SLAPP

azione legale tese a bloccare la partecipazione alla vita pubblica
Versione del 19 set 2019 alle 13:32 di 151.38.144.216 (discussione) (“Utilizzo” significa “impiegare con profitto, sfruttare”; nonostante nella lingua poco sorvegliata sia ubiquitario, va usato in maniera propria. Meglio, nel contesto specifico, usare “ricorso”)

SLAPP (simile a "slap" schiaffo in lingua inglese) è un termine nato dall'acronimo di Strategic lawsuit against public participation per identificare le azioni legali tese a bloccare la partecipazione pubblica. È una pratica scorretta e nell'ordinamento italiano viene punita come "causa temeraria" (art. 96 del Codice di procedura civile); ma i codici italiani non entrano in questo specifico caso che potrebbe essere quando un soggetto forte, azienda multinazionale, si trova attaccata da associazioni, ONG, per cause ambientaliste[1] o di rispetto dei diritti e cerca di bloccarle intimidendole con citazioni in giudizio e richieste danni notevoli. Vincere non è l'obiettivo principale di questa azione legale bensì intimorire l'avversario; infatti si usa SLAPP quando non ci sono reali motivi giuridici. Fu coniato nel 1988 da due professori dell'università di Denver[2]. È un termine usato nell'ambito giudiziario e si è diffuso partendo inizialmente dai paesi anglosassoni e proprio in questi paesi, negli ultimi anni, sono state varate leggi che limitano le possibilità di ricorso a questa pratica.

Note

  1. ^ Slapp: colpire nel portafoglio per fermare le proteste - Il Fatto Quotidiano
  2. ^ George W. Pring et Penelope Canan, « Studying Strategic Lawsuits Against Public Participation: Mixing Quantitative and Qualitative Approaches », Law and Society Review 22 (1988).

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