Attacco aereo dell'aereoporto di Bagdad del 2020
Data3 gennaio 2020
LuogoBagdad, Iraq
EsitoVittoria tattica americana, uccisione di Soleimani
Schieramenti
Comandanti
Effettivi
Perdite
nessuna8 uccisi
12 soldati iracheni feriti
Voci di operazioni militari presenti su Wikipedia

L'attacco aereo dell'aereoporto di Bagdad del 2020 è stato un attacco aereo effettuato dagli Stati Uniti d'America contro un convoglio di auto transitanti vicino l' aereoporto di Bagdad. Nell'attacco sono rimasti uccisi il maggiore generale iraniano Qasem Soleimani (capo della Forza Quds) e uno dei leader delle forze di mobilitazione popolare irachene, Abu Mahdi al-Muhandis.

Antefatti

Nei mesi precedenti l'attacco aereo, le milizie sciite irachene (filo-iraniane, dall'uccisione di Osama bin Laden ancora più legate al paese vicino) avevano assunto un atteggiamento sempre più aggressivo contro la presenza americana, protestando contro le basi create per combattere contro l’Isis in Iraq. A Kirkuk una raffica di missili aveva ammazzato un contractor americano, con le forze statunitensi che risposero bombardando con dei droni una struttura di Kataeb Hezbollah, uccidendo 25 uomini. [2]

Il 30 dicembre 2019 migliaia di persone radunate da al-Muhandis assaltarono l'ambasciata americana di Bagdad, protestando contro il raid effettuato dagli americani; parte delle mura esterne e una delle torri di guardia furono incendiate mentre vennero issate sulle recinzioni bandiere di Kataeb Hezbollah. In seguito alla crescente tensione in Iraq, il Pentagono decise di inviare ulteriori 750 uomini in Medio Oriente.[3]

L'attacco aereo

Soleimani e Mohammed Rida (responsabile delle public relation delle forze pro-Iran in Iraq) erano da poco atterrati all'aereoporto di Bagdad ed entrati in una delle auto del convoglio quando venne sferrato l'attacco: 3 missili colpirono inizialmente l'aereoporto (senza causare feriti) mentre in seguito 4 missili lanciati dal drone MQ-9 centrarono due veicoli. L'esplosione fu così violenta che il riconoscimento del corpo di Soleimani fu possibile grazie all'anello che portava sempre al dito.[4][5]