Grotte di Pertosa
Le grotte dell'Angelo hanno ingresso nel comune di Pertosa (SA) E si sviluppano nel sottosuolo dei vicini comuni di Auletta e Polla a 263m s.l.m. lungo la riva sinistra del fiume Tanagro.
Molto estese tanto che ne risulta difficile una completa mappatura, la sequenza di cavità delle grotte scavano la parte settentrionale della catena dei monti Alburni e si suppone che la loro genesi ed evoluzione sia addebitabili a fenomeni tettonici ed all'oscillazione del livello di base della falda idrica a partire dal Miocene.
Circa l'origine delle acque, nel 1938 il De Paola ipotizzò che provenissero da un condotto sotterraneo collegato al Tanagro. Oggi è opinione largamente condivisa che le acque che fuoriescono dalle grotte dell'Angelo sono da collegare con uno o più punti di emergenza della falda freatica presente nel massiccio degli Alburni.
Come evidenziato per primo da Paolo Carucci nella sua monografia "La Grotta preistorica di Pertosa" (Napoli, 1907), esse risultano interessantissime anche dal punto della paleontologia. I reperti recuperati nel suo atrio dal Carucci che per primo le esplorò con finalità scientifiche tra il 1896 ed il 1898 provano, infatti, che la cavità fu abitata intorno al bronzo-medio. Per il numero di vasi e vasetti che utilizzati come bolli-latte e utensili tipici di quell'epoca si suppone, inoltre, che gli abitanti fossero per lo più pastori.
Questi reperti si trovano oggi nel museo Museo Preistorico Etnografico di Roma, nel Museo Archeologico Nazionale di Napoli e nel Museo Provinciale di Salerno.