Utente:Dans/Sandbox4
Palestina | |
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Dati amministrativi | |
Nome completo | Palestina |
Nome ufficiale | دولة فلسطين (Dawlat Filastin) |
Lingue ufficiali | arabo |
Capitale | Gerusalemme Est (proclamata) Ramallah (de facto) |
Politica | |
Forma di governo | Repubblica semipresidenziale[1] |
Presidente | Mahmūd Abbās |
Primo ministro | Mohammad Shtayyeh |
Indipendenza | parziale (sulla Striscia di Gaza dal 2005 e su parti della Cisgiordania dal 1994)[2] |
Proclamazione | 15 novembre 1988 (unilaterale) |
Ingresso nell'ONU | Stato non membro (osservatore permanente)[3] |
Superficie | |
Totale | 6 220 km² |
Popolazione | |
Totale | 4.550.000 ab. (2014) |
Densità | 666,9 ab./km² |
Nome degli abitanti | palestinesi |
Geografia | |
Continente | Asia |
Confini | Israele, Giordania, Egitto |
Fuso orario | UTC+2 |
Economia | |
Valuta | sterlina palestinese (moneta dormiente); de facto: sterlina egiziana siclo israeliano dinaro giordano |
PIL (nominale) | 6 641[4] milioni di $ (2011) |
PIL (PPA) | 8 022[4] milioni di $ (2008) |
PIL pro capite (PPA) | 2 900[4] $ (2008) |
ISU (2014) | ![]() |
Varie | |
Sigla autom. | PS |
Inno nazionale | Fida'i File:National Anthem of Palestine (Vocal).ogg |
Festa nazionale | 15 novembre (giorno dell'indipendenza) |
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La Palestina, ufficialmente Stato di Palestina (in arabo دولة فلسطين, Dawla Filastin), è uno Stato[5] de iure, non facente parte delle Nazioni Unite (de facto occupato in gran parte da Israele) del Vicino Oriente, affacciato in parte sul Mar Mediterraneo, comprendente Gerusalemme Est e i territori palestinesi divisi della Cisgiordania e della Striscia di Gaza ed è parte, assieme a Israele e parti di Siria, Giordania e Libano, del territorio storico-geografico della Palestina.
L'indipendenza dello Stato di Palestina fu autoproclamata unilateralmente nel 1988 dall'OLP, mentre l'ONU con la risoluzione 67/19 dell'Assemblea generale del 29 novembre 2012 le ha consentito l'ingresso come Stato non membro con status di osservatore permanente[5]; al 2018, la Palestina è riconosciuta come Stato da 137 membri dell'ONU, mentre non è riconosciuta da altri 50.
La Palestina rivendica quale sua capitale la parte orientale della città di Gerusalemme, precedentemente in mano giordana dal 1948 e sotto controllo israeliano dal '67 (si veda la voce Status di Gerusalemme), mentre i suoi uffici amministrativi si trovano a Ramallah.
Lo Stato di Palestina è tuttora privo di un'organizzazione statuale tipica, senza un esercito regolare, e rimane occupato da Israele per quanto riguarda Gerusalemme Est e parte della Cisgiordania (quest’ultima suddivisa in tre zone di giurisdizione in base agli accordi di Oslo II: la zona A sotto totale controllo dell’Autorità Nazionale Palestinese, la zona B a controllo misto e la zona C sotto controllo israeliano[6]), mentre è sotto controllo di Hamas la Striscia di Gaza, alla quale Israele fornisce energia elettrica[7][8][9][10], ed è sotto parziale blocco navale,[11] terrestre e aereo (vedasi conflitto israelo-palestinese), imposto da parte di Israele ed Egitto a partire dal giugno 2007 dopo la vittoria di Hamas alle elezioni legislative del 2006.[12][13][14][15][16]
Dal 3 gennaio 2013, in conseguenza della risoluzione 67/19 dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite, l'Autorità Nazionale Palestinese ha adottato il nome di Stato di Palestina sui documenti ufficiali.
L'attuale capo dello Stato è Mahmoud Abbas, mentre il governo è guidato da Mohammad Shtayyeh.
Descrizione
Lo Stato palestinese non ha confini ufficialmente definiti[17]: i territori su cui dovrebbe esercitare sovranità, detti territori palestinesi (la Cisgiordania, Gerusalemme Est e la Striscia di Gaza), confinano con la Giordania, con Israele e con l'Egitto. In seguito alla fine del mandato britannico della Palestina, dalla nascita dello Stato Ebraico (1948), i territori del proposto Stato Arabo sono stati occupati “manu militari” dall'Egitto (Gaza) e dalla Transgiordania (Cisgiordania) a seguito della prima guerra arabo-israeliana con la mancata accettazione del piano di partizione votato dall'ONU e poi occupati da Israele in seguito alla guerra dei sei giorni del 1967.
La sovranità del popolo palestinese su Cisgiordania, Striscia di Gaza e Gerusalemme est è riconosciuta dall'ONU, ma gli Accordi di Oslo tra Israele e OLP escludono Gerusalemme Est dal processo di autonomia dei territori palestinesi occupati gestito dall'Autorità palestinese. Di fatto la parte orientale di Gerusalemme è sotto giurisdizione d'Israele, così come gli insediamenti israeliani in Cisgiordania, mentre ampie zone della stessa sono sotto il controllo dell'ANP e, dal 2005, dopo il ritiro unilaterale israeliano nell’ambito della politica detta “terra in cambio terra, pace in cambio di pace” del governo di Ariel Sharon[18], l'intera Striscia di Gaza è sotto il governo di Hamas.
Per questo le sedi governative palestinesi sono situate a Ramallah. Il governo di Gaza è costituito da esponenti di Hamas, un'organizzazione a carattere politico e paramilitare di ispirazione islamista (di matrice terrorista secondo l'Unione europea in base alla posizione comune del suo Consiglio 2005/847/PESC del 29 novembre 2005) che solo nel 2011 ha accettato di rientrare nell'ANP, pur mantenendo un proprio profilo autonomo.
Nella qualità di "Stato osservatore" alle Nazioni Unite, è riconosciuto come soggetto di diritto internazionale, ufficialmente da 138 Stati, tra cui molti stati sviluppati (come Italia, Francia, Spagna, Brasile, Russia, Giappone, India e Cina) e dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite entro i confini dei territori giordani ed egiziani che furono occupati da Israele nel 1967 (Cisgiordania, Striscia di Gaza, Gerusalemme Est)[19].
Questo dato rappresenta un numero maggiore di quello degli Stati che nel mondo riconoscono o hanno rapporti diplomatici normali, attualmente, con lo Stato di Israele (minori di quelli che votarono a favore nel 1948)[non chiaro]. Non riconoscono - tra gli stati più importanti - lo Stato di Palestina, ma solo un'entità politica non statuale palestinese: Stati Uniti, Germania, Australia, Canada e Regno Unito. Sono 136 (escluso Israele, ma anche altri stati non ostili ma diplomaticamente isolati, come Taiwan e il Kosovo) gli Stati che riconoscono una rappresentanza diplomatica palestinese. Israele ha riconosciuto una rappresentanza dell'OLP solo dal 1993 al 2001. L'ultimo contatto diplomatico ufficiale con Israele è avvenuto nel 2003. L'Italia mantiene una rappresentanza consolare situata a Gerusalemme Est, ma non ha effettuato scambi ufficiali di ambasciatori con la Palestina, mantenendo tuttavia il rappresentante diplomatico palestinese in Italia.
Storia
Palestina storica
Il termine "Palestina" ("terra dei filistei", antico popolo indoeuropeo che abitò la regione litorale della terra di Canaan, in epoca biblica) fu coniato nella forma attuale latina dai romani - per contrapposizione al nome Giudea o, precedentemente, Regno d'Israele (zona anticamente nota come terra di Canaan) - allo scopo di contrastare il sentimento di ribellione e il risorgere del nazionalismo israelita.
Ciò avvenne specialmente dopo la guerra giudaica del 70 d.C., al termine della quale gli eserciti dell'imperatore Vespasiano e del figlio Tito distrussero quasi totalmente Gerusalemme. La ribellione al governo provinciale di Roma e alla dinastia vassalla degli erodiani venne stroncata, causando l'inizio della diaspora ebraica. Il cambio di nome da Iudaea a Syria Palaestina, e il cambio del nome di Gerusalemme che venne rifondata come città romanizzata, col nome di Aelia Capitolina, fu deciso dall'imperatore Publio Elio Adriano nel 135, alla fine dell'ultima guerra giudaica.
La Palestina fu dominio romano, persiano, bizantino, arabo, e al dominio europeo per un periodo di due secoli, durante le Crociate. In seguito all'invasione araba la popolazione venne islamizzata e nel tempo divenne in maggioranza di etnia araba musulmana.
Palestina ottomana
La Palestina è stata parte dell'Impero ottomano dal 1517 al 1918, salvo una parentesi dal 1832 al 1840 quando fu conquistata da Mehmet Ali, governatore ottomano dell'Egitto, ribellatosi al Sultano di Costantinopoli.
Amministrativamente, la Palestina faceva parte del vilayet di Shām (nome preislamico della Siria), ed era stata divisa nel Sangiaccato di Acri, con cinque kaza[20] (Acri, Haifa, Safed, Nazareth, Tiberiade); nel Sangiaccato di Nablus - fino al 1888 chiamato Belqa - con tre kaza (Nablus, Jenin, Tulkarem); e nel Sangiaccato di Gerusalemme, con cinque kaza (Gerusalemme, Giaffa, Gaza, Hebron, Beersheba).
Nel 1887 il Sangiaccato di Gerusalemme, in quanto sede dei Luoghi Santi, divenne un Mutasarriflik (Mutasarrifato) indipendente il cui mutasarrif era responsabile direttamente nei confronti del governo centrale di Costantinopoli, dei suoi ministeri e dipartimenti di Stato.
Nel 1888, quando venne creato il vilayet di Beirut, gli altri due sangiaccati palestinesi vennero compresi nel suo territorio.
Palestina mandataria
Nel pieno della Grande Guerra, il 16 maggio 1916, con la firma dell'Accordo Sykes-Picot, Francia e Gran Bretagna decidono che il territorio della Palestina ottomana venga assegnato alla fine della guerra al Regno Unito. Il 9 dicembre 1917, Gerusalemme è occupata dall'esercito britannico, il quale occupa l'intera Palestina. Il Mandato britannico della Palestina, mandato di tipo A, sotto controllo della Società delle Nazioni, comincia formalmente nel 1920. Il mandato terminerà formalmente nel 1947.
Durante il mandato vi furono varie rivolte da parte dei palestinesi contro la politica britannica nei confronti dell'autorizzazione del Regno Unito all'immigrazione ebraica (Dichiarazione Balfour (1917)) e delle vendite di terre da parte dei latifondisti arabi agli immigrati: i moti dell'aprile 1920 e del maggio 1921; i moti dell'agosto 1929; la Grande rivolta araba (1936-1939).
Palestina odierna
Le varie tappe della Palestina dopo il mandato furono, in conseguenza dell'immigrazione di ebrei sionisti che scappavano dalle persecuzioni, soprattutto dall'Europa (i futuri israeliani) e delle lotte per il territorio ingaggiate con gli arabi presenti:
- Il 29 novembre 1947, l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite approva il Piano di partizione della Palestina
- 1947-1948, 1ª guerra arabo-israeliana, gli stati confinanti non accettano che gli abitanti arabi abbiano la minoranza del territorio dell'ex mandato britannico della Palestina sebbene con un loro Stato; sulla parte della Palestina mandataria assegnata dall'ONU si costituisce lo Stato di Israele; Israele vince la guerra e molti palestinesi arabi sono costretti ad abbandonare la loro terra natia
- 1964, nascita dell'OLP
Proposte per l'assetto delle aree della Palestina di etnia araba
La maggioranza di queste proposte hanno come obiettivo la creazione di uno Stato indipendente per il popolo palestinese, che sono gli arabi di Palestina, e che erano la maggioranza nella zona prima della nascita dello Stato d'Israele, nella Striscia di Gaza, che è controllata da Hamas, e in parti della Cisgiordania, che invece è gestita dalla Autorità Nazionale Palestinese. Il diritto di esistenza di uno Stato di Palestina è riconosciuto da 136 paesi[21][22], anche se a vario titolo, dalle Nazioni Unite (secondo la risoluzione del 1948) e dall'Unesco[23].
Dichiarazione di Stato del 1988
Una dichiarazione di uno Stato di Palestina (in arabo: دولة فلسطين) si è svolta ad Algeri il 15 novembre 1988, da parte del Consiglio nazionale palestinese, l'organo legislativo della Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP), il cui leader era Yasser Arafat. Il proclamato "Stato di Palestina" non è e non è mai stato effettivamente uno Stato indipendente, in quanto non ha mai avuto alcuna sovranità sul suo territorio nella storia.
Attualmente l'Autorità nazionale palestinese (Anp), insieme con gli Stati Uniti, l'Unione europea, e la Lega araba, prevedono la creazione di uno Stato di Palestina a comprendere in tutto o parte della Cisgiordania, la striscia di Gaza e Gerusalemme Est, in modo da vivere in pace con Israele nel quadro di un governo democraticamente eletto e trasparente. L'ANP, tuttavia, non rivendica la sovranità su qualsiasi territorio e, pertanto, non vi è governo dello "Stato di Palestina" proclamato nel 1988.
La dichiarazione del 1988 è stata approvata nel corso di una riunione ad Algeri, con un voto favorevole di 253 membri del Consiglio nazionale palestinese, 46 i voti contrari e 10 le astensioni. La dichiarazione cita il trattato di Losanna (1923) e la risoluzione 181 dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite, in sostegno della sua domanda di uno "Stato di Palestina sul nostro territorio palestinese con capitale Gerusalemme".
Il proclamato Stato di Palestina è stato immediatamente riconosciuto dalla Lega araba, e circa la metà di tutti i governi del mondo oggi lo riconoscono. Esso mantiene ambasciate (che sono generalmente le delegazioni OLP) in questi paesi. Lo Stato di Palestina è stato riconosciuto dalle Nazioni Unite nel 2012, quando vi è stato ammesso come Stato osservatore. L'Unione europea, così come la maggior parte degli Stati membri, mantiene rapporti diplomatici con l'Autorità nazionale palestinese, istituita nell'ambito degli accordi di Oslo. Leila Shahid, rappresentante del ANP in Francia dal 1984, è stato nominato nel novembre 2005 il rappresentante del ANP per l'Europa.
Processo di pace con lo Stato di Israele
Il processo di pace con lo Stato di Israele è condotto dall'OLP, per conto del popolo palestinese. I territori trasferiti da Israele al controllo palestinese sono stati gestiti dall'Autorità Nazionale Palestinese.
Cronologia:
- 1991, Conferenza di Madrid
- 1993, Accordi di Oslo
- 1994, Accordo del Cairo sulla Striscia di Gaza e sull'area di Gerico (cosiddetti Accordi di Oslo II)
- 1997, Accordo su Hebron
- 1998, Memorandum di Wye River
- 2002, Road Map for Peace
- 2002, Iniziativa di pace araba, presentata dalla Lega araba
- 2005, Piano di disimpegno unilaterale israeliano da Gaza
La questione della capitale
La Dichiarazione di indipendenza palestinese proclama la "fondazione dello Stato di Palestina sul nostro Territorio Palestinese con capitale Gerusalemme (Al-Quds Ash-Sharif)."[24] La stessa decisione fu presa dal Consiglio Legislativo Palestinese a maggio 2002 quando approvò la "Legge fondamentale", che afferma senza ambiguità "Gerusalemme è la capitale della Palestina".[25] Nel 2011 l'Autorità Nazionale Palestinese iniziò il suo tentativo di ottenere il riconoscimento dello Stato di Palestina come membro dell'ONU con Gerusalemme Est quale sua capitale.[26] Lo status finale di Gerusalemme deve essere deciso da negoziati tra Israele e lo Stato di Palestina.[27] Israele controlla tutta la città, ma le Nazioni Unite e tutti gli Stati del mondo non riconoscono l'annessione di Gerusalemme Est a Israele proclamata con la legge israeliana del 1980.[28][29]
Di fatto, il governo dell'Autorità Nazionale Palestinese e gli uffici di rappresentanza diplomatica stranieri hanno sede a Ramallah, mentre il governo di Hamas ha sede a Gaza.
L'OLP ha avuto una sede ufficiale nella Orient House a Gerusalemme, chiusa il 10 agosto 2001 dall'esercito israeliano durante la seconda intifada.
Nel 2009, Gerusalemme Est è stata capitale della cultura araba. La città è gemellata dal 1982 con la città di Fez in Marocco.
Politica
Governo palestinese
Il governo del proclamato Stato di Palestina viene assicurato dall'OLP, quale legittimo rappresentante di tutti i palestinesi che vivono nei Territori occupati, nei campi profughi nei paesi arabi e nella diaspora. L'Autorità Nazionale Palestinese governa i territori trasferiti da Israele ai palestinesi nell'ambito del processo di pace.
Le cariche di Presidente della Palestina, di Capo del Comitato esecutivo dell'OLP e di Presidente dell'Autorità Nazionale Palestinese generalmente sono ricoperte dalla stessa persona, attualmente Mahmoud Abbas, noto anche col soprannome arabo Abu Mazen, del partito socialista e nazionalista al-Fatah.
Allo stato attuale è il partito islamico di Hamas, legato ai Fratelli Musulmani, a governare la porzione di territorio della Striscia di Gaza mentre l'ANP controlla l'area ricadente nella Cisgiordania.
Il 4 maggio 2011 è stato concluso un accordo politico di riconciliazione nazionale tra Fatah e Hamas che prevede la formazione di un governo congiunto e la preparazione di elezioni parlamentari e presidenziali in 8 mesi[30], che tuttavia non si sono ancora svolte, a causa di disaccordi sulla forte leadership di Abbas, ritenuta fonte di stabilità e sicurezza dall'Islam più radicale da alcuni, e come mancanza di democrazia da altri.
Giustizia
La pena di morte è ufficialmente in vigore per omicidio, stupro e presunta collaborazione con le autorità israeliane, nonché attività di sovversione.[31] Vi è stata una moratoria ufficiosa dal 2002 al 2010 da quando il presidente Yasser Arafat e il successore Mahmud Abbas non hanno più autorizzato esecuzioni. I tribunali di Gaza tuttavia applicano spesso anche la legge islamica, che punisce con la morte l'adulterio e l'apostasia. Alcuni applicano la pena capitale anche al reato di prostituzione e a quello di omosessualità, nonostante queste fattispecie non facciano parte dei crimini per cui il Corano prevede direttamente o indirettamente la pena di morte; essi non sono invece considerati reati capitali nel più laico governo ANP a guida Fath, anche se alcuni di questi atti sono comunque illegali o disapprovati dalle consuetudini.[32] L'ANP consente la vendita di alcolici, proibiti dalla religione musulmana, in alcune zone dei territori[33][34].
Popolazione
I palestinesi di Cisgiordania e Gaza hanno il passaporto verde e la cittadinanza palestinese, rilasciati dall'ANP. I palestinesi di Gerusalemme est hanno la residenza permanente di Israele, indicata da un passaporto blu (sono chiamati infatti anche "arabi blu"), ma non hanno nessuna cittadinanza.
Religione
La popolazione della Palestina è in maggioranza araba di religione islamica sunnita. L'Islam è riconosciuto come religione di Stato.
Esistono consistenti minoranze arabe e immigrate cristiane, di origine europea, oltre ai molti ebrei negli insediamenti israeliani in Cisgiordania e a Gerusalemme est, che sono però cittadini d'Israele. C'è poi una minoranza di samaritani, popolazione di origine ebraica-mesopotamica, di religione ebraica ma un tempo considerati eretici, che risiede nei pressi di Nablus, e che abita nella zona da circa 2700 anni ininterrottamente (anche se la parte più consistente dell'esigua etnia è cittadina israeliana e non palestinese), e una comunità di drusi, popolo che segue una religione di origine islamica non ortodossa.
La più alta autorità religiosa musulmana sunnita è il Gran Mufti di Gerusalemme, nominato dal Governo palestinese. Gerusalemme è il terzo luogo santo dell'Islam, dopo La Mecca e Medina in Arabia Saudita.
La minoranza di religione cristiana, è appartenente a diverse confessioni: Patriarcato latino di Gerusalemme (cattolici); Patriarcato greco-ortodosso di Gerusalemme; Patriarcato armeno di Gerusalemme (di cui fanno parte la maggioranza dei palestinesi cristiani); Chiesa luterana di Palestina; Diocesi episcopale di Gerusalemme e del Medio oriente (anglicani). La situazione dei cristiani, tollerati e accettati dall'ANP, è diventata difficile a Gaza sotto il governo di Hamas.
Geografia antropica
Suddivisioni amministrative
Il territorio palestinese è diviso in due regioni geografiche: la Cisgiordania (o West Bank) e la Striscia di Gaza, ognuna delle quali è divisa a sua volta in governatorati, per un totale di 16.[35][36]
Maggiori città
Città | Abitanti | Regione | |
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1 | Città di Gaza | 449.221 | Striscia di Gaza |
2 | Nablus | 336.380 | Cisgiordania |
3 | Gerusalemme Est | 208.000 | Cisgiordania |
4 | Khan Yunis | 179.900 | Striscia di Gaza |
5 | Hebron | 167.000 | Cisgiordania |
6 | Ramallah | 118.400 | Cisgiordania |
7 | Jabalya | 82.877 | Striscia di Gaza |
8 | Rafah | 71.000 | Striscia di Gaza |
9 | Dayr al-Balah | 62.150 | Striscia di Gaza |
10 | Tulkarm | 58.950 | Cisgiordania |
Relazioni internazionali
Riconoscimento internazionale
- Stati che hanno riconosciuto lo Stato di Palestina nei confini del 1967 (Cisgiordania, Striscia di Gaza e Gerusalemme Est)[37], elenco per regione, in ordine alfabetico:
1. Algeria - 2. Arabia Saudita - 3. Bahrain - 4. Comore - 5. Egitto - 6. Emirati Arabi Uniti - 7. Gibuti - 8. Giordania - 9. Iraq - 10. Kuwait - 11. Libano - 12. Libia - 13. Mauritania - 14. Marocco - 15. Oman - 16. Qatar - 17. Somalia - 18. Sudan - 19. Siria - 20. Tunisia - 21. Yemen
- Altri stati dell'Africa
22. Angola - 23. Benin - 24. Botswana - 25. Burkina Faso - 26. Burundi - 27. Capo Verde - 28. Repubblica Centrafricana - 29. Ciad - 30. Costa d'Avorio - 31. Repubblica del Congo - 32. Repubblica Democratica del Congo - 33. Guinea Equatoriale - 34. Etiopia - 35. Gabon - 36. Gambia - 37. Ghana - 38. Guinea - 39. Guinea-Bissau - 40. Kenya - 41. Lesotho - 42. Liberia - 43. Madagascar - 44. Malawi - 45. Mali - 46. Mauritius - 47. Mozambico - 48. Namibia - 49. Niger - 50. Nigeria - 51. Ruanda - 52. São Tomé e Príncipe - 53. Senegal - 54. Seychelles - 55. Sierra Leone - 56. Sudafrica - 57. Sud Sudan - 58. Swaziland - 59. Tanzania - 60. Togo - 61. Uganda - 62. Zambia - 63. Zimbabwe
- Altri stati dell'Asia
64. Afghanistan - 65. Azerbaigian - 66. Bangladesh - 67. Bhutan - 68. Brunei - 69. Cambogia - 70. Cina - 71. Corea del Nord - 72. Filippine - 73. India - 74. Indonesia - 75. Iran - 76. Kazakistan - 77. Kirghizistan - 78. Laos - 79. Malaysia - 80. Maldive - 81. Mongolia - 82. Nepal - 83. Pakistan - 84. Sri Lanka - 85. Tagikistan 86. Thailandia - 87. Timor Est - 88. Turkmenistan - 89. Uzbekistan - 90. Vietnam
91. Albania - 92. Bielorussia - 93. Bosnia ed Erzegovina - 94. Bulgaria - 95. Repubblica Ceca - 96. Cipro - 97. Città del Vaticano - 98. Georgia - 99. Islanda - 100. Malta - 101. Montenegro - 102. Polonia - 103. Romania - 104. Russia - 105. Serbia - 106. Slovacchia - 107. Svezia - 108. Turchia - 109. Ucraina - 110. Ungheria
111. Antigua e Barbuda - 112. Argentina - 113. Belize - 114. Bolivia - 115. Brasile - 116. Cile - 117. Colombia - 118. Costa Rica - 119. Cuba - 120. Dominica - 121. Repubblica Dominicana - 122. Ecuador - 123. El Salvador - 124. Grenada - 125. Guatemala - 126. Guyana - 127. Haiti - 128. Honduras - 129. Nicaragua - 130. Paraguay - 131. Perù - 132. Saint Lucia - 133. Saint Vincent e Grenadine - 134. Suriname - 135. Uruguay - 136. Venezuela
137. Papua Nuova Guinea - 138. Vanuatu
- Stati che riconoscono uno status speciale alle rappresentanze palestinesi:
- Delegazione diplomatica palestinese: Francia, Grecia, Portogallo, Spagna[38], Italia[39][40], Austria[41]
- Delegazione speciale Palestinese: Messico
- Delegazione generale palestinese: Irlanda, Australia, Belgio, Germania, Paesi Bassi, Regno Unito, Stati Uniti, Slovenia, Croazia e Macedonia del Nord[42]
- Rappresentanza dell'OLP: Svizzera
- Dipartimento dell'OLP: Israele (relazioni ufficialmente sospese nel 2001)
Organizzazioni internazionali
Riconoscimento come Stato osservatore non membro
Dal 2012 la Palestina è ufficialmente annoverata dalle Nazioni Unite come Stato osservatore non membro; il voto favorevole all'assemblea generale ha riguardato anche molti paesi che non riconoscono ancora formalmente lo Stato di Palestina.
Date di adesione alle Nazioni Unite e ai suoi Istituti specializzati
- 1974: l'OLP ottiene lo status di osservatore all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite
- 26 aprile 1977: la Palestina diventa paese membro della Commissione economica e sociale delle Nazioni Unite per l'Asia occidentale
- settembre 1988: l'Assemblea generale riconosce lo status di Osservatore, come entità non statuale, con il nome di Palestina, status ostacolato dal Consiglio di Sicurezza.
- 23 settembre 2011: il Presidente palestinese Abbas presenta la domanda ufficiale di adesione come Stato membro dell'ONU[43]
- 6 ottobre 2011: il Comitato esecutivo dell'UNESCO raccomanda alla Conferenza generale dell'UNESCO l'ammissione della Palestina come Stato membro[44]; il 31 ottobre la Conferenza generale ammette ufficialmente la Palestina come stato membro[45][46]
- 13 novembre 2011: la Palestina è rifiutata dal Consiglio di Sicurezza, che non raggiunge per un voto il quorum; anche se fosse stato però raggiunto, gli Stati Uniti avrebbero posto il veto di membro permanente[47]. Abu Mazen decide di presentare quindi la domanda all'Assemblea Generale, dove ci sono buone possibilità che la Palestina venga accettata e riconosciuta, anche se solo come Stato osservatore non membro (come è oggi, ad esempio, lo Stato della Città del Vaticano).
- 29 novembre 2012: la Palestina è riconosciuta come Stato non membro Osservatore Permanente presso l'Assemblea delle Nazioni Unite con 138 voti favorevoli, 9 contrari e 41 astensioni[48].
Altre organizzazioni internazionali
- Appartenenza a organizzazioni e forum internazionali come Stato di Palestina:
- Lega araba
- Organizzazione per la Conferenza Islamica
- Gruppo dei 77
- Movimento dei non allineati
- Unione interparlamentare
- Organizzazione internazionale per la normazione[49]
- International Council of Tourism Partners[50]
- Comitato Olimpico Internazionale
- Corte penale internazionale (dal 1º aprile 2015)[51].
- Appartenenza a organizzazioni e forum internazionali come Autorità Nazionale Palestinese:
- Unione per il Mediterraneo
- Assemblea del Consiglio d'Europa: status di "Partner per la democrazia" riconosciuto al Consiglio legislativo palestinese[52]
- Il Parlamento europeo con la Risoluzione 2014/2964 del 17 dicembre 2014 ha votato a favore del riconoscimento dello Stato di Palestina "in linea di principio" e "di pari passo con lo sviluppo dei colloqui di pace"[53][54]
Relazioni economiche
- 1994, protocollo di Parigi sulle relazioni economiche tra Israele e OLP
- 1994, accordo di cooperazione tecnica ed economica tra Autorità palestinese ed Egitto
- 1995, accordo di commercio preferenziale tra Autorità palestinese e la Giordania
- 1996, accordi sull'esenzione di dazi tra Autorità palestinese e USA
- 24 febbraio 1997, accordo interinale di associazione tra Comunità europea e Autorità palestinese[55]
- 30 novembre 1998, accordo intrinale di libero scambio tra Stati EFTA e OLP a beneficio dell'Autorità palestinese[56]
- 2000, accordo sui trasporti tra Autorità palestinese e Giordania
- 2000, accordo di cooperazione commerciale tra Autorità palestinese e Russia
- 2001, la Palestina aderisce al progetto di Area araba allargata di libero scambio, promosso dalla Lega araba, aderendo successivamente anche all'Accordo di Agadir[57]
- 20 luglio 2004, accordo intrinale di libero scambio tra Turchia e OLP a beneficio dell'Autorità palestinese[58]
- 2011, accordo di libero scambio con il Mercosur[59]
Feste nazionali
- 15 novembre, giorno dell'Indipendenza
- 15 maggio, giorno della Nakba
- 30 marzo, Yom al-Ard o giorno della Terra
Cultura
Principali scrittori palestinesi:
- Suad Amiry
- Mahmoud Darwish
- Emile Habibi
- Saḥar Ḫalīfa
- Ghassan Kanafani
- Alì Rashid
- Edward Saïd
- Ibrahim Souss
- Suad
Principali poeti palestinesi:
Principali pittori palestinesi:
Siti inseriti nella lista del patrimonio dell'umanità dell'UNESCO:
- Basilica della Natività a Betlemme
Note
- ^ Osservatorio Iraq e medio oriente, su osservatorioiraq.it. URL consultato il 30 novembre 2012 (archiviato dall'url originale il 20 gennaio 2013).
- ^ Autonomia dei territori palestinesi esercitata de iure dall'ANP dal 4 maggio 1994
- ^ Rappresentato in ambito internazionale dall'OLP
- ^ a b c The World Factbook Stime della CIA.
- ^ a b Non-member States, su un.org, Nazioni Unite.
- ^ Laura Canali, La Cisgiordania dei coloni - Limes
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- ^ L'OLP ha proclamato i confini dello Stato su quelli antecedenti al 1967 (guerra dei sei giorni), ma di fatto non ha avuto controllo su di essi se non in poche zone, poiché esercitava sovranità relativa solo su alcune aree interne. Tutti i confini, compreso quello terrestre fra Gaza ed Egitto, sono sotto controllo israeliano. Alcuni Stati riconoscono ufficialmente i confini del 1967, mentre altri non si pronunciano. Altri ancora ritengono accettabili solo i confini del 1947 (guerra arabo-israeliana), mai attuati, o - non riconoscendo Israele - considerano i confini della Palestina mandataria come gli unici legittimi. La situazione è complicata dall'annessione unilaterale di Gerusalemme Est da parte di Israele e la colonizzazione ebraica delle aree di "terra di nessuno" che si estendevano lungo la "linea verde".
- ^ Cfr. in Sandro Magister, “Terra in cambio di terra”: l’esperto di Sharon svela il suo piano di pace. L’esperto è Sergio Della Pergola, il maggior studioso mondiale di demografia dell’ebraismo. L’identità del popolo d’Israele all’origine del piano. Col Vaticano come modello, per il futuro di Gerusalemme - L'Espresso
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Voci correlate
- Autorità Nazionale Palestinese
- Cisgiordania
- Commissione palestinese indipendente per i diritti del cittadino
- Conflitto israelo-palestinese
- Gerusalemme Est
- Gran Mufti di Gerusalemme
- Hamas
- Organizzazione per la Liberazione della Palestina
- Orient House
- Palestina
- Piani di pace per il conflitto arabo-israeliano
- Presidente della Palestina
- Risoluzione 67/19 dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite
- Striscia di Gaza
- Territori palestinesi
- Elenco dei territori contesi
Altri progetti
Collegamenti esterni
- Ufficio del Primo Ministro, su palestinecabinet.gov.ps (archiviato dall'url originale il 12 dicembre 2012).
- Ministero degli esteri palestinese, su mofa-gov.ps. URL consultato il 17 maggio 2011 (archiviato dall'url originale il 17 marzo 2011).
- Dipartimento dell'OLP per i negoziati di pace, su nad-plo.org. URL consultato il 17 maggio 2011 (archiviato dall'url originale il 3 febbraio 2020).
- Missione permanente della Palestina alle Nazioni Unite, su un.int. URL consultato il 17 maggio 2011 (archiviato dall'url originale il 17 giugno 2010).
- Autorità monetaria palestinese, su pma.ps.
- WAFA (agenzia ufficiale palestinese di notizie), su english.wafa.ps.
- UNISPAL, su unispal.un.org.
- Comitato olimpico palestinese, su poc.ps. URL consultato il 30 luglio 2012 (archiviato dall'url originale il 19 febbraio 2014).
- Status of Palestine in the United Nations, Risoluzione 67/19 dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite
- Name change for State of Palestine and other minor corrections, ISO 3166-1 Newsletter VI-14 dell'International Organization for Standardization