. Alla fine della guerra fu istituita una Commissione d'Inchiesta per indagare quei fatti che non riuscì a dare una risposta definitiva. A quella commisione prese parte anche Umberto Nobile.

Nel 1923 fu costituita la Regia Aeronautica Italiana come Forza Armata autonoma , unendo i rispettivi corpi aeronautici di Esercito e Marina, la quale incamerò anche tutte le infrastrutture aeronautiche appartenunte alla altre due Forze Armate italiane. A tale scopo l'aeroscalo di Pontedera passà sotto il controllo della Regia Aeronautica.

Nell'hangar dell'aeroscalo pontederese soggiornò per lungo tempo il Dirigibile N-1, costruito da Umberto Nobile e ribattezzato successivamente Norge, col quale il grande trasvolatore italiano compì la sua prima spedizione polare nel 1926 insieme all'esploratore norvegese Roald Amundsen e all'americano Lincoln Ellsworth. L'impresa del Norge fu coronata dalla conquista dall'alto del Polo Nord.

Con la conversione della Piaggio in industria motociclistica l'aeroporto perse importanza fino a ridursi alla sola pista. Recentemente è stato definitivamente smantellato per lasciar spazio alla nuova zona indistriale denominata PIP III.

Note

  1. ^ Al tempo non esitevano ancora i sistemi di avvistamento sonar o radar, per cui unico metodo di osservazione del mare poteva essere quello dall'alto.
  2. ^ Quirici Michele - Gori Paolo L'aeroscalo di Pontedera. I dirigibili italiani - Pontedera, CLD Libri - L'Ancora, 2000'

Voci correlate

Bibliografia

  • Quirici Michele - Gori Paolo L'aeroscalo di Pontedera. I dirigibili italiani - Pontedera, CLD Libri - L'Ancora, 2000
  • Gori Paolo Umberto Nobile. Dagli anni giovanili al successo nella prima spedizione polare dell'aeronave Norge (1908-1926). I rapporti con gli ambienti politico-militari - Pontedera, CLD Libri - L'Ancora, 2000

Collegamenti esterni

  • (EN) Fathom Archive Intervista a U.Nobile sui dirigibili N-1 Norge e Roma