Domus di Castelvecchio

area archeologica di Verona
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La domus di Castelvecchio a Verona è una domus di età romana, probabilmente disposta su più livelli di terrazze comprese tra l'Adige e la via Postumia, che è stata rinvenuta durante i lavori di risistemazione del giardino al cui centro si trova l'Arco dei Gavi. Gli scavi furono diretti dalla Soprintendenza e si svolsero tra il 2011 e il 2013, in una zona situata al di fuori della mura romane e che si pensava priva di resti archeologici.

Domus di Castelvecchio
Domus di piazzetta Montarone
Piazzetta Montarone, sotto la quale è stata rinvenuta la domus
CiviltàRomana
UtilizzoAbitazione
EpocaII sec. d.C.
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
ComuneVerona
Scavi
Data scoperta1932
Date scavi2011-2013
Mappa di localizzazione
Map

Storia

Lo scavo in piazzetta Montarone è iniziato da un progetto del Comune di Verona che prevedeva il riassetto del giardino a lato di Castelvecchio, al centro del quale negli anni trenta del Novecento venne ricollocato l'Arco dei Gavi. Il giardino si trova a lato dell'antica via Postumia, al di fuori delle mura romane di Verona ma entro l'Adigetto, antico corso d'acqua che segnava il confine tra il settore urbano e quello suburbano. Si tratta quindi in un'area ad alto rischio archeologico e infatti all'inizio dei lavori fu immediatamente individuata la presenza di strutture sia romane che medievali.[1]

Immediatamente a lato dell’Arco, circa 2 metri al di sotto del piano stradale, è stato ritrovato l'elemento più interessante e meglio conservato di una domus di epoca romana, un pavimento in mosaico policromo caratterizzato da un motivo decorativo geometrico, che è stato collocato presso il museo di Castelvecchio.[2] Sala Boggian è stato la spazio individuato per contenere il pavimento musivo, in quanto era uno dei pochi che non era stato coinvolto dall'allestimento museale di Carlo Scarpa e in quanto da questo ambiente è possibile scorgere l'Arco dei Gavi e il giardino in cui è stato scoperta la domus romana, ma allo stesso tempo dal giardino è possibile vedere il mosaico.[3]

Descrizione

Fase romana

Durante gli scavi emersero diverse strutture pertinenti ad un edificio residenziale databile al II secolo d.C., costituito da una serie di cinque vani disposti lungo il lato ovest di un ipotetico spazio aperto. Lo spazio più rilevante viene denominato A.4, considerato probabilmente un triclinio, dove si conservano i resti di un preparato pavimentale in cocciopesto caratterizzato da scaglie marmoree di livellamento e recante segni di un rivestimento costituito da lastre marmoree.

Per quanto riguarda le strutture in alzato ne rimane una parte solo in direzione ovest, sulla quale erano presenti frammenti di affresco che imitavano uno zoccolo in marmo cipollino. A sud del vano A.4 emerse un altro ambiente (A.5) interpretato come zona di passaggio verso lo spazio A.11. Quest'ultimo presentava in buono stato di conservazione parte della pavimentazione musiva, formata da cerchi secanti che creano l'effetto di quadrifogli; l'intera composizione è poi racchiusa da una doppia linea gialla, una tripla linea bianca, una altra linea quadrupla nera, una tripla linea bianca e una balza bianca. Questo mosaico è conservato all'interno del Museo di Castelvecchio ed è visibile da piazza Castelvecchio. Nella zona nord dell'ambiente A.4 si presume che fossero presenti anche altri vani posti nella stessa disposizione degli spazi A.5 e A.11. Il vano A.7 conserva dei resti di muratura con affresco a fondo rosso e sottili partizioni gialle e bianche al cui interno sono presenti degli elementi vegetali.

Non si possono fare ulteriori considerazioni approfondite sulla planimetria della domus in quanto le trasformazioni avvenute nel sito hanno cancellato diversi livelli e numerose strutture romane. Si ritiene che la domus si disponesse su terrazze comprese tra l'Adige e la Via Postumia; inoltre potrebbe avere una committenza di alto rango. Dal punto di vista della datazione sono emersi pochi elementi in grado di dare un'indicazione precisa, anche se in quest'ambito l'elemento più significativo sembra essere la composizione musiva a cerchi secanti.

Fase medievale

La porzione settentrionale della domus è stata completamente asportata a causa della successiva realizzazione di un complesso edilizio durante il Basso Medioevo, a sua volta danneggiato per la realizzazione di Castelvecchio e di cantine rinascimentali. In particolare è stata ritrovata una rampa di discesa e accesso al fiume e un vano interrato, del quale si conservano il pavimento in mattoni e parte dei muri perimetrali. A nord del vano interrato è stato ritrovato un altro piccolo ambiente con un'apertura voltata verso l'Adige, caratterizzato da una pavimentazione a mattoni disposti a spina di pesce.[4]

Oggetti rinvenuti

I materiali rinvenuti nello scavo erano costituiti in parte da lastre pavimentali di vario genere e in parte da frammenti di decorazione parietale pertinenti a pannelli con motivi floreali e figurati. Rilevante era anche la presenza di frammenti di ceramica comune e di anfore orientali databili intorno al III-IV secolo d.C.

Tra i materiali medievali rinvenuti vi sono pentole a presa sopraelevata, coperchi e maioliche arcaiche, che consentono di datare le strutture tra il X e il XII secolo.[5]

Note

Bibliografia

  • Giuliana Cavalieri Manasse, Giulia Pelucchini e Federica Rinaldi, Lo scavo nell'attuale area dell'arco dei Gavi (2011-2013), in Notizie di Archeologia del Veneto, n. 2, Firenze, Insegna del Giglio, 2013, pp. 111-119.
  • Alberto Vignolo e Marco Cofani, Il mostrar negando, in ArchitettiVerona, vol. 02, n. 105, Verona, Ordine degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori della provincia di Verona, aprile/giugno 2017, pp. 26-33.