Fuoco alla paglia
Fuoco alla paglia è una novella di Luigi Pirandello che fa parte della raccolta La vita nuda, pubblicata per la prima volta il 15 gennaio 1905 sulla rivista "Il Marzocco".
Fuoco alla paglia | |
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Autore | Luigi Pirandello |
1ª ed. originale | 1905 |
Genere | Novella |
Lingua originale | italiano |
Protagonisti | Simone Lampo |
Coprotagonisti | Nàzzaro |
Trama
Il protagonista della novella è Simone Lampo, un pover uomo caduto in rovina economica causata dall'attività estrattiva dello zolfo. Non è né ricco né povero poiché possiede una casa e un poderetto che gli frutta solo tasse e l'unico avere che gli appartiene è un po' di grano che gli consente di pagare il censo alla mensa vescovile. È ritenuto pazzo da tutto il paese poiché ha trasformato la sua casa in una "trappola" per uccelli, di cui si nutre non avendo, a suo dire, altre alternative. Inoltre, la sua unica compagna è la mula Nina, che carica con un cestello di vimini contenete letame e con cui ha delle lunghe conversazioni. È l'incontro con Nàzzaro, un vagabondo del Paese che si accontenta del minimo per tirare avanti, a cambiare la vita del poveruomo. Infatti, affascinato dalla bizzarra abitudine del senzatetto di guardare le stelle, Simone gli domanda perché egli non abbia mai voluto essere suo amico. Una volta appurato che Nazzaro è disgustato dalla quantità di uccelli rinchiusi a casa di Don Simone, egli accetta di "salvarsi l'anima" e avviare un percorso di espiazione con l'aiuto del vagabondo, guadagnando, così, anche la fiducia di un nuovo amico. Il patto prevede che egli liberi tutti gli uccelli e dia "fuoco alla paglia", liberandosi, quindi, del grano del suo poderetto. Una volta fatto volar via gli uccelli dalle finestre, Simone è felice e tranquillo di aver completato i suoi doveri ma Nàzzaro gli ricorda della seconda espiazione: guardare la paglia che brucia. Simone realizza che quel fuoco simboleggia la perdita di quei pochi averi che gli erano rimasti e, preso dall'ira e dall'avarizia che ancora lo contraddistinguono, accusa Nàzzaro di averlo mandato in rovina. Il vagabondo, che invece simboleggia la libertà d'animo, lo rassicura amichevolmente ricordandogli che, ora che ha trovato un amico, non deve più preoccuparsi di alcun tipo di ricchezza.
Analisi
La novella è la storia dell'espiazione di Simone che, guidato da Nàzzaro, riesce ad oscurare la sua componente avara e smaniosa per iniziare a vivere in una condizione armoniosa ed equilibrata. Infatti, al'’inizio della novella il protagonista si trova in una situazione ambigua: in primo luogo, il rapporto con la natura è compromesso poiché egli, abituato a trovarsi in una posizione attiva nei suoi confronti, non riconosce più limiti nel suo sfruttamento. In secondo luogo, anche i rapporti umani sembrano compromessi: egli, abituato esclusivamente al dominio e al comando, non riesce più ad instaurare interazione amichevole se non con il suo asino. Per ricongiungersi con la natura e la società, la soluzione di Nàzzaro sembra ricordare uno sconvolgimento dei canoni sociali: è necessario, infatti, che egli acconsenta ad un disfacimento degli elementi cardine della sua vita precedente, come la famiglia, i rapporti economico-sociali basati sulla proprietà privata e lo sfruttamento degli animali. In questa novella è evidente che Pirandello dichiara il disfacimento dei rapporti sociali. Avendo, quest'ultimo, un'attitudine letteraria nell'osservare la realtà circostante, interpreta solitudine e dolore come conseguenza della logica sovrana del profitto e di uno sfruttamento totalizzante. È una critica chiara e diretta alla società borghese e ai suoi fondamenti; prescinde da fini politici e mira ad elogiare valori come la semplicità, l'amore per la natura ed il rispetto per il prossimo come pilastri fondamentali di ogni tipo di organizzazione sociale.
Sistema dei personaggi
Le figure fondamentali in questa novella sono due: Simone lampo, il protagonista e Nàzzaro, rilevante personaggio secondario. Questi, prima di divenire amici alla fine della novella, in un primo momento si caratterizzano per una forte contrapposizione in tutto e per tutto. Simone Lampo possiede un poderetto ed una casa in paese; conserva il fimo per ingrassare la terra e cattura gli uccellini, mangiandoli, nella speranza di ritornare ricco ed ha l'abitudine di comandare. Si sente sempre più solo ed esasperato spostandosi in sella all'asinella parlandole o rimuginando tristi pensieri. Nàzzaro, a differenza del protagonista, non possiede niente. Si accontenta della sua situazione economica e non cerca mai mezzi per guadagnare più del minimo. Vive in armonia con la natura ed instaura rapporti equilibrati con le persone; mantiene uno stato di calma e tranquillità ed è un vagabondo che conta sulle stelle come unica compagnia.[1]
Linguaggio
Una novella non va considerata come un unico blocco unitario e inscindibile, in quanto è composta da parti indipendenti che si incastrano perfettamente tra loro. Come si può notare, questa novella inizia con la descrizione del protagonista in sella alla propria asinella in procinto di tornare nel paese. Nel descrivere questa situazione viene presentato il personaggio nelle sue abitudini, nel rapporto con le persone che lo circondano e nel suo modo di essere. Quindi, per rendere più vivo il racconto, Pirandello articola la novella su due piani temporali, ovvero quello in cui si racconta del rientro a casa e quello dei fatti antecedenti alla storia raccontata. Dal momento che l'autore preferisce focalizzarsi sull'efficacia comunicativa e sull'importanza del messaggio finale, lo stile non è effettivamente accostabile ad una scuola letteraria precisa. Ciò è evidente dal rifiuto di una lingua "regionale", esperimento già effettuato da Giovanni Verga e propugnato da Luigi Capuana. Infatti, gli pare poco adatto utilizzare un registro così circoscritto per un'ampia diffusione delle proprie idee; egli adotta, quindi, una lingua di livello medio che eviti, contemporaneamente, sia gli eccessi aulici e decorativi che quelli dialettali.
Livello linguistico
Il criterio di verosimiglianza spesso influenza la predilezione di certe parole rispetto ad altre. Le scelte linguistiche consentono di adattare il giusto registro linguistico al personaggio, all'ambiente ed alla situazione che viene rappresentata. Quindi, nel caso sia necessario conferire al testo eleganza e raffinatezza, i termini saranno per lo più arcaici ed eleganti o precisi e minuziosi. Allo stesso modo, per rappresentare un ambiente popolare, si ritroveranno vocaboli dialettali. Alcuni scrittori utilizzano il passaggio da un registro linguistico ad un altro in modo ben definito perché per loro è fondamentale aderire al criterio di verosimiglianza; altri, invece, mantengono un livello fondamentalmente omogeneo in tutto il testo.
Edizioni
- Il Marzocco, 15 gennaio 1905; Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore
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: i ref privi di nome non possono essere vuoti - Inclusa ne La vita nuda, 1910;
- Inclusa nel secondo volume delle Novelle per un anno
Note
- ^ Raffaele Messina, Novelle, Marco Derva, 1993.
Bibliografia
- Luigi Pirandello, Novelle, a cura di Raffaele Messina, 1993, Marco Derva editore.
- L. Pirandello, Fuoco alla paglia, in Id., Tutte le novelle, II. 1905-1913, a cura di Lucio Lugnani, Milano, Rizzoli, 2007
Voci correlate
Altri progetti
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