Tempio Pausania
Tempio Pausania (in gallurese Tèmpiu), è una città di circa 14.100 abitanti situata nel nord della Sardegna, nel cuore della regione storica della Gallura, ai piedi del Monte Limbara. Capoluogo (con Olbia) della Provincia di Olbia-Tempio è inoltre sede vescovile (Diocesi di Tempio-Ampurias) e di Tribunale.
La denominazione amministrativa "Pausania" venne aggiunta agli inizi del '900 ad indicare Phausiana, antico nome di Olbia, che fu la prima sede vescovile in Gallura, secondo alcuni, località medioevale sorta sui ruderi della Olbia romana o nelle sue immediate vicinanze (anche se al momento non vi sono evidenze storico-archeologiche che lo proverebbero).

Tempio Pausania è sede di Università (sede staccata dell'Università di Sassari con corsi di laurea della Facoltà di Farmacia in Tecniche erboristiche e Tossicologia degli inquinanti ambientali), scuole superiori, ospedale civile.
Il 31 agosto 2006 con Delibera Statutaria del Consiglio Provinciale è stata attribuita la qualifica di capoluogo della Provincia di Olbia-Tempio sia ad Olbia (sede legale dell'Ente, della Presidenza, della Giunta Provinciale e del Consiglio Provinciale) che a Tempio Pausania (sede condivisa della Presidenza e del Consiglio Provinciale).
Importante centro amministrativo, vi si trova la sede di Tribunale civile e penale (con competenza sull'intera provincia), uffici finanziari (sede locale dell'Agenzia delle Entrate, conservatoria dell' Agenzia del Territorio) e previdenziali (INPS), sede della Provincia, uffici regionali con competenza provinciale (Servizio Demanio e Patrimonio di Tempio-Olbia, sede provinciale ERSAT, ufficio provinciale dell'Ente Foreste della Sardegna),sede dell'ispettorato ripartimentale forestale, sede della Comunità Montana "Gallura", sede del sistema bibliotecario Anglona-Gallura, sede dell'Ordine degli Avvocati, Stazione Sperimentale del Sughero, Stadio calcistico (omologato per la serie B), sede vescovile (diocesi di Tempio-Ampurias).
La storia della città
Origini
Delle prime forme di frequentazione e popolamento del territorio in epoca preistorica prenuragica sono testimonianza i ritrovamenti di strumenti in selce ed ossidiana risalenti al neolitico e di contenitori ceramici dell' eneolitico di probabile utilizzo pastorale sulle falde Monte Limbara, appartenenti alla cultura di Abealzu-Filigosa.
Maggiori tracce testimoniano l'insediamento di gruppi in epoca nuragica (dal 1800 a.C.), di cui sono testimonianza il villaggio sotto roccia del Monte Lu Finocchiu, le tombe di Monte di Deu e i nuraghi Izzana, Agnu (nella tipologia a "corridoio", maggiormente tipica della Gallura e imparentata con le tipologie nuragiche della vicina Corsica)[senza fonte] , Polcu (a thòlos) e Maiori (a tipologia mista corridoio-tholos), spesso accomunate dall'integrazione tra strutture architettoniche e rocce circostanti. La presenza fino all'800 del nuraghe di Monti Pinna (citato dall'Angius), la denominazione del rione "lu Naracu" e cavi condotti nell'attuale piazza Gallura hanno rivelato la presenza di resti di un villaggio nuragico anche in corrispondenza della parte alta dell'area centrale della città.
Periodo romano
Dopo la conquista della Sardegna da parte dei romani (238 a.C.), in età imperiale (I secolo a.C) vi sorgeva il centro romano di "Gemellae", avamposto militare per il controllo delle popolazioni dei còrsi (che abitavano l'interno della Gallura) e dei Balari (che abitavano il Monteacuto a sud del Limbara), citata dall'Itinerarium Antonini del III secolo d.C. sull'itinerario sulle strade per Olbia (via Tertium, l'odierna Telti) e Tibula (l'odierna Castelsardo), da dove proseguiva per Turris Libisonis (oggi Porto Torres). Un'altra ipotesi vi individua il santuario rurale di "Hereum".
Alcuni ritrovamenti romani (miliari, resti di antiche strade) si hanno nella zona di Milizzana situata nei pressi dell'odierna zona industriale, il cui toponimo potrebbe derivare dall'insediamento di un'antica milizia romana (forse una doppia legione o una coorte ausiliaria gemina composta da sardi e corsi) che poteva avervi posto le basi per lottare contro le popolazioni indigene che vivevano nei pressi dell'odierno centro cittadino con insediamenti nuragici nei quartieri Monti Pinna e San Pietro. Altri ritrovamenti (tra cui l'iscrizione funeraria di un milite della coorte) si hanno nella zona di San Lorenzo.
Periodo Giudicale
Citata come Templo per la prima volta nel 1173 in un atto tra la Primaziale di Pisa e il Vescovo di Civita e successivamente come Villa Templi, in periodo giudicale diviene capoluogo della Curatoria di Gemini.
Nel 1296 con la morte di Nino Visconti (citato da Dante nella Divina Commedia), il Giudicato di Gallura cade in mano pisana. Proprio a Nino Visconti la tradizione popolare attribuisce la presenza di una residenza a Tempio individuandola in un modesto edificio del centro storico nei pressi di Piazza Gallura in cui sono effettivamente inglobati alcuni resti di una architettura medioevale (altri resti medioevali sono incastonati in altri edifici del centro). Pur essendo nota la propensione delle corti giudicali ad itinerare tra i maggiori centri del Giudicato, non sussistono comunque evidenze storiche a comprova di questa attribuzione.
Periodo spagnolo
Conquistata la Sardegna dagli Aragonesi (1323), in periodo aragonese e spagnolo, viene menzionata nel "Rationes decimarum Italiae: Sardinia" (1346-1350) come de Tempio e in una carta del 1358 ("Castella villæ, silvæ saltus, terræ et jura totius Judicatus Galluræ") in cui vengono elencati i villaggi della curatoria di Gemini che pagavano le decime alla curia romana, suddivisi in Gemini Superiore (Agios, Villa Templi, Villa Latinacho, Guortiglassa) e Gèmini Josso (Villa Nughes, Villa Laùras, Villa Campo de Vinyes e Calanyanus), dalla quale risulta essere uno dei centri con minore carico fiscale. Il XIV secolo viene infatti caratterizzato, in conseguenza di guerre e pestilenze, da una forte crisi demografica che coinvolge in particolar modo le aree costiere (nel 1324 Terranova conta appena 132 "uomini") ma che non risparmia l'entroterra.
Nel XV secolo, nel centro - già infeudato nel 1420 alla potente famiglia iberica dei Carroz d'Arborea - si avvia un processo di sviluppo demografico ed economico, anche per effetto dell'immigrazione dalla vicina Corsica.
Divenuto a partire dalla prima metà del XVI secolo il principale centro culturale e amministrativo della regione storica della Gallura, la più settentrionale della Sardegna, in seguito alla decadenza dell'antica capitale Giudicale, Civita (attuale Olbia). Nel 1506 con la bolla "Romanus Pontifex", il papa Giulio II, unisce le diocesi di Civita e Ampurias, lasciando al destino il compito di scegliere la sede, infatti stabilì che il titolo diocesano sarebbe rimasto al vescovo che fosse sopravvissuto. Il vescovo di Civita Pedro Stornell morì nel 1510 e la residenza vescovile, della diocesi unita, venne stabilita a Castellaragonese (oggi Castelsardo).
Nel 1543 a Tempio si insedia un convento francescano. Nel 1559 Terranova contava appena 60 "fuochi" (famiglie)[senza fonte] . Nel 1571, a seguito di una contesa per la successione, Tempio e la ex curatoria di Gemini passano alla famiglia De Portugal. Tra il 1580 e 1589 viene citata come "Oppidum Templi" nella "Chorographia Sardiniae" di Giovanni Francesco Fara.
Risparmiata dalle epidemie cinquecentesche, dal '600 è sede di un importante mercato bovino che attira numerosi commercianti di origine iberica nonché la piccola nobiltà iberica, corsa e sassarese. Nel 1613 il vescovo Giacomo (Diego) Passamar nomina don Giovanni Antonio Manuello, vicario parrocchiale di Tempio, suo procuratore per la presa della diocesi di Civita e ordina la prima ricognizione delle reliquie dei martiri olbiesi custodite nella cattedrale di San Simplicio. Nel 1621 con la bolla "Sacri Apostolatus" papa Gregorio XV, su richiesta del vicario parrocchiale, eresse la collegiata di Tempio, chiedendo il nulla-osta al capitolo di Ampurias. Nel frattempo si conosolida l'urbanistica del suo centro storico che presenta una tipica architettura di palazzi in blocchi di granito con marcate similitudini ai centri del sud della Corsica. La famiglia de Portugal nel 1630 unisce le sorti di Tempio e della Gallura a quelle del Marchesato di Orani. Nel 1651 la peste scoppiata ad Alghero giunge a Sassari e Tempio decimandone la popolazione. Dal 1665 vi ha sede un collegio dei padri Scolopi che pone le basi dell'insegnamento ginnasiale in città (vi si insegnavano latino, filosofia, musica e teologia) e nel 1687 si insedia un monastero di cappuccine. Nel 1688 Tempio conta 3.020 abitanti contro i 240 di Terranova e[senza fonte] nel 1698 (ultimo censimento della dominazione spagnola) 3.867 abitanti.
Passata la Sardegna per un breve periodo sotto il dominio austriaco, nel corso della guerra di successione spagnola, la nobiltà tempiese, già ostile agli ambienti dell'aristocrazia spagnola di Cagliari, si schiera a favore dell'arciduca d'Austria Carlo VI contro Filippo V, mentre la popolazione gallurese resta sostanzialmente indifferente alla disputa. Nel 1710 i filo-spagnoli tentano la riconquista della Sardegna ma, sbarcati a Terranova, vengono fermati nel tentativo di raggiungere Tempio e Castellaragonese dagli uomini guidati dai tempiesi Francesco Pes e Giovanni Valentino e dal sopraggiungere della flotta britannica e olandese. In seguito a questi eventi nel 1711 Carlo VI d'Austria conferisce a don Francesco Pes il titolo di Marchese di Villamarina e al conte Giovanni Valentino il titolo di duca di San Martino, per il supporto prestato "in reductione Regni Sardiniae ad nostram regiam obedientiam, signanter in invasione per inimicos tenta in Terranoba". Tempio ebbe inoltre dagli austriaci l'immunità dai tributi.
Periodo sabaudo
Nel 1720, conclusasi la guerra di successione spagnola e in virtù del Trattato di Londra la Sardegna viene ceduta alla casa dei Savoia. Nel corso del '700 Tempio è oggetto di forte incremento demografico (alimentato dall'immigrazione còrsa)[senza fonte] e vi svolge la sua opera poetica in gallurese Gavino Pes, a testimonianza dell'avvenuto assestamento linguistico della parlata locale di matrice còrsa, di cui la città diviene centro di diffusione in tutta la Gallura. Al fine di promuovere il ripopolamento delle zone spopolate della Gallura e l'aggregazione delle popolazioni sparse degli stazzi viene in questo secolo promossa la realizzazione di chiese che costituiranno i nuclei della successiva trasformazione delle "cussorge" (aggregazioni di stazzi) in villaggi: San Francesco ad Aglientu, Santa Maria ad Arzachena, Santa Vittoria a Telti, San Teodoro ad Oviddè, etc. Ma ancora nel 1756 il Marchese di Rivarolo scriveva riferendosi a Tempio "La maggior parte dei cavalieri di detta villa, che è una delle più popolate e cospicue del Regno, vivono di contrabbando e tengono mano alle rapine dei banditi". Alla fine del '700 Tempio conta 4.500 abitanti. Nel 1808 nell'estrema parte settentrionale del territorio comunale e sui resti del villaggio di Longosardo, venne dato avvio alla fondazione del borgo di Santa Teresa, promosso da Vittorio Emanuele I.
Con Regio Editto del 4 maggio 1807 Tempio diviene sede di Prefettura (il cui territorio comprende la Gallura e l'Anglona). Nei primi decenni dell' '800 conta 5.827 abitanti ed è la sesta città dell'isola per popolazione (dopo Cagliari 28.887, Sassari 20.175, Iglesias 9.545, Ozieri 7.200 e Alghero 6.700, precedendo altre città regie come Oristano 4.991, Bosa 3.500 e Nuoro 3.349, mentre Castelsardo ne conta 1.592 e Terranova 1.474). Nel 1821 Tempio raggiunge i 7.000 abitanti ma con la riorganizzazione amministrativa della Sardegna la Prefettura di Tempio viene soppressa ed accorpata a quella di Ozieri.
Nel corso dell'800 si rafforza progressivamente il potere della nobiltà locale, fedele alla casa sabauda, e in particolare dei Valentino (conti di San Martino) e dei Pes (marchesi di Villamarina) e dei Falqui, di cui alcuni rami si trasferiranno a Cagliari. La città si svilupperà ulteriormente divenendo la quarta città della Sardegna, sede del 20% dell'aristocrazia dell'isola e rivestendo notevole influenza alla corte cagliaritana dei Savoia (periodo cosiddetto del "Governo dei Tempiesi")[senza fonte] . Nel 1816 diviene viceré del Regno di Sardegna il tempiese Giacomo Pes di Villamarina, già governatore e ministro del Regno.
Tempio aveva ormai acquisito una caratteristica peculiare con severi e dignitosi palazzi multipiano in cantoni di granito a vista legati da argilla, che riecheggiano quelli della vicina Corsica, ai quali erano sospesi enormi balconi di legno retti da mensole lignee. Quando nel 1830 Tempio viene visitata da Paul Valery nel corso del suo Voyage en Corse, à l'île d'Elbe et en Sardaigne, egli si stupisce per l'eccezionalità urbanistica di questo "ricco villaggio" nel contesto isolano, e sostiene che le sue "alte case, con un po' di architettura, sarebbero palazzi degni di Venezia, di Roma e di Firenze.". Pochi anni dopo tra 1830 e 1835 le ordinanze obbligarono alla rimozione dei balconi in legno (per motivi di sicurezza emersi nel corso della visita del Re, e successivamente sostituiti da minori ma più sicuri balconi con mensole in granito, "li passizi") e all'intonacatura delle facciate (nel falso concetto di igiene e dignità urbana). Non tutti i viaggiatori dell'800, però, furono concordi nelle lodi espresse dal Valery, lo scrittore-avvocato inglese John Warre Tyndale scriveva nel 1843 le proprie impressioni nel libro 'L'isola di Sardegna'..C’è poco da vedere a Tempio. Le strade, trattandosi di una città sarda, sono larghe ma sono pochi gli edifici che richiamano interesse. Quasi tutte le case sono fatte di granito rosso grigiastro, in quanto è il materiale più a buon mercato, e raramente vengono intonacate. Le più alte, non superano quasi mai i tre piani ed in ciascuna di esse vivono famiglie singole.... Il palazzo del governatore, sede e seguito compresi, consta di tre stanze poste su un secondo piano, una domestica ed una sentinella alla porta. L’incarico non è da invidiare sia per la sinecura che per la retribuzione, ed è stato ricoperto soltanto di recente dopo essere rimasto vacante per parecchio tempo, in quanto fu difficile trovare qualcuno che si accollasse quell’ufficio. Molto triste la descrizione di quello che doveva essere l'orfanotrofio cittadino: Non riuscii ad avere dati esatti sul complesso dei figli illegittimi nati nel distretto perché, per quanto povere e derelitte le madri possano essere, o desiderose di tener nascosta la loro disavventura, preferiscono, tuttavia, la miseria e la mortificazione piuttosto che mandare le loro creature nel miserabile tugurio di Tempio destinato a questi esseri infelici. Non esiste un canile in Inghilterra che si possa mettere a paragone con questo immondo ed offensivo alloggio. Nel 1833 Tempio diviene capoluogo della nuova Provincia di Gallura -la più estesa dell'isola con 2.138 km². Nel 1836 viene elevata al rango di Città da re Carlo Alberto che la aveva visitata nel 1829 e nel 1837 diviene sede di una sette Prefetture giudiziarie in cui è divisa l'isola. Nel 1839 diventa vescovo di "Civita-Ampurias" Diego Capece, Tempiese, che, con l'appoggio di re Carlo Alberto, inoltra la richiesta di ridenominazione della diocesi in "Ampurias-Tempio", meglio rispondente alle mutate condizioni storiche e demografiche. Le richieste di mons. Diego Capece vengono accolte e Tempio viene eretta sede vescovile della diocesi di "Ampurias e Tempio", così ridenominata da papa Gregorio XVI con la bolla "Quamvis aequam", contemporaneamente cessa di esistere dopo 15 secoli la diocesi di Civita. Nel 1848 a seguito della "fusione" del Regno di Sardegna con gli Stati piemontesi della terraferma e della Legge sabauda n.807 del 7 ottobre 1848 "sull'amministrazione comunale e divisionale" la Provincia di Gallura viene rinominata in Provincia di Tempio. Al censimento del 1844 il Comune di Tempio conta 8.577 abitanti.
Nella seconda metà dell'ottocento vengono create passeggiate alberate, creati i caselli daziari, vengono realizzati i palazzi pubblici (la Casa Comunale che ospitava anche il Tribunale e la Prefettura, le Carceri, il Mercato pubblico), le strade della città vengono lastricate in granito, la città si dota di un piano regolatore e viene creata la strada nazionale per Sassari e Terranova Pausania. Nel 1858 vengono censiti 9.547 abitanti.
Durante il regno d'Italia
Con la riforma amministrativa (Decreto Rattazzi n.3702 del 23 ottobre 1859) e l'unità d'Italia viene drasticamente ridotto il numero delle province e la Sardegna viene divisa in sole 2 province (Cagliari e Sassari) Tempio (come altre varie città in Italia quali Varese, Savona, Spezia, Lodi, Fermo, Nuoro, Oristano) viene declassata a capoluogo di Circondario sede di Sottoprefettura.
Nel 1854 Giuseppe Garibaldi si trasferisce nella vicina isola di Caprera e frequenta abitualmente Santa Teresa di Gallura (Capo Testa), Arzachena (Lu Naracu), Bassacutena (Cucuruzzu) e Tempio. Rientrato dopo l'avventura dei "mille" del 1860, gli viene concessa la cittadinanza onoraria di Tempio (analoga iniziativa viene assunta dai consigli comunali di Sassari, Ozieri, La Maddalena, Cagliari e Oristano). Nel 1865 scrive al Municipio di Tempio "Stimatissimi signori, cittadino della Gallura, io andrò veramente superbo se mi riesce di fare qualcosa per essa, non mancherò quindi di impegnarmi presso i miei amici di Torino per appoggiare i loro giusti reclami. Con considerazione e rispetto di loro Signori". Tra il 1867 e il 1870, nel collegio senatoriale di Tempio-Ozieri lo stesso Giuseppe Garibaldi viene eletto senatore.
All'epoca Tempio (che nel 1871 contava 11.120 abitanti) era comunque divenuta la quarta città dell'isola e il comune più esteso del Regno con oltre 900 km², il cui territorio si estendeva da Longosardo (oggi Santa Teresa di Gallura) a San Teodoro (comprendendo anche le aree un tempo spopolate oggi denominate "Costa Smeralda").
Nel 1870, con il contributo dei comuni della Gallura venne riqualificato il porto di Terranova e nel 1888 viene inaugurata la ferrovia per Monti sulla linea per i porti di Terranova Pausania (oggi Olbia) e Golfo Aranci e a cavallo dell'inizio del '900 viene aggiunta la denominazione "Pausania" al nome del comune, in riferimento all'antica sede vescovile di "Phausiana" (villaggio sorto sui ruderi - o nei pressi - della Olbia romana, in cui è attestata la prima sede vescovile gallurese), all'epoca presente anche nella denominazione del comune di Terranova Pausania.
Nel 1894 a Tempio, su iniziativa di giovani intellettuali della borghesia cittadina, tra cui Claudio Demartis e Silla Lissia, sorse la prima sezione del Partito Socialista della Sardegna, al fine di sensibilizzare i lavoratori del settore sugheriero.
Durante il XX secolo
Al censimento del 1901 Tempio Pausania con il suo vasto comune di raggiunge i 14.573 abitanti e costituisce ancora la quarta città della Sardegna (dopo Cagliari 53.057, Sassari 38.053 e Iglesias 20.874) precedendo per dimensione le altre città dell'isola (Alghero 10.741, Ozieri 9.555, Quartu Sant'Elena 8.510, Oristano 7.107, Nuoro 7.051).
Nei primi anni del '900 è una delle prime città della Sardegna a dotarsi di un servizio telefonico extraurbano (le altre erano Cagliari, Iglesias, Oristano, Sassari, Ozieri ed Alghero).
Alla prima linea ferroviaria Tempio-Monti (che verrà dismessa nel 1938) si aggiungono le due nuove linee per Sassari (1931) e Palau (1932) e la realizzazione della nuova Stazione Ferroviaria (1931).
Il 20 gennaio 1915 vi viene fondata la Brigata Sassari e vi viene insediata nella caserma Fadda la sede del 152° reggimento di Fanteria, costituito da oltre 3000 soldati. Vi ha sede la prima sezione in Sardegna del Partito Sardo d'Azione e del Fascio dei Combattenti. Nel 1927 vengono soppressi in Italia i circondari e le sottoprefetture, ma Tempio resta comunque sede degli uffici pubblici della Gallura (tra cui il Tribunale, gli uffici finanziari e il Catasto).
Nel 1943 viene organizzata a Tempio una Triennale d'Arte. Al termine della seconda guerra mondiale, dopo l'armistizio del 1943, per Tempio transitano le forze tedesche in fuga "guidata" dalla Sardegna in direzione della Corsica (sulla direttrice Sanluri–Oristano–Macomer-Ozieri–Tempio–Palau)[senza fonte].
Nel corso del XX secolo con il ripopolamento delle coste numerose sue frazioni ottengono l'autonomia comunale riducendone drasticamente l'estensione comunale (Santa Teresa nel 1821, Arzachena nel 1922, Luogosanto nel 1954, Palau e Aglientu nel 1959, Telti nel 1963, infine Loiri-Porto San Paolo nel 1979)
.
Dal 2005 vi è insediata una delle due sedi della Provincia di Olbia-Tempio (ex Palazzo degli Scolopi in piazza del Carmine, la sede definitiva dovrebbe essere presso il Palazzo Pes-Villamarina). Lo Statuto dell'Ente prevede che la sede legale, Giunta e organi provinciali abbiano sede a Olbia e che Consiglio e Presidenza dell'Ente si possano alternare tra le sedi di Olbia e Tempio. Anche se,a tutt'oggi, il Presidente, la Giunta e il Consiglio di riuniscono ordinariamente a Olbia.
Monumenti principali
- Centro storico della città in blocchi di granito grigio (prevalentemente settecentesco); degni di nota Corso Matteotti, via Roma (Carrera Longa, Lu Runzatu, Lu Pultali), Piazza d'Italia (Piazza di l'Ara), Parco delle Rimembranze, Fonte Nuova (Funtana Noa) e Parco di San Lorenzo, via Mannu (ex via dei Nobili o dei Cavalieri);
- Nuraghe Maiori (Naracu Maiori), SS133 per Palau, a due coni con struttura granitica, risalente al 1.000 a.C. presenta una tipologia mista tra l'impianto dei nuraghe a corridoio e di quelli a tholos con corridoio centrale e camere binate;
- Nuraghe Polcu (Naracu Polcu), SS133 per Palau, uno dei rari esempi di nuraghe a tholos in Gallura;
- Resti della residenza attribuita al Giudice Nino Visconti di Gallura (1200), menzionato nell'8° canto della [Divina Commedia], inglobati in un modesto fabbricato, via Nino di Gallura;
- Chiesa di Santa Croce di impianto medioevale (1200 circa) con volta a botte in mattoni ottocentesca; già sede della confraternita della Santa Croce; via Roma ang. piazza San Pietro;
- Cattedrale di San Pietro (Santu Petru), di origine due-trecentesca (consacrata nel 1219) ma notevolmente ampliata nel 1832/39 in stile barocco genovese da Gian Domenico Canti, a navata unica absidata con cappelle laterali, imponente prospetto principale lungo la facciata laterale e campanile quattrocentesco aragonese (sopraelevato nel 1822), arco verso la casa parrocchiale (1827); divenuta collegiata con bolla di Gregorio XV Sacri Apostolatus, venne eretta in Cattedrale dal papa Gregorio XVI con bolla Quamvis aequum del 1839; All'interno affresco "San Pietro" (1907) di Mario Paglietti; piazza San Pietro;
- Oratorio del Rosario (XIII-XIV sec.) anch'essa di origine trecentesca con interessante facciata gotico-aragonese in granito e altare ligneo all'interno, insiste nel luogo in cui si voleva sorgesse l'antico luogo di culto prima pagano e poi romano che ha probabilmente dato nome alla città (Templum); sulla facciata due statuette che hanno sostituito le originali raffigurazioni attribuite a Castore e Polluce del periodo romano (che il parroco don Grimaldi cedette al professor Cannas) e che sono presumibilmente all'origine degli antichi toponimi "Gemellae" e "Gemini"; Piazza san Pietro;
- Chiesa di San Francesco (Santu Franciscu), costruita nel 1543 e già annessa al convento dei frati minori osservanti (successivamente trasformato in carcere); Vi venivano sepolti i nobili di Tempio, tra cui don Gavino Pes; Circonvallazione San Francesco;
- Palazzo Antico Seminario Villamarina-Pes; prima residenza della famiglia nobiliare tempiese dei Pes marchesi di Villamarina venne gradualmente ceduto alla Diocesi tra il 1804 e il 1933; fu sede del Vescovo e del Seminario Vescovile fino al 1966; oggi sede di uffici della Curia Vescovile e del Museo Diocesano "Museum Templensis"; piazza Gallura;
- Palazzo Villamarina-Pes (XVII sec.), appartenne alla famiglia Pes (oggi sede di uffici regionali e futura sede definitiva degli organi provinciali); piazza Brigata Sassari;
- Palazzo degli Scolopi, convento con corte porticata a crociera dei padri Scolopi della metà del XVII sec. (oggi sede della Provincia), piazza del Carmine;
- Palazzo Pes in "via dei Nobili", che riporta sulla facciata lo stemma gentilizio della famiglia Pes (il piede scalzo); via Mannu;
- Chiesa di Sant'Antonio (Sant'Antoni) (1657), seicentesca ma ampliata nel 1788;
- Chiesa del Purgatorio (Lu Pulgatoriu) (1679), fatta erigere in epoca spagnola dal nobile possidente Jaime Misorro ad espiazione dei gravi crimini commessi, piazza Purgatorio;
- Carceri "La Rotonda" (1845), tipologia carceraria ottocentesca a pianta circolare con cortile interno;
- Palazzo Municipale (1882) dell'arch. F.M. Cabella, realizzato sul luogo dell'antico Convento delle Monache Cappucchine (di cui è visibile parte della sagoma sulla pavimentazione della piazza), piazza Gallura;
- Antico Carcere (1884) successivamente adibito a Mercato; Oggi ospita l'Ufficio Turistico Comunale; piazza Mercato;
- Palazzo Sanguinetti (primi del '900), già di proprietà di una famiglia di armatori genovesi, presenta una elegante facciata neoclassica in granito; i soffitti sono decorati con affreschi di Mario Paglietti; via Roma;
- Teatro del Carmine (1928-1929) dell'arch. Aldo Faconti in stile liberty sulla tipologia del teatro all'italiana ottocentesco e recentemente restaurato, sul luogo in cui sorgeva la chiesa annessa al convento degli Scolopi; piazza del Carmine;
- Stazione Ferroviaria (1930/33), attribuita all'ing. Maroni o all'ing. Emilio Olivieri, architettura liberty particolarmente curata nei materiali (granito, mattone e intonaco) e nelle decorazioni di gusto decò, con dipinti di Giuseppe Biasi (1931/32) nell'atrio e nella sala di aspetto e nelle ex Officine Ferroviarie il Museo delle Ferrovie con esposte locomotive a vapore;
- Caserma Francesco Fadda (inizio XX sec.), già sede del 152° Reggimento della Brigata Sassari, oggi in corso di ristrutturazione come sede della cittadella degli uffici finanziari; via Olbia;
- Scuole elementari "Vecchio Caseggiato" o "Scolastico" (dal 1910 al 1917), tra via Angioj e piazza della Libertà, di fronte al Parco delle Rimembranze;
- Chiesa di San Giuseppe (dal 1950 al 1998) con annesso Comprensorio Antitubercolare, dell'ing. Giovanni Antonio Sechi, opera eclettica in granito su un contesto unitario ai margini della città, influenzata dall'arch. Muzio e con alto campanile (37 metri) che rievoca quello di San Marco a Venezia; piazza San Giuseppe, via Fiume;
- Scuole Elementari di San Giuseppe (dal 1956, modificato nel 1977), dell'arch. Giovanni Andrea Cannas, in granito con lungo porticato (successivamente modificato).
- Fonti di Rinagghju, nella parte alta della città, immerse in un parco e con annesso stabilimento idropinico; via delle fonti;
- Monte Limbara (1359 m), a 16 km a sud della città, raggiungibile dalla SS per Oschiri.
Personaggi illustri
- Pedro Aquenza Mossa (1650-1705), medico e fisico, protomedico generale di Sardegna e archiatra dei re di Spagna, ha lasciato dei trattati di medicina;
- Gavino Pes ("Don Baignu"), (1724-1795) poeta del periodo dell'"arcadia" con influssi metastasiani; sacerdote, i suoi componimenti sono interamente scritti in gallurese;
- Giacomo Pes di Villamarina (1750-1827), governatore di Sassari e di Cagliari, ministro e viceré del Regno di Sardegna sotto Carlo Felice;
- Giovanni Maria Dettori (1773-1836), docente di teologia prima all'Università di Cagliari e poi di Torino, ebbe tra i suoi allievi Vincenzo Gioberti;
- Silla Lissia (1871-1952), medico, tra i fondatori insieme a Claudio Demartis della prima sezione socialista in Sardegna a Tempio nel 1894, nel 1911 fonda l'Ospedale di Tempio.
- Gavino Gabriel (1881-1980) musicologo e cultore delle tradizioni popolari fu direttore della Discoteca di Stato;
- Bernardo De Muro (1881-1955), celebre tenore operistico interprete di successo della Cavalleria rusticana e dell' Isabeau di Mascagni, nel cui ruolo di Folco divenne leggendario per il suo dominio vocale nella difficile opera, ebbe inoltre un vastissimo repertorio che spaziava da Verdi a Leoncavallo, a Puccini e Bizet. Ammirato dalle case reali si esibì con la sua caratteristica voce squillante a Roma e Milano nonché in numerosissimi teatri europei e americani rivaleggiando con la fama di Enrico Caruso e Tamagno.
- Giovanni Manurita (1895-1984), tenore operistico dal vasto repertorio che ha interpretato in vari teatri del mondo, fu anche docente al Conservatorio Santa Cecilia di Roma.
- Raimondo Francesco Fadda (-1916), sottotenente del 46° Reggimento fanteria "Reggio", eroe caduto per la conquista del Dente di Sief presso Livinallongo del Col di Lana durante la prima guerra mondiale, medaglia d'oro al valor militare, sepolto nel Plan de Salesei;
- Alfredo Graziani, (1892-1950) tenente di Cavalleria e della Brigata Sassari durante la prima guerra mondiale, medaglia di bronzo al valor militare e poi avvocato e scrittore, ha lasciato nei suoi libri ampia testimonianza degli eventi della grande guerra sotto lo pseudonimo del "tenente Scopa" (citato come "tenente Ghisoni" da Emilio Lussu nel suo diario di guerra) ;
- Nicola Spano (1883-1949) tra i protagonisti del primo socialismo sardo, partecipò ai moti popolari di Cagliari del 1906, poi direttore dell'Università di Roma;
- Antonio Azara, (1883-1967) avvocato e uomo politico, primo presidente della Cassazione, senatore, ministro della Giustizia, rappresentò l'Italia presso la CEE e la CECA e presso l'ONU;
- Fausto Noce, (1896-1920) aviatore durante la prima guerra mondiale, distintosi in numerose missioni sul Carso, in Tripolitania e in Albania;
- Francesco Menzio (1899-1979) pittore del gruppo dei "Sei pittori di Torino", ha avuto grande influenza nel periodo tra le due guerre e esposto alla Biennale di Venezia, a Londra e Parigi, infine docente all'Accademia di Belle Arti di Torino;
- Paolo Dettori (1926-1975) uomo politico particolarmente attento al tema dell'autonomia fu assessore e presidente della giunta regionale;
- Manlio Brigaglia (1929-) storico e scrittore, docente di storia Contemporanea all'Università di Sassari;
- Salvatore Sechi, consigliere del Presidente della Repubblica per gli Affari giuridici e le relazioni costituzionali.
Trasporti e comunicazioni
Strade statali per Sassari (SS127 e SS672 a scorrimento veloce), Olbia (SS127, di cui si attende da anni l'adeguamento a scorrimento veloce), Palau (SS133) e Oschiri (SS392). Stazione ferroviaria sulla linea da Sassari a Palau utilizzata anche come itineriario turistico nel periodo estivo (Trenino Verde). Sul Monte Limbara vi sono i principali ripetitori dei segnali radiofonici e televisivi del Nord Sardegna.
Economia
Industrie per l'estrazione e la trasformazione del sughero e del granito dei cui prodotti costituisce il centro dei principali distretti industriali in Italia. Vi ha sede una estesa Zona Industriale lungo la SS127 per Calangianus. Produzione vinicola con importante Cantina Sociale Gallura (Vermentino di Gallura DOC, Moscato, Moscato-Spumante di Tempio DOC). Centro per le cure idropiniche a Rinagghju e stabilimento per l'imbottigliamento delle acque minerali.
Cultura ed Istruzione
Biblioteche
- Biblioteca Comunale "Giovanni Maria Dettori" (sede del Sistema Bibliotecario dell'Anglona e della Gallura SBAG [1]);
- Biblioteca della Stazione Sperimentale del Sughero;
- Biblioteca dell'Archivio Capitolare della Cattedrale;
- Biblioteca dell'Istituto EuroMediterraneo ISR e del Seminario Vescovile.
Musei
- Museo "Bernardo De Muro", parco delle Rimembranze;
- Museo Diocesano "Museum Templensis" Polo San Pietro Apostolo, Palazzo Pes-Villamarina (antico Seminario), via Villamarina.
- Museo delle Ferrovie, via Limbara;
Università
- Sede Staccata dell'Università degli Studi di Sassari: Facoltà di Farmacia (Corsi di Laurea in Tecniche erboristiche e Tossicologia degli inquinanti ambientali);
- Sede centrale dell'Istituto EuroMediterraneo ISR (Corso di Laurea in Scienze Religiose, Master) [2].
Enti di Ricerca
- Stazione Sperimentale del Sughero [3].
Licei e Scuole Superiori
- Liceo Classico, Scientifico, Linguistico e Socio-Psico-Pedagogico "Giovanni Maria Dettori" [4];
- Liceo Artistico Statale;
- Istituto Tecnico Statale Commerciale e per Geometri "Don Gavino Pes" [5];
- Istituto Tecnico Industriale "Nicolò Ferracciu" per l'Elettronica e le Telecomunicazioni [6];
- Istituto Professionale parificato Industria e Artigianato "Carlo Federico Gauss".
Sport
- l'U.S. Tempio, la squadra di calcio cittadina, avrebbe dovuto disputare la serie C2, ma la squadra è stata esclusa dal campionato per la mancata, tempestiva, presentazione della fidejussione. Gli attesi derby di Serie C2 con la Nuorese, l'Olbia e la Torres, le squadre sarde che disputano la serie C2, sono rimandati a data da destinarsi. Il T.A.R. del Lazio ha confermato l'esclusione dal campionato. Si profila per la squadra che ha disputato 13 campionati in Serie C2 ed ha vinto lo scudetto di Serie D, la parteciapazione al campionato regionale di prima categoria. Lo Stadio Comunale "Nino Manconi" - omologato per la serie B (vi ha disputato diversi incontri il Cagliari) - ha una capienza estendibile fino a 11.700 spettatori.
- Il 13 maggio 2007 la città ha ospitato la partenza della 2^ tappa del 90esimo Giro d'Italia 2007 (Tempio Pausania-Bosa di 206 km), vinta da Robbie McEwen.
Città gemellate
Tempio Pausania è gemellata con:
- Asiago (VI), a Monte Zebio campo di battaglia della Brigata Sassari nella guerra mondiale (1916);
- Foza (VI), campo di battaglia della Brigata Sassari nella guerra mondiale;
- Sinnai (CA), luogo di fondazione del 151° reggimento della Brigata Sassari (01.03.1915);
- Armungia (CA), luogo di origine di Emilio Lussu, politico, scrittore e capitano della Brigata Sassari.
Eventi
Il Carnevale Tempiese (Carrasciali Timpiesu)
Il Carrasciali Timpiesu è il carnevale con sfilata di carri allegorici più famoso della Sardegna, che attira una presenza media giornaliera di circa 40.000 visitatori.
La festa mascherata di canti e balli in costumi stravaganti si svolge lungo le vie del centro storico della città ed ha un tradizione plurisecolare che ha sempre coivolto tutta la popolazione di ogni ceto e (viene citata nel 1700 dal sacerdote Pietro Molinas che scrive in gallurese Suzzedi a lu carrasciali, una caresima pronta, undi si paca e si sconta, l'alligria generali, e l'omu chi godi abali, dumani è in calamitai) ma è dal 1960 che ha inizio la consuetudine della sfilata dei carri di cartapesta (sul modello del carnevale di Viareggio).
Chiude la sfilata la maschera di re Giorgio (Ghjolghju Puntogliu), che rappresente il potere seduto sul trono, circondato e adulato per sei giorni dalla sua corte e dagli ambasciatori e di cui si celebrano le nozze con la formosa popolana Mannena. Tra le antiche figure tradizionali in maschera si cita lu Traicogghju, spirito che si trascina pelli di bue o di cavallo, catene e paioli, arcaica sintesi tra figura animalesca e maschera demoniaca (come il Mamuthone e altre maschere sarde), la Réula, schiera dei morti, e lu Linzolu Cupaltatu, figura femminile avvolta in un lenzuolo e per questo irriconoscibile e disinibita (sotto le cui spoglie può però anche rivelarsi un uomo...). Tra le figure estemporanee si cita il personaggio di "Sgiubbì".
A margine della sfilata, cui partecipano anche sbandieratori e majorettes vengono distribuiti le frittelle (li frisgioli longhi) possibilmente fritte nell'olio di lentischio (òciu listincu) e il moscato di Tempio.
I festeggiamenti del carnevale, durante il quale si svolge anche un Palio di abilità a cavallo (lu palu di la frisgiola, di antica origine, nel quale i cavalieri devono afferrare al galoppo una frittella posta a notevole altezza), si concludono la sera di martedì grasso con il processo di sua maestà re Giorgio per tutte le colpe e i problemi di Tempio e della Gallura e la sua condanna al rogo sulla pubblica piazza mentre i giullari gridano Ghjogliu meu! Ghjogliu meu!, lu mé fiddòlu bonu ch'eri tu! ohi! ohi! Moltu è carrasciali! Carrasciali è moltu! in una festa ironica e irriverente. La notte nei locali della città si susseguono maratone di ballo e veglioni mascherati. La macchina organizzativa del carnevale e della sfilata coinvolge diverse migliaia di persone.
Festival Internazionale del Folklore
L'Incontro Internazionale del Folklore dedicato a Isa Bionda e organizzato dall'Accademia Tradizioni Popolari Città di Tempio, si svolge nella seconda metà del mese di luglio con la partecipazione di numerosi gruppi etnici provenienti da da tutto il mondo.
Giornate Fabrizio De André - Incontri
Dedicate allo scomparso poeta e cantautore Fabrizio De André (che ha vissuto parte della sua vita a Tempio nella tenuta di L'Agnata insieme alla compagna Dori Ghezzi), le giornate si articolano in conferenze e serate musicali..
Time in Jazz
Tempio partecipa alla diciannovesima edizione del Time in Jazz 2006 di Berchidda organizzato e diretto da Paolo Fresu dal 10 al 16 agosto. Il tema di quest'anno è "Cookin' Jazz".
Amministrazione comunale
Bibliografia
- Le cento città d'Italia: supplemento mensile illustrato del Secolo: Cagliari, Oristano, Iglesias, Lanusei, Sassari, Alghero, Tempio, Bosa serie 5, anno 26. Milano: 1891
- SPANO, B. La Gallura in Mem. Geogr. Antrop., n. 13. Roma: 1957
- BRUSCHI BRANDANO, Marilena. Tempio nella seconda meta dell'Ottocento: note di storia municipale, Sassari: Tip. Dessì, 1982
- PANU, Tommaso. Cronache tempiesi dell'età giolittiana; appunti di cultura tempiese: biografie, vicende, istituzioni, 1836-1986. Ricerche condotte dal liceo classico G.M. Dettori di Tempio Pausania, 1988
- FRESI, Franco (a cura). Limbara. Cagliari: EdiSar, 1992
- COSSU, Giulio. La Villa Templi: breve storia e immagini del passato. Rotary International Distretto Club di Tempio Pausania. Sassari: Stampacolor, 1993
- MURINEDDU, Giovanni. PANU, Tommaso. Tempio Pausania, 1945-1990. Cagliari: Della Torre, 1994
- Il filo di Arianna: una classe alla scoperta della città Tempio Pausania. Scuola Media Grazia Deledda. Tempio Pausania: 1995
- BRIGAGLIA, Manlio. FRESI, Franco. Tempio e il suo volto. Sassari: Delfino, 1995
- BOCCONE, Alessandro. DEMELAS, Liliana. Il trenino verde della Sardegna da Sassari a Tempio. Quartu Sant'Elena: Edisar, 1996
- BOCCONE, Alessandro. DEMELAS, Liliana. Il trenino verde della Sardegna da Tempio a Palau. Quartu Sant'Elena: Edisar, 1996
- DERIU, Nicola. TAMPONI, Michele (presentazione di). Tempio: la storia, le immagini, i vini. Muros: Stampacolor, 1997
- MASTINO A., Tempio Pausania: Gemellae o Hereum? in Studi in onore di Manlio Brigaglia. Roma: 2001.
- BIANCO, Anna. Tempio: guida della città. Muros: Stampacolor, 2002
- ACHENZA, Margherita. L'antica Gallura nel carnevale di Tempio in Sardegna antica : culture mediterranee : rivista semestrale di archeologia, etnologia, storia, p. 29-30, vol. 12, n. 23. 2003
Evoluzione demografica
Abitanti censiti[1]

In base ai dati del censimento 2001 nel Comune di Tempio Pausania sono stati rilevati 13.992 abitanti residenti, dei quali 12.773 abitanti (pari al 91%) nella città di Tempio. Le rimanenti località abitate del territorio comunale sono Bassacutena con 368 abitanti, Nuchis con 308 e San Pasquale con 83 abitanti, mentre la restante popolazione sparsa ammonta a 460 unità (di cui 346 nell'intorno di Tempio).
Altri progetti
- Wikiquote contiene citazioni di o su Tempio Pausania
- Wikizionario contiene il lemma di dizionario «Tempio Pausania»
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Tempio Pausania
- Wikivoyage contiene informazioni turistiche su Tempio Pausania
Voci correlate
Collegamenti esterni
- Tour archeologico della Gallura
- Sito TempioWeb.com
- Portale Pausania.net
- Il carnevale di Tempio
- Pittau - L'origine del nome di Tempio
- Storia della cattedrale di Tempio
- Sito della Diocesi di Tempio-Ampurias
- Sito promozionale su Tempio
- Il Nuraghe Maiori a Tempio
- www.labeltula.it - Storia e vecchie immagini di Tempio Pausania e dei paesi della Gallura
- miriacu.it
Template:Provincia di Olbia-Tempio
- ^ Dati tratti da:
- Popolazione residente dei comuni. Censimenti dal 1861 al 1991 (PDF), su ebiblio.istat.it, ISTAT.
- Popolazione residente per territorio – serie storica, su esploradati.censimentopopolazione.istat.it.
Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno.