Fun, Fun, Fun

singolo degli Status Quo del 1996
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Fun, Fun, Fun è un brano musicale composto da Brian Wilson e Mike Love per il gruppo pop rock statunitense The Beach Boys. Fu pubblicato su singolo nel 1964 (lato B Why Do Fools Fall in Love), e successivamente incluso nell'album Shut Down Volume 2.

Fun, Fun, Fun / Why Do Fools Fall in Love
singolo discografico
ArtistaBeach Boys
Pubblicazione3 febbraio 1964
Durata2:16
Album di provenienzaShut Down Volume 2
GenerePop
Surf music
EtichettaCapitol Records
ProduttoreBrian Wilson
Registrazione3 gennaio 1964, United Western Recorders, Hollywood
Beach Boys - cronologia
Singolo precedente
(1963)
Singolo successivo
(1964)

Fun, Fun, Fun è una della molte canzoni dei Beach Boys che hanno definito il "mito della California".[1] Il testo del brano narra di una ragazza adolescente che inganna suo padre in modo da andare a divertirsi in giro con la sua Ford Thunderbird. Alla fine, il padre scopre l'inganno e le prende le chiavi dell'auto. Verso la fine del pezzo, il narratore della canzone suggerisce che la ragazza lo accompagni, in modo che possano avere "divertimento, divertimento, divertimento" insieme impegnati in altre attività...

Nel febbraio del 1996 la rock band inglese Status Quo, insieme ai Beach Boys, pubblicò una reinterpretazione del brano come singolo estratto dall'album Don't Stop.

Il brano

La tematica della canzone è parzialmente ispirata a eventi reali della vita di Dennis Wilson. Russ Titelman ricordò di essere andato a trovare Brian mentre stava lavorando alla canzone, e che il ritornello originale era: "Run, Run, Run".[2] Murry Wilson era però scontento del pezzo, e l'ingegnere del suono Chuck Britz cancellò una delle prove incise dalla band in studio. Tuttavia, Brian si infuriò e prenotò un'altra sessione di registrazione quando scoprì l'accaduto.[3]

Secondo il manager radiofonico di Salt Lake City Bill "Daddy-O" Hesterman della KNAK, la canzone sarebbe ispirata a un incidente occorso a Shirley Johnson, la figlia del proprietario della stazione radio.[4] Shirley aveva preso in prestito la Thunderbird del 1963 di suo padre, che aveva un adesivo per il parcheggio dell'Università dello Utah, apparentemente per andare a studiare nella biblioteca dell'università. In realtà, andò in un drive-in con un ragazzo. Quando suo padre scoprì il tutto, le tolse la possibilità di utilizzare la macchina. Nel 2007, Shirley Johnson disse che i Beach Boys si trovavano all'epoca presso la KNAK per un'intervista, e venuti a conoscenza dell'episodio (da lei stessa raccontato a Brian Wilson e Mike Love), decisero di scriverci su una canzone.[5]

L'introduzione alla chitarra elettrica del pezzo si basa su Johnny B. Goode di Chuck Berry.[6][7]

Formazione

The Beach Boys
Musicisti aggiuntivi

Versione degli Status Quo

Fun, Fun, Fun
singolo discografico
ArtistaStatus Quo, The Beach Boys
Pubblicazione1996
Durata10:28
Album di provenienzaDon't Stop
GenereHard rock
EtichettaPolygram
ProduttorePip Williams (1 e 2) e Status Quo & Pip Williams (3)
Registrazioneagosto - novembre 1995 presso gli Arsis Studios, Surrey
FormatiCD
Noteuscita anche una versione picture disc
Status Quo - cronologia
Singolo precedente
(1995)
Singolo successivo
(1996)

Il brano Fun, Fun, Fun fu in origine un grandissimo successo del 1964 composto ed eseguito dai Beach Boys, storica band statunitense che per decenni è riuscita a mantenere intatto l'affetto e il seguito del grande pubblico.

L'incontro tra Beach Boys e Status Quo avviene nel 1994 quando i due gruppi si incrociano a Berlino per dar vita al “Farewel Party”, salutando con un mega concerto dinanzi a 300.000 spettatori l'addio delle truppe alleate dalla tribolata città finalmente riunificata e pacificata dopo la caduta del muro.

La reciproca ammirazione tra le due band porta il mitico Brian Wilson a collaborare con Francis Rossi per una rinnovata versione del brano, in cui le celebrate armonie dei Beach Boys (che si cimentano nella esecuzione dei nuovi cori) si fondono mirabilmente con il ruvido trattamento boogie-rock, da sempre distintivo marchio di fabbrica degli Status Quo.

Sebbene il risultato finale sia di eccezionale contenuto qualitativo e dia vita ad uno dei migliori duetti degli anni novanta, la BBC (in particolare, Radio One) si rifiuta inspiegabilmente di trasmetterlo e di farlo conoscere al grande pubblico. Ne nasce una incresciosa polemica dalla quale la BBC non intende però indietreggiare nemmeno quando l'album Don't Stop (da cui il singolo viene estratto) si invola al n. 2 delle classifiche inglesi ottenendo il doppio disco di platino.

L'incomprensibile ostracismo mostrato dai media britannici finisce inevitabilmente per ripercuotersi sul successo del singolo, che nel Regno Unito non va oltre la posizione n. 24. Rimane in ogni caso un lavoro di straordinaria fattura, frutto della irripetibile intesa tra due delle band di maggior impatto della storia del rock.

Per incidere questa nuova versione del brano con gli Status Quo, Brian Wilson, da sempre mente storica, genio e sregolatezza dei Beach Boys, accetta di tornare a cantare coi compagni dopo un'assenza di oltre 25 anni.

Tracce

  1. Fun, Fun, Fun (Short Version) with The Beach Boys - 3:05 - (B. Wilson/M. Love)
  2. Fun, Fun, Fun (Extended Fade Version) with The Beach Boys - 4:04 - (B. Wilson/M. Love)
  3. Mortified - 3:19 - (Bown/Rossi/Parfitt/Edwards/Rich)

Formazione

Note

  1. ^ Harry Sumrall, Pioneers of Rock and Roll: 100 Artists Who Changed the Face of Rock, su books.google.com, Billboard Books, 1994, p. 15, ISBN 978-0-8230-7628-4.
  2. ^ Timothy White, Russ Titelman 35th Anniversary Salute, in Billboard, June 1996, p. 44.
  3. ^ Steven Gaines, Heroes and Villains: The True Story of The Beach Boys, New York, Da Capo Press, 1986, pp. 112–113, ISBN 0-306-80647-9.
  4. ^ Doug Robinson, Shirley's had fun, fun, fun with her 41 years of 'fame', su Deseretnews.com, 11 ottobre 2005. URL consultato l'11 dicembre 2018.
  5. ^ Beach Boys' Hit Inspired by a Utah Gal Having All the Fun, su Ksl.com. URL consultato l'11 dicembre 2018.
  6. ^ Brown, Pete and Harvey P. Newquist (1997) Legends of Rock Guitar
  7. ^ Miklitsch, Robert (2006) Roll Over Adorno: Critical Theory, Popular Culture, Audiovisual Media

Collegamenti esterni

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